Il difficile rapporto dei giapponesi coi vaccini anti - covid 19


Il bancomat illimitato del business dei vaccini da parte di Big Pharma veste ora i panni nipponici. Ma il manga della sanità non piace affatto ai cittadini. Le autorità di regolamentazione giapponesi hanno approvato Arct-154, un vaccino contro il covid-19 basato sulla tecnologia dell’Rna messaggero autoamplificato (sa-mRna), il primo al mondo, e contano di iniziarne le iniezioni da questo autunno. Il ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare giapponese ha dato il via libera sia come vaccino iniziale che richiamo per gli adulti. Ma i giapponesi non ci stanno, lo considerano “la terza bomba atomica” e scendono in piazza. Alcune voci stimano la partecipazione alla recente manifestazione di 100 mila persone, altre di 30 mila, ma il numero conta poco di fronte alle polemiche. Il Giappone è il primo paese al mondo ad aver autorizzato l’u so della nuova generazione di piattaforme a mRna nanotecnologiche che si autoreplicano all’interno delle cellule ma i cittadini non vogliono esserne cavie, dopo le ambiguità degli scorsi anni. Ai tempi della pandemia di Covid è stato il percorso seguito dalla proteina spike, che avrebbe dovuto restare nel punto di iniezione e invece si è spostata negli organi, a rendere scettici i giapponesi, che oggi guardano con diffidenza al vaccino mRna auto-amplificante nonostante sembri dimostrare una risposta immunitaria a 12 mesi dalla vaccinazione superiore al semplice vaccino mRna. Un gruppo di dottori e professori universitari giapponesi, uniti sotto il nome di 'The United Citizens for Stopping mRna Vaccines', ha sollevato serie preoccupazioni sul vaccino Replicon. Questo vaccino, la cui somministrazione ai cittadini giapponesi è prevista entro questo mese, è osteggiato a causa di ciò che hanno definito come rischi identificati. Il vaccino contro il coronavirus è sviluppato dalla società statunitense Arcturus Therapeutics dopo sperimentazioni cliniche che hanno coinvolto 17.000 partecipanti. In una conferenza stampa, il dott. Murakami Yasufumi, professore emerito presso la Tokyo University of Science, parla tuttavia di problemi con il vaccino Replicon per il ceppo mutante JN.1 programmato per l’autunno, osservando che “il vaccino mRna auto-amplificante è geneticamente modificato e non è mai stato testato sugli esseri umani”. Questo vaccino utilizza una funzione autoreplicante chiamata replicasi per replicare l’mRna nel corpo; ma senza la funzione di un freno il ricevente potrebbe continuare a produrre grandi quantità di proteina spike. È stato anche sottolineato che i componenti del vaccino potrebbero essere trasmessi dal ricevente ad altre persone o animali; pertanto, il dott. Murakami ha chiesto che il vaccino venga sospeso fino a quando non ne sarà confermata la sicurezza. Sano Shigetoshi, professore alla Kochi University e dermatologo, ritiene che i vaccini covid-19 mettano a repentaglio la salute delle persone: “La proteina spike può disturbare il sistema immunitario”. I pazienti vaccinati esaminati da Sano hanno mostrato una forte associazione tra il sito della malattia e la proteina spike. I casi più comuni sono neuropatie, malattie autoimmuni e malattie cardiache, tra cui miocardite/ pericardite. Al contrario, i casi più gravi includono morte improvvisa, infarto miocardico e dissezione aortica addominale. Decessi che medici cauti sospettano siano direttamente collegati al vaccino. In alcuni casi tragici, muoionoimmediatamente dopo la vaccinazione. In Giappone è ancora vivo il pesantericordo degli esperimenti medici e scientifici portati avanti per decenni fino alla metà degli anni ‘40. Fu un periodo difficilissimo, quello, dopo la sconfitta di Tokyo nella seconda guerra mondiale e l’oc cupazione del Giappone da parte degli americani. I giapponesi lo rievocano con cognizione di causaavendo sperimentato la guerra biologica durante la seconda guerra mondiale. Questo è il motivo per cui lo Stato giapponese non ha mai reso obbligatoria l’inoculazione con i sieri mRna per il covid dalla fine del 2020 inpoi, limitandosi ad assicurare che “i vaccini sono efficaci e sicuri” . Il risultato è stato che una percentuale di circa l’80% dei giapponesi ha accettato di sottoporsi al vaccino. Il ceo della compagnia farmaceutica Meiji Seika Pharma, partner di Csl in Giappone, in una recente conferenza stampa ha dichiarato che chiunque diffonda informazioni sbagliate – quindi chiunque criticherà il loro operato e queste nuove biotecnologie – sarà perseguibile legalmente e rischierà il carcere. Benvenuti nel nanomondo autoreplicante con le sue piattaforme mRna auto-amplificanti che potrebbero presto arrivare anche in Europa: l’Ema ha accettato la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio dell’azienda produttrice, la biotech Arcturus, ed è attesa una decisione. Il Giappone alza le barricate, ma bisognerebbe capirne di più. Già lo scorso aprile c’era stata una grande manifestazione a Tokyo contro il Trattato Pandemico dell’Oms e gli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale, contro le piattaforme mRna per chiederne la messa al bando e contro le ricerche sul guadagno di funzione; sperimentazioni cliniche su larga scala per un valore di 900 milioni di dollari da aziende farmaceutiche che stanno accettando la sfida di sviluppare vaccini per prepararsi alla prossima pandemia della Malattia X, proposta durante gli incontri del World Economic Forum di quest’anno.

