Un Friday molto black per i dipendenti di Amazon


Il Black Friday si avvicina e vedrà quest’anno il più grande giorno di sconvolgimento industriale nella storia trentennale di Amazon, con scioperi in tutto il mondo, compresi Europa e Stati Uniti, avverte il sindacato Gmb. Tuttavia, Amazon Uk difende con forza la sua politica salariale, insistendo sul fatto che sta pagando i suoi lavoratori al di sopra del salario nazionale e del salario minimo. Più di 1.000 lavoratori di Amazon nel Regno Unito intendono scioperare durante il Black Friday, come hanno fatto anche il 7, 8 e 9 novembre. Il sindacato Gmb ha criticato il colosso della vendita al dettaglio per la sua recente offerta di retribuzione di appena 1 sterlina l’ora, fatta il mese scorso, dopo che Amazon ha speso milioni per combattere i propri lavoratori sui diritti sindacali dell’azienda.

La giornata di sciopero indetta a livello internazionale includerà proprio una manifestazione a sostegno dei lavoratori in sciopero a Coventry. Amanda Gearing, segretaria organizzativa del Gmb, è convinta che Coventry sia il cuore pulsante della rete di distribuzione di Amazon e “lo sciopero del Black Friday si ripercuoterà su tutta la logistica dell’azienda nel Regno Unito. Con l’escalation delle azioni sindacali e l’adesione dei lavoratori agli scioperi in Europa e negli Stati Uniti, è chiaro che i lavoratori di Coventry stanno ispirando i lavoratori di Amazon in tutto il mondo a lottare per la loro quota di profitti aziendali. Si tratta di un momento storico senza precedenti, in cui i lavoratori a bassa retribuzione si scontrano con una delle multinazionali più potenti del mondo”. In un’ondata di solidarietà internazionale, i lavoratori di Amazon provenienti da Italia, Germania e Stati Uniti si uniranno agli scioperanti del Gmb a Coventry, nel Regno Unito, in questo Black Friday - ampiamente chiamato Make Amazon Pay Day per sottolineare l’urgente necessità che Amazon affronti le sue vergognose pratiche lavorative e si impegni in una contrattazione equa. Saranno poi oltre 30 paesi quelli che sosterranno lo sciopero in tutto il mondo il 24 novembre. “I lavoratori sanno che non importa in quale paese ti trovi o quale sia il tuo titolo professionale, siamo tutti uniti nella lotta per salari più alti, la fine delle quote irragionevoli e una voce sul lavoro”, spiega Christy Hoffman, segretario generale di Uni Global Union. “Amazon ha perso quasi trenta giorni di scioperi nel Regno Unito solo quest’anno. Nonostante ciò, i capi di Amazon sono disperati nel sostenere che per Amazon e i clienti Amazon tutto andrà bene come al solito durante questo Black Friday”, ironizza Amanda Gearing. “Ogni giorno affrontiamo le stesse sfide nel nostro magazzino: salari bassi, stress elevato e mancanza di rispetto per i nostri diritti. Partecipare a questa Giornata di azione globale non riguarda solo noi in Germania, ma anche unirci ai nostri colleghi di tutto il mondo per chiedere un trattamento equo. Vogliamo che Amazon ci ascolti forte e chiaro: è ora di apportare cambiamenti in meglio” fa eco Rainer Reising, lavoratore Amazon dalla Germania. Dall’aprile 2013, i lavoratori di Amazon negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in India, Spagna, Germania, Italia e altrove hanno incrociato le braccia ed intrapreso massicce azioni sul posto di lavoro decine di volte. Le proteste si sono intensificatedopo la pandemia poiché Amazon non ha ascoltato le richieste dei lavoratoridi rendere il loro posto di lavoro più sicuro anche se i profitti dell’a ziendaerano alle stelle. Queste azioni riflettono la diffusa critica alle praticheaziendali di Amazon. Secondo un sondaggio globale Uni Global Union del 2023, l’in tenso monitoraggio delle prestazioni di Amazon ha causato stress,pressione, ansia e un senso di sfiducia tra i suoi dipendenti in otto paesi chiave. L’indagine rivela statistiche allarmanti: il 51% dei dipendenti segnala effetti negativi sulla salute e il 57% cita un peggioramento della salute mentale a causa del monitoraggio invasivo di Amazon. I semi della controversia furono gettati nell’esta te del 2022, quando alcuni dipendenti reagirono furiosamente alla notizia che la loro retribuzione sarebbe aumentata di soli 50 pence l’ora, portando la tariffa base a 10,50 sterline. Da allora, mentre affinavano le loro tattiche in una serie di “scuole di sciopero” gestite dal sindacato, i lavoratori di Amazon hanno ottenuto il sostegno del deputato locale Taiwo Owateme e dell’ex contendente alla presidenza degli Stati Uniti Bernie Sanders. Lo staff di Coventry ha chiesto una paga di 15 sterline l’ora e un posto al tavolo della direzione. La multinazionale fa spallucce, insistendo sul fatto che il programma di scioperi ha un impatto minimo sulle sue operazioni a Coventry: più che un centro logistico, che spedisce le merci direttamente a casa dei consumatori, Bhx4 rifornirebbe gli altri magazzini dell’azienda. Amazon insiste sul fatto che non è necessario riconoscere un sindacato per trattare bene il proprio personale. Il partito laburista promette però una nuova legislazione a favore dei lavoratori entro 100 giorni dall’arri vo al potere l’anno prossimo, inclusa la semplificazione dell’orga nizzazione dei sindacati. Attivisti e alcuni economisti statunitensihanno intanto criticato la portata e l’istituzionalizzazione della povertà tra i lavoratori a basso salario sottoposti a una retribuzione ridotta all’osso che richiede loro di ottenere sussidi governativi come buoni pasto per sopravvivere. Questo modello equivale a far sì che le reti di sicurezza sociale servano da ammortizzatore alle imprese consentendo loro di pagare quelli che altrimenti sarebbero salari da fame. Perfino l’Onu è scesa pochi giorni fa in campo accusando Walmart, Amazon e Door-Dash di promuovere la povertà estrema negli Stati Uniti, anche tra i lavoratori. Olivier De Schutter, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla povertà estrema e i diritti umani, ha recentemente rilasciato una dura dichiarazione sullo stato vergognoso dell’eco nomia degli Stati Uniti e ha denunciato diversi importanti datori di lavoro privati come Amazon, Walmart e DoorDash, per aver intrappolato i loro lavoratori in un ciclo di povertà. In una lettera inviata al governo degli Stati Uniti, De Schutter ha scritto: “Nonostante siano uno dei paesi più ricchi del mondo, gli Stati Uniti hanno un alto tasso di povertà tra i lavoratori”. In contrasto con la retorica di De Schutter, la valutazione dei media aziendali è piuttosto rosea, facendo sempre più affidamento sulla parola “resilienza” come descrittore popolare dell’econo mia nel suo insieme. Secondo il Financial Times , “la straordinaria resilienza dell’economia statunitense fino ad oggi è derivata da una forza primaria: la spesa dei consumatori”. L’economista Kathy Bostjancic, intervistata per l’articolo, ha citato “un’incredi bile crescita dell’occupazione” e ha elogiato il fatto che “i bilanci sembrano davvero in buona forma, le azioni in generale hanno registrato ottimi risultati”. In breve, le valutazioni dei media e dei politici statunitensi si basano sulla prosperità aziendale, mentre la valutazione delle Nazioni Unite si basa sulla prosperità individuale.

