Ma la fusione uomo-macchina è proprio necessaria?

 di Raffaella Vitulano

I Borg sono degli umanoidi cibernetici, una specie cyborg dell’universo fantascientifico di Star Trek, apparsi per la prima volta sullo schermo nella serie televisiva con l’omonimo titolo. Sono considerati i nemici più temibili della Federazione dei Pianeti Uniti. Uno pensa: ok, é fantascienza, appunto. E poi si ritrova coinvolto nel progetto di estensione robotica del corpo umano. Allora speri: magari tra qualche decennio. E invece no, perché il futuro é qui. E male hai fatto a nascere in questo secolo. La china scivolosa di “Internet of Things”(la robotica domestica, in breve) sta approdando al più inquietante “Internet of Bodies” (IoB): connessione, raccolta, controllo. Allora il sospetto viene: Klaus Schwab a Davos ha guardato troppo spesso gli episodi di Star Trek o il film Divergent? Il salto, a dire il vero, si é fatto già da tempo e del tema si parla già dal 2004. Molte persone sono già connesse ad Internet of Body, e l’hanno fatto in piena coscienza tramite dispositivi indossabili. Pensiamo agli smartwatch, agli spazzolini da denti intelligenti e persino le spazzole per capelli. Per non parlare di dispositivi e sensori collegati applicati o addirittura impiantati e ingeriti nel corpo umano. L’IoB genera enormi quantità di dati biometrici e comportamentali umani, alimentando la trasformazione della ricerca e dell’industria sanitaria, ma anche altri aspetti della vita sociale, come gli ambienti di lavoro o la fornitura di nuove opzioni per l’intrattenimento. Il rischio é la manipolazione del comportamento umano con la sorveglianza autoritaria, soprattutto in vista dell’emissione di valute digitali dalle banche centrali. Il tracciamento dei contatti, infatti, potrebbe servire non solo per tracciare i virus, ma per legittimare uno strumento di credito sociale, per controllare il comportamento umano e ottenere l’accesso ai dati sanitari, finanziari e comportamentali più sensibili di ogni persona sul pianeta. Dopo il lancio della sua agenda “Grande reset” concepita oltre cinque anni fa e lanciata nel giugno 2020, il World Economic Forum (Wef)ha spinto per l’adozione globale dell’IoB, su cuila stessa società Rand, think tank statunitensefondato nel 1946 con il supporto finanziario del Dipartimento della Difesa statunitense, lancia un allarme: “Potrebbe sì innescare scoperte nella conoscenza medica. Ma anche consentire uno stato di sorveglianza di intrusioni e conseguenze senza precedenti”. E ancora: “Una maggiore adozione dell’IoB potrebbe anche aumentare i rischi geopolitici globali, perché gli stati di sorveglianza possono utilizzare i dati dell’IoB per imporre regimi autoritari”.

Lo stesso Wef riconosce le enormi preoccupazioni etiche che derivano dall’avere “un numero senza precedenti di sensori collegati, impiantati o ingeriti nei corpi umani per monitorare, analizzare e persino modificare corpi e comportamenti umani” . Tuttavia, sembrano prevalerne l’i nevitabilità e l’irreversibilità.

