Dei vaccini e delle pene. Inchiesta del Nyt sui danneggiati

 

Esistono cinque categorie di bugie; la bugia semplice, le previsioni del tempo, la statistica, la bugia diplomatica, e il comunicato ufficiale. La citazione di George Bernard Shaw calza perfettamente alla vicenda Covid (e in parte ormai alla propaganda delle guerre in corso), dominata da faziosità senza limiti prive di razionalità esegetiche. “La portata di questa epidemia come evento traumatico è quasi al di là di ogni comprensione”, aveva detto alla Cnbc nel 2020 Yuval Neria, professore di psicologia alla Columbia University. Nello stesso anno, i ricercatori descrissero la pandemia su Nature Human Behavior come parte di una cascata dei traumi collettivi, di cui oggi non siamo ancora consapevoli. Dimenticare, accantonare, rimuovere, non serve ad uscire dal trauma. Anche perché notizie come il ritiro del vaccino di Astrazeneca rievoca i timori dei ricercatori di Harvard e del Mit (Massachusetts Institute of Technology) che individuarono la presenza persistente ad alti livelli della proteina Spike libera nel plasma che risultò essere all’o rigine delle miocarditi in seguito alla vaccinazione anti Covid-19 con i vaccini a Rna messaggero (mRna). In pratica, la spike da vaccino spesso resta nel nostro organismo. E a volte è stata trovata anche in soggetti non vaccinati, dato che le proteine viaggiano anche tramite esosomi. Nei primi mesi di vaccini il governo giapponese ricevette un report da Pfizer sulla farmacocinetica del vaccino Comirnaty che indicava come la proteina spike, seppur nella maggior parte dei casi restasse nella sede dell’iniezione, in altri potesse depositarsi nelle ghiandole surrenali, nel fegato, nelle ovaie, nella milza e in altri organi, annidandosi nei tessuti con reazioni che andrebbero studiate a fondo. L’Orga nismo Intergovernativo di Negoziazione dell’Oms è impegnato in una sessione d’emergenza a Ginevra, convocata per approvare il Trattato Pandemico delle Nazioni Unite, prima dell’Assemblea Mondiale della Sanità del 27 maggio prossimo; decisioni importanti che potrebbero spostare in modo definitivo gli equilibri di potere in materia di sanità, modificando direttive di carattere consultivo a direttive obbligatorie. Ma le divergenze sono molte e le posizioni distanti. Negli Usa - dove il dibattito sul tema non è sterile come in Europa - la commissione della Camera ha pubblicato di recente il documento “The censorship-industrial complex: how top Biden White house officials coerced big tech to censor americans, true information, and critics of the Biden administration”, promosso dal rappresentante repubblicano Jim Jordan: Facebook, Twitter, YouTube e Amazon avrebbero subito pressioni dal team marketing di Biden in materia di vaccini e Big Pharma affinché sopprimessero informazioni incompatibili con la narrativa ufficiale. E qualche giorno dopo persino il New York Times ha pubblicato l’in chiesta “Thousands Believe Covid Vaccines Harmed Them. Is Anyone Listening?” (Migliaia di persone credono che i vaccini contro il Covid li abbiano danneggiati. Qualcuno li sta ascoltando?). “Si stima scrive il Nyt - che i vaccini anti-Covid, trionfo della scienza e della salute pubblica, abbiano evitato milioni di ricoveri e decessi. Eppure anche i migliori vaccini producono effetti collaterali rari ma gravi. E i vaccini anti-Covid sono stati somministrati a più di 270 milioni di persone negli Stati Uniti, in quasi 677 milioni di dosi”. Ricordiamo che il tema accende anche la campagna elettorale in vista di novembre. In una recente intervista, la dottoressa Janet Woodcock, leader di lunga data della Food and Drug Administration, andata in pensione a febbraio, ha ammesso che alcuni pazienti avrebbero sperimentato reazioni insolite ma “serie”, di quelle che “ti cambiano la vita” oltre a quelle descritte da agenzie federali. “Credo che laloro sofferenza dovrebbe essere riconosciuta, penso che abbiano problemireali e che dovrebbero essere presi sul serio. Sono delusa da me stessa”.Molti hanno sviluppato la paralisi di Bell una forma di paralisi facciale - e una drammatica eruzione cutanea. Altri hanno descritto in mesi ed anni successivi alla vaccinazione una varietà di effetti, alcuni neurologici, altri autoimmuni, altri cardiovascolari. Gli sforzi di sorveglianza nazionale includono il Vaccine Adverse Event Reporting System (Vaers). È il database più grande, ma anche il meno affidabile: le segnalazioni di effetti collaterali possono essere inviate da chiunque e non sono controllate, quindi potrebbero essere soggette a pregiudizi o manipolazioni. L’Agenziaeuropea per i medicinali ha collegato i vaccini Pfizer e Moderna a paralisi

