In arrivo un Trattato sulle pandemie. L’Oms bypasserà i governi?

 di Raffaella Vitulano


È incredibile quello che si può quasi perdere quando si è distratti da una guerra. Concentrati sull’Ucraina, perdiamo di vista cosa sta accadendo alla galassia Covid. La Fda americana, ad esempio, ha autorizzato Pfizer e Moderna ad una quarta dose per tutti i 50 anni e più, così come una quinta dose per alcuni giovani con sistema immunitario compromesso. Gli esperti sanitari statunitensi, tuttavia, non sono affatto d’accordo sul fatto che sia necessaria una quarta dose di vaccino in questo momento. La questione è controversa, anche perché la Fda e il Cdc hanno preso la decisione senza convocare riunioni dei loro comitati consultivi sui vaccini. Si procede, insomma, scavalcando il dibattito e le verifiche, che del metodo scientifico dovrebbero costituire le basi. Ben aveva detto il 19 novembre 2020 il fondatore del Wef, Klaus Schwab, quando dichiarò che “il Covid è un’opportunità per un reset globale”. In realtà, Schwab stava pedissequamente ripetendo ciò che Jacques Attali aveva detto sul settimanale francese L’Express riassumendo gli obiettivi del World Economic Forum per rimodellare l’umanità: “tecnologie di ipersorveglianza e autosorveglianza”; “scarsi tà di petrolio che spingerà i paesi verso la produzione di centrali nucleari civili”; armi chimiche che “saranno in grado di cercare e uccidere i leader senza essere scoperti; pandemie che potrebbero essere pronte per scatenarsi a volontà; braccia genetiche complesse che potrebbero un giorno essere dirette specificamente contro determinati gruppi etnici” mentre “le armi principali del futuro saranno gli strumenti di propaganda, comunicazione e intimidazione”. Capacità precognitive o accurata e raffinatissima pianificazione? Ad anni di distanza la risposta sembra anche banale. Pensiamo a loro, ad esempio: si definiscono Architetti del cambiamento. La Cepi (pronunciato 'seppy') è un’asso ciazione norvegese che mira ad accelerare lo sviluppo di vaccini contro le malattie infettive emergenti e consentire l’accesso a questi vaccini per le persone durante le epidemie. Cepi è una partnership globale innovativa tra organizzazioni pubbliche, private, filantropiche e della società civile il cui Leadership Team lavora nei tre uffici di Oslo, Londra e Washington DC. Cepi è stata fondata a Davos dai governi di Norvegia e India, dalla Bill & Melinda Gates Foundation, da Wellcome e dal World Economic Forum. Ad oggi, Cepi ha ottenuto il sostegno finanziario di Australia, Austria, Belgio, Bill & Melinda Gates Foundation, Canada, Danimarca, Commissione Europea, Etiopia, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Indonesia, Italia, Giappone, Kuwait, Lituania, Lussemburgo, Malesia, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Romania, Arabia Saudita, Serbia, Singapore, Svizzera, Repubblica di Corea, Regno Unito, Usaid e Wellcome. Fornire un vaccino in 100 giorni contro la prossima malattia X è il suo obiettivo. La missione dei 100 giorni - che ha già un proprio sito Web e un hashtag di tendenza (#100DaysMission) - è, in pratica, esattamente quello che sembra. Creare vaccini senza sapere quale sarà la futura “malattia X” è davvero surreale. Vi rendete conto?

