Interessi divergenti tra Washington e Kiev


Segnali contrastanti dal fronte ucraino. Se da un lato infatti qualcuno parla di stallo nelle trattative di pace (o almeno per il cessate il fuoco), qualcuno aggiunge che il pressing su Zelensky si sta facendo sempre più forte. Lo dimostrerebbe anche un articolo pubblicato sul Washington Post che spiega come il viaggio di Zelensky negli Usa è stato certamente un “summit di guerra”, ma che si sono evidenziate ancora una volta le diverse prospettive con cui il presidente ucraino e quello Usa osservano il conflitto in corso. Non solo infatti il presidente americano avrebbe negato ancora una volta a Kiev i missili a lungo raggio (per evitare la terza guerra mondiale), ma avrebbe anche evitato accuratamente l’uso improprio di “vittoria” sui russi, slogan scandito invece ben dodici volte dal suo ospite nel corso dei suoi interventi. A dire il vero, sono già diversi mesi che Biden frena l’escalation, sapendo perfettamente che “questa guerra quasi sicuramente non finirà con la totale eliminazione del potere bellico russo”. Piuttosto, meglio parlare della necessità di “ferma re Putin” e di arrivare a una “pace giusta”. Con mediatori, dunque. Zelensky si erge come improbabile eroe della democrazia mondiale, scomodando illustri paragoni con Winston Churchill. E’ questo che gli fa brandire frasi come: “I vostri soldi non sono beneficenza. È un investimento nella sicurezza globale e nella democrazia che noi ucraini gestiamo nel modo più responsabile”. Ne è così convinto che a volte ha sfinito l’amministrazione Biden con le sue continue richieste di armi più pericolose e complesse, che rischiano di ampliare drasticamente la portata del conflitto.

LA STIZZA DI ZELENSKY

Zelensky non accetta “com promessi” sulla “sovranità, la libertà e l’integrità territoriale” del suo Paese. È chiaro però - spiega il Washington Post che Zelensky debba addivenire a più miti consigli. Ancora più significativo un articolo del New York Times che spiega come ormai la situazione sul campo di battaglia si sia attestata sullo “stallo” e che i russi stanno intensificando le proprie difese e aggiustando il tiro negli attacchi, “rendendo più difficile per l’Ucraina riconquistare le enormi aree di territorio che ha perso quest’anno, secondo una valutazione del governo degli Stati Uniti”. “Penso che sia molto più facile per l’Ucrai na difendere il territorio piuttosto che passare all’offensiva per riconquistarlo”, taglia corto Evelyn Farkas, ex alto funzionario del Pentagono ed esperta di Russia. Le asserite “vitto rie” ucraine, che hanno riportato sotto il controllo di Kiev parte del territorio perduto, hanno avuto un costo pesante: migliaia di soldati ucraini uccisi e un dispendio di immense quantità di munizioni, in particolare di colpi di artiglieria, aggiunge il Nyt. “In questo scorcio di anno, infatti, l’Ucrainasparava ogni settimana molti più colpi di artiglieria di quanti ne potesseroprodurre gli Stati Uniti in un mese”. E l’evidenza dello stallo non può non porre domande sull’inutilità di tale prosecuzione. Al momento la battaglia Tra Ucraina ed Occidente si gioca innanzitutto sul piano industriale: gli Stati membri della Nato non hanno più armi di riserva e faticano a produrne; la Russia invece non ha ancora raggiunto il punto di esaurimento e investe in modo considerevole nelle fabbriche di armamenti. Il rischio è che in questolungo inverno prima o poi l’acqua non arriverà più e non ci sarà nemmenolegna per scaldare gli ucraini. Qualcuno, ironicamente, si chiede se a quel punto Zelensky avrà bisogno dell’Oscar di Sean Penn per farsi aiutare. C’è un certo panico tra lo staff di Zelensky che lo sta rendendo sempre più capriccioso. Per la rivista Time Magazine Volodymyr Zelensky è “l’uomo politico dell’anno 2022”. Ha messo fuorilegge tutti i partiti politici di opposizione; ha messo sotto controllo tutti i media; ha fatto distruggere 100 milioni di libri; ha proibito la Chiesa ortodossa. E tanto altro. E ora? Cosa farà nel 2023?. Gli interessi di Washington in questa guerra divergono da quelli di Kiev. E quando gli Usa decideranno di uscirne, potrebbero farlo alquanto bruscamente. Gli equilibri contano eccome, per Washington, che non vuole allontanarsi dai suoi storici alleati solo per Salvare Kiev.

