Orgoglio e precipizio, ovvero l’arte della convenienza

 di Raffaella Vitulano

La settimana scorsa avevamo approfondito il rapporto tra Usa e Cina, già fortemente incrinato negli anni ma accentuato in una faglia dopo le aperture del governo di Washington all’ipo tesi che il Covid-19 sia stato creato nel laboratorio di Wuhan. Negli ultimi giorni, le tensioni sono aumentate. A differenza dei rapporti con Mosca, tuttavia, quello con Pechino è un rapporto che si regge su un formidabile intreccio di interessi comuni, in gran parte economici e finanziari, che tutte e due le parti hanno grande convenienza a incrementare. Se Pechino strangola il debito pubblico americano, i big di Wall Street vivono quella che il Financial Times ha definito una vera e propria “love story” con la Cina, dove l’oggetto del desiderio è rappresentato dallo sterminato popolo dei risparmiatori cinesi. Il presidente Joe Biden però frena, dichiarando all’eserci to americano che il leader cinese Xi Jinping è convinto della possibilità per la Cina di ”posse dere l'America” nei prossimi 10-15 anni. Pechino, come l’in tera società cinese resta gravata da problemi enormi, come acutissimi squilibri territoriali, distributivi, finanziariambientali, sociali, bancari. Non foss’al tro che per le sue dimensioni la Cina, tuttavia, oltre a condizionare l’economia mondiale sfida obiettivamente gli Stati Uniti per il primato geopolitico. L’or goglio cinese vola alto: Chen Ping, professore presso l’Uni versità di Pechino, ricercatore senior presso il China Institute of Fudan University - think tank affiliato al Partito Comunista Cinese - non esita a dire che il suo Paese ha ”sconfitto” gli Stati Uniti nel 2020 con una guerra biologica da cui la Cina è uscitavittoriosa mentre l’America ridimensionata. ”Nel2020 - racconta in un suo video di qualche giorno fa - la Cina ha vinto la guerra commerciale, scientifica e tecnologica. Ma soprattutto ha vinto la guerra biologica. Ilrisultato è senza precedenti. Questo è un record storico che crea un’epoca” gongola il pechinese. Pechino alza il tiro e continua nella sua guerra all’Occidente autorizzando le famiglie ad avere fino a tre figli, mettendo così fine alle restrizioni che limitavano a due figli per ogni nucleo familiare, stando a quanto riporta l’agenzia Xinhua. Fa la sbruffona, la Cina, anche perchè può comodamente comprarsi l’America possedendo buona parte del suo debito pubblico. Il governo cinese detiene gran parte del debito americano, d’accordo, ma non è una buona idea neppure per Pechino alzare il tiro. Per quanto negli anni abbia di fatto finanziato gli Stati Uniti comprandogli una montagna di Bond e accumulando nelle sue casse un quinto di tutte le riserve delle banche americane, non gliene verrebbe nulla di buono decidendo di metterli all’incasso per paura della svalutazione del dollaro causato dalla massiccia immissione di moneta nel mercato. Pertanto, osserva la cinese Global Times, investire nel debito pubblico Usa è sì alquanto rischioso, ma una colossale svendita dei titoli detenuti da Pechino scatenerebbe una gravissima crisi finanziaria mondiale. Potrebbe essere solo tattica. Oppure no, dato che per Reuters, complici i rendimenti positivi, i grandi investitori stranieri starebbero piuttosto puntando forte su altre emissioni di debito sovrano, come quello italiano. Ma Pechino e Washington non mollano l’osso. Altre vicende s’intrecciano e confondono i confini pubblici e privati, nuoveaccuse emergono. L’econo mista pechinese Di Dongsheng raccontò in un evento pubblico che la Cina aveva sostenuto la rielezione di Biden tramite i suoi vecchi contatti a Wall Street (che a suo dire odiavano Trump) e tramite i miliardi assegnati al fondo internazionale di Hunter Biden, il figlio dell’attua le presidente con un passato burrascoso di droga e affari anche a Pechino. D’altro canto l’ex senatore Bill Nelson,nuovo amministratore della Nasa, rilancia lapolemica ribadendo che il virus non sia arrivatoda pipistrelli, pangolini, o altre leccornie delmercato degli animali ma sfuggito proprio dallaboratorio di Wuhan. E l’ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Trump,Michael Flynn, va oltre, affermando che si trattava di una ”weaponized operation”, una ”operazione armata”, ”una sorta di attacco”. Queste parole vanno lette con cautela, considerando che il Pentagono è diventato un potere autonomo, che dispone di un budget annuale gigantesco, quasi il doppio di quello dell’in - tero Stato francese. E un motivo ci sarà. L’insegnamento impartito dall’ammiraglio Arthur Cebrowski, celebre stratega, ideatore dell’informatizzazio ne delle forze armate era piuttosto semplice: l’economia mondiale si stava globalizzando; per rimanere la prima potenza mondiale, gli Stati Uniti dovevano adattarsi al capitalismo finanziario. Business as usual. Ad identificare il nemico non era più l’i deologia o la religione, ma solo la loro non-integrazione nell’e conomia globalizzata del capitalismo finanziario, mossa soprattutto dalle grandi e tradizionali famiglie di capitali, impropriamente definite poteri forti, e dei loro investimenti e dei loro rapporti. In un futuro economico che appare sempre più nebuloso, è lo storico della Stanford University noto per aver lanciato la teoria della fine della storia, Francis Fukuyama, a rilasciare al Corriere della Sera un’intervista in cui delinea il vero pericolo introdotto dal virus: la distruzione della democrazia, argomentando che chi ottiene poteri speciali raramente poi riesce a rinunziarvi.

