Chomsky: il panico politico irrazionale è americano come la torta di mele

 di Raffaella Vitulano

Analisti statunitensi avevano già previsto tutto anni fa. Secondo un rapporto elaborato dalla “Rand Corporation”, istituto di analisi strategiche che lavora con il Pentagono, gli Stati Uniti avrebbero usato una varietà di strategie economiche, militari e ideologiche per dividere e destabilizzare la Russia, indebolendone l’economia, le strutture militari e governative del paese. Nel rapporto della Rand, intitolato “Overextending and Unbalancing Russia”, si spingevano gli Usa a finanziare una serie di operazioni con l’obiettivo di destabilizzare la Russia. Ne scriveva già il giornalista specializzato Manlio Dinucci nel maggio 2019, raccontando di come l’in fluente think tank del Deep State - lo Stato profondo, il centro sotterraneo del potere reale detenuto dalle oligarchie economiche, finanziarie e militari - avrebbe fatto sì che l’Europa diminuisse l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto trasportato via mare da altri paesi. Provocazioni per danneggiare nel tempo l’economia della Russia, che avrebbero compreso anche l’emigrazione di giovani con alto grado di istruzione; incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagi ne della Russia all’esterno; armare l’Ucraina (“ma ciò deve essere calibrato per tenere la Russia sotto pressione senza arrivare a un grande conflitto in cui essa avrebbe la meglio”) e accrescere le forze terrestri dei paesi europei della Nato in funzione anti-Russia. Una più recente analisi Rand rileva che un’in vasione russa degli stati baltici della Nato non può essere sconfitta, anche se gli Stati Uniti ricorressero ad armi nucleari tattiche. Nell’intervista rilasciata a CJ Polychroniou, l’accademico saggista Noam Chomsky non gira intorno alla questione: “Il panico politico irrazionale è un fenomeno americano tanto quanto la torta di mele. Sorge spesso come risultato di una potenziale incapacità da parte dei poteri costituiti di controllare l’esito di sviluppi che possono porre sfide agli interessi dell’ordine socioeconomico esistente o allo status quo dell’ambiente geostrategico”. L’intellettuale di fama mondiale enfatizza gli sviluppi attuali sul fronte della politica estera e sui pericoli di cercare di mantenere l’egemonia globale in un mondo ormai multipolare. Non a caso, il messaggio del vertice Russia-Cina del 4 febbraio, in occasione dell’apertura dei Giochi Olimpici, è molto chiaro. Nell’editoriale sul New York Times “ A New Axis”, David Leonhardt scrive che Putin e Xi hanno detto che “un Paese potente dovrebbe poter imporre la sua volontà all’interno della sua dichiarata sfera di influenza. Il paese dovrebbe anche essere in grado di rovesciare un governo vicino più debole senza che il mondo interferisca”. Pechino e Mosca hanno concordato di collegare più strettamente le loro economie attraverso la cooperazione tra la Belt and Road Initiative cinese e l’Unione economica Eurasiatica di Putin. Lavoreranno insieme per sviluppare l'Artico; approfondiranno il coordinamento nelle istituzioni multilaterali e combatteranno il cambiamento climatico”. Ma non solo. C’è chi dice che le sanzioni imposte a Mosca e l’esclusione della Russia dal sistema Swift faranno probabilmente crollare il sistema di interscambio internazionale Swift a favore del nuovo sistema quantistico Qfs basato sul Cips (Crossboarder Interbank Payment System), gestito da una intelligenza artificiale la cui moneta coniata (Usn, Euro flat etc. ) digitale e fisica, sarà collegata ad asset reali (Gold e Silver Standard e ad altri fattori). Già il 18 febbraio 2021, Paul E. Vallely, ex Generale maggiore dell’esercito degli Stati Uniti, nonché analista militare per Fox News, sul sito dell’organizzazio ne politica conservatrice Stand Up America Us ha pubblicato l’articolo The Quantum Financial System, in cui spiega come si articolerebbe il nuovo sistema internazionale di pagamenti. Russia e Cina sono insomma concretamente alleate con infrastrutture già pronte, per quanto non ancora operative. E guardando al passato sembra proprio che gli interessi strategici della Russia in Ucraina nel 2022 sono di gran lunga maggiori degli interessi strategici russi in Serbia nel 1914. Ma proprio come nel 1914, forse di più, le possibilità di escalation della crisi ucraina del 2022 sono illimitate e imprevedibili: Cina, Corea del Nord e Iran potrebbero “coglierel'attimo” e lanciare guerre contro Taiwan, Corea del Sud e Israele. I missili Nato, le forze aeree e gli eserciti avanzati nell'Ucraina orientalesarebbero a sole 300 miglia da Mosca, a breve distanza di attacco per un attacco a sorpresa. Il territorio ucraino è poi attraversato da oleodotti russi che sono una delle principali fonti di reddito di Mosca. Infine, media serbi e bulgari riportano che gli Stati Uniti hanno più di 400 laboratori batteriologici in tutto il mondo, di cui almeno 15 in Ucraina. L’ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina ha ammesso che nel paese esistono laboratori biologici e che sono sotto il controllo del Pentagono. L’a genzia di stampa ucraina “Stra na” riporta che nell’archivio del sito web del Dipartimento di Stato Americano c’è anche l’ac cordo tra Ucraina e Stati Uniti del 29 agosto 2005 in materia di cooperazione per la prevenzione della diffusione di tecnologie, agenti patogeni ed esperimenti che potrebbero essere utilizzati nella fabbricazione di armi biologiche. Partecipano al progetto le maggiori compagnie che costituiscono il cartello farmaceutico globale (il cosiddetto ‘Big Pharma’).Migliaia di documenti storici del Tribunale di Norimberga documenterebbero, secondo alcuni storici, che la Seconda Guerra Mondiale, un conflitto che è costato la vita a oltre 60 milioni di persone, è stato pianificato e finanziato dal più grande cartello chimico e farmaceutico del mondo, la IG Farben, allora costituita da Bayer, Basf, Hoechst e altri, la cui ambizione condivisa era quella di eliminare, con la forza, qualsiasi concorrenza. La ricerca di una soluzione diplomatica dovrebbe dunque essere l’obiettivo di pace in Ucraina, rifiutando errori del passato ed evitando di alimentare corse ad armamenti.

