Ucraina, l’addio alle armi sembra ormai sempre più lontano

 di Raffaella Vitulano

Avril Haines, attuale direttrice dell’intelligence americana (entità federativa che racchiude 17 agenzie e organizzazioni del governo federale degli Stati Uniti d’A merica) sotto l’amministrazione Biden, in un’audizione al Senato ha ammesso che mentre inviamo miliardi di dollari di armi in Ucraina, il governo degli Stati Uniti in realtà non ha un chiaro quadro della strategia di guerra in corso nel paese. Ed Europol lancia l’allarme tramite la sua direttrice Catherine De Bolle, di nazionalità belga, esprimendo preoccupazione per il possibile apporto di armi in Europa nel contesto della guerra in Ucraina. Due terzi delle armi statunitensi ed europee dirette in Ucraina non raggiungono la loro destinazione, ma si accumulano in Kosovo e in Albania per riarmare Daesh nel Sahel. De Bolle ha sottolineato che per tre decenni gruppi criminali hanno utilizzato armi provenienti dai conflitti jugoslavi in Europa. Di conseguenza, ha annunciato l’istituzione di un gruppo di lavoro internazionale incaricato di monitorare il tracciamento di queste armi e l’ingresso di potenziali terroristi nell’Unione europea. Il numero di ucraini che sostengono un più ampio possesso di armi da parte dei civili è intanto raddoppiato al 58%, mentre il 39% si oppone, secondo un sondaggio dell’agenzia elettorale Rating condotto a maggio.

Troppe armi ai privati

È stato il primo sondaggio a mostrare che i favorevoli al possesso di armi sono più numerosi di coloro che affermano di appartenere alle forze dell’ordine. E il dato è logicamente preoccupante. Un’apertura legale alle armi sarebbe una misura preventiva in previsione di un forte aumento della criminalità quando la guerra finirà nel paese ormai inondato di armi. Ma la mossa si aggiunge alla realtà di milioni di armi non registrate nel paese, in particolare da quando sono iniziati i combattimenti nella regione orientale del Donbass in Ucraina dopo l’annessione della Crimea alla Russia nel 2014. Il ministro responsabile delle forze di polizia ucraine vuole le nuove regole come parte della legislazione già elaborata prima della guerra. È ottimista sul fatto che la stesura possa essere completata in due mesi. Il partito al governo del presidente Volodymyr Zelenskiy si era impegnato ad approvare la legge sulle armi da fuoco già prima delle sue elezioni del 2019. Ma l’iniziativa si scontra con gli avvertimenti dell’Interpol e dell’Europol: una marea di armi in Ucraina potrebbe finire nelle mani sbagliate. L’esempio degli Stati Uniti è sufficiente. Yaryna Klyuchkovska, una specialista di pubbliche relazioni di 46 anni contraria alla legislazione, afferma di temere le conseguenze della guerra. Era una studentessa negli Stati Uniti nel 1999 durante il massacro della Columbine High School a Littleton, in Colorado, in cui furono uccisi 12 studenti e un insegnante: “Una società civile non dovrebbe permettere alle armi di uscire allo scoperto. Dovrebbe essere un monopolio dello Stato”. La De Bolle ha rivelato ai media tedeschi il rischio che l’equipaggiamento militare che l'Occidente sta inviando in Ucraina finisca nel mercato nero e nelle mani di terroristi e criminali. È possibile monitorare il flusso di armi dalla Nato e dagli Stati Uniti all’Ucraina? È solo questione di tempo prima che i gruppi terroristici prendano possesso di quelle armi? Diversi esperti sostengono che è difficile controllare il flusso di armi sul campo di battaglia. Jürgen Stock, capo dell’Interpol, ha avvertito che una volta terminato il conflitto Russia-Ucraina, armi da fuoco e armi pesanti inonderanno il mercato internazionale, secondo un rapporto del Guardian. Insieme alle armi ci sono criminali assetati di sangue. Secondo l’Svr, ad aprile circa 60 militanti dell’Isis, tra i 20 e i 25 anni, sono stati rilasciati dalle carceri controllate dai curdi siriani con l’intervento dei servizi di intelligence americani: sono stati “trasferiti alla base militare statunitense di Al-Tanf, situata in Siria vicino al confine con la Giordania e l’Iraq, per l’addestramento al combattimento con l'obiettivo di un successivo dispiegamento in Ucraina“. Un rapporto del 5 giugno di Al Jazeera intitolato “Armi in Ucraina: quali paesi hanno inviato cosa?” ha affermato che gli aiuti statunitensi ne rappresentano una parte significativa.

