Il mito dell’esodo dei milionari nello sviluppo delle anocrazie
Conor Gallagher su Naked Capitalism smonta il mito dell’esodo dei milionari. Citando un episodio di The Tax Justice Network, analizza l’affermazione secondo cui i milionari stanno fuggendo dai paesi per evadere le tasse e scopre che si tratta in gran parte di dati discutibili, pubblicati da un’azienda che in realtà mira ad aiutare i super-ricchi ad acquistare i propri espedienti proposti. Mark Bou Mansour, responsabile della comunicazione del Tax Justice Network, spiega che i milionari non sono fuggiti, e non lo sono tutt’ora, dai paesi per evadere dalle tasse. L’esodo dei milionari, ampiamente riportato, era una pura finzione. Ma ciò che i media hanno riportato e ciò che i governi hanno ascoltato si basava su dati discutibili pubblicati da un’azienda che aiuta i super- ricchi a eludere regole che valgono per tutti gli altri. Naomi Fowler, produttrice di Taxcast, spiega come abbiano analizzato le affermazioni di chi aiuta a vendere passaporti a persone facoltose. “A quanto pare, i milionari sono straordinariamente immobili. Per i governi, questo è un vantaggio: cercare di trattenerli riducendo ulteriormente le tasse è quindi del tutto inutile. E le cose stanno cambiando per chi aiuta a vendere la cittadinanza. Alcune porte si stanno chiudendo”. Il Tax Justice Network ha pubblicato i suoi ultimi risultati sul Financial Secrecy Index, un indice che valuta i paesi di tutto il mondo per individuare i maggiori trasgressori della segretezza finanziaria. Nella top ten, gli Stati Uniti sono in cima, seguiti da Svizzera, Singapore, Hong Kong, Lussemburgo, Germania, Paesi Bassi, Corea del Sud, Guernsey, Giappone. Questi paesi stanno permettendo al denaro più sporco e oscuro di aggirare lo stato di diritto e di circolare nelle economie. E gli Stati Uniti, che si trovano di nuovo in cima alla classifica, sono stati declassati quest’anno dal Polity Project da democrazia ad anocrazia. Peraltro, orrida involuzione lessicale rispetto alla “democratura”, indifendibile, in quanto la consonante n dopo l’alfa privativa si introduce soltanto quando è seguita da vocale, e non si spiega la forzatura della vocale “o” a combinare una parola che, più che alla scienza politica, fa pensare ad altre pulsioni. “Ho dovuto cercare su Google cos’è un’anocrazia, ed è una semi-democrazia, una semi- autocrazia, e per come l’ha definita il Polity Project, gli Stati Uniti ora si trovano sostanzialmente al confine tra democrazia e autocrazia” spiega Fowler. O meglio, l’ano crazia è una forma di governo che possiede in parte caratteristiche di democrazia e in parte di dittatura, oppure come regime che mescola democrazia e caratteristiche autocratiche senza soddisfare né l’una né le altre. In scienze politiche viene chiamata anche semidemocrazia, democrazia difettiva o regime pretoriano. Anocrazia significa che il governo come entità esiste (il potere è esercitato, in capo ad un soggetto ovvero ad un gruppo) ma la governance (in termine di regole di prevedibilità ) è assente. Come per la democrazia totalitaria coniata da Giovanni Sartori, questa definizione rientra nel concetto di autoritarismo competitivo. Gli studiosi hanno anche distinto le anocrazie dalle autocrazie e dalle democrazie nella loro capacità di gestire autorità , dinamiche politiche eprogrammi politici. Naomi Fowler puntualizza che gli Stati Uniti, qualsiasicosa facciano, hanno una fortissima influenza sul mondo, sono statiun’oligarchia per molto tempo, “ma questa anocrazia, che ho dovuto approfondire anch’io, è davvero importante. Stanno facendo molte mosse per bloccare alcuni dei loro più importanti strumenti anticorruzione nel Paese, quindi è probabile che la situazione negli Stati Uniti non possa che peggiorare”. Mark Bou Mansour evidenzia che c’è un’ec cezione alla regola, ovvero Singapore, che ha migliorato marginalmente il suo punteggio di democrazia, ma continua ad avere un punteggio di democrazia inferiore alla media nazionale ed è ancora classificata dal Freedom Project come un’autocrazia elettorale. “Ma hai assolutamente ragione riguardo agli Stati Uniti, voglio dire, abbiamo visto gli Stati Uniti per anni proteggere miliardari ed evasori fiscali dal rispetto dello stato di diritto in materia di finanza e tasse. E ora stiamo assistendo alla presa degli Stati Uniti da parte di questi miliardari”, che non hanno nessuna intenzione di andarsene. Mark Bou Mansour descrive le false affermazioni sull’esodo dei milionari “come una specie di torre Jenga, solo che è più simile a una piramide, una piramide rovesciata con un blocco alla base che si espande e si allarga man mano che si sale. Il primo blocco in fondo è il rapporto Henley and Partner. E su questo blocco è stato costruito tutto il mito e la narrativa di un esodo milionario. E poi, sopra, sono stati aggiunti strati su sgravi fiscali per i non residenti, e su come evitare le imposte sul patrimonio. Abbiamo dimostrato che non ci si può ragionevolmente fidare di questo rapporto. Quindi abbiamo rimosso quel blocco, ma la torre Jenga è in qualche modo rimasta intatta e ora continua a fluttuare nell’aria, come se avesse preso vita propria. Dobbiamo procedere un passo alla volta, come ha fatto il Tax Justice Network con i miti del passato”.
