L'euro, moneta senza Stato

di Raffaella Vitulano

E pensare che nel 1953, quasi sessantadue anni fa, fu la Germania ad essere salvata dal debito grazie anche a Grecia, Spagna e Italia, con il famoso accordo di Londra. Metà dei debiti tedeschi del dopoguerra furono spazzati via in un colpo. Il The Guardian ricorda come la cancellazione ed il modo in cui fu eseguita risultarono vitali per la ricostruzione, in netto contrasto con le sofferenze che si stanno infliggendo oggi ad alcuni paesi europei in nome del debito. I debiti tedeschi erano ben al di sotto dei livelli osservati nel sud Europa, eppure già a quel livello serpeggiava una seria preoccupazione che per il pagamento del debito si sarebbero utilizzati i proventi in preziosa valuta estera e si sarebbe messa in pericolo la ricostruzione. Era impensabile colpire così un paese, anche se uscito sconfitto da una guerra. Sembra tutto dimenticato. In Europa, il debito sta lacerando il tessuto sociale. L’euro barcolla, e Matt O’Brien nel suo blog sul Washington Post non comprende l’incredibile decisione della Lituania di aderire a un’eurozona ormai palesemente condannata al Titanic. Berlino fa spallucce, spinge a folle velocità le porte girevoli dell’uscita dall’euro, e sottolinea l’assoluta novità della rottura di un tabù. Vilnius scalza Atene. Il rientro dalle esposizioni verso la Grecia delle banche tedesche ha il suo vero peso in questa scelta, ma le conseguenze politiche di un’uscita dall’euro da parte della Grecia dopo le prossime elezioni del 25 gennaio, potrebbero essere importanti. Grecia out, pollice verso: non è più una cosa impensabile. La dichiarazione è riportata sabato 3 gennaio dal sito del “Der Spiegel”. Angelona, con delicatezza teutonica e strategia consumata, ha deciso di fare pressione sull’elettorato greco e rompe un tabu, consapevole che dietro la crisi della Grecia si profila una crisi di ben altre dimensioni in Italia, Spagna e Francia. La democrazia si accartoccia. Il futuro dell’Europa e della democrazia si giocherà ad Atene nell’Olimpiade dell’indifferenza. E della menzogna, aggiungiamo, mentre i fallimenti delle politiche economiche europee avanzano come un rullo compressore. L’Eurozona è da ieri ufficialmente in deflazione, eppure solo qualche mese fa Mario Draghi, presidente della banca centrale europea, ne aveva escluso il rischio per l’Europa. E la possibile deflagrazione dell’eurozona non sarà così determinata dalla ”colpevole” Grecia come i media vogliono farci credere, ma proprio dalla deflazione endemica, quasi arrivata anche in Germania. Oggi, rivedere un video di Giuliano Amato su Rai Educational lascia di sasso: ”Abbiamo fatto una moneta senza stato... Eravamo pazzi? Qualche esperimento nella storia c’era stato di monete senza Stato, di monete comuni, di unioni monetarie, ma per la verità non erano stati molto fortunati. Però, sapete com’è, (...) ci siamo convinti, e abbiamo cercato di convincere il mondo, che sarebbe bastato coordinare le nostre politiche nazionali per avere quella zona, quella convergenza economica, quegli equilibri economici-fiscali interni all’Unione Europea che servono a dare forza reale alla moneta. Era davvero difficile che funzionasse, e ne abbiamo visto tutti i problemi”. Senza parole.

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