Guerre del futuro tra automi e polveri letali
L’attacco strategico ha sempre occupato una posizione di rilievo nella condotta di una guerra. Fatto correttamente, l’attac co strategico accorcia i combattimenti e riduce i costi. Tutti i soldati sognano di condurlo con un certo effetto ma pochi ci riescono. Le difficoltà di solito si concentrano nel determinare, localizzare o ingaggiare l’attimo fuggente. Un documento datato, ma attualissimo, identifica le tecnologie più promettenti e le combina per formare un un sistema organico per condurre un attacco strategico nel 2025. Il documento è stato pubblicato nel lontano 1996 dalla Us Air Force dall’eloquente titolo, per l’appunto, “Colpiscili dove fa più male” e tratta dello sviluppo delle nanotecnologie. Il documento prevede l’uso di nanosensori nell’ambiente attraverso l’irrorazione aerea e descrive un nuovo sistema di monitoraggio in cui minuscoli nanosensori ad alta tecnologia avranno il compito di trasmettere a una rete di computer tutti i dati raccolti, in modo che l’intelligenza artificiale possa elaborarli immediatamente e predire in tempo reale le intenzioni del nemico. Entro il 2025, questi nanosensori dovrebbero essere in grado di svolgere le loro funzioni. A che punto siamo oggi nell’imple mentazione di questa ricerca? Probabilmente abbastanza avanti, suggerisce il sito specializzato “Nogeongegneria”, che pubblica estratti integrali del documento: “Entro il 2025, la nanotecnologia permetterà l’uso di sensori più sottili di un capello umano che possono raggiungere l’obietti vo attraverso gli esseri umani, l’acqua, il cibo o dell’ aria”.
Come in altre occasioni, 2025 contiene rappresentazioni fittizie di situazioni-scenari futuri. Ma come abbiamo ben appreso in pandemia, gli scenari futuri e le esercitazioni servono in realtà a prepararsi per eventi prossimi o futuri piuttosto realistici. E siccome il 2025 non è poi troppo lontano e ricorre spesso in diversi documenti, tanto vale buttargli un occhio. La pubblicazione è stata esaminata dalle autorità di sicurezza e politiche, non è classificata e può dunque essere rilasciata al pubblico. “Nell’anno 2025, i progressi nella tecnologia dovrebbero consentire alle attività aeree e spaziali di colpire un avversario in qualsiasi momento e ovunque. L’obiettivo finale dell’attacco strategico è quello di condurre operazioni fino al punto in cui il nemico non conservi più la capacità o la volontà di fare la guerra o svolgere attività aggressive. Impiegando una filosofia del colpire dove fa male, le operazioni di attacco strategico 2025 vanno dal tradizionale - altamente distruttivo - combattimento forza- forza a una guerra molto meno invasiva, ma molto efficace, basata sul computer. La diversa natura dei potenziali avversari, e la grande quantità di informazioni che li riguardano, richiedono un approccio integrato per proteggere gli interessi di sicurezza americani e alleati”. Se il 2025 comincia ad incuriosirvi, un altro documento rappresenta una lettura imperdibile per chiunque voglia sapere verso che mondo ci stiamo dirigendo. Dal titolo eloquente “Future strategic issues – Future warfare. The bots, borgs & humans welcome you to 2025 A.d.”, “Strategie future di guerra.Automi, esseri bionici & umani vi danno il benvenuto nel 2025', lo studio Nasa nel 2001 merita davvero attenzione visto che predice che l’u manitàdiventerà una risorsa inefficiente e costosa. Già 23 anni fa si pensava a tattiche per controllare le popolazioni, a polvere intelligente (smart dust) che avrebbe assunto molti compiti, a macchine generatrici di onde, a armi a raggi, a virus e vaccini, alla manipolazione della popolazione attraverso i media, alla guerra psicologica, alla guerra biologica, alla guerra cibernetica e così via. Autore dello scenario scioccante è Dennis Bushnell, il capo scienziato della Nasa Langley Research Center, responsabile della supervisione tecnica e della formulazione di programmi avanzati. Altro che complottismo. Basta leggere i documenti per capire che le trame di molti film hollywoodiani altro non sono che anticipazioni sullo schermo di quanto potrebbe avvenire di qui a poco. Il documento non è un opuscolo di fantascienza, ma una vera e propria roadmap: dopo quella industriale (1800-1950), dal 2001 sarebbe partita l’epoca della Information Technology (It) e sarebbe arrivata fino al 2020, quando ci sarebbe stata l’esplosio ne delle tecnologie Bio/Nano. La massima espansione dell’u tilizzo dei nuovi ritrovati sarebbe coincisa con l’avvio dell’ “età virtuale”, dal 2020 in avanti (dopo la pandemia quindi) e la robotizzazione di tutte le attività umane. Ogni cosa sarà mediata dalla It, fino ad arrivare all’intersezione tra umano e artificiale (wearable/implantable electronics), il transumanesimo, che consentirà entro il 2030 ad un singolo pc di avere capacità di elaborazione superiore a quella di una città piena di cervelli umani. Reti neurali miste umane-artificiali costituiranno “creativity machines” in grado di produrre una quantità illimitata di idee che risolveranno i problemi dell’umanità: povertà, sovrappopolazione, scarsità di risorse, inquinamento, global warming. La nuova tecnologia consentirà di caricare milioni di dati direttamente nel cervello, accorciando drasticamente i tempi dell’apprendimento.
