Covid-19, un errore della biotecnologia o un incidente di percorso naturale?


Mentre in Europa il dibattito sulle origini del Covid sembra spreco di tempo, nei paesi anglosassoni continua ad assumere sempre maggiori spazi sui media. Forse perché il giornalismo investigativo là assume maggiore forza o forse perché quei paesi sono intenzionati a capirne di più per evitare ulteriori sorprese, soprattutto alla luce del fatto che un imminente Trattato conferirà all’Oms poteri smisurati, e nei paesi anglosassoni la libertà individuale è un fatto serio. Il Prof. Jeffrey Sachs della Columbia University è un accademico della massima rispettabilità mainstream che ha trascorso gli ultimi due anni come presidente della Commissione Covid di Lancet. Non certo un cospirazionista, dunque. Due mesi fa ha ricevuto l’attenzione internazionale quando ha pubblicamente suggerito che il virus era molto probabilmente bioingegnerizzato e ha chiesto la fine di quello che ha condannato come un tentativo governativo in corso di nascondere le sue vere origini. La sua intervista podcast su Grayzone di Max Blumenthal si sta avvicinando a 400.000 visualizzazioni su quel canale indipendente, lo stesso in cui si legge che “il conflitto con la Russia ha fornito a Zelensky la giustificazione per privare il 70% dei lavoratori ucraini dei diritti di contrattazione collettiva e arrestare tutti, dai suoi rivali politici agli organizzatori socialisti: un’ondata di repressione che Natalie Jaresko - operativa nel settore finanziario ucraino- americano ha esplicitamente giustificato nelle sue dichiarazioni al sito durante la visita a Capitol Hill. Quasi un mese dopo che il parlamento ucraino ha adottato due leggi contro i lavoratori, il 17 agosto scorso il presidente Volodymyr Zelensky ha finalmente ratificato il progetto di legge 5371, rimuovendo così i diritti sindacali per la maggior parte dei lavoratori del paese”. Il fatto che Zelensky abbia impiegato così tanto tempo a firmare la legge - era stato molto più veloce nel ratificare un disegno di legge precedente che consolidava i contratti a zero ore - indica che stava sentendo la pressione della forte campagna condotta dai sindacati ucraini e internazionali contro di essa. Sebbene ciò non sia stato sufficiente per indurlo a porre il veto alla legge, la campagna ha contribuito a garantire un emendamento dell’ulti mo minuto per garantire che la nuova legge potesse rimanere in vigore solo per la durata della guerra. Con il disegno di legge 5371 (ora legge 2423), i lavoratori delle imprese con meno di 250 dipendenti - circa il 70% della forza lavoro - potrebbero perdere tutele in materia di orario di lavoro e tutela dal licenziamento, in quanto i datori di lavoro sono stati autorizzati a derogare ai contratti collettivi o disposizioni di legge introducendo contratti individuali estremamente flessibili. Questo attacco ai diritti dei lavoratori arriva sulla scia della legge 2136 , firmata il 23 marzo, che ha reso molto più facile per i datori di lavoro licenziare i lavoratori o modificare le loro mansioni lavorative, compresa l’estensione della loro settimana lavorativa a 60 ore, senza alcuna consultazione. Ma torniamo al Prof. Sachs, che possiede un’enorme credibilità internazionale e che è stato nominato per due volte dal Time tra i cento personaggi più influenti al mondo. Mentre la maggior parte dei media si sono concentrati sui dettagli della malattia e sulle controverse misure di sanità pubblica adottate per controllarla, lui ha approfondito le origini dell’epidemia. Sachs, che conosce bene la situazione visto che presiede la commissione Covid-19 della prestigiosa rivista medica The Lancet spiega che secondo lui “si tratta di un errore della biotecnologia, non di un incidente di percorso naturale”. I database dei virus, i campioni biologici, le sequenze dei virus, le comunicazioni e-mail e i quaderni di laboratorio potrebbero aiutare a far luce sull’origine della pandemia. Tuttavia nessuno di questi materiali è stato sottoposto a una “revisione indipendente, oggettiva e scientifica”. Tutti i partecipanti di un webinar svoltosi lo scorso novembre hanno concluso che sono urgentemente necessarie ulteriori indagini su entrambe le ipotesi (cause naturali o legate alla ricerca). E soprattutto i relatori hanno chiarito che abbiamo bisogno di discussione aperta, trasparenza e integrità per determinare le origini della pandemia. Perché la scienza è, prima di tutto, dubbio e non certezza. Il Dr. Richard Ebright, Professore di Chimica e Biologia Chimica presso il Consiglio dei Governatori presso la Rutgers University e Direttore di Laboratorio presso il Waksman Institute of Microbiology, ha lanciato l’al larme: nel contesto statunitense vi è una scarsa supervisione e quasi nessuna regolamentazione delle misure di biosicurezza che abbia forza di legge. Anche la discussione sui biolaboratori - compresi quelli in Ucraina (e negli ultimi mesi guerra e pandemia si sono intrecciate su molti piani, così come l’intersezione della ricerca sul coronavirus con guadagno di funzione con la biodifesa e/o le armi biologiche) - deve essere mantenuta aperta, considerato ciò che scrisse l’ufficiale medico Robert Kadlec in un documento strategico del Pentagono nel 1998: l’u so di armi biologiche sotto la copertura di una malattia endemica o naturale fornisce a un aggressore il potenziale per una negazione plausibile. Il potenziale della guerra biologica di creare perdite economiche significative e la conseguente instabilità politica, insieme a un plausibile diniego, supera le possibilità di qualsiasi altra arma umana. Il dottor Ebright ha inoltre chiarito le distinzioni tra la biodifesa (preparazione e contromisure contro le minacce di armi biologiche), gli agenti di armi biologiche (patogeni o tossine biologiche che potrebbero essere utilizzate come armi biologiche) e le armi biologiche vere e proprie (un agente sviluppato e prodotto per essere utilizzato come arma biologica). Milioni di persone sono morte nell’epi demia e se questa tragedia venisse vista come il contraccolpo di un fallito attacco di guerra biologica, l’impatto potrebbe essere sbalorditivo. Una tale catastrofe sarebbe mille volte più grande del disastro nucleare di Chernobyl.

Raffaella Vitulano




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