La guerra alimenta il business della maternità surrogata


Ogni anno migliaia di coppie cercano una madre surrogata in Ucraina. L’80% di arabi e cinesi preferiscono maschietti mentre gli europei scelgono femminucce. Gestita da agenzie specializzate, la maternità surrogata viene fatturata intorno ai 40 mila euro. E’ davvero questo il prezzo di un neonato? Negli ultimi cinque anni, più di 4.000 bambini sono nati tramite maternità surrogata in Ucraina, il 90% dei quali da genitori stranieri. Meno cara che negli Stati Uniti, destinazione di riferimento per la pratica, la maternità surrogata internazionale in Ucraina sta guadagnando terreno sul mercato globale, stimato in circa 5 miliardi di euro, nonostante la guerra in corso. Il caso dei 46 bambini “stoccati” in un hotel di Kiev durante il lockdown aveva già portato all’attenzione mondiale il caso della Biotexcom e, più in generale, del far west ucraino sull’utero in affitto: leggi poco chiare, sfruttamento di donne in condizioni di assoluta povertà e troppi embrioni “scar tati”. Secondo il Die Tagespost, con almeno 33 cliniche di maternità surrogata private e cinque statali, l'Ucraina è una destinazione popolare e conveniente per il turismo riproduttivo. Dall’inizio della guerra, i media si sono concentrati sui genitori occidentali preoccupati per la sicurezza dei loro bambini nel teatro della guerra. Il destino delle madri surrogate ucraine sembra interessare a pochi. Con la guerra in corso non possono lasciare il posto di lavoro perché il posto di lavoro è il loro corpo. Parole nobili come autodeterminazione e altruismo suonano come una presa in giro alle orecchie di quelle giovani donne che ora sono schiacciate tra guerra e interessi stranieri. Il professor René Frydman, il ginecologo più famoso di Francia, ha supervisionato il primo bambino nato in Francia tramite la fecondazione in vitro quasi quattro decenni fa e ha anche combattuto per i diritti delle donne single e delle coppie lesbiche di accedere alla riproduzione medicalmente assistita. Ma crede che la maternità surrogata sia una linea rossa che non avrebbe dovuto essere superata: “Per uno come me che ha effettuato migliaia di parti, la persona che partorisce è la madre. Quando si entra in un sistema commerciale, significa un’organizzazione, intermediari e sfruttamento”. Sebbene i suoi critici la respingano come una fabbrica di bambini, il proprietario della Biotexcom, Albert Tochilovsky - che ha affrontato diverse indagini giudiziarie - non si pente di nulla: “Entro il 2025 un bambino su tre nascerà da una provetta. Stiamo entrando nell’economia post-industriale. Maternità surrogata, chip collegati al cervello: questo è il futuro. Alcune coppie scelgono il sesso del bambino. In molti paesi dell’Unione Europea è vietato, ma qui non abbiamo limiti. Ci auguriamo che la legge consenta al miglioramento della tecnologia, come Crispr, di scegliere il colore degli occhi o altre determinate qualità del bambino”. Un neonato su catalogo, insomma. Del resto, dell’abbattimento delle frontiere dell’eugenetica e deltransumanesimo stiamo scrivendo da bel po’. Mentre i genitori stranieri si recano in Ucraina per firmare il contratto per il bambino in un ambienteconfortevole e high-tech, le madri surrogate finiscono in cliniche scadenti e spesso vengono lasciate sole. Nessun soldo dall’agenzia fino alla nascita delbambino, come prevede il contratto. L’ ascesa dell'Ucraina colpita dallapovertà come una delle destinazioni più popolari per fare i bambini è iniziata dopo che India, Thailandia e Nepal hanno vietato la maternità surrogata commerciale per le coppie straniere. BioTexCom conta centinaia di donne ucraine di età compresa tra i 18 e i 40 anni sotto contratto.

