La storia è a un punto di svolta. Riflessioni sul declino occidentale

di Raffaella Vitulano

Siamo pronti per il nuovo ordine mondiale?”. Il titolo provocatorio del panel dell’ambizioso vertice del governo mondiale a Dubai la scorsa settimana suggerisce che un nuovo ordine globale sta emergendo ma il mondo, evidentemente, non è pronto per questo. Il World Government Summit 2022 si è tenuto eccezionalmente in tandem con la chiusura di “Expo 2020 Dubai” sotto il tema “Sha ping Future Governments”. Il Summit ha riunito leader di pensiero, esperti globali e decisori di tutto il mondo. Obiettivi dichiarati dell’incontro è “dare forma al futuro dei governi” e “creare un futuro migliore per l’umanità”. Obiettivi ambiziosi, come dicevamo, quanto surreali, soprattutto in un contesto mondiale precario come questo. Che poi, diciamolo, ma a che titolo questi signori dovrebbero dare forma al futuro dei nostri governi? Tra i partecipanti c’erano l’immancabile Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum; l’amministratore delegato del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva; il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e il capo dell’Oms Tedros. Schwab sostiene che “la storia è davvero a un punto di svolta”, con l’instabilità economica, i conflitti tra le grandi potenze mondiali e la quarta rivoluzione industriale in arrivo. Ce ne siamo accorti, a dire il vero. Ma il suo discorso che annuncia cambiamenti sistemici e strutturali, catene di approvvigionamento globale, l’energia e i sistemi alimentari profondamente colpiti non mette certo di buon umore. Che si tratti di una guerra, di un attacco cibernetico o di una parte dell’agenda del grande reset, Schwab si frega le mani pronto a cogliere l’ennesi ma opportunità per non farci possedere nulla e vivere felici, come auspica da tempo. Il governo di Dubai è stato lungimirante nel creare un centro per la quarta rivoluzione industriale in collaborazione con il World Economic Forum. L’obiettivo, secondo Schwab, è quello di “identificare rapidamente il potenziale delle nuove tecnologie e sviluppare i necessari quadri etici e politici per queste nuove tecnologie per garantire che siano incentrate sulle persone e sulla società”. Perché formare i leader dei governi del futuro è fondamentale. Ma dunque un governo mondiale è già ufficialmente nato? E da quando? Dobbiamo esserci persi qualche passaggio. Frederick Kempe, presidente e amministratore delegato dell’A tlantic Council, sostiene che “c’è stata una proliferazione di scritti su chi modellerà il futuro ordine mondiale da quando il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato la sua invasione dell’Ucraina”. La sua conclusione è, a suo dire, “al lettante”: se l’Ucraina dovesse sopravvivere come paeseindipendente, sovrano e democratico, le forze sostenute da Usa ed Europariprenderanno slancio contro le forze russo-cinesi precedentemente in ascesa. Tuttavia, l’invasione russa dell’Ucraina e il Covid stanno accelerandoun cambiamento che sta portando il mondo in una direzione pericolosa,dividendolo in due sfere, una centrata su Washington, Dc, l’al tra su Pechino:“Le mie conversazioni a Dubai mostrano scarso entusiasmo o convinzioneper questa visione biforcuta

