Aviaria 2025, si aspetta l’insediamento dell’amministrazione Trump?
Avete festeggiato bene l’inizio del 2025? Benissimo, così dopo aver fatto un respiro profondo potrete prepararvi ad ascoltare le parole di Peter Hotez, medico noto ai media per la sua strenua difesa dei vaccini, che a fine dello scorso anno ha lanciato un oscuro avvertimento, parlando una serie di potenziali pandemie potrebbero “abbattersi sull’ammini strazione Trump” a partire dal giorno successivo al suo insediamento a gennaio. “Abbiamo in programma delle novità importanti a partire dal 21 gennaio”, ha detto Hotez al canale televisivo Msnbc. Ci sono persone a cui sembrano proprio mancare i fastosi mesi allarmistici del 2020, del 2021 e successivi. Hotez sembra uno tra questi, che ha cominciato a snocciolare un intero elenco di virus e agenti patogeni che sono nel mirino delle istituzioni sanitarie pubbliche, tra cui l’influenza aviaria, i “nuovi coronavirus”, la Sars, i “virus trasmessi dalle zanzare” come la dengue, lo Zika, il virus Oropouche e la febbre gialla, nonché la pertosse, il morbillo e la poliomielite e chi più ne ha più ne metta. “Tutto questo crollerà il 21 gennaio sull’amministrazio ne Trump”, ha sentenziato Hotez. Allacciate le cinture di sicurezza, perché “abbiamo bisogno di un team davvero, davvero bravo per essere in grado di gestire la situazione”. Un avvertimento o una minaccia? Comunque sia, gli oscuri commenti di Hotez ricordano la inquietante “pre visione” fatta nel 2017 dall’ex direttore del Niaid Anthony Fauci, secondo cui una “epidemia a sorpresa” avrebbe colpito l’amministrazione Trump durante il suo primo mandato. Per ora stiamo ancora aspettando l’aviaria, quella super annunciata. Ma perché l’H5N1 non ha ancora scatenato una pandemia? “Scien ces” offre una risposta semplice: “Il virus potrebbe semplicemente aver bisogno di più tempo per trovare la giusta combinazione di mutazioni”. Ma Kit Knightly su Off Guardian lancia la sua teoria: sembra che si stia preparando una sorta di narrazione sul fatto che Trump non stia facendo abbastanza o la cosa giusta per affrontare la crisi. Msnbc ha pubblicato il titolo: “Perché la minaccia dell’influenza aviaria rende problematica la presa di potere da parte di Trump . Un gruppo dirigente non qualificato potrebbe gestire una nuova pandemia?”. The Nation si chiede semplicemente “Ci sarà un’epi demia di influenza aviaria sotto Trump?”, Axios sostiene che la potenziale risposta di Trump all’in fluenza aviaria “suscita allarme”.
La risposta sarebbe dunque politica. Si sta insomma aspettando l’insedia mento di Trump per annunciare la presunta pandemia. Il 26 novembre, un editoriale ospite è apparso sul New York Times con il titolo “I Ran Operation Warp Speed. I’m Concerned About Bird Flu”, che apre: “Mentre Donald Trump si prepara a tornare alla Casa Bianca il 20 gennaio, deve essere pronto ad affrontare immediatamente un problema: la possibilità che la diffusione dell’in fluenza aviaria muti in modo tale da poter essere trasmessa da uomo a uomo”. Una pandemia ad orologeria, insomma. Inquietante. Soprattutto se si pensa che anche il Time ha pubblicato un lungo articolo con il titolo: “È ora di porre fine al negazionismo sull’influenza aviaria”. E in Italia non a caso arriva l’allarme dell’infettivologo Bassetti sull’in fluenza aviaria : “Siamo circondati” sostiene addirittura, ipotizzando un salto di specie del virus dell’avia ria proprio dal 2025. Il governo statunitense ha ordinato che in futuro tutto il latte dovrà essere testato per l’influenza aviaria prima della pastorizzazione. Euractiv annuncia che l’influenza aviaria sarà la prossima malattia X. Nei fatti, e non sarà un caso, l’influenza potrebbe favorire la transizione alimentare: latticini, manzo, pollo e uova diventerebbero pericolosi e verrebbero razionati mentre ne farebbero salire i prezzi. Sarebbe l’ora del veganismo e/o della carne coltivata in laboratorio, su cui si spinge almeno dal 2021. Ci si concentrerà sulla messa in sicurezza dei vaccini, piuttosto che sui lockdown. E in velocità: la sfida dei 100 giorni per contenere il virus mentre un vaccino viene approvato, prodotto e distribuito. La maggior parte dei governi ci starebbe lavorando, secondo quanto scrive Devi Sridhar sul Guardian. La “100 Day Mission” è frutto dell’ingegno del Cepi, la ong sostenuta da Gates e dall’Oms. Il suo obiettivo principale è rendere possibile la produzione di nuovi vaccini per patogeni precedentemente sconosciuti in 100 giorni. La malattia si adatterà dunque a uno o più programmipreesistenti, che abbiano un impatto sul cibo o provengano da una connessione forzata con il “cambiamento climatico” o entrambi. Cercheranno di evitare i lockdown, ma li useranno come minaccia per far rispettare più rigorosamente gli obblighi vaccinali. Saranno più severi nel reprimere “la cattiva informazione e la disinformazione” prima di lanciare la nuova narrazione. L’influenza aviaria ha già contribuito a far salire i prezzi degli alimenti, a lanciare una campagna contro le aziende agricole biologiche, a impoverire ulteriormente gli agricoltori e a condannare il latte crudo, ma è destinata ad obiettivi più grandi. L’or mai noto Johns Hopkins Center for Health Security, che ha simulato lo scenario dell’attuale “pandemia” nell’”Evento 201' che aveva simulato il Covid-19, aveva già prodotto uno scenario non meno