Il sottile potere di Ginevra che fa lo sgambetto a Bruxelles
Chi l’avrebbe mai detto che Ginevra sarebbe diventata il centro invisibile del potere, in cui ong ed organizzazioni internazionali governano il mondo? Se pensiamo alla Svizzera, ci viene sempre in mente l’aggettivo “neutrale”. Ma a leggere bene un articolo di Uncut- news.ch, si tirano le fila di un certo imbarazzo nel pensare a come il centro di potere europeo non sia affatto Bruxelles, ma la città svizzera, perché Ginevra non è solo la sede della diplomazia e del sistema bancario, ma anche il centro nevralgico strategico di un nuovo ordine di potere globale: organizzazioni, fondazioni e ong che esercitano un’enor me influenza su istruzione, sanità, economia, diritti umani e sicurezza si concentrano lì, spesso prive di legittimità democratica. Mentre i parlamenti nazionali e la Commissione europea dibattono sui dettagli, gli attori con sede a Ginevra applicano standard globali che trasformano intere società. Ginevra è dunque fulcro della governance globale perché conta più di 39 organizzazioni internazionali e oltre 750 ong, scrive il sito, ben informato. La Svizzera stessa investe ogni anno centinaia di milioni di franchi svizzeri per posizionare Ginevra come “capitale del multilateralismo”: “Questa estrema densità di istituzioni crea reti strette e accordi informali, lontani dal controllo democratico. Una vicinanza geografica non è casuale. Permette un coordinamento efficiente tra organizzazioni internazionali, think tank, gruppi di pressione e fondazioni private. Le decisioni prese a Ginevra arrivano ai parlamenti nazionali, senza che i cittadini vengano consultati”. Chi controlla davvero Ginevra? Partiamo dalla discussa Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), considerata l’autorità sanitaria globale, che ha sede a Ginevra e che durante la pandemia di covid-19 ha svolto un ruolo centrale nei lockdown, nelle campagne di vaccinazione e nella risposta alle emergenze globali. I critici accusano l’Oms di dipendere sempre di più dai donatori privati: la Fondazione Bill & Melinda Gates da sola è uno dei maggiori finanziatori dell’organiz zazione, come si legge nel Who Funding Report. Sede a Ginevra anche per la Gavi, l’Al leanza per i vaccini in gran parte finanziata da Gates, che collabora a stretto contatto con l’Oms, l’Unicef e la Banca Mondiale. Attraverso la Gavi, i programmi di vaccinazione vengono implementati in tutto il mondo, spesso abbinati a prestiti o pacchetti di aiuti. I critici considerano la Gavi un ottimo esempio di sbilanciamento partenariato pubblico-privato, in cui interessi economici privati si celano dietro argomentazioni umanitarie pubbliche. Ha sede a Davos, ma a pochi passi da Ginevra l’imman cabile Forum economico mondiale (Wef), un tempo guidato da Klaus Schwab, noto per il suo “Great Reset”, che domina i dibattiti su identità digitali, sostenibilità, prezzo del carbonio e governance globale. Gli incontri annuali di Davos vengono organizzati a Ginevra e coordinano le strategie tra governi, Big Tech, banche e ong (Agenda del Wef). Oggi è copresieduto da Larry Fink, di BlackRock, che gestisce oltre 10.000 miliardi di dollari, più del prodotto interno lordo dell’intera Ue. Attraverso i suoi investimenti, la società detiene partecipazioni in quasi tutte le principali società del mondo: Pfizer, Google, Microsoft, Nestlé, Amazon, Meta, JPMorgan, ExxonMobil e molte altre. Larry Fink non è quindi solo un gestore di ricchezza, ma un amministratore di potere. Per i critici, il Wef è il giocattolo ideologico di un potere feroce che impartisce ordini a governi corrotti e indottrina masse. Con la nuova leadership, l’agenda di Davos potrebbe confermare gli interessi di Black Rock trasformati in programmapolitico, sorretti dalla propaganda dei media (spesso in mano a Black Rock)e imposti con la violenza dai governi ostaggi dei fondi d’in vestimento.
