Big Pharma, Robert Jr. Kennedy e le polemiche sull'Aids


Robert F. Kennedy Jr. ha prestato giuramento come 26° segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (Hhs) degli Stati Uniti. In tale veste, Kennedy supervisionerà il budget più grande (1,8 trilioni di dollari per l’anno fiscale 2025) di qualsiasi agenzia federale. L’Hhs supervisiona 13 agenzie di sanità pubblica, tra cui i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), la Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti e i National Institutes of Health (Nih). L’agenzia, che impiega 90 mila persone, è il più grande erogatore di sovvenzioni federali e gestisce anche la copertura assicurativa sanitaria finanziata a livello federale. Insieme a Tulsi Gabbard, nominata Direttore dell’Intelligence Nazionale, Kennedy era probabilmente classificato come il candidato di Trump più controverso e aspramente osteggiato anche dai principali organi di informazione come il New York Times e il Wall Street Journal. Kennedy è stato accusato di ogni tipo di iniquità e denunciato come un folle teorico della cospirazione, le cui bizzarre e irrazionali convinzioni avrebbero messo gravemente a repentaglio la salute pubblica degli Stati Uniti. Eppure qualcosa non convince molti analisti: è davvero singolare che nonostante ciò i senatori democratici abbiano lasciato passare l’occasione di attaccare Rfk per i suoi scritti sull’Hiv. Ma andiamo con ordine. Perché il settore sanitario ha lasciato che Rfk Jr. andasse verso la conferma? Dai produttori di farmaci alle organizzazioni di medici, i gruppi che si pensava avessero il potere di guidare la politica e i finanziamenti a Washington sono rimasti per lo più in silenzio su Kennedy. Non perché non siano preoccupati - scrivono gli analisti “ma perché non pensavano di poterlo fermare, o che il costo di parlare apertamente sarebbe stato troppo alto”, hanno detto cinque persone che rappresentano gruppi sanitari, a cui è stato da Politico concesso l’anonima to per parlare apertamente. “Pensano che non sia la persona giusta per questo lavoro”, ha detto il dott. Georges Benjamin, direttore esecutivo dell’A merican Public Health Association, uno dei pochi gruppi a parlare: “Con tutto il rispetto per tutti i miei amici, stanno dando per scontato che se rimangono in silenzio, otterranno qualcosa in cambio”. Kennedy ha sostenuto che l’influenza dell’industria debba essere eliminata dal processo decisionale federale, ha insinuato che le istituzioni sanitarie nascondono intenzionalmente prove scomode e ha proposto di eliminare intere parti della struttura normativa sanitaria. E tuttavia, la più importante associazione professionale dei medici del Paese, l’American Medical Association, non ha preso posizione sulla nomina di Kennedy. Così come la Pharmaceutical Research and Manufacturers of America o l’American Academy of Pediatrics, i cui membri forniscono i vaccini infantili che Kennedy ha affermato, sfidando il consenso scientifico, possano causare l’autismo. I medici stanno facendo pressione sui rappresentanti e sui senatori affinché annullino un recente taglio ai rimborsi Medicare quando il mese prossimo affronteranno la legislazione sui finanziamenti governativi. I produttori di farmaci pensano che la legislazione potrebbe includere disposizioni che vogliono tenere a freno i gestori dei benefit farmaceutici, gli intermediari che le assicurazioni sanitarie impiegano per spremere i profitti delle aziende farmaceutiche. “Sperano che le bordate di Kennedy contro di loro si dimostrino più un abbaiare che un mordere”, scrive Politico. Non puntando il fuoco su Kennedy, l’industria spera di evitare di infiammare il movimento Make America Healthy Again da lui guidato. Ciononostante, come possono esser passate sotto silenzio le oltre 200 pagine dedicate all’Hiv su un volume di quasi 400 del bestseller di Kennedy del 2022 “The Real Anthony Fauci”? L’Aids ha probabilmente trascorso quasi quattro decenni come la malattia più nota al mondo, assorbendo presumibilmente circa due trilioni di dollari in costi di ricerca e trattamento. Ma Kennedy non la relaziona direttamente all’Hiv sostenendo documenti alla mano - che quest’ultimo è solo uno dei virus da cui potrebbe scatenarsi l’Aids.

Kennedy accusa quindi Fauci di aver interrotto l’indagine scientifica e il dibattito sulla relazione tra Hiv e Aids e di aver invece utilizzato la sua “spaventosa capacità di mettere a tacere il dissenso e di rovinare le reputazioni”.