Le vendite sul Dark Web

Tuttavia, alcune delle armi occidentali inviate in aiuto all’Ucrai na vengono vendute nel Dark Web. Asb Military News ha riferito il 2 giugno che alcune delle armi donate dagli Stati Uniti e dalla Nato vengono vendute ad acquirenti in Medio Oriente e Nord Africa. “Molte persone stanno acquistando queste armi e le vendono a organizzazioni terroristiche sul mercato nero. Di conseguenza, queste armi saranno utilizzate in futuro per uccidere persone in Europa e in altri luoghi”, ha confermato il giornalista americano John Mark Dougan, affermando che è quasi impossibile monitorare la circolazione di queste armi. Dougan è un ex marine statunitense che si è recato in Ucraina come giornalista dopo lo scoppio del conflitto. Oltre all’e sercito regolare, ci sono il Battaglione Azov e altre organizzazioni. Akila al-Taya, un’esperta di sicurezza irachena, ha recentemente dichiarato che è probabile che le armi statunitensi attualmente fornite all'Ucraina vengano contrabbandate a estremisti all’interno o all’esterno dell'Ucraina, nonché a gruppi terroristici, compreso lo Stato islamico, per armarli o creare nuove organizzazioni con altri nomi. L’afflus so di rifugiati dopo la crisi ucraina ha sollevato la possibilità di attacchi terroristici, aggiungendo che ”la sovrapposizione della crisi dei rifugiati, l'afflusso di armi e la minaccia del terrorismo è uno scenario che l’Europa è estremamente scontenta di prevedere. Ma questi episodi di caos dimostrano che l’autono mia della sicurezza europea è stata ovviamente persa durante il conflitto Russia-Ucraina”. Per Zhang Yifei, assistente ricercatore presso l’Institute of American Studies del Cass, “vendere armi a livello globale e non vietarle ai privati farà sì che il più grande vincitore sarà il complesso militare- industriale degli Stati Uniti”.

Raffaella Vitulano


I rischi dell’aumento della tratta di rifugiati nonché di infiltrazioni criminali e droghe 

Un documento interno dell’Ue, visto da EUobserver, ha recentemente avvertito dell’au mento del rischio di tratta di esseri umani e abusi sessuali, attacchi informatici, infiltrazione di criminali e circolazione di armi, droghe e sigarette illegali. Il documento aggiunge che alcune armi potrebbero essere utilizzate per scopi criminali nell’Ue e avverte inoltre che deve essere preso in considerazione anche il rischio delle armi chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari. Il mese scorso l’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha espresso preoccupazione per i rischi della tratta di persone in fuga dall'Ucraina; in particolare, di un potenziale aumento degli abusi sessuali poiché la maggior parte delle persone che lasciano il Paese sono donne e bambini. L’Europol ha inviato agenti in Slovacchia, Polonia e Moldova per monitorare le potenziali minacce relative al traffico di migranti e al traffico di armi. Si stima che quattro milioni di persone abbiano lasciato l’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. Europol sostiene che i rischi maggiori riguardano il raggiro delle vittime con la scusa di promettere trasporto, alloggio gratuito, lavoro o altri tipi di sostegno.

Ra.Vi.

Convertire armi a salve con proiettili 

Il nuovo business illegale 

Un totale di 1.534 armi da fuoco sono state sequestrate in un’operazione di contrasto internazionale mirata al commercio illegale di armi a gas. Erano pistole a salve convertite in armi con proiettili e preferite dai criminali proprio in quanto possono essere reperite sul mercato senza problemi. Si ritiene che un’arma del genere sia stata usata per uccidere un giornalista olandese colpito a colpi di arma da fuoco nel luglio dello scorso anno. Questa operazione, nota come Conversus, è stata guidata dalla Polizia nazionale rumena. Fino a poco tempo, la maggior parte delle armi a salve sequestrate in Europa venivano importate nell’Ue dalla Turchia. Una volta nell’Ue, queste armi venivano generalmente acquistate a basso prezzo dai mercati legali, prima di essere trafficate illegalmente in altri paesi dove è richiesto un permesso per acquistare, importare e possedere tali armi da fuoco.

Ra.Vi.

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