La storia si ripete. Tensioni globali e cartelli del petrolio e dei farmaci

 di Raffaella Vitulano

Il rifiuto dell’Ucraina dell’idea di entrare a far parte della Nato sarebbe un passo verso la stabilizzazione della situazione, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. E ruota tutta su questo punto la chance di evitare un conflitto tra Usa e Russia. Chance di trovare un accordo con l’Occidente su cui spingono il ministro degli Esteri russo e il presidente Putin, il quale ribadisce che Mosca ha intanto il diritto di spostare truppe all’in terno del proprio territorio senza dover necessariamente far pensare a presumibili invasioni. Della stessa opinione L’am basciatore ucraino in Gran Bretagna, Vadym Prystaiko, che conferma che Kiev “potrebbe essere d’accordo” a non aderire alla Nato se ciò aiuterà a scongiurare una guerra con la Russia. Precisazioni ulteriori giungono inoltre dal consigliere dell’Ambasciata russa a Parigi, che ha dichiarato che la Russia “non inizierà mai per prima il conflitto con l’Ucraina, non è la nostra scelta, non abbiamo intenzione di aggredire, noi siamo gli ultimi ad essere interessati ad un conflitto, nel quale può essere coinvolta laRussia”. Ma allora da dove arrivano le notizie di estreme tensioni e di volontà belligeranti?Nonostante le assicurazioni della Russia, l’informazione falsa sull’invasione russa si allarga in tutto il mondo. E’ una fake war tutta a stelle e strisce, insomma, per isolare la Russia senza rendersi conto che i tentativi isolazionistici la spingono invece sempre di più verso l’al tro giurato nemico statunitense, ovvero verso la Cina. Il momento è comunque surreale quantopericoloso. Ancor di più se collocato nel periodo di Carnevale, che nell’immagina rio collettivo è spesso collegato ai fasti e alle trasgressioni delXVII e XVIII secolo. Sebbene l’etimologia, il latino “carnem levare” ossia “privarsi della carne”, sia di derivazione cristiana, le radici della tradizione carnevalesca rimandano ad un tempo ancora più remoto, in cui si celebrava il passaggio dall’inverno alla primavera. Il periodo dell’anno in cui era permesso sovvertire il rigido ordine sociale, così come indicato già dai culti dionisiaci in Antica Grecia e dai Saturnalia in epoca romana. E’ un momento di sovvertimento, e questo si avverte nelle tensioni tra Great Reset e Quantum Financial System, ad esempio. Nelle tensioni tra Washington e Mosca. E in molti altri attriti a livello nazionale. Ma il Carnevale non offre esattamente l’idea di divertimento, quanto di escatologia. Soprattutto quando ci si trova sull’orlo del burrone bellico e si guarda in retrospettiva storica. Esattamente come le loro controparti nelle industrie del petrolio e del gas, fino a tre, quattro anni fa i modelli commerciali delle aziende farmaceutiche erano sull’ orlo del baratro. Oggi, dopo la pandemia, sono in ripresa. Questa è una possibilità che rende la crisi in Ucraina ancora più pericolosa, in quanto la storia ci mostra che le compagnie petrolifere e farmaceutiche hanno avuto in passato stretti legami con le guerre mondiali. I documenti ufficiali del processo di Norimberga del 1947-1948 contro il famigerato cartello aziendale IG Farben (composto dalle compagnie tedescheBayer, Basf, Hoechst e altre, la cui ambizioneera quella di ottenere il controllo dei mercatiglobali del petrolio e dei farmaci) e le VereinigteStahlwerke (acciaio) spiegano che le compagniepetrolifere e farmaceutiche accesero la miccia economica della seconda guerra mondiale. La Bayer, per esempio, deteneva il brevetto per l’iprite e altri agenti chimici usati in quella guerra. Colossi industriali tedeschi con finanzieri americani nei consigli di amministrazione. Non sarebbe quindi una coincidenza che le voci più forti nella spinta verso la guerra in Ucraina (ma ricordiamo anche le tensioni in Siria e in Corea) vengano da Germania e Francia, con il sostegno di Stati Uniti e Regno Unito. Insieme, questi sono quattro dei più ricchi e potenti paesi esportatori di farmaci. Come ogni altra cosa, quindi, prevenire la guerra oggi significa evitare che la storia si ripeta. Sono soprattutto lemultinazionali statunitensi a chiedere di alzare la tensione, ma all’Europa spetta però un altro compito: quello di impedire la guerra, dato che a pagarne le conseguenze saremmo proprio noi europei in mezzo. E’ questo il motivo che ci dovrebbe spingere a gettare acqua fredda sugli isterismi di Washington, una psicosi che tra l’altro sta spingendo l’Ucraina alla bancarotta totale. E’ un tale isterismo che ha spinto l’agenzia Bloomberg addirittura ad un falso lancio che una settimana fa annunciava l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Edward Snowden, che vive in Russia, deplora la campagna guerrafondaia dei media occidentali e ha scritto su Twitter: “There is nothing more grotesque than a media pushing for war”. Non c’è nulla di più grottesco quando i media spingono alla guerra. Un’eventuale dichiarazione di guerra degli Usa coinvolgerebbe inevitabilmente tutti i paesi Nato, i cui vertici si sono riuniti nelle scorse ore. Ne vale davvero la pena?