facciali, sensazioni di formicolio e intorpidimento. L’Ema considera l’acufene come un effetto collaterale del vaccino Johnson & Johnson, sebbene le agenzie sanitarie americane non lo facciano. “Tra le centinaia di milioni di americani immunizzati per il Covid, alcuni avrebbero avuto infarti o ictus. Alcune donne avrebbero abortito. Come distinguere - si schiede il Nyt - quelle causate dal vaccino da quelle che sono coincidenze? L’unico modo per risolvere la questione è un’intensa ricerca”. Ma il National Institutes of Health non sta conducendo praticamente nessuno studio sulla sicurezza del vaccino Covid, osservano diversi esperti. AstraZeneca ha intanto annunciato di aver smesso di produrre il suo vaccino covid e di volerlo ritirare dal mercato Ue a causa del calo di domanda, dopo aver tuttavia ammesso in tribunale che il loro prodotto può causare gravi effetti collaterali sulla coagulazione del sangue. Niente di nuovo, dicono in molti. Se non fosse che Peter Daszak, direttore di EcoHealth, ha intanto testimoniato al Congresso ammettendo di aver effettivamente svolto una ricerca sul guadagno di funzione del covid in un laboratorio di Wuhan, di cui il Nih non solo era a conoscenza ma che stava aiutando a finanziare, e che combinava virus animali per renderli più mortali e trasmissibili. Il guadagno di funzione su un virus è pericolosissimo e se scappa sono guai. Perfino i vaccini possono fare poco. La storia poi diventa ancora più oscura leggendo che il Nih deteneva brevetti congiuntamente con EcoHealth per un coronavirus Sars creato in un laboratorio prima del 19/04/2002; il brevetto 7279327 depositato dall’Unc, Chapel Hill, il 19-4-02 e concesso il 9-10-2007, intitolato Metodi per produrre coronavirus ricombinante (guadagno di funzione). Un rischio su tutti: che il covid-19 potesse trasformarsi in un’arma biologica. Magari addirittura contro il cervello, come sostiene il dottor Michael Nehls, medico tedesco autore di un libro in uscita, “The Indoctrinated Brain: How to Successfully Fend Off the Global Attack on Your Mental Freedom”.

Nehls, specializzato in genetica molecolare ed esperto di Alzheimer, ritiene che la proteina spike è da sola in grado di fare qualcosa che chiamiamo neuroinfiammazione, una specie di tempesta di citochine nel cervello che rende incapaci, fisicamente, di pensare, approfondire, meditare. Nehls precisa che le spike colpevoli non sono solo quelle provocate dal virus di Wuhan, ma anche quelle contenute nei vaccini covid. Come non bastasse, nonostante le autorità di regolamentazione della medicina lo avessero ripetutamente negato, sono emerse prove recenti che confermano la presenza di ossido di grafene, sostanza altamente tossica e conduttiva, nel vaccino Pfizer. E la conferma è arrivata dalla stessa Food and Drug Administration (Fda) statunitense, costretta a pubblicare i documenti riservati Pfizer per ordine della Corte Federale negli Usa. Il documento salvato come 125742_S1_M4_4.2.1 vr vtr 10741.pdf, confermerebbe a pag. 7 l’uso dell’ossido di grafene nel processo di produzione del vaccino Pfizer Covid-19 come base per le nanoparticelle lipidiche, nonostante questo possa causare infiammazioni e danni ai polmoni se inalato ed è in grado di attraversare la barriera emato-encefalica, causando problemi neurologici e trombosi con trombocitopenia. Dall’Event 201 sappiamo che la pandemia era evitabile. Qualcuno ha mentito in questi anni, o comunque sottovalutato colpevolmente. Nel corso del tempo, perfino le prove che la teoria dell’origine della fuga di dati dal laboratorio fosse almeno plausibile hanno iniziato a trapelare, sul New York Times, sul Washington Post, su Politico e Axios. Poi una lettera di eminenti scienziati che chiedevano ulteriori indagini sulle origini del Covid ha infranto gran parte dello scetticismo persistente. Nel febbraio 2023, il Dipartimento dell’Ener gia di Biden ha annunciato di aver concluso che una perdita da un laboratorio, secondo le parole del New York Times, “molto probabilmente” ha causato lo scoppio del Covid-19. Altro che pangolini.

Per Ziyad Al-Aly, epidemiologo clinico alla Washington University di St. Louis, le prove dei danni indotti dal virus stesso Covid-19 (e non solo dai vaccini) stanno diventando al tempo stesso più solide e più cupe. Studi più completi stanno scoprendo che può portare a un esordio precoce della demenza e alla riduzione in genere di 3 punti del quoziente intellettivo. Sir Geoffrey John Mulgan, professore di intelligenza collettiva, politiche pubbliche e innovazione sociale presso l'University College di Londra, mette la politica sul banco degli imputati: gli scienziati biomedici e in particolare quelli che si occupano di biomedicina semplicemente non sono così disinteressati come lo erano quarant’anni fa, ai tempi dell’Hiv. Hanno politici alle spalle, quelli che approvano i progetti di legge, quando invece “abbiamo bisogno di una scienza che sia premurosa, compassionevole, che curi e guarisca, una scienza che ristabilisca l’equilibrio anziché solo romperlo” nella società. Forse questa è la missione morale del nostro tempo: ristabilire equilibrio in una società ormai impazzita.

Raffaella Vitulano




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