Naked Capitalism: “L’Europa verrà sconfitta prima dell’Ucraina”

 

di Raffaella Vitulano

Storie di fine estate, che anticipano un autunno inedito per l’Europa, il cui baricentro si sposta a nordest, liquidando l’asse franco-tedesco, ormai anacronistico. Helsinki e Tallin contano più di Parigi e Berlino, ma per chi già anni fa credeva nell’approfondimen to prima dell’allargamento dell’Unione europea questa non è una novità. L’Europa è stata centrifugata dalla guerra in Ucraina e la decisione dei ministri degli Esteri di sospendere l’accordo di facilitazione dei visti con la Russia è solo l’ultimo atto di un dibattito avviato oltre un decennio d’anni fa. Lituania, Estonia, Finlandia e Lettonia potranno ora vietare l’in gresso ai russi anche dietro presentazione di regolare visto Schengen. Baricentro nuovo, regole nuove. I paesi fondatori se ne faranno una ragione. Sono stati attori di crescita in altri periodi, ma ora la difesa contro la Russia sembra concentrare tutta l’attenzione di Bruxelles e degli alleati americani. Un dossier del think tank Rand corporation (fondata nel 1946 con il sostegno finanziario del Dipartimento della Difesa statunitense e vicino ai servizi Usa) del primo settembre 2022 dall’elo quente titolo “L’economia statunitense trae vantaggio dalle alleanze statunitensi e dalla presenza militare avanzata?” valuta i potenziali benefici economici delle alleanze statunitensi e di una presenza militare avanzata, argomento dibattuto dagli studiosi di grande strategia. Un nuovo modello statistico fornisce la prova che le alleanze statunitensi aumentano il commercio bilaterale di beni manifatturieri, il che ha un effetto modesto ma positivo sul benessere economico generale degli Stati Uniti. Le decisioni sull’impegno militare degli Stati Uniti - spiega il dossier - dovrebbero basarsi su una serie di fattori, inclusi tali vantaggi economici. Perché per Washington business is always business. Gli autori, tuttavia, concludono che i conflitti militari stranieri impongono costi di aggiustamento all'economia statunitense, ma è difficile valutare appieno la misura in cui conflitti come la guerra in Ucraina influiscano sul benessere economico degli Stati Uniti. Era l’8 febbraio scorso quando Michael Hudson, professore di economia all’Università del Missouri, aveva già scritto dell’immi nente conflitto in Ucraina, azzardando che i veri avversari dell’America sono in realtà gli Europei e gli altri alleati: “ Le sanzioni commerciali che i diplomatici statunitensi chiedono insistentemente ai loro alleati di imporre contro la Russia e la Cina mirano apparentemente a scoraggiare un aumento della mobilitazione militare. Ma una simile mobilitazione non può essere il principale obiettivo della Russia e della Cina. ... L’unico modo che rimane ai diplomatici statunitensi per bloccare il commercio europeo è quello di spingere la Russia ad una risposta militare e poi sostenere che punire questa risposta è superiore a qualsiasi interesse economico esclusivamente nazionale. Come aveva spiegato il sottosegretario di Stato per gli Affari politici, Victoria Nuland, in una conferenza stampa del Dipartimento di Stato il 27 gennaio: Se la Russiainvade l’Ucraina, in un modo o nell’altro, il Nord Stream 2 non andrà avanti.” Il 28 febbraio il professor Hudson aveva pubblicato un’altra profonda analisi della crisi: “L’Ameri ca ha sconfitto la Germania per la terza volta in un secolo. Il Military- Industrial Complex (Mic), il settore dell’estrazione di rendite petrolifere e del gas e dell’estrazione mineraria (Ogam) insieme al settore simbiotico Finance, Insurance and Real Estate (Fire) conquistano la Nato”. Michael Hudson approfondiva il suo punto di vista su come il conflitto in Ucraina sia il risultato di forze molto più grandi dei player che appaiono, e sostiene che la vera posta in gioco è impedire ai Paesi Ue, in particolare alla Germania, di sviluppare legami economici più profondi con la Cina e la Russia. Una vera bomba lanciata nel dibattito in corso sulla guerra. L’i dea degli Stati Uniti sarebbe quella di isolare l’Europa dal suo entroterra eurasiatico, di spostare le industrie europee negli Stati Uniti e di acquistare il resto a prezzi stracciati. Naked Capitalism è un blog americano di notizie e analisi finanziarie che “racconta la campagna concertata su larga scala per ridurre il potere contrattuale e la retribuzione dei lavoratori ordinari rispetto agli investitori e ai tecnocrati d’élite”. Susan Webber, capo di Aurora Advisors Incorporated, utilizzando lo pseudonimo di Yves Smith ha lanciato il sito nel dicembre 2006 ed ha già totalizzato oltre 60 milioni di visitatori oltre ad essere citato tra i 25 migliori blog finanziari alternativi dalla Cnbc. La giornalista finanziaria del New York Times Gretchen Morgenson cita Naked Capitalism come uno dei 'blog finanziari da leggere' regolarmente. In un lungo articolo Yves Smith analizza le conseguenze economiche e politiche per l’Europa.

