Come la start up cinese DeepSeek ha messo in ginocchio OpenAI
La questione è abbastanza semplice: immaginate di poter pagare 20 euro un cellulare che abbia le stesse prestazioni e qualità dell’iPho ne che invece ne costa ben oltre mille. C’è poco da chiedersi: ovvio che come acquirente scegliereste il primo. E ora immaginate il terrore dei mercati di fronte al Deep-Seek, il sistema cinese che costa il 97% in meno di OpenAi. Una brutta batosta per chi crede che la ricerca del massimo profitto sia la bussola per scegliere l’innovazione migliore. Poveri mercati, che ora scoprono di aver sbagliato il mega- investimento più importante della storia e che gli Usa sono tecnologicamente arretrati. Pechino, in silenzio, ha trasformato l’intero mercato azionario statunitense in un bagno di sangue con Deep-Seek. Bella mossa, Biden, che con il freno aull’export di semiconduttori avanzati destinato a rallentare i progressi dell’Ia in Cina, ne ha inavvertitamente stimolato l’inno vazione. DeepSeek di Hangzhou s’è rimboccata le maniche per trovare soluzioni creative per fare di più con meno. “Se per anni, mesi e settimane, condividiamo il nostro scetticismo su intelligenza artificiale, bitcoin, crypto varie, non lo facciamo per una sorta di snobismo controcorrente. Ma perché pensiamo che sotto, idee geniali, visioni fantastiche, vi sia solo speculazione, la stessa speculazione che ha sempre accompagnato ogni bolla nella storia” spiega Andrea Mazzalai, titolare del blog Icebergfinanza, da noi intervistato già anni fa su questi stessi temi: “Quello che è successo fa sorridere, non tanto il collasso di Nvidia e sorelle in borsa, quanto che qualcuno si sia sorpreso che in Cina, qualche soluzione geniale costi molto meno che in altri parti del mondo. I cinesi che non sono stupidi, si sono procurati i chip di buona qualità senza aver bisogno di Nvidia, con prestazioni che superano quelle di Meta, tanto per fare un nome”. L’azienda ha affermato che addestrare uno dei suoi ultimi modelli è costato 5,6 milioni di dollari, rispetto alla cifra compresa tra 100 milioni e 1 miliardo di dollari indicata l’anno scorso da Dario Amodei, amministratore delegato della società di intelligenza artificiale Anthropic (WSJournal). “Verrebbe da ridere a pensare ai 500 miliardi immaginari messi dall’armata Brancaleone AI americana, presentata da Trump. Ma soprattutto viene da ridere a pensare all’embargo che Biden ha messo sui chips, un po’ come quello contro la Russia, un vero e proprio formaggio gruviera. Basta un bitcoin qualunque per aggirare le sanzioni, per fregare i flussi di capitale che qualcuno fa finta di controllare”. Mazzalai consiglia bene di tenere d’occhio un nome, David Sacks, che ha scritto su X che il presidente Trump ha fatto bene ad annullare l’ordine esecutivo di Biden che ha paralizzato le aziende americane di intelligenza artificiale. “Un autogol colossale, quello di Biden”. Lo zar stesso della Casa Bianca per l’intelligenza artificiale, David Sacks, ha sollevato tuttavia la possibilità di un possibile furto di proprietà intellettuale da parte di DeepSeek ai danni di OpenAI. Il successo di DeepSeek dimostra comunque che le aziende americane potrebbero non aver bisogno di spendere quasi quanto previsto per sviluppare modelli di intelligenza artificiale. Ciò incuriosisce e preoccupa allo stesso tempo investitori e leader tecnologici. E se Musk avesse avuto la giusta intuizione o qualche dritta, chiedendosi perché investire 500 miliardi di dollari nel mega progetto “Stargate”?
Magari non è solo l’odio per Sam Altman a muoverne l’opposizio ne. Mike Whitney è un giornalista indipendente che vive nello stato di Washington. È stato responsabile della raccolta di fondi per la campagna presidenziale di Bernie Sanders: “Il futuro dell’umanità si sta decidendo mentre parliamo. E non si sta decidendo su un campo di battaglia nell’Europa orientale, o in Medio Oriente o nello Stretto di Taiwan, ma nei data center e nelle strutturedi ricerca dove gli esperti di tecnologia creano l’in frastruttura fisica e virtuale per alimentare la prossima generazione di Intelligenza Artificiale” spiega. “Quando il presidente Trump ha annunciato il lancio di un progetto infrastrutturale di intelligenza artificiale da 500 miliardi di dollari (Stargate), poche ore dopo che la Cina aveva rilasciato il suo Deep-Seek R1, che supera i suoi rivali in capacità avanzate di codifica, matematica e conoscenza generale', è diventato dolorosamente ovvio che la battaglia per il futuro è iniziata in grande stile. E questa non è una battaglia che nessuna delle due parti può permettersi di perdere”. Immaginate il panico che si sta diffondendo nelle capitali tecnologiche occidentali in questo momento. L’intelligenza artificiale avrebbe dovuto essere la scorciatoia per il controllo assoluto della società e il dominio oligarchico nel prossimo millennio, ma ora quei fastidiosi cinesi hanno rovesciato il carro delle mele lasciando le élite occidentali con un problema che potrebbero non essere in grado di risolvere. Gli americani si aspettavano che le loro sanzioni sui microchip avrebbero sabotato gli sforzi della Cina in materia di intelligenza artificiale per almeno un decennio o giù di lì, ma, invece, la Cina è tornata ruggendo con un sistema che ha lasciato i giganti della tecnologia senza fiato. L’edito re Ron