Sickout, la Southwest Airlines smentisce le assenze dei no vax

 di Raffaella Vitulano

Sickout, una parola che qualcuno suggerisce forse esageratamente potrebbe diventare il nuovo spread. Di cosa si tratta? Dell’occasione in cui un gruppo di lavoratori si organizza per mostrare la propria rabbia verso l’azienda mettendosi in malattia e non andando al lavoro. Si sta già verificando Oltreoceano. Il caso, manco a dirlo, riguarderebbe la contrarietà al vaccino. Il condizionale è d’obbligo, ma lascia riflettere su possibili scenari anche nel nostro paese. Assenze in massa di piloti e assistenti hanno costretto la Southwest a cancellare 3.100 voli in 4 giorni. Il sindacato nega boicottaggi ma la società Rabobank, fornitore olandese di servizi finanziari, avvisa: se il caos prenderà piede, il mercato reagirà. Ed ecco che Southwest Airlines prende il volo tra i guai del sud-ovest americano. Il tempo stringe, in Italia come in altre parti del mondo dove il rischio sickout resta un potenziale detonatore nella fornitura di servizi e nella produzione. E i rischi appaiono decisamente al rialzo. La Southwest Airlines ha imposto l’8 dicembre come termine ultimo per tutto il personale, deadline superata la quale chi non avrà ottemperato all’obbligo vaccinale rischia il licenziamento in tronco, a meno che non richiedano un’e senzione per motivi di salute o religiosi. Il quartier generale della Southwest Airlines si trova a Dallas: sarà il rischio caos che ha spinto il governatore del Texas, Greg Abbott ad emanare un ordine esecutivo che vieta l’obbligo vaccinale nello Stato, sia per i dipendenti pubblici che privati? Il vaccino - sostiene il governatore - è sicuro ed efficace, sta salvando molte vite ma deve restare una scelta volontaria e individuale, mai forzata od obbligata. Non è un caos che il Texas allenti la stretta. Ma al Ceo della linea aerea, Gary Kelly, non importa e conferma alla Cnbc che ignorerà la nuova direttiva statale restando fedele a quella federale della Casa Bianca. Pensate a cosa potrebbe accadere se assenze di massa del personale andassero a colpire infrastrutture come porti, terminal, treni o trasporto merci su gomma, già colpitepesantemente dai colli di bottiglia nella supplychain. Quando piloti di linea, ferrovieri, controllori del traffico aereo, polizia, vigili del fuoco e altre categorie dicono no ad un obbligo, il rischio blocco paese si fa serio, sul fronte delle tensioni sociali e dell’ordine pubblico. Le mediazioni diventano allora necessarie. La Federal Aviation Administration sostiene che le compagnie aeree stanno riscontrando ritardi a causa di aerei ed equipaggi fuori posto e che le cancellazioni di massa non sono dovute all’obbligo vaccinale. Ma i media restano scettici. Le interruzioni diffuse sono iniziate poco dopo che la Southwest Airlines Pilots Association (Swapa), che rappresenta 9.000 piloti, ha chiesto a un tribunale federale di bloccare l’ordine della compagnia aerea di vaccinare tutti i dipendenti. Il sindacato ribatte che Southwest deve comunque negoziare sull’obbli go vaccinale: “Non siamo affatto no vax, ma i nostri piloti sono estremamente preoccupati per come verranno gestite le loro cure mediche” se non saranno in grado di volare, ha detto il presidente del sindacato Casey Murray all’Associa ted Press. Murray ha osservato che al sindacato è vietato intraprendere azioni lavorative per risolvere le controversie di lavoro ai sensi del Railway Labour Act. Ha invece incolpato del caos degli ultimi giorni la compagnia Southwest, sostenendo che è diventata “fragile” e “crolla sotto la minima pressione” utilizzando una tecnologia antiquata di pianificazione dell’equipaggio che porta a interruzioni a cascata quando i voli vengono cancellati in una parte della sua rete. I sindacati sia di Southwest che di American hanno anche sostenuto che la gestione è stata troppo lenta nel far rientrare i piloti dai congedi che le compagnie aeree li avevano persuasi a prendere durante la pandemia, restando così a corto di personale.

