L’atlantismo e quella “finanza armata” capace di cambiare per sempre il mondo


A New York per partecipare alla 77ma Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, riceve il premio “World Statesman Award” della “Appeal of Conscience Foundation“, con tanto di ringraziamento “per la sua leadership” dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e di “Laudatio” dell’ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger. Il plauso va alla “sua capacità di analisi e al suo coraggio”. Il viaggio terminato ieri è stato il più lungo da quando è alla guida di Palazzo Chigi: quattro giornate piene e dense di appuntamenti, a partire dall’As semblea generale della Nazioni Unite. Obiettivo del premier era rinsaldare il posizionamento atlantico dell’Italia. Ma la sua premiazione conferma quanto sia stato apprezzato un tipo di conflitto del tutto nuovo scatenato da Draghi: l’armamento della finanza. E’ lui, che di bazooka sembrava piuttosto esperto alla guida della Bce, contro la Russia ha puntato l’armamento del dollaro Usa per punire i loro avversari. Forse non tutti ricordano infatti che è stato proprio il piano concordato da Draghi col capo della Fed, Yellen, per congelare gran parte dei 643 miliardi di dollari di riserve in valuta estera di Mosca, come rivelato dal Financial Times. Questo scatto in avanti deve essere proprio piaciuto a Washington, dato che gli elettori negli Stati Uniti si sono stancati degli interventi militari e delle cosiddette “guerre infinite”. La guerra finanziaria oggi bypassa l’ opzione militare o diplomatica, le sanzioni finanziarie diventano politiche di sicurezza nazionale. Che spesso però non valutano le conseguenze su chi le emette. A differenza di tanti leader politici, l’uo mo del bazooka - come prima di lui l’uomo del loden - sa di cosa parla. A Bruxelles l’avevano già sperimentato nel 2012 dopo il suo celebre “whatever it takes” (a qualunque costo) che mise in sicurezza l’euro. Ora è stata Washington a sperimentare il suo suggerimento strategico. Congelare gran parte dei 643 miliardi di dollari di riserve in valuta estera di Mosca è stata considerata una “militarizzazione delle finanze” senza precedenti, una vera e propria dichiarazione di guerra a Mosca. Quando Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue, alle prese con la stesura del primo pacchetto di sanzioni, si trovò di fronte alle esitazioni del segretario al Tesoro, Janet Yellen, si rivolse a Mario Draghi per sbloccare i dettagli della misura più drammatica e sensibile per il mercato: sanzionare la stessa banca centrale russa. L’Ita lia, grande importatore di gas russo, in passato era stata spesso titubante riguardo alle sanzioni - ricorda il quotidiano della City - ma Draghi, durante il vertice d’emer genza tenuto la notte dell’inva sione, non esitò a procedere, ricordando che “le riserve valutarie della Russia potevano essere utilizzate per attutire il colpo di altre sanzioni” e che per evitarlo avrebbero dovuto essere congelate. “Eravamo tutti in attesa e ci chiedevamo: perché ci vuole così tanto?”, ricorda un funzionario Ue. ”Poi è arrivata la risposta: Draghi deve fare la sua magia sulla Yellen”. La donna fu stregata da Super Mario e in serata l’ac cordo fu raggiunto. Il Financial Times ricorda che Yellen e Draghi “sono veterani di una serie di crisi drammatiche, dal crollo finanziario del 2008-09 alla crisi dell'euro. Per tutto quel periodo hanno trasmesso calma e stabilità a mercati finanziati nervosi. Ma in questo caso il piano concordato da Yellen e Draghi per congelare gran parte dei 643 miliardi di dollari di riserve in valuta estera di Mosca era qualcosa di molto diverso: stavamo effettivamente dichiarando guerra finanziaria alla Russia”dopo l’eliminazione del circuito di pagamenti Swift. Il nostro premier erano mesi, forse anni, che teneva d’occhio quelle riserve, che lui stesso ha sottolineato come fossero aumentate di sei volte dal 2014, anno di annessione della Crimea. La “Fortezza” del Cremlino era proprio la banca centrale europea, quella da abbattere per prendere la capitale del paese. Per sua stessa ammissione, è stato proprio lui l’ ideologo delle sanzioni che hanno finito per saldare una nuova Alleanza Atlantica, allontanando la Russia del tessuto commerciale occidentale. L’obiettivo era provocare una forte svalutazione del rublo, che in effetti registrò una caduta dei 45%, salvo poi riprendersi e tornare al cambio di prima grazie all'abilità della banchiera centrale russa, Elvira Nabiullina, che suggerì a Putin alcune mosse, fra cui quella di rendere obbligatorio il pagamento in rubli del gas e del petrolio esportati. La strategia non sembra però avere indebolito granché il rublo, per una serie di concause: gas e petrolio sono aumentati di prezzo, garantendo a Mosca gli incassi del passato; i pagamenti in dollari e in euro dei paesi Ue sono continuati, e il Cremlino ha obbligato i suoi colossi Gazprom e Rosneft a comprare rubli con i loro incassi di circa 30 miliardi di dollari al mese. Ma l’armameno della finanza continua, cone le sue profonde implicazioni per il futuro della politica internazionale. Il quotidiano spiega come molti dei presupposti di base sull’era del dopoguerra fredda vengono oggi capovolti. La globalizzazione un tempo veniva venduta come una barriera al conflitto, una rete di dipendenze che avrebbe avvicinato sempre più gli ex nemici. Invece, oggi è diventato un nuovo campo di battaglia. Agli Usa Draghi - per parte della stampa anglosassone “The unitalian” proprio per quel sembrare, quanto meno ai loro occhi, così poco italiano - come un generale ha portato una vittoria, una controffensiva sul nemico, che gli è valsa una medaglia, o meglio un premio come miglior statista. Il Financial Times lo descrive come “un uomo estremamente calmo in situazioni nelle quali una persona normale può perdere la testa”. Ma chi è veramente Mario Draghi? Di lui Carsten Brzeski, capo economista della banca olandese Ing, in un’intervista al The Wall Street Journal disse: “Non sai mai cosa pensa dietro quella faccia da poker” . E proprio Assopoker conferma di aver trovato il profilo del premier nel database di Hendon Mob. Il premier avrebbe un background di poker player “di tutto rispetto, anche se sembra abbia giocato esclusivamente negli Stati Uniti. Incrociando i dati con le ricerche su Google, i viaggi di lavoro in America di Draghi corrispondono più o meno con le date dei suoi Itm”. I primi risultati sono proprio del 1986, nel periodo in cui Draghi era direttore esecutivo della Banca Mondiale a Washington. Il suo profit lordo, di oltre 870 mila $ per Assopoker, gli varrebbe il 34º posto della Italy All Time Money List.

