La lobby delle armi nucleari sgomita per cercare spazi d’azione

 

Si fa sempre un gran parlare della lobby delle armi e delle guerre in corso. Tuttavia c’è una lobby specifica di cui si parla poco ma di cui dovremmo essere più informati dato che i rischi per la sicurezza mondiali stanno aumentando vertiginosamente. Il New York Times riporta che l’amministra zione Biden ha autorizzato un nuovo piano strategico nucleare che “cerca di preparare gli Stati Uniti a possibili sfide nucleari coordinate da parte di Cina, Russia e Corea del Nord”, al fine di “esaminare in dettaglio se gli Stati Uniti sono pronti a rispondere a crisi nucleari che scoppiano simultaneamente o in sequenza, con una combinazione di armi nucleari e non”. Ecco, la lobby delle armi nucleari è una delle forze più potenti del complesso militare- industriale. Il Quincy Institute for Responsible Statecraft scrive che l’attuale priorità della lobby è sostenere il programma Sentinel da 315 miliardi di dollari per costruire un nuovo missile balistico intercontinentale (Icbm), che ha affrontato controversie sia sulla sua utilità che sul suo costo, incluso un aumento dei costi di un enorme 81% dal 2020. Una percentuale che la dice lunga. I principali sostenitori del programma Sentinel sono i senatori del Montana, del Dakota del Nord, dello Utah e del Wyoming, stati che ospitano le principali basi Icbm o che ospitano importanti lavori sul programma Sentinel. Il gruppo, noto come Senate Icbm Coalition, sottolinea il presunto ruolo del Sentinel nel rafforzare la deterrenza nucleare e la creazione di posti di lavoro negli stati che rappresentano. Tuttavia, altri membri del Congresso ed ex funzionari della difesa hanno sollevato preoccupazioni urgenti sul programma Sentinel, mettendo in discussione la logica di deterrenza che lo sostiene e lanciando l’al larme sul rischio di un uso nucleare accidentale. Nonostante le affermazioni sui benefici economici di Sentinel, non è ancora chiaro quanti posti di lavoro il programma creerà effettivamente (v. box sotto). I contractor di armi, guidati dal contractor principale del Sentinel, Northrop Grumman, svolgono un ruolo centrale nella lobby Icbm. Dal 2018, i membri dei sottocomitati delle forze strategiche delle Commissioni per i servizi armati della Camera e del Senato hanno ricevuto 3,8 milioni di dollari dagli 11 principali contractor del Sentinel. In totale, i contractor Icbm hanno donato 87 milioni di dollari ai membri del Congresso solo negli ultimi quattro cicli elettorali. Gli sforzi di influenza dei contractor sono aiutati dal fatto che alti funzionari governativi e membri del Congresso spesso si assicurano un lavoro nell’industria delle armi quando lasciano il governo; questo offre loro l’opportunità di fare lobbying sugli ex colleghi. In totale, gli 11 contractor Icbm hanno speso 226 milioni di dollari in attività di lobbying negli ultimi quattro cicli elettorali. Attualmente impiegano 275 lobbisti, la maggior parte dei quali è passata attraverso la porta girevole da posizioni influenti nel governo. “Il programma Sentinel - scrive il sito - dovrebbe essere esaminato attentamente come parte di una più ampia rivalutazione della politica nucleare degli Stati Uniti. Il rapporto del 2023 della Commissione congressuale sulla postura strategica degli Stati Uniti approva il programma e chiede un completo accumulo di armi nucleari, incluso il possibile posizionamento di più testate nucleari su Icbm, una postura strategicaaltamente aggressiva che non è stata messa in atto dalla Guerra fredda. Un numero elevato di membri della Commissione ha legami con l’in dustria delle armi nucleari, incluso il suo co-presidente Jon Kyl, che un tempo era un lobbista per il contraente principale di Sentinel, Northrop Grumman. Il Congresso deve soppesare i dubbi benefici delle proposte della Commissione rispetto ai rischi e ai costi significativi che le sueraccomandazioni comporterebbero se attuate”. Tali manovre rischiano di mettere fine al mondo? Un articolo di Hekmat Aboukhater e William D. Hartung pubblicato originariamente su Tom-Dispatch spiega che il Pentagonoè nel mezzo di un massiccio piano pluriennale da 2 trilioni di dollari per costruire una nuova generazione di missili, bombardieri e sottomarini dotati di armi nucleari. Una grossa fetta di quel finanziamento andrà ai principali appaltatori di armi nucleari come Bechtel, General Dynamics, Honeywell, Lockheed Martin e Northrop Grumman. E faranno tutto ciò che è in loro potere per far fluire quel denaro. La revisione del Pentagono avrebbe dovuto avere l’opzione di annullare il programma Sentinel a causa di un aumento dei costi così sbalorditivo. Invece ha raddoppiato gli sforzi sul programma. Come ha osservato l’ex Segretario della Difesa William Perry, gli Icbm sono “al cune delle armi più pericolose al mondo” perché “potrebbero innescare una guerra nucleare accidentale”. Come ha spiegato, un presidente avvisato di un attacco nucleare nemico avrebbe solo pochi minuti per decidere se lanciare tali Icbm e, teoricamente, devastare il pianeta. Possedere tali sistemi potenzialmente in grado di porre fine al mondo non fa che aumentare la possibilità di un conflitto nucleare