Unz in un recente articolo racconta che la Cina è ora leader mondiale in molte delle più importanti tecnologie future. Il successo delle sue aziende commerciali nelle telecomunicazioni (Huawei, Zongxin), Ev (Byd, Geely, Great Wall, ecc.), batterie (Catl, Byd) e fotovoltaico (Tongwei Solar, JA, Aiko, ecc.) è direttamente basato su tale abilità di R&S. Con la sua leadership nella ricerca scientifica e tecnologica, la Cina è posizionata per superare gli Stati Uniti sia in campo economico che militare nei prossimi anni. “Niente di tutto questo dovrebbe sorprendere prosegue Mike Whitney - anche se la tempistica del rilascio di Deep-Seek dimostra che ai cinesi non dispiace mettere i bastoni tra le ruote alla strategia globale di Washington se serve ai loro interessi regionali”. Benj Edwards su Ars Technica specifica che il modello di 'ragionamento' cinese all'avanguardia rivaleggia con OpenAI o1 ed è scaricabile gratuitamente. Questa è una cosa molto importante. OpenAI è una società privata che ha reso open source parte della sua tecnologia, ma non la maggior parte della sua tecnologia. Al contrario, DeepSeek AI R1 è open source, il che significa che il suo codice è accessibile al pubblico: chiunque può vedere, modificare e distribuire il codice come ritiene opportuno. Il software open source è sviluppato in modo decentralizzato e collaborativo, basandosi sulla revisione paritaria e sulla produzione della comunità.) L’anali sta politico Arnaud Bertrand in un post su X: “Se oggi sei un cliente OpenAI, ovviamente inizierai a porti delle domande, come ’aspetta, perché esattamente dovrei pagare 30 volte di più?’. Questa è roba piuttosto trasformativa, fondamentalmente sfida l’economia del mercato. Quindi, in pratica, sembra che il gioco sia cambiato. Tutto grazie a un’azienda cinese che ha appena dimostrato come le restrizioni tecnologiche degli Stati Uniti possano ritorcersi contro in modo spettacolare”. Capito il concetto? Tutto ciò che gli Usa hanno fatto per ostacolare lo sviluppo della Cina, comprese sanzioni economiche, embarghi sui chip, provocazioni militari, intromissioni politiche, persino l’arresto di un dirigente Huawei, si è ritorto contro di loro. La forza lavoro cinese, istruita, altamente motivata e tecnologicamente esperta, ha prodotto un modello di IA che eguaglia o supera il meglio che l'Occidente ha da offrire a una frazione del costo e con un sourcing aperto. DeepSeek sta chiaramente scommettendo su un futuro in cui l’IA diventa una merce, ampiamente disponibile e accessibile a tutti come l’elettricità o la connettività Internet:. Un’utilità di base che alimenta l’innovazione piuttosto che un servizio premium controllato da pochi attori.
Per quanto subito criticato, il lancio di DeepSeek ha comunque colto di sorpresa il mondo intero e mandato in frantumi alcune ipotesi a lungo sostenute sullo sviluppo dell’AI. Secondo il venture capitalist Nic Carter, il rilascio di questo nuovo modello ( sviluppato in Cina) ha sfatato l’idea che il Paese avrebbe prodotto solo AI closed- source e ha eroso i presunti vantaggi della Silicon Valley rispetto ai concorrenti globali. Il rapido sviluppo di DeepSeek - commenta Cointelegraph - contraddice i precedenti studi secondo cui il Paese fosse in ritardo di sei mesi rispetto agli Stati Uniti nel campo dell'intelligenza artificiale, e crea ulteriore competizionenella corsa globale agli armamenti nel settore dell’AI. Nell’ottobre 2022 gli Stati Uniti hanno imposto alla Cina un embargo sui chip per l’intelligenza artificiale. Nonostante il divieto, le aziende cinesi si sono rivolte alla produzione nazionale o hanno utilizzato piattaforme di cloud computing come Amazon Cloud Services per aggirare le restrizioni e accedere a questi chip all'avanguardia. Nell'agosto del 2023, la Cina ha anche allentato le norme sullo sviluppo dell’AI per incoraggiare l’innovazione, eliminando le sanzioni finanziarie per le imprese operanti nel settore dell'intelligenza artificiale.
La Cina sta capovolgendo la teoria dello sviluppo mainstream in modi sorprendenti, con un pil pro capite di soli 12.000 $. È il 70% in meno rispetto alla media dei paesi ad alto reddito. Sfortunatamente, l'intensità della competizione tra Stati Uniti e Cina ignora i rischi intrinseci dell’in telligenza artificiale e la sua incombente minaccia alla sopravvivenza umana. In un recente articolo analitico della Rand Corporation, gli autori offrono una finestra inquietante su un futuro in cui “macchine abilitate dall’intelligenza artificiale, di intelligenza equivalente o superiore e, potenzialmente, capacità altamente dirompenti” potrebbero rappresentare una minaccia per la nostra stessa esistenza. I potenziali pericoli posti dall’IA sono molteplici. All’estremo, includono la minaccia dell’estinzione umana, che potrebbe verificarsi a causa di una catastrofe abilitata dall’IA, come un virus ben progettato che si diffonde facilmente, elude il rilevamento e distrugge la nostra civiltà. Meno terribile, ma notevolmente preoccupante, è la minaccia alla governance democratica se le IA acquisissero potere sulle persone. L’umanità dovrebbe incoraggiare i propri leader politici e imprenditoriali a usare sano giudizio e a prepararsi a disastri inaspettati che potrebbero porre fine alla specie.
Raffaella Vitulano
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