In aperta violazione della legge sui titoli di Betteridge (quella secondo cui 'a ogni titolo dei media che termina con un punto interrogativo si può rispondere no') scrive: “L’Europa verrà sconfitta prima dell’Ucraina?

A meno che l’Europa non si impegni in una grande correzione di rotta, e non vediamo come questo possa accadere, la crisi economica europea sembra destinata a diventare devastante prima che l’Ucraina sia formalmente sconfitta”. Intanto l’Europa è sull’orlo non di una recessione, ma di una vera e propria depressione. C’è chi replica che colpire il sistema economico- produttivo dell’Europa e allontanarla dalla Russia non sia in realtà il vero obiettivo degli Usa, quanto lo sia piuttosto la Cina, il cui sistema economico e produttivo è enorme. La questione è dunque scottante. Quella in Ucraina sarebbe in realtà una guerra ibrida o a bassa densità con vero epicentro a Kiev e in Cina.

Raffaella Vitulano


Un tulipano non fa primavera Figuriamoci in autunno 

Un fiore costava più di una casa. Erano i tempi della bolla finanziaria innescata dai tulipani olandesi venduti a prezzi folli perché considerati investimenti sicuri. Oggi l’Olanda, che ospita la borsa dei contratti del gas (la Title Transfer Facility), continua ad invocare “il mercato” facendo gonfiare i prezzi. Ed è all’ennesimo richiamo di Amsterdam che Mario Draghi replicò già mesi fa al collega dell’Aia Mark Rutte: “Il mercato del gas oggi funziona come il mercato dei tulipani nel diciassettesimo secolo”. Gli olandesi, come allora, si nascondono dietro al fondamentalismo liberista, mentre una guerra in Europa genera uno choc energetico che rischia di far chiudere interi settori industriali. La divisione europea più sostanziale resta tuttavia con Berlino, che teme che qualunque misura sul gas o sul carbone russocausino un taglio alle forniture e una recessione in Germania. L’Euro intanto crolla al di sotto del dollaro. Il divario sarà riempito principalmente con dollari e yuan, ma anche il rublo straccerà la nostra valuta. Alcuni studi Usa sostengono che a medio termine i vantaggi cumulativi della fuga di capitali, del riallineamento dei flussi logistici e della riduzione della concorrenza nei settori chiave potrebbero ammontare a 7-9 trilioni di dollari. Un vantaggio solo per Washington.

Ra.Vi.

La nuova premier britannica: Armi nucleari? Perché no? 

Liz Truss, terza donna premier britannica dopo Thatcher e May, ha dichiarato che “Londra sarebbe pronta a usare armi nucleari se necessario”. Eloquente il commento del moderatore dell’intervista, John Pienaar: la prospettiva di un “annientamento totale” attraverso l’uso di armi nucleari gli dà la “nausea”. Anche Theresa May, durante il suo mandato di Primo Ministro aveva dichiarato di essere pronta a premere il fatidico pulsante. Una simulazione statunitense pubblicata sul Guardian il 25 febbraio 2020 riguarderebbe proprio una “guerra nucleare limitata” contro la Russia, condotta come gioco bellico. L’idea controversa che potrebbe essere possibile combattere, e vincere, una battaglia con armi nucleari, senza che lo scontro conduca a un conflitto di portata mondiale sembra pericolosamente farsi strada tra i leader di governo.

Ra.Vi.

Commenti

Post più popolari