Ombre cinesi

  di Raffaella Vitulano
 
Giù, giù, sempre più giù, a sfiorare il junk, il livello di titoli "spazzatura" che Moody's tiene pronto nel cassetto. Nella crisi economica più buia, di cantiere aperto nel nostro Paese sembra restare solo quello delle riforme istituzionali, i cui lucchetti sembrano davvero lontani. Come noi, Irlanda e Ungheria giocano la carta dei cambiamenti istituzionali per reagire alla crisi. Ma i risultati potrebbero essere insufficienti. L'allarme arriva da Tony Barber sul Financial Times, la cui opinione viene sorretta da un ragionamento di buon senso: nulla da obiettare per l'operato di Enda Kenny ed Enrico Letta; tentativo lodevole, ma quella che deve cambiare davvero è la cultura politica. In altri termini, in Italia si dovrebbe varare un sistema di partiti politici riformati che smetta di mandare ciclicamente in parlamento centinaia di rappresentanti di interessi costituiti, "privilegiati sabotatori" lontanissimi dagli elettori che li hanno scelti e "incredibilmente abili nel togliere la sostanza stessa della liberalizzazione dalle leggi che sono state studiate per portare avanti la riforma economica e migliorare la competitività". Anche Bruxelles ci guarda, ci biasima, e prova dal canto suo - più o meno maldestramente, lo sapremo solo tra qualche mese - ad arginare intanto il sistema bancario "ombra" (shadow banking) per evitare che gli sforzi economici vengano bruciati dalla finanza creativa. La Commissione europea ha approvato ieri un pacchetto di proposte di nuove regole sul sistema finanziario parallelo: "Nessun mercato, nessun prodotto e nessun attore scapperà a regole e vigilanza efficaci", sostiene trionfalmente il commissario europeo al mercato interno, Michel Barnier. Quelli più usati e codificati sono gestiti dalle 67 trust companies della Cina che, lontano da una legislazione cogente, concedono prestiti senza poter raccogliere il risparmio. Riusciremo davvero a monitorarli? Suvvia, lo shadow banking è umbratile, chiaroscurale, impreciso per sua natura nei contorni e nella prassi. Comunemente lo shadow banking è la combinazione di strumenti finanziari, meccanismi articolati di intermediazione di credito che si svolgono al di fuori dei normali canali bancari. Ma ciò non significa che le banche non siano coinvolte nelle operazioni. Anzi. Secondo le stime del Financial Stability Board, a livello globale il sistema bancario ombra vale l'astronomica cifra di 51.000 miliardi di dollari, ovvero il 25-30% di tutto il sistema finanziario, e circa la metà del valore degli attivi di tutto il sistema bancario. Uscire dalla crisi e dal pantano dei derivati non sarà semplice come bere un bicchiere di Baijiu, il iquore di riso che piace tanto agli investitori locali. 

r.vitulano@cisl.it
 
(5 settembre 2013)

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