Crollo finanziario entro due anni Il broker: “Certezza matematica”


Il quadro si delinea ormai come un puzzle sbiadito: una settimana dopo l’accor do franco-tedesco su gas e power, si annuncia il blocco del flusso di elettricità francese all’Ita lia. La decisione di Edf frenerà l’industria italiana per carenza di energia. Una vera e propria dichiarazione di guerra, che a livello geostrategico alcuni analisti spiegano col fatto che l’Italia sia legata a doppio filo agli Usa, considerati ora avversari a Parigi, Berlino e nella parte di Londra che rappresenta i cd. Remainers. Si affonderebbe insomma l’Italia per indebolire la presa Usa nella Ue e per deindustrializzare una delle concentrazioni industriali più efficienti dal punto di vista energetico del pianeta. Una strategia franco-tedesca che nei fatti tende ad arginare la propria deindustrializzazione a scapito di quella altrui, che nel Vecchio continente procede a grandi passi. Il 22 agosto scorso il prezzo di mercato in borsa del gas naturale nell’hub del gas tedesco The (Trading Hub Europe) è stato scambiato oltre il 1000% in più rispetto a un anno fa. E questo grazie alle sanzioni e alle chiusure sistematiche delle consegne di gas da gasdotti a lungo termine e a basso costo verso l’Ue, fatto che consente agli speculatori di gas tramite il Ttp olandese di sfruttare ogni singhiozzo o shock energetico nel mondo, sia che si tratti di una siccità record in Cina o del conflitto in Ucraina o delle restrizioni all’e sportazione negli Stati Uniti. Le fabbriche chiudono. Altro che bolla dei tulipani olandesi del Seicento. Altro che solidarietà europea. E' questa la Green Agenda 2030 delle Nazioni Unite, altrimenti nota come Great Reset di Klaus Schwab, mixata con la Distruzione creativa del Gruppo dei 30 auspicata nel documento di draghiana memoria Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid- 19, pubblicato a Washington il 14 dicembre 2020. Le premesse c’erano tutte. Per quasi due decenni la Commissione Ue, appoggiata dalle megabanche come JP MorganChase o dai grandi hedge fund speculativi, ha iniziato a gettare le basi per quella che oggi è una completa deregolamentazione del mercato del gas naturale promossa come liberalizzazione del mercato dall’Unione Europea. A fissare ora i prezzi non sono più i contratti a lungo termine bensì il trading sul mercato libero non regolamentato. Una scossa avviata a partire dal 2010 circa. Per primi Polonia, Olanda e altri Paesi europei hanno iniziato a costruire terminali di importazione di Gnl per riceverlo dall’estero. Come da consiglio di Henry Kissinger durante gli shock petroliferi degli anni ’70, del resto, “control la il petrolio e controlli intere nazioni”. Il mercato nel “petrolio di carta”, futures e negoziazione di derivati di futuri barili di petrolio sopravviveva già dagli anni ’80 con l’attivismo delle banche di Wall Street, guidate da Goldman Sachs. E quando entrano in ballo i derivati e i profitti speculativi, controllati da una manciata di banche giganti a New York e nella City di Londra, sono guai. Ed ecco allora arrivare anche il mercato globalizzato del “gas di carta”.Solo distruggendo il mercato russo del gas in Europa e chiudendo gasdotti stabili e a lungo termine i sostenitori del Green Deal avrebbero potuto creare il controllo sul mercato del Gnl. A dispetto delle guerre economiche e finanziarie (e non solo) tra blocchi, il crollo finanziario globale arriverà così con “certezza matematica” entro 2 anni: lo assicura un ex manager di BlackRock, Edward Dowd, “guru” degli hedge fund ed ex gestore di portafogli azionari per il più grande asset manager del mondo, BlackRock. “Negli ultimi 22 anni, c’è stata un’enorme crescita in quello che viene chiamato debito denominato in dollari. Abbiamo circa 15 trilioni di dollari di debito denominato in dollari. Quando vedi il dollaro salire, è indicativo di una crisi del debito perché il denaro sta diventando poco. Ci sono meno dollari là fuori. Le persone cercano dollari. E il motivo per cui penso che stiamo per crollare a breve è che non abbiamo mai visto un ciclo di inflazione delle materie prime con il dollaro che sale allo stesso tempo”. Dowd ha imparato a conoscere Wall Street: “Di solito c’è un boom creato dalla Federal Reserve che mette soldi nel sistema. Non controllano dove vanno a finire i loro soldi e Wall Street ne approfitta. E di solito finisce con una frode”. Lo scandalo dei primi anni ’90 fu la frode con i titoli garantiti da ipoteca. “C’era una grande azienda di Wall Street che è fallita perché aveva delle operazioni nascoste nel cassetto. I sistemi informatici non erano così robusti, quindi alcuni trader nascondevano le perdite e quell’azien da è andata a gambe all’aria”. I grandi fondi, come Blackstone e Vanguard, non controllano le società di cui sono titolari, ma hanno un’influenza indebita. “Van guard e BlackRock sono agenti. Gestiscono i soldi degli altri. Ma votano su alcune delle proposte del consiglio degli azionisti. Quindi, non prendono il telefono e chiamano ad esempio Bourla alla Pfizer e dicono: ’Fai quello che diciamo’. È un’influenza più morbida”. Alla fine degli anni ’90, la frode aziendale ha preso il sopravvento e abbiamo avuto una correzione del mercato azionario del 50%. La Federal Reserve ha risposto aprendo il rubinetto del denaro: hanno abbassato i tassi di interesse e il denaro si è fatto strada nel mercato immobiliare, che si è trasformato in una bolla insostenibile. Una frode bancaria di natura sistemica e che resiste ancora oggi. “Il collasso finanziario è una certezza matematica. I governi, di fronte al crollo dell’econo mia globale, hanno iniziato a spendere come marinai ubriachi creando la bolla dei titoli di debito sovrano stampando denaro, e questo ha permesso loro di calciare la proverbiale lattina lungo la strada per altri due anni”. Chi salverà quella bolla? Nessuno. “Molti di coloro che sono consapevoli della situazione sono semplicemente sorpresi che il sistema sia già durato così a lungo”.

