L’insostenibile leggerezza della profetica realtà distopica

 di Raffaella Vitulano


Assistiamo agli eventi, chiusi in casa nostra. Assistiamo, ecco. E forse il problema sta proprio in quel monadismo dell’assistere e nella inazione. Ormai l’allarme è in tutto il mondo: è inevitabile; in futuro le persone rimarranno sempre più sole, sempre più deboli e mentalmente manovrabili perché private della forza insita nella socialità intrinseca all’essere umano. Anche nella buona sanità era così: la persona era al centro di tutto. C’era il contatto, il tatto, la visita. Lo sguardo rassicurante e il sorriso del medico, senza quella sterile mascherina. L’incontro fisico. C’era la volontà di superare i problemi insieme, senza far sentire il paziente un codice alfanumerico. Ma il futuro è senza dubbio oggi oscuro, caratterizzato dall’avvio della quarta rivoluzione industriale, il Great Reset lanciato a Davos. “C’è un urgente bisogno che gli attori globali cooperino per gestire simultaneamente le conseguenze dirette della crisi Covid. Per migliorare lo stato del mondo, il World Economic Forum sta iniziando The Great Reset” è l’introduzione al video del Wef, che a molti oggi evoca George Orwell. Ma più che Orwell, forse dovremmo piuttosto ricordare Aldous Huxley, scrittore e filosofobritannico che a inizio del ventesimo secolo raccontò ne ”Il mondo nuovo” una angosciante visione di una società del futuro denominata Stato Globale, governata dalla scienza e dall’ef ficienza, in cui le emozioni e l’individualitàsarebbero state cancellate e le relazioni personali ridotte al minimo. In un discorso tenuto nel 1961 alla California Medical School di San Francisco, Huxley predisse che ”in una delle prossime generazioni un metodo farmacologicofarà amare alle persone la loro condizione diservi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici”. Parole fatali. Huxley predisse la capacità della tecnologia di aggirare la ragione e manipolare i comportamenti attraverso strumenti subliminali. Con buona pace del progresso. Le idee di Huxley sembrano aver predetto la pianificazione tecnocratica. Oggi basta dare un’occhiata proprio all’agenda 2030 del World Economic Forum laddove include un’insolita frase: ”Non possederai nulla e sarai felice”. Huxley previde la centralizzazione di ricchezza, potere e controllo da parte di una élite; emozioni ed individualità cancellate e relazioni personali della massa ridotte al minimo. Di conseguenza, l’unico antidoto per proteggersi da tutto ciò sembra il decentramento. Nel suo libro parlò di bambini clonati, di procreazione naturale proibita, di assenza di unità familiari.

Lo “Stato Globale” di Huxley prende ora forma dell’agen da transumanista della Quarta Rivoluzione Industriale e del Grande Reset, tessuto finemente con una rete di sorveglianzacostante e di controllo esterno di cui tuttavia la massa finirà per compiacersi e che troverà inevitabile per lo svolgimento dei più elementari diritti che rivoluzioni storiche avevano chiesto in bagni di sangue. Huxley fa notare che, mano a mano che la tecnologia diventerà più complessa ed intricata, per gestirla sarà necessario creare organizzazioni gerarchiche sempre più elaborate e una forte macchina della propaganda.Applicata alle istituzioni economiche, il rischiosociale è devastante. Un nuovo sistema economico globale rischia di impoverire e portare tutti alle soglie di una vera e propriaschiavitù. Diversa la concezione dello studentedi Huxley, George Orwell (vero nome Eric Blair), autore di un altro classico distopico – “1984,” pubblicato nel 1949. Entrambe i saggi, “1984” e “Il mondo nuovo,” prevedono un futuro privo di tutto ciò che noi associamo ad una vita salutare, libera, creativa.

Entrambe le minacce - quella dell’autoritarismo imposto dall’esterno e del controllo previsti da Orwell e quella della programmazione sovversiva e subliminale attraverso il futile e piacevole intrattenimento proposta da Huxley sono oggi attualissime. La cultura dei due scrittori e la loro provenienza familiare ha consentito loro di comprendere il trend dell’ingegneria sociale più consona all’ottenimento di risultati ed obiettivi di sfruttamento e controllo.

Nella proposta dell’agenda 2030 del Word Economic Forum, ad esempio, la tacita allusione è che le risorse mondiali saranno possedute e controllate da una élite tecnocratica, e che noi dovremo pagare per l’utilizzo temporaneo di qualsiasi cosa, che esso sia un leasing, o un affitto. Nulla più ci apparterrà, in una meravigliosa felice convenienza. Tutti i beni e le risorse saranno sì usate in modo collettivo, ma la vera proprietà verrà concentrata in una ristretta compagine al vertice delle classi sociali.

Quarta rivoluzione industriale I prodotti lasceranno spazio ai servizi 

Molti prodotti lasceranno spazio ai servizi, questa sembra essere la tendenza della quarta rivoluzione industriale (Forth Industrial Revolution, Fir) annunciata a Davos. In secondo luogo, non avrai nulla e non lavorerai con nulla che produca molto carbonio, come il bestiame o i trasporti. Dunque, non si mangerà più carne. Ancora, non si andrà più in ospedali o cliniche, ma siverrà curati a casa. Gli Stati Uniti non saranno più dominanti col dollaro e i valori occidentali saranno “al punto di rottura”. Infine, “saremo pronti per andare su Marte dove scopriremo la vita aliena”mentre il cambiamento climatico avrà sfollato 1 miliardo di persone. Ci penseranno le Big Tech a creare e gestire l’opinione pubblica mondiale. I social da semplici provider di piattaforme per la comunicazione digitale sono diventati editori quando si sono dati la facoltà di decidere cosa si può dire o no, arrivando alla rivendicazione dei diritti costituzionali a favore degli interessi privati e sovranazionali degli hedge funds legati al Deep State che controlla i social/editori, per lo più contractors di impianti di ingegneria informatica.

Ra.Vi.

L’intelligenza umana resta centrale Le tecnologie ne saranno mera equazione 

La tecnologia, anche se potente, è solo una parte dell’equazione. Infatti, l’intelligenza umana sarà una delle risorse più preziose nella quarta rivoluzione industriale (Fir) e le aziende potrebbero fallire se non riescono a trovare il giusto equilibrio tra tecnologia automatizzata e intuizioni umane. “La quarta rivoluzione industriale crea un mondo in cui i sistemi virtuali e fisici di produzione cooperano tra loro in modo flessibile a livello globale”, sostiene il fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum Klaus Schwab Come le tre precedenti rivoluzioni industriali, la Fir cambierà fondamentalmente il nostro modo di vivere e il modo in cui operano le imprese. Le rivoluzioni precedenti ci hanno portato tutto, dalle macchine a vapore e la meccanizzazione, all’elettricità e la produzione di massa. Piùrecentemente, la terza ha aggiunto la digitalizzazione e i computer nel mix.

La Fir vedrà la convergenza delle nostre esperienze fisiche con tecnologie in rapido progresso, come l’AI, l’apprendimento automatico, la realtà virtuale e aumentata, la robotica, la bioingegneria e il cloud computing.

Ra.Vi.

26.3.2021


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