Una coalizione di 95 investitori punta ora alle case di cura

 di Raffaella Vitulano

La pandemia di Covid esacerba molti problemi di vecchia data nel settore delle case di cura, ma una coalizione di 95 investitori con 3,34 migliaia di miliardi di dollari di patrimonio in gestione (si consideri per la proporzione che la ricchezza globale è pari a 87,8 migliaia di miliardi di dollari) ha lanciato pochi giorni fa una nuova iniziativa per migliorare le condizioni di lavoro e la qualità delle cure nelle case di cura.

Uno sforzo coordinato e destinato a migliorare la cura dell’anziano e le condizioni dei dipendenti, nell’ultimo anno sottoposti a insostenibili stress.Nel primo caso, perchè anche la morte richiede, in caso, assistenza e dignità di fronte alle pandemie. Nel secondo, perchè quei solchi causati dalle mascherine intorno al viso non dovremmo mai dimenticarli.

Il gruppo - coordinato dal sindacato dei servizi mondiale Uni Global Union e comprendente International Business di Federated Hermes, Aviva, Bmo Global Asset Management, Sycomore Asset Management, insieme a più di 70 fondi pensione - sta contattando i maggiori operatori di assistenza pubblica e proprietari di immobili a livello globale con una nuova serie di aspettative per il settore. Il business cerca nuoviinvestimenti e la sanità è inevitabilmente oggiuna potenzialità. Certo, occorrerà vedere comenei fatti questa potenzialità verrà sviluppata. In una dichiarazione congiunta che gli investitori condivideranno con le aziende del settore,comprese le più grandi aziende come Orpea, Chartwell e Sienna Senior Living, gli investitori affermano che i problemi di lunga data del settore durante la pandemia devono essereaffrontati attraverso livelli di personale adeguati, un’estesa contrattazione collettiva e rappresentanza sindacale, una migliore salute e sicurezza, salari vivibili e una migliore qualità delle cure. E su questo ci siamo tutti. ”Mentre il settore si riprende e riflettiamo sui danni alle nostre società e sulla perdita di vite umane durante la pandemia, dobbiamo cogliere questo momento per assicurare che l’industria cambi in meglio e sviluppi un modello più umano e resistente” si legge nel documento. Questo modello, almeno sulla carta, porrebbe case di cura e società di assistenza a lungo termine in linea con i principi guida delle Nazioni Unite sul business e i diritti umani, oltre a mitigare i rischi legali, reputazionali e operativi per le loro società partecipate nel settore delle case di cura. La pandemia ha del resto messo in luce quanto precarie siano state molte case di cura per i lavoratori e i residenti. Usando un paragone forse azzardato - perchè l’inci dente mortale nella fabbrica tessile del Bangladesh Rana Plaza creò sì lo spartiacque per il settore ma comunque con meno morti - il testo sottolinea quanto il Covid rappresenti per il settore della sanità il momento di cambiare pagina drasticamente evidenziando la necessità di un maggiore controllo pubblico. Il segretario generale dell’Uni Christy Hoffman, riferendosi al disastro industriale mortale in Bangladesh che ha portato a riforme significative e vincolanti per la catena di approvvigionamento dell’abbigliamento, ne chiede altrettante immediate: ”Definendo insieme queste aspettative, questa nuova coalizione giocherà un ruolo vitale nel mettere la responsabilità sociale e la vita umana - non i profitti a breve termine - al centro delle cure a lungo termine”.

Riconoscendo le molte cause della perdita di vite umane nelle case di cura, la dichiarazione continua a fare un collegamento diretto tra le condizioni di lavoro e la qualità dell’assistenza ai residenti delle case di cura, che hanno rappresentato il 41% di tutti i decessi legati al Covid durante la pandemia. Al contempo, centinaia di migliaia di lavoratori delle case di cura sono stati contagiati, molti di loro stanno affrontando postumi di lunga durata e un gran numero sono morti. Un anno dopo la pandemia, la ricerca del sindacato rileva che la maggior parte dei lavoratori dell’assistenza non guadagna un salario decente per vivere e quasi un terzo non ha un accesso adeguato ai dispositivi di protezione individuale. Le aziende di assistenza a lungo termine devono pertanto - è la sua richiesta - migliorare la supervisione a livello di consiglio di amministrazione, incluso assicurarsi che i direttori abbiano l’esperienza per implementare efficacemente le aspettative degli investitori. Le aziende del settore dovrebbero anche rivelare il monitoraggio dei rischi affrontati , spiegando come vengano gestiti e integrati negli schemi di incentivazione del management e negli obiettivi di performance. Il sindacato globale Uni si aspetta ora che la coalizione cresca nelle prossime settimane, e che gli investitori continuino anche a fare pressione sui governi per aumentare la qualità delle cure.


E’ l’ora di modelli di business sostenibili per residenti e lavoratori 

Nina Roth, direttore degli investimenti responsabili di Bmo Global Asset Management, sostiene che il fondo che rappresenta è molto lieto di collaborare con Uni Global Union per sostenere questa iniziativa: ”L’a sticella deve essere alzata verso la qualità dell’as sistenza ai residenti e le condizioni di lavoro, compreso il rispetto dei diritti alla libertà di associazione e alla contrattazione collettiva. Non vediamo l’ora di lavorare insieme alle aziende in cui investiamo ”. Così anche il direttore Vincent Kaufmann della Fondazione Ethos, Svizzera: ”Non possiamo ignorare i gravi problemi che abbiamo visto nelle case di cura nell’ultimo anno. Come investitori responsabili a lungo termine, ci aspettiamo che le nostre società partecipate sviluppino modelli di business sostenibili che forniscano cure di qualità ai residenti e buoni posti di lavoro ai lavoratori. Insieme ad altri investitori, non vediamo l’ora di collaborare con le case di cura, i membri dei loro consigli di amministrazione, i sostenitori degli anziani e i sindacati per rendere questi obiettivi una realtà”.

Ra.Vi.


I rischi sociali vanno affrontati con urgenza e competenza 

Punta sull’urgenza il presidente del Local Authority Pension Fund Forum (Lapff) del RegnoUnito Doug McMurdo: ”Il Covid ha acceso i riflettori sui rischi sociali che gli investitori devonoaffrontare. Da nessuna parte questo è stato piùvero che nel settore delle case di cura. Mentre molti dei rischi per il personale, i clienti e gli investitori del settore non sono nuovi, l’impatto della pandemia richiede che vengano affrontaticon urgenza”. Infine, Frédéric Ponchon, partner e gestore di portafoglio di Sycomore Asset Management: ”Il successo a lungo termine del settore delle case di cura dipende dalla qualità delle cure e dalle condizioni di lavoro che queste aziende sono in grado di fornire. Migliorarli sarà la chiave per affrontare le carenze di personale e ripristinare la fiducia del pubblico . Stiamo proponendo le nostre aspettative comuni come investitori. Se realizzate, migliorerebbero la vita di milioni di residenti e lavoratori dell’assistenza a lungo termine. La nostraresponsabilità come azionisti è quella di promuoverle attraverso un dialogo costruttivo e sostenere le nostre società partecipate nei loro sforzi per raggiungere quegli standard”.

Ra.Vi.

9.4.2021



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