I vaccini rMna progettati su incarico del Pentagono

 

Il Pentagono incaricò già nel 2013 Pfizer di ripensare radicalmente lo sviluppo dei vaccini. Lo riportava Fierce Pharma in data 9 dicembre 2013 spiegando che la notizia del progetto era emersa dopo che la Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa) - il braccio di ricerca del Pentagono - aveva assegnato a Pfizer un contratto triennale da 7,7 milioni di dollari. I dettagli della ricerca sono scarsi, ma è chiaro che la Darpa volesse ridurre i tempi di risposta militare alle minacce di pandemie o bioterrorismo eliminando molti dei passaggi attualmente necessari per conferire l’immunità.

Già nell’ottobre 2013 gli esperti avevano puntualizzato quanto la difesa del Congresso contro le armi biologiche fosse una “significativa vulnerabilità nazionale”, riferiva il Marine Corps Times. Qualche anno dopo, nel 2017, Darpa annunciò sul proprio sito un nuovo progetto teso a sviluppare una piattaforma integrata end-to-end che utilizzasse sequenze di acido nucleico centrate su Dna e Rna per fermare la diffusione delle infezioni virali in sessanta giorni o meno attraverso una versione biologica di ingegneria inversa che producesse costrutti genetici in grado di istruire il corpo di un individuo a produrre anticorpi protettivi simili. Una sorta di “cia nografie” di acido nucleico prodotte rapidamente rispetto ai metodi comuni di produzione di anticorpi. Hepburn, un medico dell’esercito degli Stati Uniti che in precedenza aveva servito come direttore della preparazione medica nello staff di sicurezza nazionale della Casa Bianca spiegò che se avessero avuto successo Darpa avrebbe potuto “sradicare le epidemie di malattie infettive virali dal tavolo come una minaccia per le truppe statunitensi e come un driver di instabilità globale”. E questo forse spiegherebbe anche perché un militare in Italia sia stato incaricato dal governo per gestire la distribuzione dei sieri. Regina Dugan, ex direttore della Darpa, nel 2020 spiegò che l’A genzia nata dopo lo Sputnik nel 1958 ha proprio l’obietti vo di prevenire e creare a sua volta uno scenario strategico di sorpresa. Quindi le grandi domande sui rischi e le vulnerabilità e le nuove capacità erano di routine alla Darpa: “Ricordo un momento cruciale del 2010, quando un program manager di nome Dan Wattendorf chiese cosa sarebbe successo “se avessimo una pandemia globale e si trattasse di un nuovo agente patogeno? Sarebbe una catastrofe. Non possiamo aspettare i soliti 3 o 10 anni per un vaccino. E se invece potessimo usare l’mRna per fare un vaccino in giorni e settimane invece dei normali 3-10 anni? ”. Ma lei stessa ammette che nonostante la sperimentazione di quel periodo i vaccini a base di Dna hanno prodotto proteine, ma non abbastanza: “Mancavano di efficacia, quindi non c’era una forte risposta immunitaria”. L’Evento 201 organizzato da Bill Gates è stato in seguito solo una delle decine di simulazioni e analisi degli ultimi due decenni che hanno evidenziato le lacune nella capacità dei governi e delle organizzazioni di rispondere alle pandemie. In sintesi, quel che emerse è che le misure difensive americane si sono basate in gran parte sull’uso diffuso di vaccini Covid basati su tecnologia mRna all’avanguardia, ma questi si sono dimostrati molto meno efficaci di quanto originariamente promesso. E che l’idea di creare vaccini con una tecnologia completamentenuova ha le sue origini nella logica militare della guerra biologica, dato che l’esercito americano da quasi dieci anni stava già lavorando su meccanismiprotettivi che avrebbero reso possibile l’uso di virus e batteri in una guerra. Con stanziamenti dell’ordine di miliardi di dollari, il Pentagono aveva commissionato all’industria farmaceutica lo sviluppo di farmaci e vaccini genetici utilizzabili a lungo termine, che potessero essere modificati e riproposti rapidamente, senza doverli testare prima sull’uomo. La Darpa chiese dunque a Pfizer di ripensare radicalmente i vaccini con un contratto da 7,7 milioni nel 2013. Nello stesso anno, il Pentagono si è alleato con Moderna (o meglio mode-Rna), un laboratorio biologico fondato solo nel 2010. Oltre alla Darpa, la Fondazione Bill e Melinda Gates e altri donatori privati erano tra gli sponsor di Moderna, in cambio di quote di brevetto. Ma senza la tecnica di “chirurgia genetica” o “gene editing” chiamata Crispr, sviluppata contemporaneamente e per la quale nel 2012 è stato assegnato il premio Nobel a due scienziate, la piattaforma di mRna per i vaccini non sarebbe stata possibile (né redditizia). Il sistema consente di apportare modifiche alle sequenze genetiche degli esseri viventi con maggiore precisione, velocità e risparmio. Le conseguenze dei depositi temporanei negli organi del corpo e nel cervello dopo i booster sono tuttavia ancora inesplorate (cfr. Rapporto di valutazione Ema, pagg. 45/46). Sarebbe il programma di vaccini più costoso della storia dell’umanità, se non fosse parte di un progetto di difesa strategica a lungo termine che procede per gradi. Ecco perché all’inizio della pandemia le catene di produzione erano in gran parte già pronte; non si può improvvisare una cosa del genere con poco preavviso. Ma il progetto avrebbe avuto bisogno di una vera e propria epidemia nella fase finale per raggiungere il suo target decisivo. Perché mancava ancora l’elemento fondamentale: i dati di sperimentazione reale sugli esseri umani. Fatto che spinge il dottor Paul Offit, esperto di vaccini presso l’Ospedale pediatrico di Filadelfia, ad evidenziare ormai un conflitto tra biologia umana contro calcolo militare. Frena sugli aspetti militari anche l’European Centre for Science, Ethics and Law (Ecsel), dal 2003 primo centro indipendente di ricerca, divulgazione, formazione e consulenza scientifica nel campo della bioetica, del biodiritto, della bioeconomia e della biopolitica, che punta il dito anche contro “la natura strumentale della crisi energetica e della connessa crisi strategico-militare rispetto ai controversi obiettivi della cosiddetta transizione ecologica” con dichiarazioni “che replicano, anche sul piano comunicativo, il modello sperimentato con il Covid e vengono presentati come inevitabili - secondo l’abietta logica del whatever it take” - quegli effetti collaterali consistenti nella distruzione sistematica del tessuto produttivo nazionale, nell’elimi nazione mirata delle piccole e medie imprese, nel collasso generalizzato dei lavoratori autonomi e nello scivolamento verso la soglia di povertà di una porzione sempre più ampia di cittadini”.