Che gli americani hanno il diritto di guadagnare un salario di sussistenza è un’affermazione che raramente entra nel discorso mainstream Usa. Il recente aumento dell’attività sindacale e degli scioperi nel paese è un indicatore del fatto che un numero crescente di persone sta cercando di sbarcare il lunario. Il cambiamento narrativo sulla disuguaglianza della ricchezza, sulla stagnazione salariale e sulla salute economica si riflette nel messaggio semplice e diretto che il presidente della United Auto Workers (Uaw), Shawn Fain, mostra regolarmente sulla sua maglietta “ Eat the Rich ”. I membri Uaw stanno votando sugli importanti aumenti salariali che il loro sindacato ha ottenuto dalle tre grandi case automobilistiche dopo settimane di attività. La frase “ Mangia i ricchi ” ha le sue origini nella Rivoluzione francese e nella rabbia dei poveri rivolta all’aristocrazia. La citazione “Quando il popolo non avrà più nulla da mangiare, mangerà i ricchi” è attribuita al filosofo Rousseau. La sua popolarità nella società americana contemporanea è un avvertimento ai media e ai palazzi del governo contro la vendita della menzogna secondo cui i valori aziendali sono equivalenti ai valori delle persone. Kristi Coulter ha lavorato presso la sede di Amazon a Seattle per 12 anni, fino al 2018. Ora è una scrittrice. Il suo secondo libro è Exit Interview, un libro di memorie della sua esperienza in Amazon che lei descrive come una delle peggiori aziende tecnologiche per cui ha lavorato oltre 12 ore al giorno. Direttrice di una casa editrice Amazon, Coulter spiega che anche i dirigenti senior hanno sofferto terribilmente, nonostante fossero ben pagati. Per questo non crede che ne valga la pena: “Ciò che è troppo difficile da spiegare all’azienda è che non ci sentiamo pagati troppo. Amazon potrebbe depositare un milione di dollari al mese sul mio conto corrente e penserei: sì, sembra giusto, data la paura, il caos, l’ambiente pessimo, le pressioni in continua crescita e il fatto che nessuno ti dica mai grazie”. Una lezione tratta dal suo libro è che il successo dell’azienda è in parte spiegato da questa brutalità: “Dall’esterno può sembrare strano, ma è un pilastro di Amazon. Bezos ha detto negli ultimi anni che gli andava bene questo tipo di rotazione del personale. Sarebbe impossibile aver costruito quell’azienda senza che diventasse un tritacarne”.

Raffaella Vitulano



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