involontario provocato da un falso allarme. Si ritiene che uno scambio nucleare su larga scala potrebbe causare la morte di oltre cinque miliardi di esseri umani, una volta presa in considerazione la possibilità di un inverno nucleare e la potenziale distruzione dell’agri coltura in gran parte del pianeta, secondo un’analisi di International Physicians for the Prevention of Nuclear War. Considerando la crescente ondata di escalation nucleare a livello globale, è davvero il momento giusto per questo paese di investire una fortuna di dollari dei contribuenti in una nuova generazione di devastanti armi? I contractor Icbm hanno dato contributi a 92 dei 100 senatori e a 413 dei 435 membri della Camera nel 2024. Alcuni hanno ricevuto centinaia di migliaia di dollari. Mike Turner, un repubblicano della Camera dell’Ohio, con 305 mila dollari di donazioni, è stato il quarto più grande beneficiario di finanziamenti dalla lobby Icbm nelle quattro elezioni tra il 2018 e il 2024. Non c'è da stupirsi che spinga per nuove armi nucleari e si opponga fermamente all'estensione del nuovo trattato Start per la riduzione delle armi. La veterana rappresentante del Texas Kay Granger si è assicurata il più grande totale di contributi dalla lobby Icbm di qualsiasi membro della Camera, con 675 mila dollari in contributi da parte dei contractor missilistici. Il deputato dell’Alabama Mike Rogers ne ha ricevuti 471 mila. L’indu stria delle armi nel suo complesso impiega tra 800 e 1.000 lobbisti, ben più di uno per ogni membro del Congresso. “È un periodo pericoloso - taglia corto in un’analisi il Council on Strategic risks - nella storia e la complessità dei rischi per la sicurezza non sembra destinata a diminuire tanto presto. Tuttavia, normalizzare le minacce nucleari e, possibilmente, l’uso di armi nucleari non è la risposta”. Northrop Grumman ha giocato la carta dei posti di lavoro in modo efficace per quanto riguarda il Sentinel, sostenendo che creerà 10.000 posti di lavoro nella sua sola fase di sviluppo. Tuttavia, per cominciare, quei 10.000 posti di lavoro aiuteranno una frazione minuscola dei 167 milioni di lavoratori americani. Inoltre, Northrop Grumman sostiene che le strutture legate al programma saranno istituite in 32 stati. Se 2.250 di quei posti di lavoro finissero nello Utah (fulcro del programma), rimarrebbero 7.750 posti di lavoro in più distribuiti in 31 stati, una media di circa 250 posti di lavoro per stato. Una cifra irrisoria a fronte di un rischio elevatissimo. Infine, come ha efficacemente dimostrato Heidi Peltier del Costs of War Project, praticamente qualsiasi altra spesa di fondi attualmente dedicata ai programmi del Pentagono creerebbe tra il 9% e il 250% di posti di lavoro in più rispetto alla spesa per le armi. Le testate nucleari nel mondo sono circa 13 mila, disposte principalmente tra America del Nord, Europa ed Asia. In base ai termini del trattato di non proliferazione nucleare ( Tnp), entrato in vigore il 5 marzo 1970, sono considerate ufficialmente “ Stati con armi nucleari” quegli stati che hanno assemblato e testato ordigni nucleari prima del 1 º gennaio 1967: Stati Uniti, Russia ( succeduta all’Urss), Regno Unito, Francia e Cina, ovvero cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu. Oltre a questi, altri quattro stati, non aderenti al Tnp sono in possesso di armamenti nucleari: India, Pakistan, Corea del Nord ed Israele ( sebbene il governo israeliano non abbia mai confermato ufficialmente di possedere un arsenale nucleare). Secondo il Council on Foreign Relations ( centro studi americano specializzato in politica estera) le armi nucleari tattiche targate Usa si trovano in sei basi in cinque Paesi membri dell’Allean za: Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia. Il Regno Unito e la Francia, che hanno proprie forze nucleari, non ospitano più armi statunitensi. Per diversi esperti, gli Usa potrebbero disporre di circa un centinaio di bombe nucleari dislocate in queste sei basi. Secondo un nuovo rapporto visionato in esclusiva da Politico, le aziende europee del settore della difesa non devono temere la burocrazia mentre incrementano la produzione di armi ma dovrebbero avere pieno accesso al denaro Ue, mentre le fusioni non dovrebbero essere bloccate indipendentemente dalle preoccupazioni sulla concorrenza, secondo una bozza di capitolo di un rapporto sulla competitività preparato intanto dall’ex primo ministro italiano Mario Draghi. Piu’ che un piano industriale per l’Unione Europea, quello redatto da Draghi sembra un piano di guerra. Per far fronte alle presunte minacce, nel rapporto viene suggerita la creazione di una “Autorità per l’industria della difesa”, una sorta di centrale unica per gli appalti che dovrebbe replicare il modello di acquisto centralizzato dei vaccini Covid. Tra le altre proposte per semplificare la vita all’industria delle armi, Mario Draghi propone la rimozione dei divieti per le aziende di accedere ai finanziamenti Ue, compresi quelli della Banca europea per gli investimenti nonché la modifica dei quadri di finanza sostenibile, ambientali e sociali Ue a beneficio del settore. 

Raffaella Vitulano




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