Pandemie. La programmazione predittiva e quelle strane coincidenze

 di Raffaella Vitulano

Togliamoci l'elmetto e rimettiamoci la mascherina. Così, in un crescendo senza fine. Nella routine in cui guerre e pandemie ci suonano assurdamente familiari quanto raccapriccianti. Come se la Storia volesse concentrare in pochi mesi, in pochissimi anni, tutti i suoi peggiori incubi. Metterci alla prova, resistere allo sfinimento di una quotidianità priva di progettualità, perché non si sa mai cos’altro può accaderci, a parte un’invasione di cavallette o la peste suina. L’agenda ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ci va giù duro e prevede dieci anni di pandemie in corso, dal 2020 al 2030. La virologa olandese Marion Koopmans si concentra non solo sulle malattie infettive, ma anche su come queste si intersecano con il cambiamento climatico che causa l’innalzamento del livello del mare, eventi meteorologici estremi e complessi effetti ecologici e sociali, “il tutto per prepararsi a futuri focolai di malattie e minacce per la salute”. Sempre ottime notizie. Eppure la programmazione predittiva - ovvero il processo di informazione della popolazione sugli eventi che si verificheranno presto - è stata sempre ben presente tra noi negli ultimi anni se non decenni. Bricioline come quelle di Pollicino per capire dove saremmo arrivati, ma non ci abbiamo fatto caso. Eravamo troppo distratti dalla vita per pensare alla morte.

Documenti preveggenti

Di tenore piuttosto serio era il documento della Fondazione Rockefeller dal titolo “Scena rios for the Future of Technology and International Development” del 2010, che nel capitolo chiamato 'LockStep' raccontava di una pandemia globale come se fosse accaduta in passato, ma chiaramente intesa come test per il futuro. Nel documento si parla di “un mondo con un controllo governativo più serrato verso il basso e una leadership più autoritaria, con innovazione limitata e una crescente pressione sui cittadini”. Nello scenario durante la pandemia simulata, “i leader nazionali di tutto il mondo hanno manifestato la loro autorità e imposto regole e restrizioni ermetiche, dall’u so obbligatorio di mascherine ai controlli della temperatura corporea agli ingressi degli spazi comuni come stazioni ferroviarie e supermercati. Anche dopo che la pandemia è svanita, questo controllo e supervisione più autoritari dei cittadini e delle loro attività sono rimasti bloccati e persino intensificati”. Già 12 anni fa la Fondazione Rockefeller scriveva che durante la pandemia “nei paesi sviluppati questa maggiore supervisione ha assunto molte forme: Id biometrici per tutti i cittadini, ad esempio, e una regolamentazione più rigorosa delle industrie chiave la cui stabilità era considerata vitale per gli interessi nazionali”. Suggestivo, no? Nel 2015 l’avvocato Richard Rothschild ha inventato un “Metodo per il test per Covid- 19” che consiste nell’inviare le nostre informazioni sanitarie personali ad un cloud controllato da Big Tech. I dati della World Integrated Trade Solution (Wits) mostrano che nel 2017 e nel 2018 centinaia di milioni di kit di test Covid-19 sono stati distribuiti in tutto il mondo (Italia compresa), molto prima che la malattia apparisse in Cina. Sempre nel 2017 Anthony Fauci garantì che durante il primo mandato del presidente Trump si sarebbe sicuramente verificato un focolaio a sorpresa di una malattia infettiva. Nel 2018, Bill Gates annunciò pubblicamente che una pandemia globale avrebbe potuto spazzare via 30 milioni di persone stesse per colpirci. Nel settembre del 2019 tre mesi prima dell’arrivo del Covid-19, la Fda, la Food and Drug Administration americana che autorizza i farmaci, approvò un vaccino contro il vaiolo e il vaiolo delle scimmie Di fonte a questa programmazione predittiva il video Gaia di Casaleggio, che tanto ci sembrò distopico, sembra oggi aria fresca. E veniamo al vaiolo delle scimmie, su cui l’opinione pubblica si sta già dividendo tra ansiosi e indifferenti. Anche qui troviamo in rete che l’I talia ha autorizzato il 25 marzo 2022 (ben prima dell’allarme di questi giorni) il primo farmaco attivo per il vaiolo delle scimmie e l’autorizzazione è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 12 aprile. Un tempismo che ha davvero dell’incredibile. La previsione di Bill Gates dello scorso 6 novembre 2021 secondo cui il mondo avrebbe dovuto affrontare un’inaspettata epidemia di vaiolo si sta realizzando. Lui parlò anche di possibili attacchi terroristici al vaiolo: “Qual cosa di tragico come un incidente con armi nucleari non arriverebbe a quel livello”. Bill va al sodo: “Ci vorrà probabilmente circa un miliardo all’an no per una task force per le pandemie a livello di Oms (di cui la sua Fondazione detiene cospicue quote)”.

