Clima, ma i giovani sanno a cosa dovranno rinunciare entro il 2030?


Si fa un gran parlare di clima e di misure che andrebbero attuate per migliorarlo. Tuttavia, sembra che ai più, soprattutto ai giovani, siano sconosciute alcune fonti all’origine di tale accanimento politico e mediatico contro la crisi climatica che dominerebbe le nostre città. Soprattutto, i giovani - così connessi e così viaggiatori - dovrebbero informarsi sugli obiettivi che alcuni documenti stabiliscono per migliorarlo, il clima. Ad esempio, dovrebbero leggere il rapporto speciale sulla riduzione del riscaldamento globale di 1,5°C elaborato nell’ottobre 2019 dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) e scoprire che il suo obiettivo è che le città bandiscano entro il 2030 carne, latticini e auto private. Così come il fast fashion e i viaggi aerei. Cose che piacciono tanto ai giovani manifestanti. E allora proviamo a leggerlo, questo documento “C40-The-Future-of-Urban-Con sumption-in-a-1-5C-World”, co creato e realizzato congiuntamente da C40, Arup e Università di Leeds con i finanziamenti di Arup, Università di Leeds e Citi Foundation, sulla base del quale ben 100 città appartenenti alla coalizione chiamata C40 Cities Climate Leadership Group hanno fissato obiettivi ambiziosi. Il dossier esplora il modo in cui le emissioni basate sui consumi delle città devono essere ridotte “per evitare un collasso climatico” e si concentra su sei settori: cibo, edilizia, abbigliamento, veicoli, aviazione ed elettronica. Ideatore e promotore di questo programma sarebbe il miliardario Michael Bloomberg (classe 1942), politico dem, ex sindaco di New York, presidente del consiglio di amministrazione del C40 Climate Leadership Group ed inviato speciale Onu per le città e i cambiamenti climatici, nonché co-presidente di Risky Business, organizzazione che sta quantificando i rischi economici che le imprese americane devono affrontare a causa del cambiamento climatico e, dal giugno 2022, presidente del Defense Innovation Board, comitato consultivo indipendente che fornisce raccomandazioni su intelligenza artificiale, software, dati e modernizzazione digitale al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Poteri che si aggiungono a quello del suo patrimonio, stimato in 94,5 miliardi di dollari, e a quello di controllo mediatico grazie alla sua potente e influente agenzia di informazioni economico-finanziarie, la “Bloomberg” per l’appunto.

