Il lockdown di Shanghai prova di forza del Partito


di Raffaella Vitulano


Per gli oltre 25 milioni di residenti di Shanghai, che hanno la reputazione di essere disinteressati alla politica, la questione urgente ora è superare questo periodo, cercando di recuperare la propria libertà. Rinchiusi un lockdown inspiegabile, faticano a comprendere quanto stia accadendo, dato che il numero dei contagi da Covid-19 non sembrerebbe così alto. Giorni fa un signore cinese, Mr. Yu, ha posto una domanda a Zhang, il segretario del partito locale: “È davvero così grave la situazione nel nostro paese?”. “Non so davvero come Shanghai sia finita così. Mi dispiace, signor Yu... Arrivederci”, ha detto Zhang, sospirando e chiudendo la chiamata. Una registrazione del loro scambio telefonico è diventata presto virale su We-Chat, prima che la censura la raggiungesse e la rimuovesse. Qualche giorno dopo, i media statali hanno detto che Yu era stato ricoverato in ospedale. Al momento non se ne hanno notizie. Ma cosa sta accadendo in Cina? E perché proprio a Shanghai? La situazione è drammatica. Milioni di personelanguono nei loro appartamenti, fissando frigoriferi ormai vuoti, incapaci di mettere piede fuori per cercare cibo per paura di essere arrestati e incarcerati. Gli stranieri sono nella stessa situazione. “Il costo del lockdown di Shanghai sarà ’molto maggiore’ delle vite salvate dal Covid” ha sentenziato a Fox News Steven W. Mosher, autore di “Bully of Asia: Why China's Dream is the New Threat to World Order”.

L’esperto americano ha spiegato che la Cina sta bloccando Shanghai per mostrare l’estensione del potere del governo di Pechino al resto del paese. “Non so quante vite salveranno dal coronavirus a Shanghai, ma vi garantisco che quando finalmente entreranno in alcuni di questi appartamenti dove le persone sono state rinchiuse per tre o quattro settimane, troveranno cadaveri di persone che sono morte di fame, persone che sono morte per ictus e attacchi di cuore” ha aggiunto Mosher. Sintomatici o meno - e nove su 10 non mostrano segni di malattia - gli abitanti di Shanghai vengono trascinati in campi di quarantena frettolosamente eretti. Eppure Shanghai, assieme a Pechino, è la città più vaccinata di tutta la Cina. L’arti colo “The Inside Track” di Reuters, datato 29 Marzo 2022, spiega che quando il lockdown a Shanghai era appena iniziato, la percentuale di casi asintomatici nei precedenti 7 giorni era stata dell’1.6%. Incredibile: con appena l’1.6% dei casi sintomatici, e con sintomi assimilabili a quelli di un normale raffreddore, la Cina ha chiuso Shanghai in un lockdown senza precedenti e il ricovero coatto dei positivi asintomatici. Tutto questo significa che la decisione delle autorità cinesi non ha nulla a che fare con esigenze sanitarie, ma politiche. La scelta puramente politica potrebbe spiegarsi col fatto che Shanghai rappresenta l’hub più concentrato della penetrazione occidentale dei poteri sia finanziari (Blackrock, Morgan Stanley, J.P., Morgan) sia industriali (automotive, informatica, alimentari, farmaceutici) in Cina. Se il progetto di costruire un ecosistema economico-finanziario parallelo e alternativo a quello “americano” deve affermarsi in questo periodo di alleanza con la Russia, la Cina potrebbe volersi svincolarsi dall’abbraccio soffocante con i poteri finanziario- multinazionali occidentali e spostare il baricentro a Hong Kong. Lo confermerebbe la stessa Cnn, quando informa che le restrizioni legate al Covid hanno costretto molte fabbriche a sospendere le attività a Shanghai e Kunshan (sobborgo di Shanghai), minacciando di interrompere le principali catene di approvvigionamento di automobili ed elettronica. Gli stabilimenti Volkswagen e Tesla a Shanghai sono stati chiusi per settimane. Pegatron, un fornitore chiave per Apple (Aapl), ha sospeso la produzione negli stabilimenti di Shanghai e Kunshan fino a nuovo avviso. Lo sviluppo di Hong Kong come primario centro economico cinese avrebbe il vantaggio di essersi liberata del controllo e dei legami con la Gran Bretagna essendo rientrata nel pieno controllo dei cinesi. Lo scopo del regime di Pechino, insomma, mirerebbe proprio ad eliminare la metropoli meridionale e il suo potente motore economico, e a rendere inoperante il suo immenso porto,centro necessario del mercato globale. La chiusura di Shanghai sta causando infatti una notevole congestione nei terminal portuali. Secondo quanto riferito dai media cinesi, la città ha emesso un avviso informando i residenti che la città sarà chiusa almeno fino al primo maggio. “Non ha senso in termini epidemiologici”, ha detto Mosher. “Non eliminerai mai un virus respiratorio altamente infettivo che si diffonde così facilmente. Il resto del mondo se ne è reso conto”. E invece a Shanghai stanno anche uccidendo cani e gatti perché potrebbero essere portatori di coronavirus. Stanno rinchiudendo le persone nelle loro case. Le persone muoiono letteralmente di fame. Come accaduto a Wuhan due anni fa, le persone stanno saltando ancora una volta dai balconi dei grattacieli. I più disperati da avventurarsi fuori alla ricerca di cibo vengono braccati dai “Big White”, membri delle forze di sicurezza che devono il loro soprannome alle tute bianche ignifughe che indossano. Pattugliando le strade giorno e notte, i “Big White” arrestano e imprigionano chiunque sia stato sorpreso a rompere la quarantena, spesso picchiandoli. Quelli inviati ai campi di quarantena di massa per essere risultati positivi al Covid non stanno molto meglio. Queste strutture improvvisate spesso mancano delle necessità di base. Un video dal campo di Nanhui a Shanghai mostra persone che litigano per le limitate scorte di coperte, acqua e cibo. Nessuno, nemmeno i bambini piccoli, è esentato dalla regola della quarantena. Ma il Partito Comunista Cinese non cede e punta al controllo totale. La posta in gioco è il dominio economico globale. Se i Brics dovessero riuscire nel loro progetto di sostituire il Dollaro come moneta di riferimento degli scambi internazionali, per gli Stati Uniti inizierebbe un periodo di declino definitivo e inarrestabile. E il lockdown di oggi diventerebbe un avvertimento agli Americani in vista di un possibile attacco cinese a Taiwan.

