Ucraina, l’accordo sulle terre rare? “Una sciocchezza” dicono gli esperti
L’accordo sulle terre grezze dell’Ucraina si basa su un’estrema esagerazione dei depositi minerali che il governo ucraino possiede (o sui quali ha mantenuto i diritti minerari) e che quindi potrebbe offrire agli Stati Uniti: lo racconta Naked Capitalism citando fonti di esperti minerari. “A parte l’ovvio problema che quelle riserve di terre rare sono sproporzionatamente in territorio controllato o rivendicato dalla Russia, è molto probabile che la maggior parte sia in mani private. Pensi che qualcuno andrebbe molto lontano se tentasse di impossessarsene? Gli oligarchi ucraini hanno i muscoli e saboterebbero qualsiasi sforzo” è uno dei post citati dal sito online. E in effetti questo post sintetizza in modo utile molti degli ostacoli che impediscono a questo “ac cordo” di produrre rendimenti significativi. Avendo insistito sul fatto che l’Ucraina firmerà un “accordo sulle terre rare”, Trump insisterà finché non otterrà qualcosa di firmato. Ne è convinto l’autore dell’articolo, Andrew Topf, giornalista con oltre due decenni di esperienza in quotidiani, pubblicazioni commerciali e come reporter minerario. L’articolo, originariamente pubblicato su “OilPrice”, descrive come gli Stati Uniti (ma anche alcuni paesi Ue) stiano prendendo di mira le vaste ricchezze minerarie dell’Ucraina, tra cui terre rare, litio e titanio, come un modo per recuperare gli aiuti derivanti dalla guerra. In realtà, gli esperti avvertono che i giacimenti di terre rare dell’Ucraina sono sopravvalutati, obsoleti e in gran parte inaccessibili. Nonostante i rischi e i rendimenti limitati, l’accordo sui minerali per la ricostruzione sembra tuttavia procedere. Gli Stati Uniti ripongono le loro speranze nel recupero delle spese sostenute dall’Ucraina durante la guerra con la Russia, sfruttando il vasto potenziale minerario del Paese, tra cui lo sviluppo di giacimenti di terre rare. Il problema di questo accordo è duplice: in primo luogo, i depositi in questione si trovano per la maggior parte in territorio occupato dalla Russia; in secondo luogo, le terre rare sono difficili da trovare in grandi quantità economiche, e ancora più difficili da separare in ossidi di terre rare, utilizzati in ogni cosa, dai telefoni cellulari ai veicoli elettrici fino agli armamenti ad alta tecnologia. Secondo Al Jazeera, con l’accordo verrebbe creato un Fondo di investimento per la ricostruzione, che utilizzerebbe i ricavi generati dalle risorse naturali dell’Ucraina per reinvestirli nella ricostruzione dopo oltre tre anni di intensa guerra. L’Ucraina contribuirebbe al fondo con il 50% delle entrate provenienti da risorse statali. Non è chiaro da dove verrebbe la metà rimanente e quanto controllo gli Usa eserciterebbero sui fondi, afferma Al Jazeera, aggiungendo che gli Usa sosterranno gli sforzi dell’Ucraina per garantire una pace duratura ma non offrono garanzie di sicurezza dirette. Nell’incontro ormai storico tra Trump, il vicepresidente Vance e il presidente ucraino Zelensky, Trump ha affermato che gli Stati Uniti hanno versato più di 350 miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina. Zelensky ha contestato questa cifra: il Kiel Institute for the World Economy, che ha monitorato gli aiuti militari, finanziari e umanitari all’Ucraina dall’inizio della guerra, ha affermato che gli Stati Uniti hanno donato 118 miliardi di dollari. Secondo il Ministero dell’Econo mia ucraino, il Paese detiene depositi di 22 dei 34 minerali classificati come critici dall’Unione Europea. Si stima che l’Ucraina disponga di riserve di litio pari a circa 500.000 tonnellate, considerate tra i più grandi depositi di metallo per batteriein Europa. Per quanto riguarda le terre rare, secondo The Independent,l’Ucrai na ha elementi delle terre rare come il lantanio e il cerio, usati in Tv e illuminazione; il neodimio, usato