Wef e Cina in sintonia perfetta. Schwab loda gli sforzi del partito comunista


Li Qiang, premier della Repubblica Popolare Cinese dal 2023, si vanta delle scoperte tecnologiche cinesi e si chiede se le diffidenti aziende straniere possano esserne influenzate. Così chiede di rafforzare l’in novazione nella scienza e nella tecnologia, costruire un sistema industriale modernizzato e aumentare la domanda interna. Il premier chiede alle multinazionali di intensificare i loro investimenti, ma i rappresentanti delle imprese straniere stanno ancora aspettando ulteriori rassicurazioni da Pechino, per preoccupazioni di lunga data. Li ed oltre 120 rappresentanti delle imprese hanno avuto modo di confrontarsi su preoccupazioni e richieste più urgenti durante un incontro a porte chiuse che si è svolto giorni fa a margine dell’annuale World Economic Forum di tre giorni, spesso indicato come “Sum mer Davos”, nella città cinese settentrionale di Tianjin. L’invi to di Li alla partecipazione di società straniere nei settori della tecnologia e della scienza è arrivato mentre Pechino deve affrontare un grave collo di bottiglia nello sviluppo in queste aree, comprese le telecomunicazioni, i semiconduttori e gli aerei, soggette a restrizioni debilitanti in un’intensa rivalità tecnologica con Washington, a cui la Davos cinese non è piaciuta affatto. Molto critica Cheryl Chumley sul Washington Times: “Se solo Joe Biden non fosse presidente, forse questo incontro non sarebbe così preoccupante. Allo stato attuale, Biden è pienamente coinvolto dalla visione del Great Reset del Wef di controllo totale dall’al to verso il basso delle popolazioni mondiali. Lo definisce semplicemente Build Back Better. Ma è la stessa cosa. Il World Economic Forum dimostra ancora una volta la sua volontà di lavorare con i comunisti per conquistare i governi del mondo. Quello proposto dal Wef di Davos è un modello di governo marxista che ridefinisce completamente il capitalismo e il libero mercato; riconfigura le priorità delle imprese; reindirizza i profitti e ridistribuisce le entrate in linea con le agende delle élites politiche - e tutto questo fingendo approcci per il bene di tutti all'ambiente, alla salute, all’istruzio ne e alla giustizia”. Non la pensa così ovviamente il Wef, che considera la sua iniziativa Great Reset “una serie di dimensioni per costruire un nuovo contratto sociale che onori la dignità di ogni essere umano” . E onorando la dignità di tutti, il Wef rischia di disonorare la dignità di coloro che desiderano semplicemente lavorare, crescere la propria famiglia ed essere lasciati soli a vivere le proprie ambizioni, esercitando le proprie libertà e diritti. Il Wef è tra quelli che mettono sotto attacco l’in dividualismo e promuovono il collettivismo. E’ questo che rende il Wef e la Cina comunista partner naturali, in un ambiente geopolitico e geoeconomico sempre più competitivo. “A Tientsin, in Cina, nella terra che viola i diritti umani e la libertà religiosa, nell’ultimo posto al mondo dove si penserebbe al libero mercato, la libera imprenditorialità, è lì che punta il Wef, cantando una canzone sul nuovo capitalismo e sul