Raffaella Vitulano





La vulnerabilità americana e gli interessi dell’Europa 

Le vulnerabilità interne agli Stati Uniti stanno giocando col fuoco: polarizzazione sociale ai massimi livelli, inflazione al 7,5%, un livello che non vedevamo dal 1982. Una campagna di fake news punta ad ottenere gli stessi effetti di una guerra senza combatterla direttamente, un po’ come le sanzioni. Non è un caso che da settimane il governo ucraino implora i media di non esagerare sull’ipotesi di invasione russa. Mosca è forte, Pechino pure, e l’Europa sarebbe rasa al suolo. Ed è inutile che la Nato valuti l’ipotesi della costruzione di un gasdotto che dalla Spagna trasporti gas in Europa dall’Algeria al fine di ridurre la dipendenza del vecchio continente dal gas russo mentre gli Usa chiedono alla Germania di mettere la parola fine alla costruzione del gasdotto Nord stream 2. L’Ucraina è solamente un pretesto che gli Stati Uniti usano per attaccare la Russia. Impedire che il gas russo arrivi in Europa sostituendolo con il gas liquefatto proveniente dagli Stati Uniti - trasportato in enormi navi - significa solo mettere in difficoltà le imprese europee e le famiglie.

Ra.Vi.



Wall Street Trilogy I retroscena del supercapitalismo 

Si chiama Wall Street Trilogy e il suo autoreAntony Sutton descrive i retroscena del “socialismo sovietico”, del “so cialismo collettivo” e del ” socialismo del New Deal”, finanziati da uno stesso cartello di capitalisti. Il saggio di Sutton descrive in tre fasi la capacità di controllo degli eventi mondiali da parte dei finanzieri di Wall Street, dei banchieri internazionali e delle corporazioni all’inizio del XX secolo. Fino al 1944 gli stabilimenti dell’Aeg e delle altre industrie collegate con le multinazionali americane ne furono misteriosamente risparmiati. Anche la società Escher-Wyss di Eugen Schwab, padre di Klaus Schwab, fu particolarmente protetta. L’ovvia conseguenza fu un continuo incrementodella produzione elettrica tedesca. Ma il capitolopiù interessante del volume di Sutton è forsequello dedicato a un misterioso volumetto su Le fonti finanziarie del nazional-socialismo apparso in Olanda nel 1933 e poi improvvisamentescomparso dalla circolazione. Il libro, che si presenta come una sorta di diario di un esponente di Wall Street deluso dagli intrighi del mondo super capitalista, è diviso in tre capitoli, rispettivamente intitolati 1929, 1931 e 1933.

Ra.Vi.

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