Come la guerra tra Russia e Ucraina potrebbe spostarsi nell’Artico


di Raffaella Vitulano

Il più grande ostacolo al governo artico dai tempi della Guerra Fredda. Ecco cosa rappresenta anche l’invasio ne russa dell’Ucraina. Il boicottaggio del Consiglio Artico ridurrà la sua portata e lascerà irrisolti i problemi di sicurezza dell’Artico, oggi geopoliticamente ed economicamente di estrema importanza. Il Council of Foreign Relations lancia l’allarme: l’Artico costituisce la nuova frontiera dell’econo mia. E’ l’ultimo Eldorado del petrolio e del gas e per quanto riguarda il commercio marittimo rappresenta l’omologo per il XXI secolo dell’ottocentesco Canale di Suez. Dietro all’ade sione alla Nato di Svezia e Finlandia non c’è solo la guerra in Ucraina. L’invasione di Mosca ha messo fine a diverse missioni internazionali di studio del permafrost, grande “magazzi no” del carbonio globale che potrebbe essere rilasciato in caso di scioglimento dei ghiacci. Un articolo sul New Scientist traccia una mappa dei nuovi traffici commerciali. Si stima che un quarto dei depositi naturali di gas e petrolio del Pianeta si trovi sepolto da qualche parte sotto il pavimento oceanico della regione artica, ma l’estra zione di queste risorse è estremamente complicata, e non sempre conveniente. Secondo l’Us Geological Survey soltanto il valore di petrolio e gas - il 40% delle riserve mondiali - si aggirerebbe intorno ai 20 trilioni di dollari, l’equivalente del Pil annuale degli Stati Uniti, mentre la regione conterrebbe il 30% di tutte le risorse naturali globali. E la Groenlandia si trova nel vortice di questo Grande Gioco del Ventunesimo secolo. Ma oltre all’uranio e alle terre rare, in Groenlandia si trovano giacimenti di rubini, diamanti, oro, zinco, mentre offshore quelli di gas e petrolio, trentadue miliardi di barili quelli disponibili nel mare a Nord Est dell’isola. Non per niente la Groenlandia sta diventando il quartier generale di Pechino nel Grande Nord. In partnership con la società finlandese Chinia, il governo cinese sta inoltre per avviare la cablatura dell’Artico, 10,500 chilometri di fibra ottica per il collegamento sottomarino digitale Asia-Occidente. Yamal, che nella lingua dei Nenets, i mandriani di renne, significa “confine del mondo”, è oggi considerata come “l’Arabia saudita del Nord”.

Qui si estraggono dal permafrost e offshore 675 miliardi di metri cubi di gas naturale liquido (Lng) e Putin aveva promesso che entro cinque anni sarebbero stati il doppio. “La differenza tra i tempi della Guerra Fredda e i nostri”, dice Rune Rafaelsen, sindaco di Kirkenes, sul sito di Ispionline “è che allora, negli anni Settanta, l’Artico era il luogo della contesa, oggi è l’oggetto del contendere, quindi più pericoloso. La militarizzazione russa non è solo in chiave anti-Nato, ma è a difesa della ricchezza. L’Artico per la Russia è una polizza sulla vita”. Alla fine di gennaio 2022, mentre la Russia ha ammassato 190.000 soldati al confine ucraino, quattro membri del parlamento norvegese hanno candidato il Consiglio Artico per il Premio Nobel per la pace in unultimo disperato tentativo di prevenire il sanguinoso conflitto mettendo inevidenza i risultati della cooperazione Russia-Ovest. Pertanto, nel maggio2021, quando la Russia ha iniziato il suo secondo mandato come presidente del Consiglio artico, la maggior parte degli osservatori ha ritenuto che avrebbe proceduto più o meno allo stesso modo del suo mandato piuttosto tranquillo dal 2004 al 2006. Ma la guerra in Ucraina non solo cambia il futuro delle relazioni artiche, ma pone anche (almeno temporaneamente) fine alla partecipazione della Russia a una delle poche sedi rimaste di soft power in grado di un significativo coordinamento internazionale. In gioco nell’Artico ci sono l’estrazione di notevoli quantità di idrocarburi ed il controllo delle rotte commerciali più profittevoli. Le onde d’urto della guerra hanno raggiunto il mondo intero, oltre gli Urali fino al punto più settentrionale del globo. Il Consiglio Artico, istituito nel 1996 come forum per gli otto paesi che siedono all’interno del Circolo Polare Artico - Canada, Danimarca, Islanda, Finlandia, Norvegia, Stati Uniti, Svezia e Russia - è stato sospeso all'inizio di marzo per la prima volta dalla sua fondazione. Vantano diritti sull’Artico (cioè sugli idrocarburi e sulle rotte) gli stessi otto stati. Di essi, 5 fanno già parte della Nato: Norvegia, Islanda, Stati Uniti (per via dell’Alaska), Canada e Danimarca, dato che la Groenlandia è un suo territorio, sebbene dotato di ampia autonomia. L’arrivo di Finlandia e Svezia porterà a 7 (su 8) gli Stati aderenti alla Nato che vantano diritti sull’Artico. Proprio Svezia e Finlandia, insieme alla Norvegia, si trovano in una posizione tale da poter contendere alla Russia il controllo della ghiotta rotta artica attraverso il Passaggio a Nord Est. A seguito del boicottaggio del Consiglio Artico da parte dei sette Stati membri, si è anche ipotizzato che l’Occi dente rimodellerà sostanzialmente il governo artico formando un nuovo organismo internazionale senza la Russia, chiamandolo “Nordic Plus”. Ma la Russia rappresenta quasi la metà della popolazione dell’Ar tico e dunque qualsiasi organizzazione che dovesse governare la regione senza Mosca tenterebbe di sorvegliare un’area per lo più al di fuori del suo controllo. Con ogni probabilità, il Consiglio artico riprenderà le operazioni quando la Russia cederà la sua presidenza alla Norvegia nella primavera del 2023, o quando verrà raggiunta una risoluzione per porre fine alla guerra in Ucraina. Come l’antico Canale di Suez, chiunque controllerà la rotta artica controllerà un’arteria essenziale della rimodellata economia capitalista mondiale. E, come Suez, la corsa alla Grande Potenza si sta trasformando in una crescente presenza militare che minaccia futuri conflitti.

