Autunno caldo e inverno freddo. L’Europa stretta nella paralisi


Il presidente francese François Mitterrand la definiva ”hyper puissance américaine”. Poco prima di morire, aveva confessato al giornalista George-Marc Benamou, che la “Francia non lo sa, ma noi siamo in guerra con l’America. Sì, una guerra permanente, una guerra vitale, una guerra economica, una guerra apparentemente senza morti. Sì, sono molto duri gli americani, sono voraci, vogliono un potere non condiviso sul mondo. E’ una guerra sconosciuta e tuttavia una guerra mortale”. La citazione di Mitterrand, 26 anni dopo, resta un monito per i francesi. Ma anche per tutti gli europei. “L’interesse primordiale degli Stati Uniti, sui quali per secoli abbiamo combattuto guerre - la Prima, la Seconda e la Guerra Fredda - è stato il rapporto tra Germania e Russia, perché lì unite, sono l’unica forza che potrebbe minacciarci” ammette candidamente George Friedman, Ceo di Stratfor al Chicago Council on Foreign Affairs. Berlino, cuore dell’Europa, è sempre stata sorvegliata speciale. E così si capisce che forse la crisi ucraina ha poco a che fare con l’Ucraina. Sotto osservazione c’è la Germania e, in particolare, il gasdotto che collega la Germania alla Russia chiamato Nord Stream 2. C’è ancora chi pochi a dire il vero, primo su tutti il Papa - invita ad aiutare la risoluzione del conflitto in Ucraina e a non soffiare sul fuoco: ma gli europei sono i primi a non aver imparato nulla dalla storia recente dell’ex Jugoslavia. Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 nel Mar Baltico sembra passato quasi inosservato, ma in realtà ha alzato il livello dello scontro a un livello completamente nuovo e tossico, evidenziando il volto minaccioso del capitalismo dei disastri. Gli americani ci osservano; nei commenti dei loro blog si dicono quasi annoiati dalla ripetitività di notizie dall’Ucraina e dall’Europa.

E in un articolo dal titolo “Gli europei rischiano la morte per freddo per una follia verde - e noi potremmo essere i prossimi”, il sito americano The Hill commenta laconicamente la nostra devastazione: “Chissà cosa accadrebbe se il Green New Deal prendesse piede negli Stati Uniti? Un inverno mortale è il risultato dell’esperimento energetico dell’Europa. Una combinazione di iniziative utopiche sul clima, inflazione, un calo della produzione americana di combustibili fossili e la riluttanza ad acquistare petrolio o gas naturale russo potrebbero portare a diverse centinaia di migliaia di morti in tutto il continente questo inverno. Come sta accadendo in Europa”. Bill Gates, nel frattempo, ammettere senza pudore in un’intervista video che l’agen da del cambiamento climatico è solo una gigantesca truffa per il Nuovo Ordine Mondiale, vantandosi del fatto che il termine “energia pulita” ha “incasina to le menti delle persone”. L’e pisodio di guerra ibrida industriale/ commerciale, sotto forma di attacco terroristico contro le infrastrutture energetiche in acque internazionali, segna il crollo assoluto del diritto internazionale. Il vecchio mondo si è rotto proprio giorni fa, quando un gasdotto è stato fatto esplodere cinicamente da gente che pensava che questo avrebbe fatto avanzare ulteriormente la loro agenda. “Per gli americani commenta lo storico Giulio Sapelli - è una doppia mossa del cavallo. Penalizzanol’industria tedesca, la Russia e anche la Cina, perché il capitalismo tedesco passa per la Russia e arriva a Pechino”. Cambiano le regole del gioco, senza rimorso alcuno. Ne avevamo già avuto sentore quando l’Occidente non si è limitato a congelare le riserve valutarie della Russia, ma le hasequestrate. L’Europa sprofonda nella forza centrifuga che spinge i Ventisette (e non solo) verso il si salvi chi può. Il ministro dell’e conomia tedesco Robert Habeck avverte: “Con l’interruzio ne delle forniture di gas si rischia la fine dell’Ue”. E intanto l’ob bediente Austria chiude i rubinetti agliitaliani per fornire il gas ai fratelli tedeschi. Il momento storico è davverocritico se il presidente serbo Aleksandar Vucic annuncia che entro uno o al massimo due mesi l’Europa rischia un conflitto armato. La situazione in Europa sta precipitando, e non solo in senso bellico, bensì verso uno sfaldamento dei legami e degli accordi che costituiscono l’impalcatura stessa dell’Ue. C’è una palese accelerazione in tal senso. Si stanno delineando alcune aree politiche all’interno dell’Europa: area nord-europea (paesi scandinavi e baltici, Danimarca e Polonia); area tedesca (Germania e Austria); area centro-occidentale (Francia, Olanda e Belgio); area centro-orientale (Ungheria, Rep. Ceca, Slovacchia e forse Romania); area mediterranea (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia). I Paesi della prima area hanno accerchiato la Germania e bloccano i suoi potenziali legami con la Russia. La Germania potrebbe diventare il potenziale catalizzatore per l’autunno caldo - anzi freddo, freddissimo - europeo. L’opinione pubblica tedesca sta capendo il vero significato della chiusura delle aziende siderurgiche, di fertilizzanti, di vetro e di carta igienica. Le minacce sul gasdotto c’erano state. Victoria Nuland del Dipartimento di Stato Usa aveva già dichiarato a gennaio che “in un modo o nell’altro il Nord Stream 2 non sarebbe andato avanti” se la Russia avesse risposto all’incre mento degli attacchi militari ucraini contro gli oblast orientali russofoni. Il 7 febbraio, il presidente Biden aveva ribadito l’in tenzione degli Stati Uniti, promettendo che “il Nord Stream 2 non ci sarà più. Vi porremo fine. Vi prometto che saremo in grado di farlo.” Il sabotaggio degli oleodotti è stata la miccia dell’escalation. Il risultato al momento è un crollo economico tedesco e, di fatto, europeo. La concorrenza industriale tedesca con gli Stati Uniti s’infiacchisce, e questo favorisce la bilancia commerciale statunitense. Gli Stati Uniti cercheranno ora di mantenere un’economia globale neoliberalizzata il più a lungo possibile. Per i Paesi che non sono in grado di pagare i loro debiti esteri interverrà il Fondo Monetario Internazionale, che fornirà loro finanziamenti a condizione che raccolgano la valuta estera per ripagare privatizzando ciò che resta del loro dominio pubblico, del patrimonio di risorse naturali e di altri beni, vendendoli agli investitori finanziari statunitensi e ai loro alleati. Alcuni osservatori hanno avanzato l’ipotesi della responsabilità diretta della Polonia per gli attentati che hanno danneggiato il gasdotto North Stream. Nessuno può attualmente confermare la fondatezza di tale sospetto nei suoi confronti, tuttavia la Polonia - come in altri tempi - si sta confermando come costante agente destabilizzatore del quadro europeo. Fu la Thatcher, per mantenere la sovranità britannica minacciata da un’unità politica Ue che sicuramente sarebbe stata controllata dallo strapotere economico della Germania, ad essere la più sfegatata sostenitrice della rapida espansione ad Est che, fatta in maniera rapida, avrebbe creato il caos politico ma ampliato lo spazio commerciale per le imprese britanniche. Nel dibattito europeo l’al largamento prevalse sull’appro fondimento. E’ così che nacque la deriva dell’Europa, da quel nuovo “Drang nach Osten” che oggi non riesce più a far distinguere ai paesi fondatori i loro interessi e quelli degli storici alleati oltreoceano, proiettati senza freni verso l’espansione ad Est, in conflitto diretto (e armato) con la Russia.