Il Baccalaureato Internazionale (IB, International Baccalaureate), sviluppa programmi di studio standardizzati per le scuole di tutto il mondo. È finanziato dall’Une sco, dalla Banca Mondiale, dall’Ocse e da fondazioni private come la IB Funding dell’immancabile filantropo Gates. E ancora, tra gli attori chiave internazionali troviamo Unaids, che coordina la politica globale sull’Aids e controlla i fondi per gli aiuti; Unitar, che forma i governi di tutto il mondo in materia di politica climatica e amministrazione digitale; Dcaf e Gcsp, think tank specializzati con sede a Ginevra che sviluppano strategie di sicurezza per le operazioni internazionali; l’Oim, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, centrale per le politiche migratorie e i programmi globali di reinsediamento. La maggior parte delle organizzazioni di Ginevra condividono lo stesso quadro di finanziamento: pensiamo alla Fondazione Bill & Melinda Gates (con oltre 7 miliardi di dollari di contributi totali, è uno dei maggiori donatori privati a progetti di educazione digitale), Oms, Gavi, IB (Gates Grants Database ). Entrando nello specifico, basta collegare il lavoro di più agenzie per comprenderne la portata. Banca Mondiale ed Ocse, ad esempio, subordinano i pagamenti degli aiuti e dei prestiti all’in troduzione di standard globali, ad esempio nel settore dell’istruzione o del sistema sanitario. Aziende come Microsoft, Google e Amazon stanno collaborando a stretto contatto con l’Oms, il Wef e l’IB per promuovere la trasformazione digitale, compresi gli ID digitali e i sistemi di dati centrali. Sotto l’egida dell'Agenda 2030 e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss), si sta avviando una trasformazione radicale per una governance globale senza elezioni: Identità digitali, richieste dall’Oms,sviluppate da Microsoft (ID2020); gli Obiettivi climatici globali che prevedono restrizioni della CO2 applicate tramite la Banca Mondiale e il Wef; il controllo sanitario tramite Gavi, Oms e fondazioni private che gestiscono i programmi di vaccinazione e la risposta alla pandemia. La mancanza di legittimità democratica è problematica: nessuna di queste organizzazioni è stata eletta, eppure influenzano sempre di più la politica nazionale. La resistenza è spesso screditata come “antiscienti fica” o “estremista”. La rottura della Russia con Ginevra delinea bene le linee del fronte geopolitico. Nel 2025, Mosca ha dichiarato indesiderabile il Baccalaureato Internazionale e ha accusato le ong occidentali di esercitare un’ege monia culturale sugli standard educativi e sanitari. Anche la Cina sta costruendo strutture parallele per contrastare il predominio delle ong finanziate dall’Occidente a Ginevra, scrive il Washington Post. Ginevra sta quindi diventando sempre più teatro di lotte di potere geopolitiche, tra istituzioni dominate dall’Occi dente e alleanze multipolari emergenti che sfidano il controllo globale. Ginevra non è più luogo neutrale di comprensione internazionale, ma un centro di potere coordinato. Ong, organizzazioni internazionali e fondazioni private sfruttano la loro posizione per imporre standard globali in materia di istruzione, sanità, economia e sicurezza, senza alcun controllo democratico dato che il pacchetto di maggioranza è nelle mani di privati. “Le decisioni prese lì hanno un impatto diretto su tutti, dalla scuola all’assistenza medica. Eppure - scrive Uncut news - l’opinione pubblica rimane estranea al processo. Ginevra è il cardine attraverso cui si stabilisce la governance globale senza elezioni, ed è proprio per questo che le critiche stanno crescendo in tutto il mondo”.
Blackrock non solo ha avuto un ruolo determinante nell’introduzione dei cosiddetti rating Esg , uno strumento di gestione politicizzato per le aziende, ma funge anche da consulente non ufficiale per governi e banche centrali. Mentre i parlamenti democraticamente eletti si contendono la loro influenza, BlackRock governa da tempo attraverso flussi di capitale e partnership silenziose con un messaggio chiaro: il confine tra “filantropia” e politica di potere intransigente è stato definitivamente abolito. Nel 2016, il Wef ha fatto notizia in tutto il mondo nell’ambito della sua campagna Great Reset con lo slogan: “Non possiederai nulla e sarai felice.” Presentata come una visione del futuro in un video e negli articoli di accompagnamento sul sito web del Wef, questa frase è diventata il simbolo di una società tecnocratica in cui la proprietà privata sarebbe superflua, perché tutto sarebbe stato “condiviso” o “sottoscritto”. Tutto verrebbe sottratto alla portata dell’individuo, per essere controllato da aziende, piattaforme e strutture centralizzate. L’organizzazione predica la rinuncia ai beni materiali al resto dell’u manità. Strategia da doppio standard spacciata con la “sostenibilità”, l’“inclusione” e la “responsabilità globale”. Il World Economic Forum ama definirsi un’“organizzazio ne internazionale per la cooperazione pubblico-privato”. In realtà, si tratta di una rete di Big Tech (Microsoft, Google, Meta), Big Pharma (Pfizer, Moderna, Roche), Élites finanziarie (BlackRock, Vanguard, UBS), ong e fondazioni finanziate con miliardi che esercitano influenza sull’istru zione, sulla sanità e sui media, ed élite politiche che partecipano volontariamente al “capitalismo degli stakeholder”, un modello - spiega Uncut News - in cui i processi democratici sono subordinati agli interessi delle aziende. Il ruolo del cittadino?Osservare, acconsentire, consumare, ma per favore non possedere nulla. Altrimenti come farai ad essere felice? Non si è complottisti quando ci si chiede chi autorizza leader aziendali non eletti a decidere le agende globali o il futuro della politica climatica, dell’identità digitale, dei sistemi monetari e della sicurezza alimentare. A Davos, le élites non solo ignorano il dissenso democratico, ma lo considerano una minaccia: le proteste dei cittadini contro il Wef vengono bollate come “disinformazione”con una dimostrazione aperta di potere da parte dei più grandi gestori patrimoniali del mondo.
Raffaella Vitulano


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