Per raggiungere l’obiettivo della riduzione dei gas serra entro il 2030 (parliamo di poco più di sei anni), le città C40 si sono impegnate a far sì che i residenti rispettino - tra le altre - alcuni obiettivi tra cui: 0 kg di consumo di carne; 0 kg di prodotti caseari; 2500 calorie a persona; 75% di riduzione di rifiuti nella catena alimentare; 3 nuovi capi di abbigliamento a persona all’anno; 75% di riduzione dei rifiuti produttivi di abbigliamento; 0 auto private (ma per quelle pubbliche longevità di 50 anni); 1 cellulare nuovo ogni 7 anni; 1 volo di breve distanza (meno di 1500 km) una volta ogni 3 anni per persona; 35% di riduzione dell’uso dell’acciaio e 56% di cemento in edilizia sostituendoli con materiali a basso impatto di carbonio; 20% di riduzione delle richieste di case di nuova costruzione. Molte delle città aderenti al C40 sono nel Regno Unito, in Francia e in Scandinavia, soprattutto in Danimarca. E poi Austria ed Italia, rappresentata da Milano - in prima linea - Venezia e Roma. I sindaci immaginano. Ma poi ce la vedete ad esempio Roma che bandisce l’utilizzo delle auto private? O i ragazzi che smettono di acquistare da H& M e non si fanno più sedurre dall’ul timo modello di cellulare? E non mangiano più hamburger o pizza con la mozzarella? E i voli? Parliamone. 1500 km andata e ritorno ogni 3 anni vuol dire prendere un aereo per Milano ogni tre anni. Dicono: aumenteremo il traffico su rotaia. In poco più di sei anni? Mah. Certo è che in questa direzione va la decisione di New York, leader con Londra negli impulsi agli obiettivi - di bastonare Airbnb. Con un colpo di spugna ha di fatto introdotto il divieto di affitti di appartamenti privati nel turismo giornaliero. Se i voli dovranno diminuire, tanto vale cominciare a lasciare a terra le persone. E se proprio vorranno viaggiare, viaggino in mezzi pubblici -abbandonando le auto private - e dormano in hotel. Non riesco a pensare ad altro futuro con tali obiettivi, che ben si sposano con quelli di Davos 2030: non possiederai nulla e sarai felice. Ovviamente, anche i viaggi di lavoro sarebbero sostituiti da videoconferenze. In pratica, quella cultura del borgo che tanto piace anche a certi partiti politici italiani. Le città C40 si impegnano a utilizzare “un approccio inclusivo, basato sulla scienza e collaborativo per dimezzare la loro giusta quota di emissioni entro il 2030, aiutare il mondo a limitare il riscaldamento globale a massimo 1,5° C e a costruire comunità sane, eque e resilienti”. Accanto alle buone intenzioni, dunque, è impossibile non leggere obiettivi che più che ambiziosi al momento sembrano distopici. Perché leggere enunciati è sempre molto bello, ma metterli in pratica è spesso complicato. Il sindaco di Londra Sadiq Khan è diventato presidente di C40 nel dicembre 2021. In un discorso programmatico tenuto durante la COP26 a Glasgow, il sindaco Khan si è impegnato ad allineare il budget e il personale di C40 agli sforzi per affrontare l’in quinamento atmosferico in tutto il mondo e sostenere le strategie di riduzione delle emissioni, in particolare nelle città del sud del mondo. Volare meno, auto zero, camminare tanto. Del resto, la “città dei 15 minuti” è un modello urbanistico basato sul concetto di prossimità. Una smart city che propone una pianificazione sostenibile dello spazio, mirata a soddisfare le principali esigenze degli abitanti con brevi spostamenti a piedi o in bicicletta. Una città rispettosa degli spazi, dei bisogni e del tempo dei cittadini. Certo è che tra il dire e il fare, ne passa. Pensiamo a chi abita a 20 km o più dal luogo di lavoro o abita in città in cui anche dove percorrere anche soli 2 km su mezzi pubblici fa sprecare anche un’ora. Altro che 15 minuti e biciclette. Una smart city costruita attorno a una pianificazione dello spazio urbano che fa della prossimità un valore, è davvero capace di generare una sostenibilità? Al momento la questione è ardua. E pensare di risolverla entro il 2030 sembra pura utopia. Tornata in auge nel 2021 a seguito della pandemia da Covid- 19, la teoria urbanistica delle città dei 15 minuti deve il suo ritorno nell’opinione pubblica grazie a Carlos Moreno, docente della Università Sorbonne di Parigi. Come ogni teoria, però, è stata vittima anche di fraintendimenti e proteste. C’è infatti chi vede nella città di 15 minuti l’applicazione di distretti che separano nettamente i poveri in alcuni e i ricchi in altri. La struttura di questo modello ha quattro componenti fondamentali: densità, prossimità, diversità e digitalizzazione. Spazio e tempo sono centrali per lo svolgimento delle attività quotidiane, a questo concetto si devono le primi due componenti. La diversità invece si riferisce allo sviluppo dei quartieri multiculturali. La digitalizzazione, infine, è un aspetto chiave della città di 15 minuti derivata dalle città intelligenti, dal momento che la quarta rivoluzione industriale ha ridotto la necessità di pendolarismo grazie alla comunicazione virtuale e allo shopping online. Come le città possono rendere il trasporto pubblico inclusivo, equo e accessibile a tutti. Come far crescere la bicicletta migliorando l’equità e l’accessibi lità. Come rendere il trasporto pubblico un’opzione attraente nella tua città. Come guidare un trasferimento modale dai veicoli privati al trasporto pubblico, a piedi e in bicicletta. Città a 1,5°C: il cosa, il perché e il come dell'urban leadership climatica. Sono tutte guide illustrate sul sito di C40knowledgehub.org. Interessanti. Utopiche. Distopiche. Perché la società non è pronta. Uscita (o quasi) da una pandemia, impoverita da una guerra (ma nel mondo se ne contano tante altre), la società europea s’af fanna a ritrovare la vecchia normalità con una valuta stremata e conti in banca dissanguati dalle crisi. Pensare che i cittadini ora possano abbracciare con entusiasmo nuove regole senza che le città offrano loro strumenti adeguati nel trasporto e negli altri settori cui il documento fa riferimento (pensiamo anche alla gestione dei rifiuti), è pura follia. E dimostra quanto gli amministratori siano distanti anni luce dagli amministrati. Altro che 15 minuti.

Raffaella Vitulano


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