Raffaella Vitulano


Pfizer in audizione all’Europarlamento Nessun test su vaccini per evitare i contagi 

Nell’audizione Covid al Parlamento Ue, Janine Small, presidente di Pfizer International Developing Markets (presentatasi al posto del presidente Bourla che ha fatto sapere di non essere più disponibile a comparire di fronte all’Europarlamento, probabilmente per evitare domande scomode sui messaggi segreti scambiati con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen) ha confermato che “non ci sono mai stati dati scientifici che dimostrassero che il trattamento con mRna avrebbe limitato la trasmissione del virus”. Janine Small è stata inoltre costretta ad ammettere che l’azienda farmaceutica non ha mai testato il vaccino in tal senso. Le domande rivolte all’alto funzionario della Pfizer sono state fatte dall’eurodeputato olandese Rob Roos, voce capo del gruppo Conservatori e riformisti. E’ noto che il vaccino Comirnaty, il principale siero a disposizione per combattere il Covid, non blocca a sufficienza i contagi ma evita le forme gravi. Considerato che in futuro tali vaccini potrebbero essere impiegati in guerre biologiche, l’aspetto contagio verrebbe allora in secondo piano, rispetto alla sopravvivenza stessa (evitare forme gravi).

Ra.Vi.

La Procura europea apre un’indagine sull’acquisto dei vaccini Covid 

La Procura europea apre un’indagine sull’acquisto dei vaccini contro il Covid da parte di Bruxelles dopo che la Relazione speciale della Corte dei conti Ue (54 pagine) ha evidenziato che tra il 2020 e la fine del 2021 l’Ue ha comprato 4,6 miliardi di dosi di vaccini, con contratti di“acquisto anticipato” e un esborso di 71 miliardi di euro. Di fatto, la spesa più onerosa di tutti i tempi per il bilancio Ue. Un impegno che, secondo la Corte dei conti, non ha però rispettato le procedure corrette in uso per i contratti Nessun dettaglio dagli inquirenti che hanno confermato l’inchiesta visto “l’interesse pubblico estremamente elevato”. In passato la Commissione è già finita sotto accusa per gli sms scambiati tra von der Leyen e il numero uno di Pfizer. Polemiche in questi giorni anche su Heiko von der Leyen - marito della baronessa - approdato a Padova nel Consiglio di sorveglianza del centro nazionale di ricerca “Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia Rna” per conto di Orgenesis Italy s.r.l., braccio italiano di Orgenesis Inc., azienda biotecnologica globale.

Ra.Vi.

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