Raffaella Vitulano


Quattro pacchi di grissini per una bottiglia di salsa di soia 

Quattro pacchi di grissini italiani per una bottiglia di salsa di soia. Un ritorno al baratto che sa di beffa per Shanghai, considerata la capitale economica della Cina. A raccontare all’Agi l’episodio del baratto e molto altro è Roberto Bernasconi, 56 anni, chef e fondatore del “Porto Matto”, da 18 anni in Cina e sposato con una 54enne cinese. “Fir merei per uscirne davvero dopo le feste del primo maggio” racconta. Lo schema per le uscite si basa sul numero 7: dopo una settimana di tamponi negativi si può uscire di casa passeggiando solo nel cortile; dopo ulteriori 7 giorni, se i tamponi risultano ancora tutti negativi, allora si può uscire nel quartiere. Passata una ulteriore settimana, se si è ancora tutti negativi, si può uscire di più. Ma, basta un solo positivo, per tornare al primo livello. Un gioco dell’oca drammatico. Vietato anche portare a spasso il cane che è costretto a fare i bisogni a casa. Il lockdown inizialmente doveva durare 5 giorni. Il progetto era fare i tamponi a tutti e poi riaprire, spiega Roberto. Ma le cose sono invece andate in maniera diversa.

Ra.Vi.




Cfr: “Leadership messa alle strette Devono puntare sui vaccini” 

Le tensioni tra la linea dura delle autorità e le proteste dei cittadini hanno messo in luce un dilemma per Pechino, secondo la prof.ssa Jane Duckett, esperta di politica e della società di Shanghai all’Uni versità di Glasgow. “La crisi dell'approvvigionamento alimentare a Shanghai è stata una questione chiave che ha sorpreso i residenti di Shanghai. Il problema è che senza una migliore logistica nelle forniture di cibo e altri beni essenziali, c’è pressione per allentare le restrizioni, ma un allentamento probabilmente porterà alla diffusione del virus e scene come quelle di Hong Kong. La protesta e l’insta -bilità sembrano inevitabili in entrambi i casi”. “La leadership cinese è stata messa alle strette”, sostiene Yanzhong Huang, un membro anziano del think tank del Council on Foreign Relations con sede a New York. “Invece di chiedere a tutta la popolazione di rimanere a casa contemporaneamente, Pechino dovrebbe concentrarsi sul persuadere i suoi anziani a ricevere tre dosi di vaccino e mettere prima a loro disposizione le pillole antivirali. Dovrebbero anche approvare immediatamente il vaccino mRNA BioNTech per il lancio a livello nazionale”.

Ra.Vi.

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