Parlando dei paesi Ue, si fanno inoltre scoperte interessanti: l’indice rileva un’attivazione del segreto finanziario alla Jekyll e Hyde. Nel senso che i paesi Ue hanno alcune delle migliori pratiche di trasparenza sulla carta, ma nella pratica molti di loro negano questi impegni e, cosa ancora peggiore, li negano specificamente quando si tratta dei paesi a basso reddito. L’indice ha analizzato tre aree chiave della cooperazione e della trasparenza fiscale, e ha rilevato che i paesi Ue operano contemporaneamente su due livelli di cooperazione e trasparenza. Un livello più elevato e solido nei confronti degli altri paesi Ue e dei paesi più ricchi, e un livello inferiore, meno trasparente e meno cooperativo nei confronti dei paesi a basso reddito. Un esempio di ciò che l’organizza zione ha scoperto è che più della metà dei paesi Ue utilizza una backdoor, una legge internazionale che protegge gli evasori fiscali dei paesi extra-Ue dalla responsabilità . In pratica, i paesi Ue reprimono gli evasori fiscali in patria, ma li proteggono all’estero. “Tale comportamento da Jekyll e Mr. Hyde della Ue ha implicazioni per i negoziati alle Nazioni Unite con i paesi guidati dal gruppo africano, che cerca di riformare le norme fiscali globali. Esiste un chiaro schema di paesi Ue che scelgono di reprimere la segretezza finanziaria in patria, ma non lo fanno all’estero, dato che i paesi Ue non hanno ancora aderito alla Convenzione fiscale delle Nazioni Unite. Quanto al mito dell’immigrazione milionaria, è dunque una storia inventata, che serve solo gli interessi di chi si occupa di persone con un patrimonio netto elevato, che si occupa di vendere passaporti e visti d’oro ai super-ricchi. I milionari non sono fuggiti e non stanno fuggendo dai paesi per evadere dalle tasse. Non ne hanno bisogno. E i numeri apparentemente record di milionari che se ne sono andati rappresentano solo lo 0,2% di tutti i milionari”. La storia si basa su un rapporto pubblicato da una società chiamata Henley and Partners, che aiuta a vendere passaporti d’oro ai super-ricchi. I passaporti d’oro sono stati appena dichiarati illegali dalla Corte di Giustizia Europea, grazie a un ricorso della Commissione Europea, secondo cui i passaporti d’oro comportano un serio rischio di corruzione, riciclaggio di denaro ed evasione fiscale.
Per quelle poche persone facoltose in tutto il mondo che, per qualsiasi motivo, desiderano un passaporto diverso, aziende come Henley and Partners li aiutano a ottenere la cittadinanza tramite investimenti e i cosiddetti visti d’oro, un percorso verso la residenza. Si possono ottenere mediante acquisto di immobili a un prezzo superiore a una certa cifra, ad esempio. In Spagna, un cittadino extracomunitario poteva, fino a poco tempo fa, ottenere la residenza in cambio di un investimento immobiliare minimo di 500 mila euro. Bazzecole. Ora il governo ha annunciato ufficialmente la fine del programma Golden Visa, che è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso per molti spagnoli, dato che l’85% degli under 30 vive ancora con i genitori perché gli alloggi sono così inaccessibili. Anche Paesi Bassi, Regno Unito e Irlanda hanno interrotto i loro programmi di visti che offrivano residenza a quelli che chiamano “investitori”. In Europa, anche la cittadinanza per investimento, un modo carino per dire “passaporti in vendita”, sta cambiando. Così in Portogallo. Per quanto riguarda i paesi extra-Ue, ce ne sono alcuni famosi in tutto il mondo. Tra i più economici c’è Vanuatu. Per soli 130 mila dollari, non è richiesta la presenza fisica, non è nemmeno necessario visitarli. Si può ottenere l’ap provazione in un mese e il passaporto in tre mesi, che dà diritto a viaggiare senza visto in oltre cento paesi. Vanuatu è estremamente riservata, secondo l’Indice di Segretezza Finanziaria. Non è un grande attore globale, ma se si guardano le persone che il suo programma ha attratto, si capisce perché l’Ue si sia recentemente mossa per eliminare l’accesso senza visto ai cittadini di Vanuatu. I proprietari o gli agenti immobiliari pubblicizzavano apertamente gli immobili, magari mai abitati e venduti con i clienti con passaporto come inquilini fantasma. La maschera è caduta completamente e nessuno finge più che si trattasse di qualcosa di diverso dalla vendita di passaporti. Non si è mai trattato di investimenti Il principio fondamentale è che la cittadinanza non dovrebbe essere venduta. Eppure con un passaporto maltese, avevi un passaporto Ue. Quindi, qualsiasi rischio derivante dalla vendita di un passaporto maltese era un rischio per l’intera Unione Europea. In termini di messa a repentaglio della democrazia e della responsabilità nell’Ue in generale, questo significava ridurre i passaporti a una merce da comprare e vendere. Non è compatibile con l’appartenenza all’U nione perché contraddice il significato di cittadinanza. Il libero mercato Ue non si estende alla cittadinanza. E mentre l’Eu ropa cerca di allontanarsi dai visti d’oro e dai programmi di passaporti in vendita, il presidente Trump ha appena lanciato una Gold card da 5 milioni di dollari per residenza e cittadinanza.
Raffaella Vitulano


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