capitalismo condiviso e resettando il capitalismo di un tempo. Se solo Biden non fosse presidente. Poi di nuovo, che grande opportunità per il figlio di Biden, Hunter, di mostrare e vendere le sue opere d’arte. Ricostruire meglio (lo slogan del Wef, ndr.) è una cosa così bella se sei uno dei prescelti”, conclude la Chumley. Dal pulpito cinese Klaus Schwab sparge ottimismo a profusione per proporre e lanciare progetti congiunti come tecnologia e intelligenza artificiale nella produzione, nei servizi, nello sviluppo agricolo e nelle competenze. Piace tanto a Pechino, l’ingegnere ed economista tedesco Klaus Schwab, al punto tale da essere premiato con la China Reform Friendship Medal. Nel 1979, Schwab fece la sua prima visita in Cina e iniziò a coinvolgerla negli incontri annuali, subito dopo che la Cina lanciò la sua politica di riforma e apertura nel 1978. “Il Wef è orgoglioso della cooperazione con la Cina negli ultimi 40 anni”, ha detto Schwab. E ti credo. La Cina contribuirà per il 34,9% alla crescita globale nel 2023, secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale a maggio. Si prevede che la regione Asia-Pacifico nel suo insieme guiderà circa il 70% della crescita economica internazionale globale, aumentando la sua presenza mentre la crescita occidentale rallenta. La fiducia nel Wef è ricambiata da Klaus Schwab, che ha pronunciato un discorso di elogio della Cina e del modo in cui ha contenuto il Covid, congratulandosi per lo sforzo del Paese guidato dal Partito Comunista Cinese nel catalizzare il “dinamismo sociale”. La partnership tra il Wef e il Partito Comunista Cinese dura da oltre quattro decenni. E si vede. “La Cina ha ottenuto risultati notevoli nell’economia, nello sviluppo sociale, nella diplomazia e in molti altri settori”, ha spiegato Schwab, omettendo di menzionare i costi pagati per realizzarli e l’erosione delle libertà civili. Parimenti assenti dallo speech del guru Wef le preoccupazioni per l’ambien te, per le quali Davos castiga l’Occidente e le sue aziende mentre lascia libera la Cina di inquinare quanto vuole con la produzione delocalizzata degli stessi europei e americani che ha distrutto la classe media. Sembrano lontane le immagini drammatiche del lockdown di Shanghai del maggio 2022, con 20 milioni di persone ai domiciliari, le urla dai palazzi, i genitori separati dai figli, animali domestici uccisi in strada, droni e robocani che pattugliavano le strade con messaggi da distopia psichedelica ripetuti ai cittadini dai megafoni. Quel prototipo di tecnocrazia basata su piattaforme di sorveglianza biodigitale piace molto al Wef. A fine 2022 Schwab si era fatto intervistare dalla Tv di Stato cinese proclamando che la Cina era “un modello molto attraente per un buon numero di Paesi”.

Craig Polkinghorne, banchiere senior presso la Standard Bank con sede in Sudafrica, sostiene che la Cina è un partner commerciale importante per quasi tutti i paesi africani. “Il mercato cinese è incredibilmente dinamico ed è strategicamente importante”, ha aggiunto Peter McBride, presidente del colosso lattiero-caseario neozelandese Fonterra. Secondo quanto riferito, l’Arabia Saudita ha anche inviato una vasta delegazione con sei ministri e vice ministri al Summer Davos mentre la cooperazione bilaterale si è approfondita. Le strade del centro della città sono state pulite con un tubo a pressione mentre Tianjin cercava di presentare la sua migliore immagine di fronte a così tanti ospiti internazionali, che non si riunivano in questo modo da quattro anni. Il presidente del Wef in Cina, Chen Liming, mette in guardia contro i tentativi da parte di alcuni paesi occidentali di spingere per il cosiddetto “disaccoppiamento” sotto il travestimento della retorica del “de-risking”. Guerre commerciali, tariffe o sanzioni economiche non possono giovare ai paesi coinvolti, ma danneggeranno solo le aziende dei paesi che hanno avviato politiche restrittive e ostili, ha affermato Chen. Il World Economic Forum ammette nel suo Insight Report di giugno 2023 intitolato “Reimagining Digital Id” che gli Id digitali sono esclusivi per natura e possono facilitare “l’identificazione, la sorveglianza e la persecuzione di individui o gruppi”. Il rapporto Wef riconosce inoltre il prerequisito di Id digitali per lo sviluppo delle le monete digitali di Stato (Cbdc). Il rapporto Wef rileva inoltre che, anche se gli Id digitali non sono obbligatori per legge, i cittadini potrebbero comunque essere costretti a utilizzarli per non essere esclusi da molte parti della società: “In alcuni casi, l’Id digitale può indebolire la democrazia e la società civile”. Nel tentativo di minimizzare il pericolo che un Id digitale diventi la base di uno stato totalitario, il Wef promuove Id digitali decentralizzati, che possono ridurre il rischio di sfruttamento dei dati, ma non impedire l’esclusione dall’acquisto di beni e servizi o persino dall’ottenere un lavoro.

Raffaella Vitulano


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