Raffaella Vitulano


Ft: la nuova era della guerra è iniziata l’11 settembre 

Il Financial Times racconta come “tante altre cose nella vita americana, la nuova era della guerra finanziaria iniziò l’11 settembre. All’indomani degli attacchi terroristici del 2001, gli Stati Uniti hanno invaso l’Afghanistan, si sono trasferiti in Iraq per rovesciare Saddam Hussein e hanno usato droni per uccidere presunti terroristi in tre continenti. Ma con molto meno controllo e fanfara, ha anche sviluppato i poteri per agire come la polizia finanziaria globale. A poche settimane dagli attacchi a New York e al Pentagono, George W. Bush si è impegnato a “far morire di fame i terroristi dei finanziamenti”. Il Patriot Act, la controversa legge che ha fornito le basi per l’uso della sorveglianza e della detenzione a tempo indeterminato, ha anche conferito al dipartimento del Tesoro il potere di escludere efficacemente qualsiasi istituto finanziario coinvolto nel riciclaggio di denaro dal sistema finanziario statunitense. “Pu ra coincidenza, il primo paese ad essere minacciato da questa legge è stata l’Ucraina, che il Tesoro aveva avvertito nel 2002 di rischiare che le sue banche fossero compromesse dalla criminalità organizzata russa. Poco dopo, l’Ucraina ha approvato una nuova legge per prevenire il riciclaggio di denaro”.

Ra.Vi.

La pianificazione delle sanzioni viene da lontano 

La pianificazione delle sanzioni contro la Russia è iniziata a novembre, quando l’intelligence occidentale ha raccolto prove evidenti che le forze di Vladimir Putin si stavano accumulando lungo il confine ucraino. Biden ha chiesto a Yellen di elaborare misure che potessero rispondere a un’in vasione. Da quel momento gli Stati Uniti hanno iniziato a coordinarsi con l’Ue, il Regno Unito e altri. Un alto funzionario del dipartimento di Stato - racconta l’Ft - afferma che da allora fino all'invasione del 24 febbraio, i massimi funzionari dell'amministrazione Biden hanno trascorso “da 10 a 15 ore in media a settimana in chiamate o videoconferenze sicure con l’Ue e gli Stati membri” per coordinare le sanzioni. Alla fine, la mossa contro la banca centrale russa è stata il prodotto di 72 ore di intensa diplomazia. L’articolo del Financial Times analizza anche nuovi modi di fare la guerra, nuovi modi di approcciare ai conflitti internazionali nel nuovo millennio, che rendono sicuramente più felici i cittadini americani ormai stanchi dell’imperialismo americano, fatto di “guerra infinite” ed estenuanti per la loro economia. Ma che hanno comunque le loro controindicazioni.

Ra.Vi.


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