2.6.2021

Gain of Function, quando i benefici superano i rischi di manipolazioni 

Lo zar della risposta pandemica Usa, il virologo Anthony Fauci, già nel 2012 avrebbe sostenuto che i rischi di un incidente di laboratorio che scatena una pandemia sarebbero stati superati dai potenziali benefici della manipolazione dei virus tramite la ricerca di Gain of Function (”Guadagno di Funzione”). La giornalista Sharri Markson su The Australian scrive che Fauci ha tuttavia negato di aver finanziato la ricerca sul guadagno di funzione sui virus nell’Istituto di virologia di Wuhan. La storia pare però essere diversa. Secondo il Washington Post, l’Istituto di virologia di Wuhan ”aveva apertamente partecipato nella ricerca del guadagno di funzione, in collaborazione con le università e le istituzioni degli Stati Uniti”sen za l’approvazione di un organo di supervisione del governo, dato che nel 2014 l’amministra zione Obama aveva sospeso temporaneamente i finanziamenti federali per la ricerca sul Guadagno di funzione sui coronavirus dei pipistrelli. La cosa aveva destato incredulità e allarme nella stessa comunità scientifica che ne era informata.

Ra.Vi.

Fuga di capitali, il Partito vieta le valute virtuali 

Il Partito comunista cinese non riconosce le valute virtuali e ha attivamente adottato misure per vietarne le transazioni. Lo yuan digitale è infatti tollerato solo in quanto controllato dal regime. Il primo maggio di quest’anno, le criptovalute sono state circoscritte come uno dei metodi di raccolta di fondi neri che il Partito intende contrastare nella lotta al riciclaggio e allafuga di capitali. Per molti anni il Pcc ha acconsentito all’utilizzo delle valute virtuali in Cina, ma nel 2018 ha iniziato a limitare le transazioni di Bitcoin. Tuttavia, ora che grandi quantità di denaro stanno uscendo dal Paese mediante le valute virtuali, le autorità cinesi sembrano determinate a reprimere le criptovalute. Le valute virtuali, delle quali la principale è il Bitcoin, hanno attirato sempre più attenzione negli ultimi anni a causa della loro sicurezza, privacy e decentralizzazione e proprio per questo sono diventate una delle principali preoccupazioni del Pcc, che basa il suo dominio sul controllo centralizzato. I media cinesi hanno ripetutamente confermato che le criptovalute sono utilizzate da individui e aziende per trasferire enormi risorse all’estero e come strumenti di riciclaggio di denaro.

Ra.Vi.

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