“Dopo l’Internet delle cose, che ha trasformato il modo in cui viviamo, viaggiamo e lavoriamo collegando gli oggetti di uso quotidiano a Internet, ora è il momento dell’Internet dei corpi”, ha scritto Xiao Liu, membro del Centro per la quarta rivoluzione industriale del Wef. Il transumanesimo ha preso piede nella Silicon Valley. Ci sono persone molto potenti e influenti che stanno lavorando a queste soluzioni, per esempio nella ricerca genetica contro il problema dell'invecchiamento. Carne e sangue sono troppo limitanti. Sabato scorso si é arrivati a parlarne perfino al Collegio Teutonico in Vaticano. Oggi, il Wef supporta attivamente i passaporti sanitari digitali (CovidPass) e le app di tracciamento dei contratti (CommonPass). La stessa tecnologia sarebbe tuttavia stata utilizzata dal Pcc in Cina per sviluppare un’app che avverte letteralmente i cittadini con un avviso quando si trovano a meno di 500 metri da qualcuno che è indebitato, secondo il “Global Risks Report 2019” del Wef. L’app ha creato quella che è essenzialmente una mappa di 'debitori inattivi', secondo i media statali cinesi. Ma la mappatura e il controllo a distanza potrebbe avere rischi ancora maggiori.Pensiamo ad hacker o organizzazioni criminali che dovessero accedere a un dispositivo medico utilizzato da un obiettivo di alto profilo: potremmo purtroppo assistere ad omicidi a distanza.Richard Staynings, Chief Security Strategist diCylera, una volta disse a un reporter: “Non haipiù bisogno di appartenere al MI6 e possedere un Walther Ppk (come James Bond, ndr.) per assassinare qualcuno; devi solo avere accesso ai dispositivi medici che tengono in vita quell’individuo”. Fondamentalmente, l’IoB dipende dalla raccolta di tonnellate di dati biometrici, che “consentiranno nuove forme di controllo sociale”, secondo il rapporto Wef Global Risks 2019, in cui il World Economic Forum ha concluso che “l’autoritarismo è più facile in un mondo di totale visibilità e tracciabilità, mentre la democrazia potrebbe rivelarsi più difficile”. Per realizzare insomma l’utopia globalista delle élite di Davos, dovràessere sempre più pervasiva la fiducia universale negli usi sempre più invasivi di tecnologie emergenti. In attesa della decima edizione del World Economic Forum’s Top 10 Emerging Technologies Report - che sarà lanciata il 6 novembre - rileggiamo le più grandi tecnologie emergenti dell’ultimo decennio segnalate proprio dal Wef. Al top della classifica degli esperti convocati dal World Economic Forum e Scientific American troviamo la medicina personalizzata e i vaccini genomici a base di Dna o Rna, che codificano le proteine desiderate; i Robot sociali; microaghi per iniezioni indolori; chimica alimentata dal sole; pazienti virtuali; calcolo spaziale; medicina digitale (sono persino in fase di sviluppo pillole contenenti sensori, che inviano dati alle app per aiutare a rilevare cose come la temperatura corporea, le emorragie gastriche e il Dna canceroso); aviazione elettrica; cemento a basso tenore di carbonio; rilevamento quantistico; sintesi dell’intero genoma. What else?

29 ottobre 2021




Il transumanesimo è servito.

I nanorobot scorrono nelle arterie 

Era stato Ray Kurzweil, direttore dell’ingegne ria Google, ad annunciare quasi un ventennio fadurante la Sxsv Conference tenutasi in Texas cheentro il 2030 nanobot sarebbero fluiti nei nostricorpi mantenendo il nostro cervello connesso alcloud, aggiungendo che molto presto la tecnologia sarebbe diventata più intelligente degli esseri umani, che sarebbero stati alimentati dallemacchine. Il corpo come un gigantesco microchip. L’Economist aveva scritto di una particolare licenza: la numero 6.754.472 rilasciata a Microsoft dall’Ufficio brevetti degli Stati Uniti, con la quale il corpo umano veniva individuato come “un apparato per la trasmissione di energia e informazioni utilizzando i tessuti e le ossa di cui è composto". Bill Gates aveva colpito ancora facendo parlare di sé i media. L’idea è semplice: il corpo umano, conduttore naturale, è considerato un mezzo di trasmissione di energia e informazioni per gli strumenti hi-tech più usati. Energia e dati sono distribuiti connettendo una fonte di energia al corpo umano attraverso una serie di elettrodi;un’altra serie di elettrodi fornisce connettivitàdalla fonte di energia primaria alle periferiche.Già nel 1996 il MIT Media Laboratory, in collaborazione con IBM, ha presentato il primo prototipo di Personal Area Network che usava la naturale conduttività elettrica del corpo umano. Usando un piccolo prototipo di trasmettitore inglobato in un microchip e un dispositivo di ricezione di poco più grande, i ricercatori hanno dimostrato di poter trasferire i dati contenuti in una carta di credito attraverso una semplice stretta di mano tra due persone.

Ra.Vi.

Ecco come potrebbe funzionare l’essere umano di Microsoft 

Per capire come funzionerà l’uomo computer basta consultare il brevetto numero 6.754.472 del Patent and Trademark Office americano del 22 giugno 2004. L’uomo avrà un microfono sul polso destro, indossato come un orologio. Su quello sinistro terrà un display. All’orecchio porterà un auricolare per la riproduzione dei suoni. Sull'avambraccio calzerà una tastiera. Nei primi tempi. Poi potrà digitare (o scrivere con una penna ottica) direttamente sulla pelle. Dalla cintura spunteranno il computer palmare e il cercapersone o il telefonino. Sulle scarpe ci sarà invece l’alimentatore che darà corrente a tutti gli altri dispositivi. La novità é proprio questa: integrazione totale. L'auricolare riprodurrà i suoni del cellulare ma anche del lettore di mp3. Il piccolo monitor visualizzerà le immagini per conto di ogni apparecchio. E così via. Ma soprattutto sarà la pelle, sfruttando le sue proprietà di conduttore, a collegare le macchine incorporate, letteralmente, nel network umano. Le immagini e i video potrebbero essere trasmesse su occhiali di nuova generazione. Uno speciale orecchino potrebbe registrare i dati sul battito cardiaco o sullo stato degli altri organi.

Ra.Vi.




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