“L’agenda Onu sul clima è un pretesto per resettare le aziende americane”


Foxbusiness lancia la bomba: diciannove stati a guida repubblicana stanno avviando un’in dagine su sei grandi banche statunitensi che esamineranno il loro coinvolgimento nella “Net-Zero Banking Alliance” delle Nazioni Unite, che secondo loro sta “ucciden do” le società americane. Gli stati, guidati dal procuratore generale del Missouri Eric Schmitt, si oppongono alle politiche ambientali, sociali e di governance (Esg) delle Nazioni Unite che richiedono alle banche dell’alleanza di fissare obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica nei loro portafogli di prestiti e investimenti e di raggiungere emissioni nette zero entro 2050. Molte delle più grandi banche americane, gestori di investimenti come BlackRock e società Big Tech come Microsoft si sono impegnate a utilizzare i punteggi Esg per trasformare la società e rimanere in linea con numerosi obiettivi di sinistra, compresi quelli dell’amministrazione Biden, in particolare quelli legati al clima. Notifiche di citazioni sono gounte alla Bank of America, così come a Citigroup, Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Morgan Stanley e Wells Fargo. In pratica, l’accusa è che la rete globale di banche, supervisionata dalle Nazioni Unite, speculi sull’eli minazione delle emissioni dei cosiddetti “gas serra” entro il 2050 adattando le proprie pratiche di prestito e investimento in modo da penalizzare e decretare la morte di moltissime aziende americane. “America First” rialza la testa in vista delle elezioni di mid-term. I massimi responsabili delle forze dell’or dine del gruppo di Stati a maggioranza repubblicana hanno dichiarato di avere concreti motivi per credere che le banche oggetto dell’indagi ne abbiano accettato di allineare i loro investimenti e il loro portafoglio di prestiti agli obiettivi delle Nazioni Unite in materia di emissioni per distruggere le aziende americane e minare gli interessi della nazione. Un pubblico ministero ha sostenuto che queste politiche bancarie ispirate dall’Onu hanno come conseguenza il trasferimento di personale e di aziende nella Cina comunista, dove il regime continua a costruire centrali elettriche a carbone per garantire energia affidabile e a basso costo. Alla faccia dei consumi di carbonio, che sarebbero utilizzati solo come pretesto. In particolare, i funzionari stanno indagando sul coinvolgimento delle banche nella controversa United Nations Net-Zero Banking Alliance (Nzba). La rete globale di banche, convocata e supervisionata dalle Nazioni Unite, si impegna a eliminare le emissioni dei cosiddetti “gas serra” entro il 2050 trasformando le proprie pratiche di prestito e investimento. Gli obiettivi, delineati nell’Accordo di Parigi delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, richiedono una trasformazione dell’economia che si allontani dalle fonti energetiche tradizionali. La quarta rivoluzione industriale, insomma, definita nel Great Reset. Un cambio di paradigma produttivo. I leader governativi e aziendali dei Paesi sviluppati, tra cui gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, hanno concordato di perseguire riduzioni significative di Co2. Ma l’effetto di queste politiche, hanno avvertito le autorità giudiziarie, sarebbe quello di privare del credito industrie chiave, in particolare aziende dei settori dell’energia e dell’agricoltura.

Ricordiamo che negli Usa i procuratori sono eletti dal popolo a cui rispondono, diversamente dall’Euro pa. Questo li rendesensibili alle ricaduteeconomiche e politiche delle politiche “Green” imposte dall’al to. Le banche dovranno ora fornire i documenti relativi a tutte le “Inizia tive globali per il clima” a cui partecipano e spiegare come tali programmi sostenuti dalle Nazioni Unite vengano incorporati nelle loro attività. Inoltre, alle