Raffaella Vitulano




Nel tempo del Grande Caos Russia e Cina interdipendenti 

Per Raphael S. Cohen scienziato politico senior e direttore del programma Strategy and Doctrine, Project Air force presso la Rand Corporation - è un errore pensare a Cina e Russia come problemi indipendenti. Gli Stati Uniti hanno bisogno dei loro alleati europei per affrontare la Cina, principalmente per ragioni economiche ma anche militarmente. Il Regno Unito, dopotutto, ha appena contribuito a stringere un accordo sui sottomarini nucleari insieme ad Australia, Regno Unito e Stati Uniti per rafforzare la potenza navale alleata nell'Oceano Indiano. Anche la Francia mantiene una piccola ma significativa presenza militare nell’Indo-Pa cifico. Anche la Germania ha recentemente inviato navi nella regione. “Se gli Usa dovessero lasciare il problema della Russia al resto d'Europa, cosa impedirebbe al resto d’Europa - si chiede - di lasciare la Cina negli Stati Uniti? Si tratta di stabilire precedenti globali: se la Russia può agire impunemente in Europa, allora può farlo anche la Cina in Asia.”

Ra.Vi.

La rinuncia al nucleare prelude sempre ad aggressioni? 

Promesse e tradimenti: è uno schema che temono alcuni paesi che hanno considerato di precludere le loro strade a un deterrentenucleare. Un tempo anche l’Ucrai na ospitava migliaia di armi nucleari, ereditate quando, alla fine della Guerra Fredda, divenne indipendente. Era il terzo arsenale nucleare più grande della Terra. Nel 1994, il governo ucraino ha firmato un memorandum in cui rinunciava formalmente al suo status di stato nucleare in cambio di garanzie firmate dalla comunità internazionale per garantire la sua sicurezza futura. Da allora l’integrità territoriale dell’Ucraina non è stata molto rispettata. Gli ucraini non sonogli unici che si sono pentiti di aver rinunciato alle loro armi nucleari. Nel 2003, il dittatore libico Muammar Gheddafi ha abbandonato il suoprogramma nucleare e le armi chimiche in cambio della normalizzazione con l’Occidente. Nel 2015, l’Iran ha firmato un accordo nucleare completo con gli Stati Uniti. Sappiamo come è andata. Nel 2011 un funzionario del ministero degli Esteri nordcoreano sostenne che la crisi libica stesse insegnando alla comunità internazionale una grave lezione: la rinuncia alle armi negli accordi firmati come “una tattica di invasione per disarmare il paese”.

Ra.Vi.

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