La finanziarizzazione del Pianeta piace ai predatori del profitto

 di Raffaella Vitulano

Si chiamano Natural Asset Company e rappresentano uno strumento di arricchimento nell’acquistare pezzi di Pianeta per estrarre profitti dall’aria, dall’acqua, dalla biodiversità. Non sembrerebbe nulla di nuovo, dato che la maggior parte delle risorse naturali già oggi è considerata merce e il loro valore è quotato sulle piazze finanziarie. Ma un progetto del sistema bancario di sviluppo multilaterale, la Fondazione Rockefeller e la Borsa di New York hanno recentemente creato una nuova classe di attività che metterà in vendita non solo il mondo naturale, ma i processi alla base di tutta la vita con il pretesto di promuovere la tanto sbandierata sostenibilità. Lo scorso settembre la Borsa di New York (Nyse) aveva annunciato di aver sviluppato una nuova classe di attività e un veicolo di quotazione inteso “a preservare e ripristinare le risorse naturali che alla fine sono alla base della capacità di vita sulla Terra”.

Ora i pezzi del puzzle si vanno via via ricomponendo per nuovi profitti. Identificata una società di risorse naturali, denominata Nac, lo strumento consentirà la formazione di società specializzate “che detengono i diritti sui servizi ecosistemici prodotti su un determinato pezzo di terra, servizi come il sequestro del carbonio o l’acqua pulita”.

I Nac quotati al Nyse

Questi Nac manterranno, gestiranno e faranno crescere i beni naturali che mercificano, con l’o biettivo di massimizzare ovviamente solo gli aspetti di quel bene naturale che sono ritenuti redditizi dall’azienda. Sebbene descritti come “qualsiasi altra entità” al Nyse, i Nac “utilizze ranno i fondi per aiutare a preservare una foresta pluviale o intraprendere altri sforzi di conservazione, come cambiare le pratiche di produzione agricola convenzionale di una fattoria”. E questa non è cosa da poco, che non necessariamente salvaguarderà l’ambiente o la salute dei consumatori dei prodotti. Del resto, gli stessi creatori di Nac ammettono che l’obiettivo finale è estrarre profitti quasi infiniti dai processi naturali che cercano di quantificare e quindi monetizzare. Possedere una società di asset naturali sarà dunque un modo in cui gli investitori abbiano profitti da qualcosa che è intrinsecamente prezioso, ma che proprio per questo fino ad ora era stato escluso dai mercati finanziari. La rapacità non ha ora più nessun limite, incorniciata dai discorsi altisonanti di “sostenibili tà”e “conservazione”che tanto affascinano BlackRock, il cui Ceo Larry Fink, uno dei più spregiudicati e potenti finanzieri del mondo, è ed è stato a lungo un predatore aziendale, non certo un ambientalista. La sua eccitazione per i Nac dovrebbe far riflettere anche i suoi sostenitori più entusiasti. La creazione e il lancio di Nac sono durati due anni e hanno visto il Nyse collaborare con l’Intrinsic Exchange Group (Ieg), in cui lo stesso Nyse detiene una partecipazione di minoranza. I tre investitori di Ieg sono la Banca interamericana di sviluppo, la Fondazione Rockefeller e Aberdare Ventures, una società di venture capital focalizzata principalmente sullo spazio sanitario digitale. In particolare, quest’ultima e la Fondazione Rockefeller sono strettamente legati alle spinte correlate per le valute digitali della banca centrale (Cbdc) e gli Id digitali biometrici, di cui pure molto abbiamo scritto relativamente al Covid- 19. La missione dell’Ieg si concentra su risorse naturali e “sistemi biologici che forniscono aria pulita, acqua, cibo, medicinali, un clima stabile, salute umana e potenziale sociale”. In altre parole, i Nac non solo consentiranno agli ecosistemi di diventare risorse finanziarie, ma anche i diritti ai “servizi ecosistemici” o ai benefici che le persone ricevono dalla natura. Questi includono la produzione alimentare, il turismo, l'acqua pulita, la biodiversità, l’impollinazio ne, il sequestro del carbonio e molto altro. Ieg sta attualmente collaborando con il governo del Costa Rica in un progetto pilota di Nac all’interno di quel paese che“approfondirà l'analisi economica per dare alla natura il suo valore economico, oltre a continuare a mobilitare i flussi finanziari per la conservazione”.