del futuro. I partecipanti mediorientali non hanno alcun interesse ad abbandonare le relazioni con la Cina o a rompere con la Russia. Oltre a ciò, i nostri partner del Medio Oriente hanno perso fiducia nell’impegno o nella competenza degli Stati Uniti per la leadership globale dopo il fallito ritiro dell’Af - ghanistan dello scorso anno”. Il mondo occidentale sta dunque guardando all’Ucraina perché una sua vittoria sposterebbe la traiettoria del declino dell’in fluenza e della rilevanza transatlantica. Al contrario, una vittoria di Putin, anche a costo enorme sia per i russi che per gli ucraini, accelererebbe il declino occidentale come attore globale efficace. La questione è tutta qui, ed è semplicemente ammessa dal Deep State. In gioco non ci sono confini o popolazioni, ma la sopravvivenza dell’unipolarismo americano. Ed ecco che Frederick Kempe torna alla domanda del panel citando Henry Kissinger (chi altro?) nel mettere in discussione la premessa: “Nessun ordine mondiale veramente globale è mai esistito”, ha scritto Kissinger nel suo libro World Order. La domanda non dovrebbe dunque riguardare il nuovo ordine mondiale, “ma piuttosto se gli Stati Uniti e i loro alleati possono, attraverso l’U craina, invertire l’erosione dei guadagni del secolo scorso come primo passo verso l’istituzione del primo vero ordine mondiale. La visione di Kissinger era decisamente diversa da quella attuale: un ordine cooperativo “inesorabil mente in espansione di stati che osservano regole e norme comuni, abbracciano sistemi economici liberali, rinunciano alla conquista territoriale, nel rispetto della sovranità nazionale e nell’adozione di sistemi di governo partecipativi e democratici”. Per plasmare il futuro ordine mondiale, conclude Kempe, gli Stati Uniti e l’Europa devono prima invertire la traiettoria del declino occidentale e democratico in Ucraina. Il resto dovrà seguire.

Raffaella Vitulano


Applebaum: le forze dell’autocrazia possono distruggere le regole 

Non esiste un ordine mondiale liberale naturale e non esistono regole senza qualcuno che le faccia rispettare. E’ il parere della giornalista Anne Applebaum sul The Atlantic: “A meno che le democrazie non si difendano insieme, le forze dell’autocra zia le distruggeranno”.

Molti politici americani preferirebbero comprensibilmente concentrarsi sulla competizione a lungo termine con la Cina. “Ma finché la Russia è governata da Putin, allora anche la Russia è in guerra con noi. Così la Bielorussia, la Corea del Nord, il Venezuela, l’I ran, il Nicaragua, l’Unghe ria e potenzialmente molti altri. Potremmo non voler occuparci molto di loro. Ma loro si occupano di noi”. Capiscono che il linguaggio della democrazia, della lotta alla corruzione e della giustizia “è pericoloso per la loro forma di potere autocratico”. “Forse non esiste un ordine mondiale liberale naturale, ma ci sono società liberali, paesi aperti e liberi che offrono alle persone maggiori possibilità di vivere vite utili rispetto alle dittature chiuse. Forse possiamo imparare qualcosa dagli ucraini. Ci stanno mostrando come avere sia il patriottismo che i valori liberali”.

Ra.Vi.

La bomba del senatore australiano: “Il Wef condiziona i governi” 

Il senatore liberale australiano Alex Antic ha criticato in Parlamento il World Economic Forum (Wef) per aver influenzato i governi mondiali, incluso il primo ministro Justin Trudeau e il suo gabinetto. Antic, che è un membro della fazione conservatrice del Partito Liberale, ha accusato il Wef e il fondatore Klaus Schwab di essere “immersi nell’autoritari smo”. “È un'ideologia che si sta insinuando nei governi di tutto il mondo. So che metà di questo gabinetto, anche più della metà, sono in realtà giovani leader globali del World Economic Forum. È vero in Argentina, è vero in Francia, ora con il Presidente, che è un giovane leader globale”. “Non devi essere un filosofo politico per capire che, se non possiedi nulla, lo stato possiede tutto”, ha detto Antic. “C'è una parola per questo: è 'comunismo'. Il World Economic Forum è un’organizzazione anticapitalista e contro il libero mercato che cerca di sovvertire i valori occidentali e i processi politici, e sono ben organizzati e molto ben finanziati. Il loro messaggio è concepito per apparire innocuo, ma in realtà l’ideologia che lo sostiene è rivoluzionaria e distruttiva”.

Ra.Vi.





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