Raffaella Vitulano


“Decenni in cui non accade nulla e settimane in cui accadono decenni” 

Ache punto siamo nella guerra in Ucraina? Dopo il rallentamento estivo, gli eventi hanno cominciato ad accelerare, richiamando alla mente una famosa battuta di Vladimir Lenin: “Ci sono decenni in cui non succede nulla e ci sono settimane in cui succedono decenni”. La Russia sa bene che questa è stata una di quelle settimane. È iniziata con l’inizio dei referendum per decidere se aderire o meno alla Federazione Russa, accompagnati dall’annuncio di Putin che i riservisti sarebbero stati richiamati per aumentare il dispiegamento di forze in Ucraina. Poi, il misterioso sabotaggio nel Baltico degli oleodottiNordstream. Sono inoltre giunte voci sull’utilizzo del nucleare, mentre la guerra sul campo continua. Chi ci guadagna? Di sicuro la Polonia ha festeggiato l’apertura di un nuovo gasdotto dalla Norvegia solo pochi giorni fa mentre ad aumentare la tensione ci ha pensato l’europarlamentare polacco ex ministro della Difesa Radek Sikorski che ha ringraziato cripticamente su Twitter gli Stati Uniti con l’immagine delle fughe di gas nel Mar Baltico. La Germania perderà ora quel poco di autonomia che aveva; la Russia ridurrà gli incentivi al negoziato; Polonia e l’Ucraina si confermano nodi di transito ancora più critici per il gas.

Ra.Vi.

Quando nel 1982 Reagan approvò il piano della Cia per sabotare i sovietici 

Nel gennaio 1982, il presidente Ronald Reagan approvò un piano della Cia per sabotare l’economia dell’Unione Sovietica attraverso trasferimenti segreti di tecnologia che contenevano malfunzionamenti nascosti, incluso il software che in seguito scatenò un’enorme esplosione in un gasdotto siberiano. E’ quanto rivelò il Washington Post il 27 febbraio 2004 citando il libro di memorie di un funzionario Reagan della Casa Bianca, Thomas C. Reed, ex segretario dell’Air Force che all’epo ca prestava servizio nel National Security Council. Reed sostiene di aver ottenuto l’approvazione della Cia per pubblicare i dettagli dell’operazione e scrive che l’esplosione dell’oleodotto fu solo un esempio di “guerra economica fredda” contro l’Unione Sovietica che la Cia ha condotto sotto il direttore William J. Casey durante gli ultimi anni della Guerra Fredda. A quel tempo, gli Stati Uniti stavano tentando di impedire all’Europa occidentale di importare gas naturale sovietico. C’era no anche segni che i sovietici stessero cercando di rubare un'ampia varietà di tecnologia occidentale. Quindi, un insider del Kgb ha rivelato la lista della spesa specifica e la Cia ha fatto passare il software difettoso ai sovietici in un modo che non lo avrebbero rilevato.

Ra.Vi.

Commenti

Post più popolari