Come un cheesburger a Ginza


La nuova Iron Lady giapponese cammina già sul filo teso degli equilibristi. La Cina non ha ancora inviato un messaggio di congratulazioni al nuovo primo ministro giapponese, la signora Sanae Takaichi, quasi una settimana dopo la sua nomina, rompendo una consuetudine diplomatica che segnala il raffreddamento dei rapporti tra i due Paesi. Una rottura senza precedenti che lancia allarme sullo stato delle relazioni tra i due Paesi. La 64enne Takaichi , falco della Cina , ha assunto l’incarico martedì scorso prendendo il posto di Shigeru Ishiba , che aveva ricevuto le congratulazioni sia dal presidente cinese Xi Jinping che dal premier Li Qiang il giorno del suo insediamento nell’ot tobre dello scorso anno. “Ci auguriamo che il Giappone e la Cina si incontrino a metà strada, rispettino gli impegni politici su questioni storiche e su Taiwan, e promuovano pienamente una relazione strategica di mutuo beneficio”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun, ricordando che Pechino considera la questione taiwanese un tema centrale. La scelta di Takaichi, nota per le sue posizioni conservatrici, ha riacceso i timori di un’ulteriore escalation nelle relazioni bilaterali. L’ex ministro degli Interni ha infatti sostenuto pubblicamente le visite al controverso santuario nazionalista Yasukuni, dove sono commemorati anche criminali di guerra giapponesi, e ha incontrato più volte esponenti del governo di Taipei. Nella sua prima dichiarazione programmatica davanti alla Dieta, Takaichi ha promesso di anticipare al 2026 l’obiettivo di portare le spese per la difesa al 2% del Pil, due anni prima del previsto. La mossa ha suscitato la preoccupazione del ministero degli Esteri cinese, che ha accusato Tokyo di “rivedere radicalmente la propria politica di sicurezza, aumentando di anno in anno le spese militari, allentando le restrizioni sulle esportazioni di armi e cercando nuove svolte in campo militare”. Secondo Pechino, “i Paesi vicini del Giappone, in Asia e oltre, hanno motivo di interrogarsi sul suo impegno verso una politica esclusivamente difensiva e su un percorso di sviluppo pacifico”. L’avvento di miss Takaichi, conservatrice di ferro, erede del defunto premier Abe Shinzo che tanto piaceva a Trump, ed esponente di punta di quel nazionalismo giapponese, deciso ma non troppo estremo, è da sempre apprezzato dalla Casa Bianca. La signora non è una burocrate come i suoi diretti predecessori e, soprattutto, è ben felice di rafforzare i rapporti con Washington, come confermato nel suo incontro con Donald Trump, in cui ognuno dei due è sembrato avere qualcosa da dimostrare.