Le nano-tecnologie consentiranno inoltre a granelli di “smart dust” delle dimensioni di 1 mm cubo o meno, di operare come sciami di sensori galleggianti attraverso le correnti d’aria o di funzionare come polvere esplosiva in grado di raggiungere obiettivi sensibili apparentemente inaccessibili. Allo stesso modo la “smart dust” potrà essere distribuita attraverso aerosol ed inalata dai polmoni, dove si depositerà per eseguire varie “missioni patologiche”, rappresentando una del tutto nuova e legale classe di armamenti. Altro fronte di guerra futura è quello dell’emissione di Radio Frequenze come arma contro la persona (attraverso il riscaldamento, gli effetti di superficie, e l’interazione col cervello in modalità di bassa frequenza. Le microonde a bassa potenza causeranno abbassamento delle performance comportamentali, massiccia alterazione delle funzioni cerebrali, incremento letale del flusso sanguigno. “L'infor mazione non è stata divulgata dalla Difesa - scriveva Federico Rampini sul Repubblica già nel 2002 - ma gli scienziati californiani non hanno dubbi: la polvere intelligente (finanziata dal Pentagono, dalla Darpa e dalla Cia, ndr.) ha già fatto la sua prima apparizione su un vero campo di battaglia in Afghanistan, dove gli americani hanno cosparso nubi di smart dust sulle zone più impervie e montagnose. Il prossimo test potrebbe essere l’Iraq dove in caso di intervento militare - e anche molto prima - la polvere intelligente verrà cosparsa dal cielo e finirà mimetizzata nella sabbia del deserto per monitorare spostamenti di truppe, artiglierie o rampe dei missili Scud”.
"Presto condiremo gli oceani, la terra e il cielo con un numero incalcolabile di sensori invisibili agli occhi, ma visibili l’uno all’altro, e con una varietà di dispositivi di raccolta dati. I vasti flussi di dati sempre più accurati si combinano e interagiscono per produrre cache sempre più significativi di conoscenza” : così Esther Dyson, figlia di Freeman Dyson, che è stato un fisico e matematico britannico naturalizzato statunitense, conosciuto principalmente per i suoi studi in elettrodinamica quantistica, fisica dello stato solido e ingegneria nucleare, che nel 1979 collaborò con l’In stitute for Energy Analysis per lo studio del clima, sotto le direttive del fisico nucleare Alvin Weinberg e col supporto fornito da un gruppo di biologi. Oggi una tecnica di geoingegneria progettata per ridurre le alte temperature in California potrebbe inavvertitamente intensificare le ondate di calore in Europa, secondo uno studio dello Scripps Institution of Oceanography della Uc San Diego, che modella le conseguenze indesiderate di interventi regionali sul clima che cambia, portando potenzialmente alla competizione e agli scontri per gli interventi. Ma anche ul meteo giocherà le sue carte. "Il meteo come moltiplicatore di forza: possedere il tempo nel 2025” è un altro documento scritto nel 1996. “Le possibilità di modificare il meteo può essere desiderabile sia per ragioni economiche che di difesa”, scrivevano gli autori dello studio, aggiungendo che “le attuali tecnologie, che matureranno nei prossimi 30 anni, offriranno a chiunque abbia le risorse necessarie la possibilità di modificare le condizioni meteorologiche e i loro relativi effetti, almeno su scala locale. I potenziali benefici e il potere associato sono estremamente redditizi e allettanti per coloro che hanno le risorse per svilupparli”.
La modificazione del tempo potrebbe comportare la creazione di condizioni del tempo completamente nuove, l’alterazio ne del clima globale di vasta portata o di lunga durata. Altre applicazioni a bassa intensità potrebbero includere l’alterazio ne o l’utilizzo dello spazio vicino come un mezzo per migliorare le comunicazioni, disturbare il monitoraggio attivo e passivo, o per altri scopi... La gamma delle applicazioni di manipolazione al meteo proposte in questa relazione si è dimostrata potenzialmente e tecnicamente realizzabile”.
Raffaella Vitulano


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