banche viene chiesto di fornire dettagli sul coinvolgimento dei loro amministratori delegati nel processo e su come sono state prese le decisioni. Sotto esame sono anche le azioni bancarie relative agli investimenti sottoposti ai criteri “ambientali, sociali e di governance” (Esg) stabiliti al World Economic Forum di Davos. Queste controverse metriche prendono in considerazione le politiche ambientali e sociali nel prendere le decisioni aziendali, piuttosto che le tradizionali metriche di rischio e rendimento. L’effetto di queste politiche, hanno avvertito i procuratori, sarebbe quello di far morire di fame le industrie chiave del credito. “Questo sembra essere in contrasto con le nostre leggi sulla protezione dei consumatori che sono incaricato di far rispettare”, ha detto Il procuratore generale del Montana Austin Knudsen, che sta anche lavorando sul colosso degli investimenti BlackRock: “Questa è essenzialmente una continuazione dello stesso problema: potenti interessi bancari e finanziari che cercano di imporre in modo improprio le loro opinioni al pubblico. In Oklahoma, il procuratore generale John O’Connor ha affermato che il suo ufficio si è unito alle indagini per due ragioni principali: “L'Ameri ca non è gestita dalle Nazioni Unite” e “queste banche stanno attaccando i produttori e i consumatori di combustibili fossili dell’Oklaho ma, nonché i posti di lavoro”. “La Net-Zero Banking Alliance, supervisionata dalle Nazioni Unite, distruggerà le società impegnate in attività legate ai combustibili fossili o che dipendono da loro per l’energia o da questi finanziatori per il capitale”, ha spiegato. Il procuratore generale del Missouri Eric Schmitt annuncia che il suo Stato la scorsa settimana è diventato l’ultimo a disinvestire da BlackRock, annunciando che avrebbe ritirato circa 500 milioni di dollari di investimenti in fondi pensione detenuti nel gigante finanziario sempre più controverso. “Non permettiamo agli organismi internazionali di stabilire gli standard per le nostre attività”, ha aggiunto Schmitt. Gli stati che stanno indagando includono Arizona, Arkansas, Kansas, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Nebraska, Tennessee e Virginia. Almeno altri cinque stati si sono uniti ma non possono essere nominati a causa delle politiche di riservatezza statali. Lo scorso agosto, una coalizione di procuratori aveva già avvertito il Ceo di BlackRock Larry Fink, un membro del consiglio del World Economic Forum e del potente Council on Foreign Relations, che le politiche dell’agenda climatica potrebbero essere illegali. “I nostri stati non sosterranno pigramente che i fondi pensione dei nostri pensionati vengano sacrificati per l’agenda di BlackRock”, hanno avvertito. Un portavoce di Citi ha detto che la banca si rifiuterà di commentare in questo momento. Nessuna delle altre banche ha ancora risposto alle mail e alle telefonate che richiedevano commenti stampa.

Raffaella Vitulano



Cos’è il punteggio Esg di credito sociale utilizzato da società e da Wall Street 

Ipunteggi Esg sono una sorta di sistema di punteggio del credito sociale che ora è ampiamente utilizzato dalle società e dagli investitori di Wall Street per promuovere l’agenda dell’amministrazione Biden, il tutto senza dover approvare una legge attraverso il Congresso o una legislatura statale. I punteggi Esg capovolgono l’economia di mercato, premiando le aziende basate su parametri non finanziari e non aziendali che non hanno assolutamente nulla a che fare con domanda e offerta. Ad esempio, un sistema Esg altamente influente promosso dal World Economic Forum valuta le aziende in base alla loro “Percentuale di dipendenti per categoria di dipendente, per fascia di età, genere e altri indicatori di diversità (ad es. etnia)”. In altre parole, in molti modelli Esg un’azienda con il rapporto ’sbagliato’ tra lavoratori asiatici e ispanici riceverà un punteggio di credito sociale Esg inferiore rispetto a un’azienda (’woke’, consapevole, politicamente corretta) che potrebbe vendere beni e servizi di qualità inferiore, ma che ha un rapporto di alcuni gruppi razziali ritenuto desiderabile dalle élite aziendali. Allo stesso modo, le metriche Esg puniscono le aziende che utilizzano troppa acqua o terra e non si impegnano ad adottare l’agenda sul cambiamento climatico.

Ra.Vi.

Acquisti monitorati sull’impronta di carbonio 

La Vancouver City Savings Credit Union ha collaborato con Ecolytiq per fornire il primo Visa Carbon Counter in Canada. Il software calcola gli impatti ambientali personali, come i parametri di Co2, in base alle transazioni di pagamento. I titolari di carta Visa Carbon Counter saranno in grado di capire l’impatto ambientale dei loro acquisti e di ricevere consigli su come ridurre la loro impronta di carbonio. I soci potranno vedere come il loro conteggio mensile si confronta con la media nazionale, o quali acquisti con carta di credito hanno il costo ambientale più alto. Nel 2019, la società fin-tech svedese Doconomy ha stretto una partnership con Mastercard per creare la prima carta di credito al mondo con un limite di emissioni di carbonio. L’australiana Commonwealth Bank ha invece stretto una partnership con CoGo, una società di “soluzioni di gestione del carbonio”, per lanciare la nuova funzionalità che possono far parte della piattaforma di online banking. La banca offre al cliente la possibilità di “pagare una commissione” per compensare la propria impronta di carbonio. Una sorta di green pass green pass per l’emergenza ambientale: niente bistecca ma farina di grillo, ad esempio.

Ra.Vi.

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