Ordinato e non ritirato

Secondo l’azienda, 200-300 madri surrogate daranno alla luce i loro bambini nei prossimi tre mesi. Il rischio è sempre lo stesso: ordinato ma non ritirato. Biotexcom non si sottrae alle offerte clamorose: nel novembre 2021 hanno pubblicizzato una “offerta Black Friday”: offerte scontate per maternità surrogata, bambini a prezzi stracciati. Poco prima dello scoppio della guerra, BioTex-Com twittava “Fate l'amore, non la guerra”. Nonostante la guerra, il business prospera: il governo ha ridotto le pratiche burocratiche sicché i compratori di bambini possono arrivare e ripartire con la merce acquistata nel giro di pochi giorni; con la povertà generata dalla guerra, ci sono sempre più donne disposte a dare l’utero in affitto per sopravvivere. Più del 30% della popolazione occupabile non ha lavoro e spesso le prime ad essere licenziate sono le donne. “Ho bisogno di crescere i miei figli, ho bisogno di dar loro da mangiare e la guerra prende soldi senza dare”, ha detto una donna al Globe and Mail. Le cliniche per la fertilità ucraine dicono ai giornalisti che sono concentrate sul salvataggio degli embrioni congelati: “Le truppe russe non hanno ucciso solo i nostri soldati e civili, hanno ucciso embrioni, futuri bambini”, afferma il dottor Valery Zukin, della clinica Nadiya a Kiev. I piani di Tochilovsky per la maternità surrogata e la riproduzione artificiale sono ambiziosi. Dice che le tre tendenze più dinamiche nella sua linea di lavoro sono l’editing del genoma per produrre bambini personalizzati; sostituzione mitocondriale per consentire alle donne tra i 50 e i 60 anni di rimanere incinta; e l’ectogenesi, o grembi artificiali, che eliminerebbero del tutto entro 5-7 anni il bisogno di madri. A chi solleva obiezioni etiche all’ectogenesi, Tochilovsky risponde che molte industrie, persino le automobili, il sistema bancario e la marijuana sono state severamente criticate all'inizio. E paragona la riproduzione avanzata all’enorme industria del sesso tedesca, che produce più soldi dell’agricoltura.


Raffaella Vitulano


Eugenetica e biotecnologia Così si ordina un figlio su catalogo 

Stiamo entrando nell’econo mia post-industriale. Maternità surrogata, chip collegati al cervello: questo è il futuro”.

Albert Tochilovsky, capo della Biotex Com, racconta ad Euronews che “alcune coppie scelgono il sesso del bambino. In molti paesi dell'Unione Europea è vietato, ma qui non abbiamo limiti. Ci auguriamo che la legge consenta al miglioramento della tecnologia, come Crispr, di scegliere il colore degli occhi o altre determinate qualità del bambino”.La maternità surrogata è severamente vietata in otto paesi europei, sebbene sia tollerata in altri semplicemente a causa dell’attuale mancanza di leggi pertinenti. È legale nel Regno Unito e in Grecia purché sia fatto su base non commerciale. L’Ucraina, insieme alla Russia, è uno dei pochi paesi in cui la maternità surrogata commerciale è legale.

Meno cara che negli Stati Uniti, destinazione di riferimento per la pratica, la maternità surrogata internazionale in Ucraina sta guadagnando terreno sul mercato globale, stimato in circa 5 miliardi di euro. Negli ultimi cinque anni, più di 4.000 bambini sono nati tramite maternità surrogata in Ucraina, il 90% dei quali da genitori stranieri.

Ra.Vi.

Olga, surrogata di coppia cinese: “E’ solo lavoro. Nessun sentimento ” 

Olga Kicena, una madre surrogata della città ucraina di Vinnitsya, racconta invece una storia positiva della sua esperienza. Allenatrice sportiva e campionessa di body building, ha agito come surrogata di una coppia cinese, di cui ha dato alla luce il figlio a luglio. Insiste sul fatto di non essersi sentita in alcun modo sfruttata e osserva che il follow-up medico è stato impeccabile. Olga dice che la maternità surrogata è stata un modo per lei di cambiare la sua vita e quella di sua figlia di 13 anni: “Ho accettato per non vivere più con mia madre e per comprarmi una casetta. Per farlo avrei dovuto altrimentilavorare per molto tempo, oppure andare a lavorare all'estero. “All'inizio lo facevo per i soldi, è vero. Ma una volta incinta, ho sentito che stavo creando una famiglia per qualcuno. E i miei pensieri sono cambiati. I soldi sono buoni, ma dare la vita a qualcuno è ancora meglio”. Alla domanda se fosse stato difficile separarsi dal bambino dopo averlo portato in grembo per nove mesi, non ha esitazioni: “Sapevo fin dall’inizio che il bambino doveva essere regalato. Quindi non ci sono stati sentimenti materni, emozioni, durante la gravidanza. Ho mio figlio che amo e per cui provo emozioni”.

Ra.Vi.

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