in turbine eoliche e batterie per veicoli elettrici; e l’erbio e l’ittrio, le cui applicazioni spaziano dall’energia nucleare ai laser. Una ricerca finanziata dall’Ue indica anche che l’Ucraina ha riserve di scandio ad alto prezzo. Si stima che queste risorse di terre rare abbiano un valore di oltre 12 trilioni di sterline e, secondo The Independent, Zelensky sta cercando di svilupparle da anni. Si dice che abbia offerto agli investitori esterni agevolazioni fiscali e diritti di investimento per aiutare a estrarre questi minerali nel 2021, ma la guerra è scoppiata un anno dopo. Oltre il 95% dei metalli delle terre rare utili a livello industriale viene globalmente prodotto dalla Cina, creando vulnerabilità nella catena di approvvigionamento e nella sicurezza nazionale negli Stati Uniti e altrove. Un recente grafico di Visual Capitalist afferma che l’Ucraina sostiene di detenere risorse minerarie per un valore di quasi 15 trilioni di dollari, il che la rende una delle nazioni più ricche di risorse in Europa. Il paese ospita le più grandi riserve di litio, titanio e uranio del continente. Secondo i dati del rilevamento geologico ucraino, l’Ucraina possiede il 5% delle risorse minerarie mondiali, tra cui 23 dei 50 materiali considerati critici dal governo degli Stati Uniti. L’Independent afferma che poco più di 6 mila miliardi di sterline di risorse minerarie dell’Ucraina, pari a circa il 53% del totale del Paese, sono contenute nelle quattro regioni che Putin ha annesso nel settembre 2022. Tra queste rientrano Luhansk, Donetsk, Zaporzhizhia e Kherson, anche se Kherson ha scarso valore in termini di minerali. Anche la penisola di Crimea contiene minerali per un valore di circa 165 miliardi di sterline. La regione di Dnipropetrovsk, che confina con le regioni in gran parte occupate di Donetsk e Zaporizhia e si trova di fronte all’avanza ta dell’esercito russo, contiene ulteriori 2,8 trilioni di sterline in risorse minerarie. Le operazioni minerarie nella zona sarebbero pericolose con i soldati di Mosca così vicini. La Russia, che controlla circa il 20% dell’Ucraina, comprese vaste zone di Luhansk, Donetsk e Zaporzhizhia, detiene circa il 40% delle risorse metallurgiche dell’Ucraina. Tuttavia, nonostante tutto il clamore sulle terre rare in Ucraina, il paese non rientra nemmeno tra i primi 12 paesi classificati dall’Us Geological Survey come aventi le maggiori riserve di minerali di terre rare. Questi paesi sono, nell’ordine, Cina, Brasile, India, Australia, Russia, Vietnam, Stati Uniti, Groenlandia, Tanzania, Sudafrica, Canada e Thailandia. Secondo Ieee Spectrum, l’Ucraina non ha terre rare estraibili. La pubblicazione cita Erik Jonsson, geologo senior del Geological Survey of Sweden, che afferma che ci sono quattro aree con depositi sostanziali di minerali di terre rare. Tutti tranne uno si trovano nella zona attualmente sotto il controllo russo, e si ritiene che provengano dall’era sovietica, risalendo addirittura agli anni ’60. “I depositi di terre rare non sembrano così rilevanti”, conclude Jonsson. “Voglio dire, non ci andrei”. Jack Lifton, presidente esecutivo del Critical Minerals Institute, è più tagliente nelle sue critiche. “Se vuoi minerali essenziali, l’Ucraina non è il posto giusto dove cercarli. È una fantasia”, dice. “Non c’è alcun senso in tutto questo. Non riesco a credere che qualcuno a Washington creda davvero che abbia senso ottenere terre rare in Ucraina”. In termini meno tecnici, The Independent afferma che gli investitori evidenziano una serie di barriere agli investimenti in Ucraina, come processi normativi inefficienti e complessi, difficoltà di accesso ai dati geologici e ottenimento di appezzamenti di terreno. Hanno affermato che tali progetti richiederebbero anni per essere sviluppati e richiederebbero notevoli investimenti iniziali.
Raffaella Vitulano
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