RAPPORTO CON ISRAELE

Un titolo di Haaretz, il quotidiano israeliano, la dice lunga: “Mentre Zelensky visita gli Stati Uniti, Putin telefona per congratularsi con Netanyahu” che ha annunciato la nascita del suo governo. Lo zar russo spera che Israele conservi l’ambigua neutralità finora riservata al conflitto ucraino. Times of Israel spiega meglio: “Alcuni si aspettano che Netanyahu si faccia mediatore tra Kiev e Mosca, un ruolo che l’ex primo ministro Naftali Bennett ha perseguito senza successo”. Questo conferma come la guerra ucraina sia solo il focus di uno scontro più ampio tra due prospettive globali, unipolarismo o multipolarismo. Robert G. Rabil, docente di scienze politiche alla Florida Atlantic University, spiega che se si considera il mondo come fosse diviso in tre vaste aree, la crisi ucraina ha spostato il ‘campo neutrale’ sempre più vicino a Cina e Russia. Mentre Washington ha reso il sostegno all’Ucraina contro l’ag gressione russa una priorità fondamentale della politica estera, molti Paesi neutrali e la Cina hanno osservato il mondo più da vicino. Hanno visto l’au mento dei costi della guerra sia socio-economici che politici, militari ed energetici salire verso l’implosione globale”.

“Mentre la leadership dell’Occidente cerca giustizia contro Putin e la Russia, indipendentemente dall’opinione dei popoli, la leadership del mondo non occidentale cerca la pace. Il problema è che la giustizia non può mai essere raggiunta a scapito della pace. Una lezione che Washington conosce bene. Per questo Biden avrebbe insomma approfittato della visita negli Usa di Zelensky per spingerlo all’aper tura di negoziati. Washington frena anche per il sospetto che esista un mercato nero di armi controllato da Zelensky, che se in patria dice: “I Russi stanno perdendo, molto più di noi”, all’estero dice: “I Russi ci stanno massacrando”. Nel frattempo il pil ucraino è sceso quasi del 40%, con una disoccupazione alle stelle, tecnicamente intorno al 10% - ma molto più alta, nell’ordine del 20% - tenendo presente che i coscritti sono considerati lavoratori dipendenti.

Ra.Vi.


Un piano in 10 punti sarà presentato entro il 24 febbraio 

Il presidente ucraino avrebbe già presentato all’america no Biden una prima bozza di un possibile accordo con Mosca. E’ quanto riporta il Wall Street Journal. Il Cremlino, però, sottolinea come “Kiev non tenga conto della realtà attuale”. La proposta di pace, a un anno dalla guerra, consisterebbe in un piano in 10 punti. L’intenzione sarebbe quella di presentarlo intorno al prossimo 24 febbraio, primo anniversario dell’inva sione russa. È quello il periodo in cui si teme di più l’arrivo in Ucraina di una nuova offensiva russa su vasta scala: fino a quel momento, l’idea di Kiev sarebbe quella di massimizzare le riconquiste territoriali con “più vittorie possibili” per presentarsi con più forza ad un eventuale tavolo negoziale. Secondo quanto riportato dal giornale statunitense, Zelensky ne avrebbe già parlato con Biden a Washington. Inoltre, sarebbero stati informati anche i partner del G7, ha riferito il segretario di Stato americano Antony Blinken. “Posso solo dirvi che stiamo valutando ciò che ha proposto Zelensky”, ha aggiunto il capo della diplomazia Usa.

Ra.Vi.


Occhi puntati sull’India che ha la presidenza del G20 

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro indiano Narendra Modi e di aver parlato di una “formula di pace”. Kiev guarda dunque ora a Nuova Delhi per uscire dalle sabbie mobili della guerra. L’India ha assunto la presidenza del G20 il 1° dicembre. Il vertice che si terrà nel settembre 2023 sarà il culmine di tutti i processi e gli incontri del G20 tenuti durante tutto l’anno tra ministri, alti funzionari e società civili a partire da dicembre. Il Gruppo dei Venti (G20) comprende 19 paesi e l'Unione Europea. I suoi membri rappresentano circa l’85% del pil mondiale, oltre il 75% del commercio globale e circa i due terzi della popolazione mondiale. La prima riunione del gruppo di lavoro per lo sviluppo sotto la presidenza indiana del G20 si è svolta a Mumbai dal 13 al 16 dicembre. Il presidente dell’Ucraina sostiene di aver condiviso un discorso sulla formula di pace che aveva proposto sulla piattaforma del G20 e di sperare che l’India possa attuarla. I due leader hanno discusso delle opportunità per rafforzare la cooperazione bilaterale.

Ra.Vi.






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