Usa-Ue, guerra con le pentole. Il Teflon proprio non piace a Bruxelles
Sul Teflon si sta conducendo in silenzio l’ennesi ma battaglia Usa-Ue. L’azien da statunitense dietro al Teflon - Chemours - cerca infatti di bloccare il divieto permanente delle sostanze chimiche imposto dall’Ue, afferma l’ong Corporate Europe Observatory. Chemours sta guidando una campagna contro la proposta di eliminazione graduale di sostanze chimiche controverse e non è estranea neppure alla difesa dei cosiddetti Pfas. Leonie Cater ne riferisce su Polìtico, citando il nuovo rapporto dell’organizzazione non-profit Corporate Europe Observatory (Ceo), secondo la quale il produttore chimico americano ha fatto pressioni più intense di qualsiasi altra azienda per attenuare o aggirare il divieto proposto dall’Unione Europea sulle sostanze chimiche nocive Pfas. Le sostanze chimiche in questione, colloquialmente chiamate “sostanze chimiche eterne” perché non si scompongono naturalmente, sono state collegate a una serie di condizioni di salute, tra cui cancro, danni al fegato e diminuzione della fertilità. Gli studi hanno trovato le sostanze incriminate ovunque, dall’acqua piovana e dal terreno al latte materno e al tessuto cerebrale. Chemours ha tenuto “più riunioni di alto livello su questo argomento con la Commissione di qualsiasi altro gruppo” e “ha più che raddoppiato la sua spesa dichiarata per le lobby nell’ultimo anno”, ha affermato il rapporto del Ceo. Le sue tattiche includono la mobilitazione di altri settori per “lan ciare l’allarme sulla proposta” in riunioni con la Commissione e “promuovere uno schema più debole come alternativa al divieto di Pfas”, scrive. Del resto, in una dichiarazione all’or ganizzazione non-profit, Chemours ha affermato senza girarci intorno di essere “impegna ta nei confronti dell’Europa e del suo futuro Clean Industrial Deal e di non avere alcuna intenzione di rallentare il processo normativo”. E tuttavia non recede dalle sue pressioni. “Al pari di ong e i rappresentanti della società civile, anche le aziende e le associazioni di categoria sono incoraggiate a inviare informazioni, dati, fatti, cifre e posizioni agli enti regolatori e ai decisori politici, in modo che possano prendere decisioni informate e supportate dai dati”, ha affermato Chemours. Ma la questione dei Pfas resta scottante, dato che tali sostanze nocive sono utilizzate in innumerevoli prodotti di uso quotidiano, tra cui cellulari, lenti a contatto e abbigliamento sportivo, nonché in tecnologie di produzione considerate essenziali per il futuro dell’Europa, tra cui semiconduttori, batterie e varie tecnologie climatiche. Anche gli stati tedeschi con un’industria molto sviluppata stanno facendo pressioni contro divieti severi e chiedono che ad alcuni settori sia consentito continuare a utilizzare le sostanze chimiche, nel tentativo di proteggere un settore chimico in difficoltà, ha scoperto il rapporto. I risultati sottolineano il dilemma interno dell’Ue tra il potenziamento dell’industria in difficoltà del blocco e la protezione delle comunità da sostanze potenzialmente tossiche. Chemours spiega Polìtico - è uno spin-off del produttore chimico americano DuPont, che è stato protagonista di un film di grande successo sulla battaglia legaleper l’in quinamento da Pfas a Cincinnati, con protagonista l’attore di Hollywood Mark Ruffalo. In Europa, Chemours è stata dichiarata responsabile per i danni ambientali causati dalle sostanze chimiche in quattro municipalità olandesi. È anche al centro delle preoccupazioni in corso per l’inquinamento da Pfas nella città industriale francese di Villers-Saint-Paul. Ora Chemours ha portato quella battaglia a Bruxelles, dopo che Germania, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Norvegia nel 2023 hannoproposto di eliminare gradualmente la produzione, l’uso