I leader mondiali dovrebbero riflettere sul rischio strategico di alcune decisioni

di Raffaella Vitulano

Il Guardian elogia il successo di Draghi, ma scrive senza giri di parole che in Italia “la democrazia dovrà tornare” dopo la transizione affidata a “un primo ministro tecnocrate”, “non votato in una elezione”, malgrado la consapevolezza del “periodo d'instabilità potrebbe seguirne”. La linea del giornale è chiara: “La Draghi-dipendenza è comprensibile ma non sana” e la democrazia, dopo anni di emergenza, dovrà ritrovare i suoi spazi. In Italia come nel resto del mondo. Su questa stessa linea la denuncia di Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, che ad un suo editoriale affida le perplessità su chi, ad alti livelli, non si preoccupa del rischio strategico per il Paese di alcune decisioni: “Dopo quasi un anno di ’maccartismo vaccinale’ e di assurda contrapposizione tra pro-vax e no-vax che ha portato a tensioni e spaccature sociali e a una deriva autoritaria che non hanno eguali nella storia recente della Repubblica e dell’Europa... è incredibile che nessuno prenda in considerazione il rischio che l’uso di massa di vaccini sperimentali (i cui test termineranno non prima di fine 2023) possa minare le fondamenta stesse della società. Il risultato è una scommessa al buio sulla stessa sopravvivenza della Nazione”. Nell’Unione Europea, gli Stati sembrano procedere a misure più restrittive di quanto non accada altrove. Gli Stati Uniti, ad esempio, al momento non accettano passaporti vaccinali con codice QR. Spingono come altrove per il vaccino, ma nella maggior parte degli stati non c’è una vaccinazione forzata. Gli stati più “liberali” per quanto riguarda i vaccini sono il Texas e la Florida, dove si applicano pochissime restrizioni, se non nessuna. Molte regole sono comunque volontarie e non imposte. Negli Usa sembra piuttosto infiammare ancora il dibattito sulle origini del Covid: durante un’appari zione di sabato sul canale Tv Fox News, il deputato repubblicano dell’Alabama Mo Brooks ha affermato che la pandemia sarebbe un’arma biologica artificiale creata dal Partito Comunista Cinese e quindi qualcosa che dovremmo “imparare ad affrontare” convivendoci: “Non possiamo chiuderci. Non funzionerà”. Brooks rivendica fonti credibili e informazioni: alcune classificate, altre no, altre costituite da incontri privati. Inoltre, in America è ormai noto lo scandaloso “Killer Report” confidenziale della Pfizer: nel giro di circa 2 mesi e mezzo da inizio vaccinazioni (metà dicembre 2020), Pfizer avrebbe già ricevuto più di 1.200 segnalazioni di decessi, presumibilmente causati dal vaccino e decine di migliaia di eventi avversi segnalati, compresi 23 casi di aborti spontanei su 270 gravidanze e più di 2.000 segnalazioni di disturbi cardiaci. La gente ne parla. Ecco perché in altre culture si va oltre obblighi e restrizioni. Un approccio dunque diverso dalla Ue. Il governo del Giappone, dal canto suo, richiede che vengano apposti avvisi riguardo alla miocardite sui vaccini, e che la vaccinazione - fondamentalmente volontaria - possa avvenire solo con un consenso veramente informato. Questi impegni verso il consenso informato da parte dell’autorità sanitaria giapponese sono in netto contrasto con le misure coercitive adottate in altri paesi che minimizzano gli effetti collaterali anche mortali e scoraggiano la corretta segnalazione degli eventi avversi. Per di più, il Giappone non solo sta enfatizzando il consenso informato, ma sta rispettando il principio dell’autonomia corporea. Cosa che non accade nelle vicine Filippine, dove il presidente Rodrigo Duterte ha minacciato di arrestare i non vaccinati se violano gli ordini di reclusione. In Austria, primo paese a introdurre la vaccinazione forzata obbligatoria e i certificati di vaccinazione per tutti, abbondano le proteste, senza fine. Un altro dei paesi che sembra aver abbandonato principi di libertà democratica e civile è l’Australia, dove l’esercito rinchiude con la forza le persone che hanno contratto il Covid - o che si sospetta abbiano contratto il Covid - in campi di quarantena; e dove il capo medico avverte i non vaccinati: “La vostra vita sarà miserabile”. Poi c’è la premier neozelandese, Jacinda Ardern, che dice “non ci sarà fine ai vaccini Covid”. Per fortuna c’è chi in Europa sta studiando misure diverse. La svolta arriva dalla Spagna. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sànchez, ha dichiarato alla Cadena Ser che il prossimo passo del governo sarà iniziare a curare il Covid con protocolli assimilabili all’approccio ad una comune influenza: senza conteggiare ogni caso di contagio, senza imporre tamponi a seguitodella comparsa sintomi lievi. Trattarlo insomma come un’altra, pur seria, malattia respiratoria. Le autorità sanitarie spagnole stanno lavorando da mesi a questa transizione. Anche in Gran Bretagna il confronto resta vivace. In Romania, la polizia non farà rispettare le regole del governo in materia di Covid, e la polizia marcia in massa con i manifestanti. Ma non c’è dubbio che a volare più alto sia stato l’elegantissimo Macron (che comunque ha chiarito che non imporrà l’obbligo vaccinale perché non lo considera un mezzo efficace per favorire la vaccinazione), dalla cui boccuccia è uscita una frase destinata a diventare storica: “…les non-vaccinés, j’ai très envie de les emmerder”. Dàgli ai no vax, “fracassiamogli le palle” è stata la traduzione preferita dai media italiani, e gli anglofoni si sono sbizzarriti: hassle, annoy, antagonize, harass... Il New York Times ha deciso per “piss off” e “make life miserable”.