L’ascesa al potere di Sanae Takaichi come prima donna Primo Ministro delPaese è legata, in parte, alla sua personalità decisa e alle promesse di una politica “Japan First”. Trump sta cercando di fare pressione sul Giappone affinché investa di più nella difesa nazionale e garantisca miliardi di dollari in nuovi investimenti per riorientare le relazioni commerciali tra i due Paesi. “Quello che la premier non vuole fare è dare a Trump la possibilità di spingerla in pubblico su questioni come il commercio e la difesa', ha detto Yuki Tatsumi, ex assistente speciale per gli affari politici presso l’ambascia ta giapponese a Washington, ora direttore senior dell’Isti tuto per la sicurezza indo-pacifica. Il Giappone è il sesto partner commerciale degli Stati Uniti e rappresenta un pilastro della geostrategia statunitense nell’Indo-Pacifico, grazie a un patto di difesa reciproca che include basi americane sul suolo giapponese e la protezione sotto l’ombrel lo nucleare degli Stati Uniti . Sarà d’aiuto il fatto che il Giappone stia preparando un pacchetto di acquisti per l’ar rivo di Trump, che include l’acquisto di gas naturale liquefatto americano, pick-up e soia. Tokyo Gas ha inoltre siglato un accordo su possibili acquisti di Gnl dal progetto Alaska Lng da 44 miliardi di dollari, firmato Trump. Takaichi e Trump hanno firmato anche un accordo per la cooperazione tra Stati Uniti e Giappone in settori quali lo sviluppo di standard wireless di prossima generazione e l’in telligenza artificiale. Trump è stato infine particolarmente contento di sapere che Takaichi ha intenzione di acquistare dei Ford F-150. “Ha buon gusto”, ha detto Trump sabato a bordo dell'Air Force One. “È un camioncino da urlo”. E così, di shopping in shopping, le relazioni nippo- americane procedono spedite. Tokyo sta anche cercando modi per aiutare i coltivatori di soia americani, devastati dalla decisione della Cina di non importare il raccolto dagli Stati Uniti nell’ambi to della sua guerra commerciale con gli Stati Uniti. Ma ci sono molti ambiti in cui i due leader potrebbero scontrarsi. Takaichi ha dichiarato il mese scorso che avrebbe preso in considerazione la possibilità di rinegoziare un accordo mediato dal suo immediato predecessore per destinare 550 miliardi di dollari di investimenti giapponesi a progetti statunitensi se lo avesse ritenuto ingiusto nei confronti del Giappone. I fondi rappresentano oltre il 10% del pil giapponese. In seguito ha ritirato la minaccia. Tuttavia, Trump - che ha paragonato quei soldi al “bonus alla firma” di un giocatore di baseball professionista - potrebbe insistere affinché inizi immediatamente a incanalare quei fondi verso gli Stati Uniti. Ma Takaichi non può permettersi di essere vista, a livello nazionale, come una che cede a Trump e dovrà sapersi muovere in punta di piedi tra la percezione di Trump dell’ac cordo di investimento come una macchina per fare soldi senza vincoli per la Casa Bianca e la visione di Tokyo, secondo cui si tratta più di un mix di garanzie di prestito sostenute dal governo giapponese e finanziamenti aziendali selezionati. Takaichi non è una colomba. È una sostenitrice di lunga data del rafforzamento dei legami difensivi tra Stati Uniti e Giappone per compensare la presenza regionale sempre più aggressiva di Pechino. Ma la sua relativa debolezza politica limita la sua capacità di spingere per una maggiore spesa militare a scapito di programmi come il sostegno governativo alla crescente popolazione anziana del Giappone .

La carta vincente del nuovo Primo Ministro Sanae Takaichi con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sarà il suo stretto rapporto con il defunto Shinzo Abe. Mentre Takaichi, ex protetta di Abe, cerca di costruire un solido rapporto con Trump, si prevede che i suoi legami con l’ex primo ministro assassinato la aiuteranno a partire con il piede giusto, con il leader giapponese che cerca di gestire la crescente pressione degli Stati Uniti su questioni commerciali e di difesa. “È una grande amica del signor Abe, che era un grand’uomo”, ha detto Trump. “Il Primo Ministro Abe era un mio grande amico, come sapete, ed era una persona semplicemente fantastica. Lui le voleva molto bene. E lei voleva molto bene a lui. Quindi è un buon segno”. Durante il primo mandato di Trump, Abe era ampiamente considerato il leader mondiale più vicino al presidente degli Stati Uniti, incontrando e parlando al telefono con Trump decine di volte. Per Takaichi, che da ragazza è stata una batterista heavy metal, una subacquea ed una appassionata di auto (la sua Toyota Supra è in mostra al museo di Nara) , la presidenza sarà un nuovo banco di prova. Un putter appartenuto a Shinzo Abe, il defunto ex premier giapponese, è diventato il simbolo del primo incontro ufficiale tra la nuova leader, Sanae Takaichi e Donald Trump. Un dono che va ben oltre il valore sportivo. Quell’omag gio racconta una passione, quella per il golf, che per Abe - racconta “Golfando” - fu anche un linguaggio diplomatico capace di costruire ponti. “Shinzo Abe non considerava il golf solo un hobby, ma uno strumento di diplomazia informale. Credeva che una partita sul green potesse dire più di molte riunioni ufficiali. Driver e putter prevedono concentrazione, rispetto,pazienza e la capacità di leggere il campo erano per lui qualità fondamentali anche nella politica. Con Trump, il fairway divenne terreno di amicizia e di trattative, in un rapporto personale che il leader giapponese seppe coltivare con naturalezza. Oggi Sanae Takaichi, prima donna a guidare il Giappone e considerata l’erede politica di Abe, ha voluto evocare proprio quello spirito. Per Takaichi, che non condivide la stessa passione per il golf ma ne comprende il valore simbolico, la scelta di ripartire da un putter è un modo per riprendere quel filo di amicizia che Abe aveva tessuto a colpi di swing”.


Raffaella Vitulano



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