e l’immissione sulmercato Ue di almeno 10 mila Pfas. La mossa ha irritato il settore chimico e le numerose industrie che dipendono dalle sostanze, dai produttori di chip ai produttori di turbine eoliche. Le associazioni, le aziende e i settori che fanno pressioni sulla Commissione contro la proposta sono molteplici e variegati, ma il Ceo individua Chemours come “il visitatore più assiduo della Commissione per quanto riguarda i Pfas”. Le lobbies, del resto, sono legali. Dei 17 incontri di alto livello con la Commissione da gennaio 2023 sull’argomento di pubblico dominio, due erano con ong e 12 con il settore aziendale. Chemours “ha partecipato ad almeno sei di questi incontri”, nota l’organizzazione non-profit. L’azienda ha anche cercato di coordinarsi e fare pressione con altri settori. In una mail ottenuta dal Ceo, l’a zienda olandese Asml, che fornisce tecnologia ai produttori di semiconduttori, ha detto ai funzionari olandesi a Bruxelles: “Chemours ha cercato per mesi di trascinarci (...) in una lobby contro il divieto di Pfas”. Chemours ha inoltre ottenuto incontri con vari dipartimenti della Commissione, tra cui la Direzione generale per la ricerca e l’innovazione, su cui l’azienda ha fatto pressioni per ottenere maggiori deroghe alla proposta sui Pfas, aggiungendo che altrimenti potrebbe “mettere a repentaglio le decisioni di investimento” nell’idrogeno verde. In una presentazione Power-Point della Chemours datata ottobre 2023 si sostiene che l’Ue dovrebbe esentare i fluoropolimeri, una specie di Pfas, da qualsiasi restrizione del genere e dovrebbe invece definire gli “stan dard più solidi e rigorosi, basati sulla scienza” per le sostanze chimiche, creando un “para metro normativo di riferimento”. Chemours può contare su validi alleati negli stati industriali tedeschi, nonostante la Germania sia uno dei paesi che hanno sostenuto la proposta originale. Ad esempio, il Baden- Württemberg, fortemente industrializzato, è stato un attore attivo. Il suo ministro dell’e conomia ha partecipato a un incontro sull’argomento a giugno 2023 con il dipartimento del mercato interno della Commissione, accompagnato dall’industria. Lo stato ha anche collaborato con l’associa zione dell’industria della tecnologia medica Spectaris, ospitando due diversi eventi nel 2023 e nel 2024 presso la sua sede di Bruxelles con commissari e funzionari di diversi dipartimenti della Commissione, secondo il Ceo. Il ministro per gli affari economici del Baden-Württemberg, insieme a quello della Baviera, ha espresso in una lettera alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen “note vole preoccupazione” sulla proposta. Jessika Roswall e Stéphane Séjourné vogliono entrambi vietare i Pfas nocivi negli usi di consumo come cosmetici, materiali a contatto con gli alimenti e abbigliamento outdoor. La scappatoia però ci sarebbe: in una lettera all’eurodeputato tedesco del Partito Popolare Europeo Peter Liese, ottenuta da Politico, von der Leyen ha affermato che l’esecutivo europeo “in tende proporre esenzioni per gli usi necessari per la transizione digitale e ambientale e per l’autonomia strategica Ue finché non saranno disponibili alternative praticabili”. Tali orientamenti sono stati ripresi dai nuovi commissari per l’am biente e il mercato interno, Jessika Roswall e Stéphane Séjourné. Le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), che includono gli acidi perfluoroacrilici, nascono negli anni ’40 come composti chimici detti “di sintesi”. Oggi contiamo oltre 4 mila sostanze appartenenti a questa famiglia, molto utilizzate nell’industria.
Si tratta di sostanze resistenti ai maggiori processi naturali di degradazione grazie alla presenza di legami molto forti tra atomi di fluoro e carbonio.
Raffaella Vitulano
- Ottieni link
- X
- Altre app
Commenti
Posta un commento