Eppure non una sola parola di questo appare in un lungo articolo di sei giornalisti dell’Ap, che attaccano Kennedy su quasi tutti gli altri possibili argomenti. Con il libro di Kennedy che ha superato il milione di vendite e la sua influenza in continua crescita, questo schema di omissione forse suggerisce che Kennedy possa avere ragione e che certe porte debbano essere tenute saldamente chiuse. Questo silenzio contrasta con la tempesta di indignazione mediatica che un tempo aveva accolto coloro che sollevavano anche solo lievi dubbi sulla questione dell’Aids. Dal libro emerge come la malattia nota come Aids in realtà non esisterebbe in sé, ma sarebbe piuttosto l’etichetta ufficiale attribuita a un gruppo di oltre due dozzine di malattie diverse, tutte con una varietà di cause diverse, con alcune di queste come agenti infettivi. La maggior parte di queste malattie erano note e curate da molti decenni, ma venivano designate Aids solo se la vittima risultava positiva anche al test per il virus Hiv, che probabilmente non aveva nulla a che fare con la loro condizione. A fine febbraio scorso, il New York Times ha lanciato un feroce attacco in prima pagina contro Kennedy, tacciando l’autore e il suo libro di essere una fonte di totale irrazionalità e pericolosa disinformazione, ma le 2.600 parole non hanno mai accennato al suo focus centrale sull’Aids, nonostante l’autore fosse il giornalista di lunga data del Times Adam Nagourney, identificato come coautore di una storia del moderno movimento per i diritti gay: forse le prove fattuali di Kennedy hanno un fondo di verità? Nel suo libro, Kennedy sostiene che il virus dell’Hiv è probabilmente innocuo e che è stato diagnosticato erroneamente come responsabile dell’Aids. Ma poiché Fauci e le aziende farmaceutiche avide di profitto hanno costruito enormi imperi su quella diagnosi errata, per più di 35 anni avrebbero combattuto duramente per mantenerla e proteggerla, esercitando tutta la loro influenza per sopprimere la verità mentre distruggevano le carriere di qualsiasi ricercatore onesto che avesse contestato quella frode. Nel 1985, si scoprì che l’Azt, un farmaco esistente, uccideva il virus dell’Hiv nei test di laboratorio. Fauci avrebbe fatto quindi enormi sforzi per accelerare i test clinici utilizzandolo come trattamento appropriato per individui sani e sieropositivi, con l’approvazione della Fda che arrivò finalmente nel 1987. Al prezzo di 10 mila dollari annui per paziente, l’Azt era uno dei farmaci più costosi della storia e, con il costo coperto dall’assicurazione sanitaria e dai sussidi governativi, produsse una manna finanziaria senza precedenti per il suo produttore. Ma Fauci avrebbe manipolato le sperimentazioni sull’Azt per nascondere la natura estremamente tossica del farmaco, e il gran numero di decessi risultanti sarebbe stato erroneamente attribuito al virus piuttosto che al farmaco antivirale. Secondo gli esperti scientifici citati nel libro, la stragrande maggioranza delle “morti per Aids” successive al 1987 furono in realtà dovute all’Azt. 

Il dottor Robert Gallo, ricercatore del Nih nell’orbita di Fauci, annunciò originariamente l’Hiv come la causa apparente dell’Aids in una conferenza stampa affollata del 1984, che tenne prima che i suoi pari scientifici pubblicassero e revisionassero i risultati delle sue ricerche di supporto. Solo molto tempo dopo che la teoria si era saldamente radicata nei media nazionali, si è scoperto che solo 26 delle 76 vittime di Aids nel suo studio fondamentale mostravano tracce del virus Hiv. Inoltre, i critici hanno notato che molte migliaia di vittime documentate di Aids non presentavano alcun segno del virus Hiv, mentre milioni di persone infette da Hiv non mostravano assolutamente alcun sintomo di Aids. La correlazione non implica causalità, ma in questo caso, anche la correlazione sembrava molto vaga. Secondo Kennedy, i ricercatori sull’Aids completamente ortodossi ammettono a malincuore che nessuno studio scientifico avrebbe mai dimostrato che sia l’Hiv a causare l’Aids. Le diffuse accuse di grave cattiva condotta scientifica e di vero e proprio furto intellettuale che a lungo hanno circondato la ricerca di laboratorio di Gallo sono state alla fine confermate da procedimenti legali.

Uno degli scienziati nel racconto di Kennedy è il Prof. Peter H. Duesberg di Berkeley. Durante gli anni ’70 e ’80, Duesberg era stato ampiamente considerato uno dei più importanti virologi del mondo. Già nel 1987 iniziò a sollevare seri dubbi sull’ipotesi dell’Hiv/Aids e a sottolineare i pericoli dell’Azt, pubblicando infine una serie di articoli di giornale sull’argomento che gradualmente conquistarono molti altri, tra cui il prof. Montagnier. Nel 1996 pubblicò Inventing the Aids Virus, imponente volume di 712 pagine che esponeva il suo caso, con la prefazione fornita dal premio Nobel Kary Mullis, il rinomato inventore della tecnologia Pcr. Duesberg sottolineò persino la sicurezza del suo scetticismo sull’Hiv offrendosi di farsi iniettare sangue contaminato. Ma piuttosto che discutere apertamente di un così forte oppositore scientifico, Fauci e i suoi alleati hanno inserito Duesberg nella lista nera impedendogli di ricevere qualsiasi finanziamento governativo, rovinando così la sua carriera di ricercatore, mentre lo denigravano e facevano pressione sugli altri perché facessero lo stesso.

Circa 700 mila americani morirono nell’epidemia di Aids, ma secondo Kennedy la stragrande maggioranza di queste vittime erano individui perfettamente sani le cui morti strazianti furono causate dai letali ma molto redditizi farmaci per l’Aids che erano stati loro prescritti. Affermazioni straordinarie richiedono ovviamente prove straordinarie. I capitoli di Kennedy sull’Aids includono più di 900 riferimenti di fonti, molti dei quali ad articoli di riviste accademiche o altre informazioni scientifiche presumibilmente autorevoli. Il libro è stato elogiato da una lunga lista di medici e scienziati, e il primo sostegno sulla quarta di copertina è del Nobel Luc Montagnier, lo stesso che già alla Conferenza internazionale sull’Aids di San Francisco del giugno 1990, aveva dichiarato pubblicamente che “il virus dell’Hiv è innocuo e passivo, un virus benigno”: “Tragicamente per l’umanità, ci sono molte, molte falsità che emanano da Fauci e dai suoi tirapiedi. Rfk Jr. espone decenni di bugie”. Ma le cose sono giunte a un bivio cruciale e molte verità (o cospirazioni) potrebbero finalmente essere rivelate.

Raffaella Vitulano




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