La “queen” Ursula plana sui contrasti con le capitali europee


Censura strisciante, corruzione, autoritarismo, declino economico e sostegno alla guerra: queste sono cinque delle caratteristiche distintive dell’era von der Leyen. C’è da meravigliarsi che l’opposizione interna sia in aumento? Non ci va leggero con la presidente della Commissione europea lo scrittore, traduttore e giornalista con sede a Barcellona, Nick Corbishley, ex redattore senior presso il sito di notizie economiche e finanziarie Wolf Street con sede a San Francisco e collaboratore del blog statunitense di notizie e analisi finanziarie Naked Capitalism. “L’Europa sarà sempre dalla parte dell’umanità e dei diritti umani” era stato il messaggio che Ursula von der Leyen solo quattro mesi fa. Ma l’ultimo messaggio di pace e amore di VdL è stato ampiamente interpretato come una risposta disperata a una raffica di critiche interne scatenate giorni fa contro il suo sfrenato sostegno a Israele e contro la sua “apparente indifferenza” verso il “massacro di civili nella Striscia di Gaza”. La “Queen” che portò in Parlamento il caso dell’uccisione dei lupi che avevano ucciso il suo pony, ha effettivamente violato il suo mandato di presidente della Commissione quando ha affrontato la questione di Gaza. In una lettera che ha raccolto 842 firme, i funzionari delle istituzioni dell’Ue hanno accusato la VdL di dare “mano libera all’acce lerazione e alla legittimità di un crimine di guerra nella Striscia di Gaza”. La lettera avverte che l’Ue sta “perdendo ogni credibilità” così come il suo status “di intermediario giusto, equo e umanista”, danneggiando anche le sue relazioni internazionali e mettendo a rischio la sicurezza del personale europeo. Come se ciò non bastasse, la lettera infrangerebbe anche i doppi standard della VdL su ciò che sta attualmente accadendo in Palestina e sugli eventi degli ultimi 20 mesi in Ucraina. Un esempio perfetto citato da Corbishley: nell’ottobre 2022, VdL scrisse in un tweet che “Gli attacchi della Russia contro le infrastrutture civili, in particolare l'elettricità, sono crimini di guerra. Privare uomini, donne, bambini dell’acqua, dell’elettricità e del riscaldamento con l’arrivo dell’in verno sono atti di puro terrore. E dobbiamo chiamarlo così”. Al contrario, come nota la lettera, VdL “ignora completamente” le azioni quasi identiche intraprese da Israele contro il popolo di Gaza. Secondo un articolo pubblicato da Politico Europe, alcune capitali europee sembrano essere “infuria te” per l’approccio intraprendente della “Regina” VdL alla politica estera dell’Ue. Anche diversi diplomatici europei hanno confessato a Politico di essere scontenti che von der Leyen, che ha espresso solidarietà alle vittime degli attacchi di Hamas, non abbia rivolto altrettanti appelli affinché Israele rispetti il diritto internazionale a Gaza. Ci ha dovuto pensare il massimo diplomatico Ue, Josep Borrell, a lanciare un raro rimprovero pubblico a Von der Leyen, ricordandole di non avere il diritto di rappresentare le opinioni europee in politica estera, che normalmente sono coordinate tra i paesi membri. Un diplomatico anonimocitato dall’articolo ha affermato che VdL “si comporta sempre più come una regina”, non riuscendo a consultare adeguatamente le capitali europee prima di prendere importanti decisioni politiche. Gli esempi citati includono un accordo supervisionato da VdL per dare al presidente tunisino Kais Saied più di 1 miliardo di euro per aiutare a gestire l’immigrazione irregolare, nonché il recente annuncio di un’indagine sui sussidi cinesi per i veicoli elettrici. L’articolo menziona anche simili mormorii di inquietudine riguardo al suo ruolo nel conflitto ucraino: “Abbiamo visto la stessa cosa con gli annunci di sanzioni, o sulla maggior parte delle questioni legate all’Ucraina: non ne discute con molte persone, decide e basta. Ha preso il potere durante la pandemia e vi si è aggrappata”.