La natura in vendita

Con i Nac, insomma, la Borsa di New York e l’Ieg stanno ora mettendo in vendita la totalità della natura.E' chiaro che i futuri proprietari della natura e dei processi naturali saranno gli unici veri beneficiari di questa operazione finanziaria. Secondo l’Ieg, il primo passo per la creazione di un Nac è l’identificazione di un bene naturale, come una foresta o un lago, che viene poi quantificato utilizzando protocolli specifici. Tali protocolli sono già stati sviluppati da gruppi correlati come la Capitals Coalition, che è partner di molti dei partner di Ieg, nonché - indovinate un po’ del solito World Economic Forum e varie coalizioni di multinazionali. Quindi viene creato un Nac e la struttura dell’azienda decide chi ha i diritti sulla produttività di quel bene naturale, nonché i diritti di decidere come gestire e governare quel bene naturale. Infine, un Nac viene convertito in capitale finanziario lanciando un’offerta pubblica iniziale su una borsa valori, come il Nyse. Quest’ultima fase “gene ra capitale per gestire il bene naturale” e la fluttuazione del suo prezzo in borsa “segnala il valore del suo capitale naturale”.

Tuttavia, il Nac e i suoi dipendenti, amministratori e proprietari non sono necessariamente i proprietari del bene naturale stesso dopo questo passaggio finale. Invece, come osserva Ieg, i potenziali acquirenti del bene naturale rappresentato dal Nac possono includere investitori istituzionali, investitori privati, individui e istituzioni, società, fondi sovrani e banche di sviluppo multilaterali. Pertanto, le società di gestione patrimoniale che essenzialmente possiedono già gran parte del mondo, come Blackrock, potrebbero così diventare proprietarie di processi naturali, risorse naturali e le stesse fondamenta della vita naturale che saranno presto monetizzati. Il sito Web dell’Ieg rileva che l’obietti vo è davvero un profitto infinito dai processi naturali e dagli ecosistemi che in precedenza erano considerati parte dei beni comuni, ovvero le risorse culturali e naturali accessibili a tutti i membri di una società, compresi materiali naturali come aria, acqua e una terra abitabile.

Raffaella Vitulano


Nac, in gioco 4.000 trilioni di dollari e il potere di stabilire il valore della vita 

Il ricercatore e giornalista Cory Morningstar è fortemente in disaccordo con l'approccio adottato da Nyse/Ieg e vede i Nac come un sistema che non farà che esacerbare la predazione aziendale della natura, nonostante le affermazioni contrarie. Il rischio è che Rockefeller e i finanzieri lasceranno che siano i mercati a dettare ciò che in natura ha valore e cosa no. Non spetta del resto alla finanza globale decidere quale valore ha la vita. In effetti, Ieg lo chiarisce quando osserva che “l'opportunità dei Nac non risiede nel loro potenziale di migliorare il benessere ambientale o la sostenibilità, ma nelle dimensioni di questa nuova classe di attività, che chiamano Economia della natura”. Infatti, mentre le classi di attività dell’economia corrente hanno un valore di circa 512 trilioni di dollari, le classi di attività sbloccate dai Nac sono significativamente più grandi a 4.000 trilioni. Pertanto, i Nac aprono un nuovo terreno di alimentazione per le banche e le istituzioni finanziarie predatorie di Wall Street che consentirà loro non solo di dominare l’economia umana, ma l’intero mondo naturale e stabilire chi ha accesso all’acqua pulita, all’aria pulita, alla natura stessa e a quale costo.

Ra.Vi.

L’idea business: trasformare il 30% della Terra in aree protette 

Trasformare il 30% del globo in “aree protette”sarebbe in realtà solo un pretesto atto a favorire il più grande accaparramento globale di terre della storia. Secondo Cory Morningstar, uno degli altri obiettivi della creazione di “Na ture’s Economy” e del suo confezionamento ordinato da Wall Street tramite Nac è quello di far avanzare drasticamente gli enormi sforzi di accaparramento di terre compiuti da Wall Street e dalla classe dei miliardari negli ultimi anni, come quelli da parte delle aziende di Wall Street e dei filantropi (si fa per dire) come Bill Gates, che ne ha fatto incetta durante la crisi del Covid. Il panico sui cambiamenti climatici che da tempo ha preso il posto del panico Covid-19 e le possibili carestie determinate dalla guerra in Ucraina saranno sicuramente utilizzati per commercializzare i Nac e tattiche simili necessarie per salvare il pianeta. E state tranquilli, i Nac non salveranno davvero il pianeta. Piuttosto, questa nuova iniziativa consentirà a molti responsabili delle attuali crisi ambientali di inaugurare una nuova era in cui la loro ingordigia finanziaria troverà lauta soddisfazione.

Ra.Vi.

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