Un divorzio tutt’altro che consensuale quello consumatosi tra la Russia del presidente Putin e l’Occidente. Ufficializzato in occasione del Forum economico di San Pietroburgo - lo Spief (qualcuno scrive l’equivalente di Davos) ha sancito che il futuro industriale ed economico di Mosca è ormai in Eurasia e con la Cina. Nel primo intervento pubblico ufficiale dalla guerra in Ucraina, Vladimir Putin ha ribadito ciò che già sapevamo, che il nuovo mondo sarà multipolare e non più unipolare. Le aziende e gli uomini d’affari russi sono poi stati chiari su una cosa: la separazione con l’Occidente è definitiva e non c’è nessuna compagnia russa che tornerà sul mercato occidentale. E la Russia non permetterà più a nessuna compagnia europea di tornare a casa dopo la guerra come se nulla fosse. Fin dai primi giorni del conflitto, le autorità russe hanno reagito per adattarsi a questa nuova realtà. Quando le compagnie occidentali hanno lasciato la Russia, i russi si sono precipitati a sostituirle. Tutti i beni di McDonald’s in Russia, ad esempio, sono stati acquistati da un uomo d’affari russo. Degli 800 punti vendita McDonald’s in Russia, 200 riapriranno con nuovi nomi e colori entro la fine di giugno 2022 e i restanti 600 riapriranno nei prossimi mesi. I 62.000 dipendenti di McDonald’s verranno mantenuti e la nuova società ha persino iniziato a reclutare nuovi dipendenti. Ovviamente McDonald’s ha cambiato nome e i nomi dei menù, ma sono state preservate la logistica, le filiere, cioè l’economia reale. Lo stesso vale per le bibite come la Coca Cola. L’azienda americana si è staccata dalla Russia, ma la catena industriale resta al suo posto. Basta cambiare il nome delle bevande e il gioco è fatto. Uomini d’affari cinesi, russi, indiani, iraniani, qualche europeo in incognito. L’economia russa oscillerà con un calo delle esportazioni e dei deficit dall’Europa, ma Cina, Iran e India colmeranno questa lacuna. Entro 3 o 4 anni la Russia sarà probabilmente più sovrana in diverse aree. Su energia e cibo, lo è già. Sui pezzi di ricambio per auto e per gli aerei, la Cina la aiuterà a sviluppare alternative. E questo potrà a sua volta giovare al Dragone. Russia e Cina hanno firmato molti progetti di sviluppo congiunto. Ad esempio sugli aerei, i due paesi potrebbero offrire aerei interamente prodotti nei rispettivi paesi e questa sarebbe una concorrenza in più per Boeing e Airbus. Anche l’India farà la sua parte del leone nei pezzi di ricambio.
Arretratezza tecnologica
Resta il grave difetto della Russia, la sua arretratezza tecnologica, in particolare nel campo dei semiconduttori. Tuttavia, non ci dovrebbe esserci carenza di chip in Russia, poiché Corea del Sud e Cina continueranno a fornire l’Orso russo. Diventare sovrani in questo settore è invece tutt’altra questione dato che la Cina, che ha messo il turbo, ha faticato a fare meglio di Taiwan. La Cina aiuterà la Russia a mettersi al passo con il 5G, ad esempio, ma i cinesi resteranno superiori negli equilibri di potere. Dall’inizio della guerra le guide turistiche iraniane hanno ora molti clienti russi. Questi ultimi non sono lì per visitare Persepoli o le meraviglie dell’Impero Persiano, ma piuttosto per chiedere consiglio alle compagnie iraniane su come sono sopravvissute alle sanzioni americane. L’Iran, nonostante non veda roseo, si è ripreso notevolmente dalle sanzioni americane che lo hanno colpito da quando la Casa Bianca ha deciso di decapitare l’accordo sul nucleare. Nel corso del tempo, ha sviluppato una solida capacità di recupero. Pertanto, è possibile acquistare prodotti Apple, Philips o Bosch in Iran mentre sono ufficialmente vietati. Ciò significa in pratica che l’Iran ha sviluppato forniture del mercato nero aggirando la sorveglianza degli Stati Uniti. I russi non esiteranno a fare lo stesso, ma sarebbe più saggio sviluppare le proprie industrie nelle aree che mancano piuttosto che rivolgersi all’illegalità.
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