Eroi in risciò, schiavi del mercato I suicidi dei rider cinesi dimenticati

 di Raffaella Vitulano



Tutto il mondo non è paese. Se infatti in occidente i diritti di base dei fattorini cominciano ad essere riconosciuti, in Cina un rider continua a guadagnare l’e quivalente di circa un dollaro a consegna, lavorando in totale assenza di assistenza sanitaria e previdenziale. Mai come in tempo di pandemia le società di delivery stanno svolgendo un ruolo essenziale (ma stanno anche accumulando ingenti profitti). Diventano pertanto fondamentali inclusività e sostenibilità dell’ambiente di lavoro, in quanto al delivery che sia food o altro settore viene accordata sempre maggiore responsabilità enorme in termini di fiducia collettiva e di capitale umano. Verso la fine dello scorso febbraio la corte suprema britannica ha respinto l’appello presentato da Uber relativa a una sentenza del 2016 emessa da un tribunale del lavoro e sfavorevole all’azienda. In quell’occasio ne il verdetto della Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che gli oltre 70 mila autistivanno considerati come dei dipendenti e non collaboratori autonomi, con tanto di diritto al salario minimo e alle ferie pagate. Gli autisti dell’app avranno diritto, inoltre, alla pensione. Dunque, per quanto Uber si sia sempreadoperata e tutt’ora si adoperi a sostenere che il lavoro degli autisti sia del tipo autonomo quindi non soggetto al trattamento tipico riservato ai dipendenti, come d’altronde fanno anche molte altre aziende di consegne e non solo di trasporti,l’unani mità dei giudici della corte suprema invece pensa che lo siano a tutti gli effetti datoche l’azienda esercita un livello importante di controllo sul loro lavoro poiché ne stabilisce i percorsi e non comunica la destinazione del passeggero fintanto che questi non sia salito a bordo. Tuttavia, se in Italia e nel vicino Regno Unito si respinge qualsivoglia tentativo di bypassare le tutele più elementari del lavoratore attraverso arbitrari e ingegnosi punti di vista contrattualistici, stessa cosa purtroppo non avviene nel resto del mercato globale. In Cina, dicevamo, continuano a guadagnare l’equivalente di un dollaro a consegna lavorando in totale assenza di assistenza sanitaria e previdenziale. Eppure, durante la prima ondata della pandemia furono considerati più che altrove dei veri e propri eroi per l’essenzialità del ruolo sociale prima ancora che professionale svolto per la popolazione costretta a casa durante i lockdown. Oggi, questi eroi in risciò si trovano a fare i conti con un’ondata di suicidi perpetrati in nome di diritti di base. In un paese che ha superato il miliardo di utenti online e che si trova sicuramente in posizione d’avanguardia per le tecnologie digitali, con aziende gigantesche come Alibaba, Baidu, Tencent che hanno creato e accrescono patrimoni di portata simile a quelli dei più noti Bill Gates e Jeff Bezos, il costo sociale è sulle spalle di questo proletariato. Oggi stiamo assistendo ad una grande battaglia commerciale tra grandi e piccole imprese, dove l’obiettivo primario è quello di ottenere maggiori quote di mercato nelle vendite online. Delivery Hero, Just Eat Takeaway e Hellofresh volano intanto in Borsa e puntano all’e spansione. Su quest’onda anche ititoli sui listini sono cresciuti: nell’ultimo anno Hellofresh è salita di oltre il 150%, Delivery Hero ha messo a segno un +70% mentre Just EatTakeaway, nel 2020 ha fatto un +42% di fatturato. Gli occhi sono ora puntati sullo sbarco in Borsa di Deliveroo. La società britannica di pasti a casa è attesa sul listino di Londra già nel primo trimestre e potrebbe diventare una delle più spettacolari degli ultimi tre anni. Lo scorso dicembre, la concorrente americana Doordash aveva esordito sul mercato Usa con le quotazioni che erano raddoppiate in poche ore. Hellofresh, che è specializzata nella consegna di box con gli ingredienti per cucinare da soli i pasti a casa propria, l’anno scorso ha registrato un giro d'affari raddoppiato a 3,75 miliardi di euro. Il fatturato delle aziende di delivery è cresciuto notevolmente, ed in breve tempo. Frost & Sullivan calcola che ha generato, nel 2019, 74 miliardi di dollari in tutto il mondo e le previsioni di crescita sono del 15% all’anno, fino al 2025. All’interno del settore delivery, il food delivery occupa la prima posizione. Tra le più importanti aziende ci sono Uber Eats, Deliveroo, Il settore delle consegne ha così tanto potenziale che grandi catene alimentari come McDonald’s, Burger King, Starbucks o Subway hanno stretto accordi di collaborazione con queste nuove società. Il delivery raggiungerà un fatturato di 23 miliardi di euro in Europa nel 2023, secondo uno studio preparato da Deloitte. Il Regno Unito è il paese europeo con la più alta penetrazione di aziende di delivery, con un fatturato annuo che raggiungerà i 6,7 miliardi di $ nel 2023, una cifra che è il doppio di quella della Germania, con una stima di 2,8 miliardi e della Francia, in cui il fatturato raggiungerà i 2,5 miliardi. La Spagna è al quarto posto.

Le principali compagnie di delivery nel mondo 

Tra le prime 10 compagnie di consegna al mondo troviamo Uber Eats, uno dei servizi più diffusi al mondo, nasce nel 2014 a San Francisco e arriva in Italia due anni dopo. Consegne per oltre 130.000 ristoranti in quasi 30 paesi. GrubHub è una società americana che fa food delivery per 85.000 ristoranti. Just Eat è stato creato nel Regno Unito. Ad oggi, copre oltre 82 mila ristoranti in 13 paesi nel mondo. Ha 22 milioni di utenti e oltre 170 milioni di ordini annui. Deliveroo opera in oltre 200 città e dispone di oltre 30.000 fattorini. Meituan Waimai è una azienda di food delivery ed è la più grande in Cina, con una quota del 40% del mercato. In Cina, l’industria di consegna è molto forte, perché ci sono più di 500 milioni di clienti ed impiega tre milioni di trasportatori.  Delivery.com offre invece servizi di consegna di generialimentari, lavanderia, tintoria e liquori. Olo consegna cibi negli

Usa a più di 100 milioni di utenti. Invece Snapfinger lavora con oltre 28.000 ristoranti. Door-Dash fa consegne in 850 città nella degli Stati Uniti.

Ra.Vi.

Robot fattorini consegnano merci in lungo e largo nel Regno Unito 

Chi vuole aggirare le norme di lavoro le pensa tutte. E sostituisce i fattorini con robot. Succede nel Regno Unito, dove l’azienda Starship ha una flotta di 120 robot su ruote che consegnano cibo, soprattutto a Northampton. I piccoli robot per le consegne navigano tranquillamente da soli sui marciapiedi da quasi tre anni, anche se con un umano in un centro di controllo pronto a intervenire se necessario (raramente lo è). Un reportage britannico descrive il robot come una figura solitaria - o, più precisamente, una scatola non più grande di un microonde che può inghiottire fino a 9 kg di generi alimentari. Il robot è assolutamente indifferente: ad una coppia che camminava nelladirezione opposta non ha prestato minima attenzione anche quando si è spostata di lato per darle più spazio. I bambini piccoli pensano che i robot siano divertenti, gli acquirenti adulti semplicemente li ignorano. I cani li

annusano ma, fortunatamente, non alzano la zampa. I robot sono costruiti da Starship Technologies, una società statunitense con una fabbrica a Tallinn, in Estonia.

Ra.Vi.


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