L’indovino del software

L’indovino del software è in grado di prevedere il futuro dalle viscere degli animali. Non c’è altra spiegazione. O forse sì? Il Brownstone Institute ricorda che un anno fa una conferenza internazionale sulla biosicurezza tenutasi a Monaco di Baviera aveva simulato una ‘pandemia globale da un ceppo insolito di vaiolo delle scimmie’, che nella simulazione sarebbe iniziata a diffondersi a metà maggio 2022. Vi dice nulla? La Nuclear Threat Initiative (entità privata, al cui vertice ci sono marito e moglie, tale Dustin Moskovitz, cofondatore di Facebook, e Cari Tuna, ex giornalista del Wall Street Journal) aveva previsto tutto: in un’esercitazione sui pericoli di una nuova pandemia, condotta a marzo del 2021, aveva infatti indicato il 15 maggio 2022 come data in cui avrebbe potuto iniziare una nuova pandemia, causata stavolta dal vaiolo delle scimmie (monkeypox). Nel marzo 2021, la Nti, in collaborazione con la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha condotto un’esercitazione simulata sulla riduzione delle minacce biologiche ad alto rischio. La simulazione prevedeva una “pan demia globale nata da un ceppo insolito di vaiolo delle scimmie”, innescata da un attacco terroristico condotto in un Paese immaginario dell’Afri ca (Brinia), nel quale i terroristi usano un “agente patogeno ingegnerizzato in un laboratorio con biosicurezza inadeguata e con poco controllo. La simulazione si conclude con più di tre miliardi casi e 270 milioni di morti a livello globale”. Speriamo che stavolta si sbaglino.

Raffaella Vitulano


E intanto a Ginevra l’Oms discute del nuovo Trattato pandemico 

La 75esima Assemblea dell’Oms in corso a Ginevra “prepara un nuovo scenario pandemico lanciando così il messaggio che il mondo è destinato a un altro fallimento”. Nicoletta Dentico, responsabile del programma di salute globale della 'Society for international development (Sid)', partecipa all’appuntamento tra i 194 Paesi chiamati a discutere su come affrontare future emergenze di sanità pubblica e mettere le basi del nuovo Trattato pandemico che dovrebbe essere pronto nel 2024. “Dico che è già un'ammissione di fallimento - spiega all’Agi - perché la governance internazionale, i governi e le agenzie sanitarie dovrebbero evitare, attraverso la prevenzione e le procedure, che un focolaio diventi un’epidemia, com’è accaduto per il Covid. Invece sembra che questa sia ancora l’unica prospettiva possibile”. Tra le proposte sul tavolo c'è anche quella di aumentare in modo considerevole i poteri dell’Organizzazione, erodendoli ai singoli Stati. Il problema, secondo l’esperta, è che “ci si avvicina a questo Trattato senza spiegare in cosa consista e perché non sarebbe stato meglio modificare il vecchio, il tutto senza passare da nessuna autocritica e col solo approccio di farmaci e vaccini, senza pensare alla prevenzione”.

Ra.Vi.

Virus sfuggiti da un laboratorio L’informazione sempre più assediata 

Gli esperti respingono le teorie dubbie che suggeriscono che il vaiolo delle scimmie potrebbe essere trapelato da un laboratorio in Ucraina o in Cina, dicendo che tali affermazioni sono “senza senso”come scrive Newsweek. L’Istituto di virologia di Wuhan aveva comunque condotto ricerche sui coronavirus prima che coinvolgessero l’umanità. Altri esperimenti hanno riguardato pure il vaiolo delle scimmie, che da tempo è oggetto di attenzione da parte dell’esercito come potenziale arma da guerra. Nel febbraio 2022, lo stesso istituto ha pubblicato uno studio sul riconoscimento del genoma virale mediante il test Pcr da virus del vaiolo delle scimmie appositamente assemblati per questo scopo. Un articolo di ricerca apparso a febbraio su media Usa riporta proprio la creazione di un frammento di un virus del vaiolo delle scimmie al fine di dimostrare un modo per assemblare grandi costrutti di Dna senza errori e consentire il rilevamento mediante test Pcr. Mentre hanno raggiunto questo obiettivo, i ricercatori hanno valutato i problemi di sicurezza che potrebbero sorgere dal loro lavoro e hanno notato che hanno cercato solo di creare un frammento di dimensioni inferiori a un terzo dell’intero genoma. “Questo prodotto di assemblaggio è a prova di errore eliminando virtualmente qualsiasi rischio di recupero in un virus infettivo”, hanno affermato i ricercatori.

Ra.Vi.

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