interessante due anni prima, sempre in forma di simulazione, che finora è stato ignorato. È probabilmente il documento più interessante per noi per la sua cronologia, in quanto illustra le capacità di pianificazione e di previsione di alcuni ambienti. La simulazione “Spars Pandemic 2025 – 2028” del 2017 annuncia (o simula, per gli ottimisti) a metà ottobre di quest’anno l’apparizione di un nuovo coronavirus sotto il nome di Spars. Alla fine, un vaccino per animali viene visto come una potenziale soluzione. Il rapporto dice che nel 2030 non sarà ancora chiaro se la colpa degli effetti collaterali sia da imputare alle vaccinazioni. Sebbene l’esercizio “Echo Chamber” sia uno scenario fittizio, è importante capire cosa hanno osservato i ricercatori del Johns Hopkins Center for Health Security. Il rapporto è scritto dal punto di vista di qualcuno nel 2030, guardando indietro a una pandemia che ha invaso il mondo tra il 2025 e il 2028. Se siano preveggenti, psicopatici o bravissimi scienziati lo diranno solo i fatti. C’è chi, come la dottoressa Kelly Victory, medico d’urgenza e specialista in catastrofi, ha dichiarato che i suoi studi hanno prodotto prove così evidenti da poter “garantire” che l’in fluenza aviaria è stata “ingegneriz zata in laboratorio”. Un approccio dominato dai vaccini evidenzia però come non si sia trovato alcun esempio di successo duraturo nella prevenzione di infezioni o contagi, ed equivale a negligenza scientifica. Due pandemie a distanza di quarant’anni - pensiamo all’Hiv e al Covid- 19 - sono rare. L’Hiv/aids è comparso prima che la scienza biomedica si trasformasse nell’unione di Big Pharma e Big Medicine facilitata dal Bayh-Dole Act del 1980, che ha trasformato tale unione in ricerca interessata ad ogni livello. Il Bayh-Dole Act consente il trasferimento del controllo esclusivo del governo di molte invenzioni finanziate alle università e alle imprese che operano con contratti federali ai fini di un ulteriore sviluppo e della commercializzazione. La neoliberalizzazione della scienza procede a passo spedito, e il mercato è ora la misura di tutte le cose nella pratica, nel finanziamento e nella pubblicazione della scienza biomedica. Philip Mirowski è stato il primo e il migliore a descrivere questo nel suo “Science-Mart: Privatizing American Science”. Manca oggi nel panorama mondiale una figura come Nelson Mandela che seppe opporsi alla supremazia del potere finanziario e speculativo ai danni del funzionamento dei sistemi sanitari. Ed è impressionante constatare come i governi nazionali o sovranazionali si siano piegati senza la minima resistenza ai diktat di Big Pharma.
Toine de Graaf, giornalista medico olandese, riporta che emergono sempre più scoperte scioccanti sugli effetti nocivi dei vaccini a base di mRna. I ricercatori tedeschi hanno dimostrato, in uno studio sottoposto a peer-review, che il vaccino Pfizer contiene molto più dna batterico (3-4 volte) di quello consentito”, che può causare il cancro. Ricercatori tedeschi hanno dal canto loro condotto un esperimento di coltura cellulare, esponendo cellule umane al vaccino Pfizer e studiandole per sette giorni. “La prima cosa da notare è che le cellule hanno continuato a produrre la proteina spike del virus sars-cov-2 in grandi quantità per tutto questo tempo, e le cellule hanno iniziato ad avere un aspetto malsano”. Mike Yeadon, ex vicepresidente Pfizer, fornisce dettagli: “Tutti i prodotti a base di mRna sono pericolosi, non assumeteli”. Per non parlare del fatto che l’Ue dal prossimo anno potrebbe prevedere una “vaccinazione”a mRna autoreplicante - autoamplificante come quella approvata in Giappone. In Australia il prof. Ian Brighthope,ha detto che la contaminazione dei vaccini con dna è ‘una ricetta per l’instabilità genomica, che porta al cancro, alle malattie autoimmuni e ad altri disturbi genetici’. Ha parlato di ‘esperimento pericoloso e incontrollato’ a carico di tutta l’umanità. Un recente studio pubblicato sul Journal of American Physicians and Surgeons, ha ribadito le argomentazioni a favore di una moratoria immediata dei vaccini mRna, erroneamente classificati come ‘vaccini’ tradizionali e non come prodotti di terapia genica, eludendo così i requisiti normativi più severi. Le linee guida dell’Oms del 2005 sono state utilizzate anche per le valutazioni non cliniche, sebbene fossero obsolete e non applicabili ai vaccini a mRna. Inoltre, gli autori sottolineano che la proteina spike prodotta e rilasciata dai vaccini mRna nell’organismo è tossica e può causare complicazioni immunitarie. I ‘dati di biodistribuzione’ di Pfizer hanno dimostrato che le nanoparticelle lipidiche e l’mRna si diffondono ampiamente in tutto il corpo, compresi fegato, milza, ovaie e ghiandole surrenali. Quindi, contrariamente a quanto affermato, la produzione di proteine spike non è limitata al sito di iniezione. Pfizer non ha condotto studi di genotossicità o cancerogenicità, nonostante il potenziale della proteina spike e delle Lnp di causare danni. Il Vaccine Adverse Event Reporting System (Vaers) degli Stati Uniti ha documentato un enorme aumento di eventi avversi segnalati. Sulla base di dati incompleti, di serie preoccupazioni sulla sicurezza e di possibili rischi a lungo termine, gli autori raccomandano una moratoria sui vaccini Covid a mRna.
Raffaella Vitulano
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