Marzo è stato un mese davvero attivo. Mentre leggevamo ogni giorno i titolisull’Ucraina l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è intanto riunita perdiscutere una legislazione globale che autorizzerà l’Oms a combattere le“futu re pandemie”. La prima consultazione si è tenuta il 1 marzo. Il 3 marzo, l’Ue ha approvato una mozione che la autorizza a negoziare tale “Trattatopandemico”, che nessuno sa esattamente cosa comporterà. La sua seconda riunione avverrà entro il 1° agosto 2022. Presenterà quindi una relazione sullo stato di avanzamento alla 76a Assemblea mondiale della sanità nel 2023 con l’obiettivo di adottare lo strumento entro il 2024. Ricordiamo che l’Oms è finanziata all’80% da donazioni, la maggior parte delle quali da fondazioni private e naturalmente dall’industria farmaceutica. Non c’è controllo democratico. Chi paga crea. Il trattato pandemico ha lo scopo di trasferire il controllo degli Stati in caso di emergenza sanitaria interamente all’Oms, che può determinare le regole, bypassando i sistemi costituzionali e giuridici nazionali. I negoziati sul trattato proposto sono appena stati avviati. La prima domanda è la forma che dovrebbe assumere: una convenzione, uno strumento giuridicamente vincolante o qualcos’altro. Tra le questioni più controverse ci saranno i poteri di ispezione: alcuni chiedono che il nuovo trattato contenga poteri come quelli delle armi chimiche o degli ispettori degli incidenti nucleari, che sono in grado di aggirare la burocrazia per raggiungere rapidamente i luoghi dell’epidemia. Quasi sicuramente il trattato comporterà una sorta di passaporto vaccinale internazionale, probabilmente sulla base delle Smart Health Cards attualmente in circolazione in tutti gli Stati Uniti. Un trattato pandemico potrebbe inoltre ripartire i diritti di proprietà intellettuale (Pi) in base al rapporto tra investimenti pubblici e privati nello sviluppo di vaccini. I tre o quattro principali vaccini contro il coronavirus hanno preso tutti una strada diversa verso il mercato, ma una cosa che hanno in comune, secondo lo specialista in diritto della proprietà intellettuale Luke McDonagh della London School of Economics: il pubblico ha sopportato la maggior parte del rischio e le aziende farmaceutiche hanno mantenuto la maggior parte della Pi. La maggior parte della Pi dovrebbe invece rimanere di dominio pubblico, dice, riflettendo sull’in vestimento dei contribuenti. Tuttavia, i dettagli rimarranno un mistero fino a quando la proposta finale non verrà pubblicata entro la fine dell’anno. Secondo “Epochtimes” del 5 marzo 2022, sia l’Ue che attori privati come la Fondazione Rockefeller e Bill Gates sembrerebbero essere gli ispiratori del progetto. La base dell’accordo è l’articolo 19 dello statuto dell’Oms, che afferma che l’As semblea Generale dell’Oms può adottare accordi vincolanti per tutti gli stati membri con una maggioranza di due terzi. Gli stati nazionali non potranno più decidere sovranamente quali misure di controllo della pandemia vogliono introdurre. L’abolizione dello stato nazionale significherà la perdita dei diritti fondamentali e civili. Il politologo Ralf Dahrendorf ci aveva messo in guardia molti anni fa: “Chi abbandona lo Stato-nazione perde così l’unica garanzia effettiva dei suoi diritti fondamentali fino ad oggi. Chi oggi considera lo Stato-nazione inutile, dichiara così - per quanto involontariamente - i diritti civili inutili”.

Raffaella Vitulano





  Pelle come linea dati.

Il transumanesimo è servito 

Il fondatore di Microsoft, rimproverano gli oppositori di Gates, non rispetta i confini e invade costantemente e in modo aggressivo i territori stranieri, con l’unico scopo di conquistarvi il dominio del mercato. Ora i critici Microsoft stanno ottenendo nuove munizioni. Perché il gigante del software detiene un brevetto negli Stati Uniti che gli conferisce persino la sovranità sul corpo umano. Il brevetto statunitense 6754472B1 concede a Microsoft il diritto di utilizzare la skin (pelle) come linea dati per le tecnologie che forniscono energia e dati ai dispositivi connessi alle persone. Il corpo diventa il mezzo chiave, parte integrante di una rete di computer, per così dire. Microsoft ha depositato questo brevetto quattro anni fa. Ora l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti ha dato la sua benedizione, anche se molte aziende e ricercatori come Ibm o il Fraunhofer Institute tedesco hanno già sperimentato in questa direzione per anni. Una singola batteria, collegata all’uomo con elettrodi, potrebbe alimentare gli utensili e, secondo le visioni di Microsoft, forse anche utilizzare il movimento umano per ricaricarsi costantemente.

Ra.Vi.



L’Alto rappresentante Borrell: “Occorre abbandonare l’unanimità” 

Nuovi equilibri europei - alla luce della guerra tra Russia e Ucraina - che cambiano e delineano una nuova Europa nella quale variano i modelli geopolitici di riferimento. Per Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, “la crisi in Ucraina è un cambiamento tettonico della realtà geopolitica. Ma stiamo affrontando questo mondo nuovo con un trattato vecchio, non c’è dubbio”. La soluzione potrebbe essere quella di abbandonare l’unanimità necessaria per assumere decisioni? Secondo Borrell, sì: “Ma per andare oltre l’unanimi tà serve l’unanimità stessa, poi un processo di ratifica nei Paesi membri, lungo e a rischio di bocciatura”. Se ne è parlato anche nella conferenza sul futuro dell’Europa, le cui proposte preliminari sono state discusse in Plenaria da tutti i partecipanti, dai deputati ai cittadini, passando per i rappresentanti degli altri organi dell'Unione europea. A fine aprile è fissato un altro appuntamento. Infine il 9 maggio terminerà ufficialmente la Conferenza sul futuro dell’Europa, quando il comitato esecutivo consegnerà un documento ai presidenti delle istituzioni europee, presentando le proposte finali.

Ra.Vi.

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