Southwest Airlines, con 54.000 dipendenti, è solo l’ulti ma compagnia aerea statunitense a richiedere ai suoi dipendenti di essere vaccinati contro il Covid-19 a causa delle nuove regole dell’amministra zione Biden che richiedono alle aziende con contratti federali di vaccinare il personale. Le rivali American Airlines, AlaskaAirlines e JetBlue avevano già imposto al loro personale di vaccinarsi. United Airlines ad agosto è stata la prima grande compagnia aerea a farlo mettendo in congedo non retribuito il personale non vaccinato per motivi medici o religiosi.

Ma non sono solo le compagnie aeree ad avere problemi negli Usa, anche se i trasporti sono in prima linea nella carenza di personale. Anche nella Seattle City Light alcuni lavoratori sarebbero scontenti dell’obbligo vaccinale per i dipendenti comunali e il comune continua a negoziare col sindacato Ibew Local 77 e altri sindacati sull’impatto nei servizi dell’obbligo di vaccinazione, come sul processo di valutazione delle richieste di esenzione dall’obbligo. In agitazione anche 150 dipendenti della Washington State Ferries, che manifestano contro il nuovo obbligo di vaccinazione dello stato di Washington: “Non discutiamo sul fatto che il vaccino funzioni. Ma come americani non accettiamo di sentirci dire che o ci vacciniamo o perderemo la libertà” raccontano ai giornali. Circa l’87% dei dipendenti dei traghetti è stato comunque vaccinato, conferma Lars Erickson, direttore delle comunicazioni per il Dipartimento dei trasporti dello Stato di Washington. I sindacati marittimi e la direzione dei traghetti hanno avuto negoziati. Tuttavia alcune dozzine di lavoratori dei traghetti hanno co-firmato come querelanti nella causa intentata da agenti di polizia statali e altri lavoratori contro l’obbligo vaccinale. Il caso è pendente presso la Corte Superiore della Contea di Walla Walla.

15 ottobre 2021




Quando i media ammettono errori Il caso Sputnik V e The Sun 

Dietrofront da parte di diversi media britannici, costretti a scusarsi per aver fatto eco alle accuse infondate secondo cui il vaccino russo Sputnik V fosse basato su una formula rubata alla società farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca. Le accuse, innescate dalla pubblicazione di un articolo sul tabloid britannico The Sun, sono state fortemente respinte e smentite dal Fondo di investimento diretto della Russia, che sostiene lo sviluppo del vaccino contro il covid-19, oltre a precisare che il vaccino russo e AstraZeneca si basano su piattaforme diverse . A riferire le cose con molta chiarezza è il quotidiano britannico Daily Express, che sul sito fa un’errata corrige affermando che si trattava di “notizie false perché le informazioni sul creatore del vaccino Sputnik V - il Centro nazionale di ricerca per l’epidemiologia e la microbiologia di Gamaleya - sono pubblicamente disponibili”. Nota di merito ai media britannici, che ammettono che “l’articolo conteneva informazioni false”. Il vaccino Sputnik V è già registrato in 70 stati per una popolazione totale di oltre 4 miliardi di persone.

Ra.Vi.

Coprifuoco “incostituzionale”. Sentenza dei giudici amministrativi in Baviera 

Un vecchio adagio recita “Ci sarà pure un giudice a Berlino”. E così pare, anche a mesi di distanza dai fatti. In Baviera, nel sud-est della Germania, i giudici del tribunale amministrativo hanno emesso una sentenza dove il coprifuoco è stato dichiarato incostituzionale perché “inefficace e grave violazione delle libertà civili”, come riferisce il quotidiano Bild. Viene così sconfessata la contestata misura decisa per apparenti motivi sanitari dal presidente della Baviera, Markus Soder, nel marzo 2020. I giudici hanno evidenziato che la discrezionalità delle autorità viene limitata dal fatto che “devono essere coinvolte le misure di protezione necessarie, vale a dire le misure necessarie per prevenire l’ulteriore diffusione della malattia”. La sentenza, resa nota dai giudici del Tribunale amministrativo bavarese, è retroattiva e non ha effetti pratici, ma di sicuro farà giurisprudenza per il futuro. Alla base della decisione dei giudici c’è l’idea che le misure indicate fossero sproporzionate.

Ra.Vi.


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