Nata come Ursula Albrecht nel 1958 a Ixelles, vicino Bruxelles, dove il padre Ernst, membro di un’im portante famiglia della Germania del Nord, lavorava come funzionario presso le istituzioni europee, Ursula è cresciuta tra Bruxelles e Hannover, per studiare in seguito alla London School of Economics sotto pseudonimo della bisnonna (Rose Ladson, la cui famiglia contava grandi proprietari di piantagioni e ricchi mercanti di Charleston che possedevano centinaia di schiavi fino all’abolizione nel 1865), in modo da sventare eventuali tentativi di sequestro del gruppo terroristico di sinistra Baader-Meinhof. Dopo un periodo punk ed heavy metal, è passata a studiare medicina ad Hannover. Sarà che come lei stessa ha ammesso agli studenti del prestigioso ateneo londinese, preferiva passare il tempo nei bar di Soho e nei negozi di dischi di Camden Town che nelle biblioteche di economia, fatto sta che le due principali economie industriali europee, Germania e Italia, sotto la sua presidenza si sono trovate in una fase di stallo e stanno attraversando un doloroso processo di deindustrializzazione. Per non parlare del disastro dell’approvvigionamento di vaccini Covid-19 in Europa che la Commissione VdL ha supervisionato direttamente, quando nell’aprile 2021 VdL ha negoziato personalmente un accordo con l’ammini stratore delegato di Pfizer Albert Bourla di acquistare fino a 1,8 miliardi di dosi del vaccino Pfizer-BioNtech, sufficienti per inoculare almeno 4 volte tutti i 450 milioni di cittadini dell’Ue, compresi bambini e neonati, per una cifra stimata pari a 36 miliardi di euro. Ora che la domanda è crollata, lasciando i governi di tutto il continente con innumerevoli centinaia di milioni di dosi indesiderate, gli Stati membri dovranno comunque continuare ad acquistare centinaia di milioni di vaccini a mRNA di Pfizer-BioNtech fino al 2028, grazie a un accordo rinegoziato che la Commissione ha raggiunto con Pfizer e BioNtech a maggio, di cui ha anche rifiutato di rendere pubblici i dettagli cancellando tutte le sue comunicazioni con Bourla un’accusa che lei non ammette né nega. Nel frattempo, il New York Times ha citato in giudizio la Commissione per non aver diffuso i messaggi di testo e la Procura europea ha avviato indagini sulle pratiche di approvvigionamento di vaccini. E ancora, Nick Corbishley sostiene che “ancora più pericoloso della corruzione strisciante dell’Ue sotto la VdL è il suo autoritarismo strisciante”, accusa derivante dalla fatwa globale sulla libertà di espressione su Internet lanciata da Ursula attraverso il controverso Digital Services Act (Dsa),che rischia di soffocare il libero scambio di informazioni sulle piattaforme dei social media. C’è da meravigliarsi che l’opposizione interna alla presidente sia in aumento? Ricordiamo che il primo e, fino ad ora, ultimo presidente della Commissione europea a dimettersi dall’incarico è stato Jacques Santer, nel 1999, che poco o niente aveva avuto a che fare con la cattiva condotta di alcuni dei suoi colleghi commissari. Ciononostante si assunse la responsabilità e si dimise insieme con tutta la sua Commissione. Potrebbe succedere lo stesso con Ursula von der Leyen? Improbabile. Alla VdL restano solo nove mesi per candidarsi alla presidenza ed ha ancora amici potenti nei governi tedesco e francese che hanno accettato di inserirla in questo ruolo. E, naturalmente, Washington, che ora sta cercando di convincere i leader europei a farle fare un nuovo giro di giostra.

Raffaella Vitulano


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