Più brutale il Guardian che ha attribuito a Macron la determinazione di gettare i non vaccinati “in the shit”. Qualcun altro si è spinto a interpretare il desiderio del presidente: “I really want to fuck them”. La Bild, il popolarissimo tabloid tedesco, si è tenuta su “schikanieren” che vuol dire per l’appunto molestare. Ora, sarà pure un caso, ma i leader più intransigenti sono quelli che hanno seguito il corso intensivo del solito noto presidente del World economic forum, Klaus Schwab, dedicato ai “Giovani Leader Globali” che li ha resi così poco attenti al rispetto dei cittadini. Tra di loro ci sono proprio la signora Ardern della Nuova Zelanda; il primo ministro australiano e diversi governatori provinciali australiani; Justin Trudeau del Canada; Emmanuel Macron della Francia, il presidente del Costa Rica Carlos Alvarado Quesada. La signora Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, è invece membro del consiglio di amministrazione del World Economic Forum.

Raffaella Vitulano







Molti premier hanno frequentato la Young Global Leaders di Schwab 

Nel 1992 il presidente del Wef, Klaus Schwab, ha istituito la scuola Global Leaders for Tomorrow, poi ricostituita come Young Global Leaders nel 2004, i cui partecipanti vengono quindi sottoposti a un rigoroso processo di selezione. I membri della primissima classe della scuola nel 1992 includevano già molti che sarebbero poi diventati importanti figure politiche ed imprenditoriali, come Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e Tony Blair. E ancora, Jacinda Ardern, primo ministro della Nuova Zelanda; Emmanuel Macron; Sebastian Kurz, fino a poco tempo Cancelliere dell’Austria; Viktor Orbán; Jean-Claude Juncker, ex presidente della Commissione Europea; Bill Gates di Microsoft, Jeff Bezos di Amazon, Richard Branson di Virgin e Chelsea Clinton. Tutti hanno espresso sostegno alla risposta globale alla pandemia e molti hanno ottenuto notevoliprofitti a seguito delle misure. BlackRock, gestito dall’ex allievo Larry Fink, è attualmente il più grande consulente delle banche centrali del mondo e raccoglie dati sul sistema finanziario mondiale da più di 30 anni.

Ra.Vi.


Le Big Tech non mollano il business. Il pass apre i lucchetti della privacy 

Con buona probabilità, i green pass sono una realtà con cui dovremo fare i conti a lungo.Problemi di privacy, rischio di uso improprio dei dati anagrafici, informazioni sensibili nelle mani di aziende tecnologiche e dello Stato sono solo alcune delle criticità poste dall’introduzione di tale misura in tutto il mondo. Organismi internazionali tra cui l’Oms, l’Ue e la Camera di CommercioInternazionale stanno mettendo a punto standard normativi al fine di evitare il rischio di un abuso nell’utilizzo di questi dati, ma le varie amministrazioni statali stanno già cercando di capire con la Ibm come poter impiegare queste tecnologie per altri tipi di documenti e credenziali. Una volta create le infrastrutture che le supportano è difficile pensare che, visti gli interessi in gioco, queste misure non verranno implementate. Gli analisti prevedono che il mercato globale della biometria crescerà del 15% all’anno, raggiungendo quasi 105 mld. di dollari entro il 2028. Sarebbe ingenuo supporre che investimenti e ricerca non siano collegati. Gli aspetti principali dell’esistenza - vita, riproduzione e morte - sanno sotto il controllo di uno Stato biopolitico?

Ra.Vi.


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