Raffaella Vitulano


Come funzionerà la limitazione dell’uso dell’energia elettrica? 

Bruxelles dovrebbe cominciare da un abbassamento di tensione elettrica, poi decretare interruzioni notturne, infine diurne. Queste sono le indicazioni di massima raccolte sul web. I privati avranno difficoltà nell’uso degli ascensori, per il riscaldamento invernale, per cucinare, se utilizzano fornelli elettrici; inoltre, chi utilizza treni, autobus o vetture elettriche avrà difficoltà negli spostamenti.

Le imprese energivore, come gli altiforni, dovrebbero chiudere. Alcune infrastrutture dovrebbero diventare impraticabili: per esempio i tunnel oltre una certa lunghezza, che non potranno più essere aerati. Ma, soprattutto, gli impianti elettronici, concepiti per funzionare ininterrottamente, non sopporteranno ripetute interruzioni. Sarà il caso, per esempio, delle reti di telefonia mobile, che dopo tre mesi di simile trattamento saranno inservibili. Nei Paesi in via di sviluppo, dove l’elettri cità scarseggia, si utilizzano led a batteria per illuminazione e Ups (gruppi di continuità) per alimentare macchine che consumano poco, come computer o televisori. Ma sono strumenti non commercializzati nell’Unione. E non potremo usarli.

Ra.Vi.

Gas, e ora si torna a parlare di fracking dopo le iniziative di Londra 

Il gas potrebbe aumentare in Europa estraendolo con i metodi del fracking dalle rocce di scisto. Secondo le stime dei tecnici dell’Eia (Us Energy Information Administration) , l’Euro pa ha più gas di scisto recuperabile degli Stati Uniti. Tuttavia, l’unica attività di fracking di rilievo è quella dell’U craina, che anni fa è riuscita a staccarsi dal gas russo. Il fracking in Europa è stato a lungo questione controversa a causa della densità della popolazione. I sostenitori di questa tecnica di estrazione sostengono che il potenziale di gas di scisto in Europa è necessario ora più che mai, anche se Germania, Francia, Paesi Bassi, Scozia e Bulgaria hanno già vietato la fratturazione. Ora il dibattito è stato ravvivato da recenti iniziative nel Regno Unito. Il nuovo Primo Ministro britannico Liz Truss ha annunciato la revoca della moratoria del 2019 sulla fratturazione del gas di scisto, nell’intento di incrementare le risorse energetiche nazionali e aiutare le famiglie e le imprese che faticano a pagare le bollette energetiche.

Ra.Vi.

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