I cittadini temono malori e aumenti di tumori. Ma Reuters smentisce le preoccupazioni: il Giappone non ha dichiarato alcuna emergenza nazionale a causa della presunta esplosione di casi di cancro, ha detto all’agenzia un funzionario del ministero della Salute, aggiungendo che i vaccini a mRna non causano il cancro. Lo studio “Aumento della mortalità per cancro aggiustata per età dopo la terza dose di vaccino mRna-lipidico nanoparticellare durante la pandemia di covid- 19 in Giappone” presuppone, senza prove, che i vaccini siano la causa dei tassi di mortalità per cancro osservati, ha affermato Jeffrey Morris, professore di sanità pubblica e medicina preventiva e direttore della divisione di biostatistica presso l’Uni versità della Pennsylvania. Lo studio non proverebbe insomma un aumento dei decessi per cancro, né stabilirebbe alcuna relazione tra vaccini a mRna e cancro, ha affermato Morris. Ci ha pensato però l’autorevole rivista Lancet a rendere pubblico un lavoro che arriva dagli Stati Uniti e che intende fare luce sulle miocarditi riscontrate nei giovani che avevano ricevuto una o più dosi di vaccino anti Covid. Uno studio che ha preso in considerazione i dati raccolti in 38 strutture ospedaliere americane, per un totale di 433 pazienti. Di questi, 100 erano giovani con sindrome infiammatoria multisistemica e i restanti 333 invece erano pazienti con miocardite post vaccino. L’inten zione degli scienziati è stata quindi quella di capire quale fosse l’entità del danno al cuore dopo il vaccino anche in confronto ai danni cardiaci provati invece dalla sindrome infiammatoria dovuta al Covid. Gli scienziati hanno segnalato che le miocarditi da vaccino sono tutt’altro che benigne e passeggere. In particolare ci sarebbe una differenza sostanziale con chi invece ha sviluppato patologie cardiache a seguito del Covid. La sindrome infiammatoria multisistemica derivante dal contagio covid-19 potrebbe dare nell’immediato sintomi cardiaci severi, ma transitori e risolvibili. Mentre la miocardite da vaccino si manifesterebbe con sintomi più lievi, ma duraturi. Ecco perché Lancet invita alla prudenza e all’approfondimento.

Un monito per tutto il mondo scientifico: studiare di più, usare meno social. Con alcuni medici poco inclini al ragionamento, i giapponesi direbbero “Shikata ga nai”: non c’è niente da fare.

Per quel che riguarda l'Europa,  la Corte suprema Ue esaminerà il caso sui messaggi di von der Leyen con Pfizer il mese prossimo. Lo riporta il Finacial Times aggiungendo che la questione dibattuta sarà la battaglia legale sulla pubblicazione di messaggi di testo privati tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l’am ministratore delegato di Pfizer Albert Bourla durante la gara per l’approvvi gionamento dei vaccini anti-Covid-19. Il New York Times aveva fatto causa alla Commissione europea nel gennaio 2023 dopo che la commissione ha dichiarato di “non aver trattenuto” i messaggi di testo richiesti dal giornale in base a una richiesta di libertà di informazione. Il giornale sta cercando di pubblicare i messaggi di testo, poiché potrebbero far luce su come Bruxelles ha negoziato contratti pandemici per miliardi di euro. La Corte di giustizia europea ascolterà il caso il 15 novembre, hanno detto persone informate sui preparativi. Sarà esaminato da una grande camera di 15 giudici, che in genere si occupa di casi altamente complessi o ritenuti di grande importanza. "Abbiamo intentato questa causa perché solleva questioni importanti sulla supervisione democratica nell'Unione Europea. Al pubblico continuano a essere negate informazioni sui termini negoziati di uno dei più grandi contratti di appalto nella storia dell’Unione Europea. Non vediamo l’ora che il caso venga ascoltato”, ha affermato Nicole Taylor, portavoce del New York Times. “L’impe gno di von der Leyen affinché Bruxelles acquistasse collettivamente miliardi di vaccini e li distribuisse agli stati membri dell'UE in difficoltà nel contenere il Covid- 19 è stato ampiamente considerato un successo e ha contribuito - scrive Ft - a consolidare la sua reputazione di manager centralizzato ed efficace. Ma la controversia sulla sua presunta corrispondenza privata con Bourla, i cui vaccini erano molto richiesti all’epoca, l'ha perseguitata da allora e ha alimentato le critiche di coloro che sostenevano che i negoziati non erano stati trasparenti e che lei aveva assunto troppo controllo personale”. A luglio, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito che la Commissione ha nascosto illecitamente alcuni dettagli dei suoi contratti di fornitura del vaccino anti-Covid-19 in un caso separato.

Raffaella Vitulano




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