Raffaella Vitulano


Bloccati progetti di esplorazione ed estrazione di gas e di petrolio 
Pochi giorni dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la cooperazione internazionale nella regione si è disintegrata, bloccando progetti di esplorazione e estrazione di petrolio e gas nell’Artico, cresciuti rapidamente negli ultimi anni, con 599 progetti già operativi o in costruzione. Si stima che le banche occidentali abbiano fornito finanziamenti per 314 miliardi di dollari per i progetti di anidride carbonica nell’Artico e le major petrolifere occidentali come la francese TotalEnergies e la ConocoPhillips con sede negli Stati Uniti stanno investendo in progetti insieme a società statali e sostenute dallo stato come la China National Petroleum Company o il Silk Road Fund cinese. TotalEnergies, ad esempio, sta investendo in due giganteschi siti di gas naturale liquefatto (Gnl) con la russa Novatek e gli investitori cinesi nell’Artico russo, che dovrebbero entrare in funzione nei prossimi anni. Il Wall Street Journal ha stimato che 1 trilione di dollari di minerali di terre rare potrebbe trovarsi all'interno del Circolo Polare Artico. La Groenlandia conterrebbe un quarto dei depositi mondiali di terre rare essenziali per i veicoli elettrici e le turbine eoliche.

Ra.Vi.

L’archeologia subacquea arma strategica di Putin. E non solo 

Nelle acque profonde del Mar Nero, Russia e Ucraina sono impegnate in un’aspra battaglia su brocche di ceramica e tesori sommersi. Per anni, entrambi i paesi hanno utilizzato oggetti del patrimonio culturale sottomarino, come navi affondate e porti sommersi, per dare forma a narrazioni storiche e rivendicare la sovranità in Crimea e nell’Ucraina orientale. Il 22 aprile scorsa l’Ucraina ha fatto la sua ultima mossa in questa battaglia dichiarando la nave da guerra russa affondata Moskva, un tempo orgoglio della marina russa, oggetto culturale subacqueo ucraino. Sebbene la mossa dell’Ucraina sia politicamente significativa - aumentare il morale della sua popolazione dilaniata dalla guerra e ridicolizzare la Russia - è legalmente discutibile e deve essere compresa nel più ampio contesto geopolitico, in cui il patrimonio culturale sottomarino è sempre più utilizzato da vari paesi per rivendicare le acque contese. La Russia ha utilizzato a lungo l’archeologia subacquea come parte della sua strategia per rivendicare la Crimea e l'Ucraina orientale come storicamente russe e giustificare l'annessione. Ora l’Ucraina sta usando il patrimonio culturale sottomarino per colpire la Russia.

Ra.Vi.





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