Blackrock, Vanguard. Così i fondi possiedono media e Big Pharma

di Raffaella Vitulano

Dietro la sfida dei vaccini preme la grande finanza di Wall Street. Sembra un’ovvietà, ma grattare la vernice del business di Big Pharma serve a capire (un po’) di più la geopolitica delle siringhe e il nesso tra gli interessi che a volte passano tra farmaceutica, banche e media. Prendiamo il vaccino più quotato, il più amato dagli italiani e non solo. Pfizer, gruppo da 214 miliardi di dollari, è la terza azienda farmaceutica al mondo. Gruppi d’investimen to come Vanguard, BlackRock e Wellington ne possiedono, rispettivamente, l’8,12%, il 7,46% e il 4,22%. Percentuali simili per AstraZeneca. Tra i grandi azionisti di Pfizer troviamo anche grandi banche come Morgan Stanley, JP Morgan, Bank of America, Deutsche Bank. Al tempo stesso BlackRock e Vanguard possiedono anche azioni di una lunga lista di altre società, tra cui Microsoft, Apple, Amazon, Facebook e Alphabet Inc., ma è quasi impossibile elencarle tutte. Anche State Street Corporation, società statunitense di servizi finanziari e bancari fondata nel 1792 con sede a Boston, è socia di Pfizer e Johnson & Johnson. Se le tensioni con la Cina dovessero salire alle stesse, ricordiamociche le stesse BlackRock, Vanguard e Wellingtonhanno massicce partecipazioni azionarie nella multinazionali che producono armi, tra cui Lockheed Martin Corporation, Bae Systems, Northrop Grumman Corporation & Orbital Atk. Allora riflettiamo. E’ assolutamente logico che i mercati premino un’azienda farmaceutica che ha appena scoperto un vaccino anti-pandemia ed è ovvio che i fondi d’investimento abbiano deciso di investire in un settore tipicamente anticiclico (la sanità). E’ quasi banale scrivere che e a causa della pandemia questi fondi abbiano vistodecollare i ricavi previsti. Ma se a governare la guerra dei vaccini è la grande finanza di Wall Street con fatturati da capogiro, dobbiamo sapere che questi numeri corrispondono più o meno all’intero Pil dell’Unione Europea. E allora qualcosa di inquietante, per non dire eticamente riprovevole, non può consolarci sempre con l’e spressione ”È la finanza, bellezza”. Le interazioni tra questi grandi fondi, solo in apparenza concorrenti , minano in realtà la concorrenza stessa e confondono i confini tra capitale privato e pubblico. Ecco come si realizza in pratica il ”capitali smo degli stakeholder” evocato da Klaus Schwab a Davos, sottolineando - semmai ce ne fosse bisogno - come la finanza di Wall Street sia in fondo rapace e capace di condizionare il Grande Reset e la cosiddetta rivoluzione “verde”. Da quando è stata fondata da Larry Fink nel 1988, BlackRock è riuscita a mettere insieme un particolare software finanziario ed una quantità di beni mai posseduti da nessun’altra entità. BlackRock è tentacolare. Lavora a stretto contatto con le banche centrali di tutto il mondo, inclusa la Federal Reserve degli Usa, alla quale presta denaro e sviluppa il software. A fianco del Presidente. Così come Goldman Sachs aveva gestito la politica economica nelle amministrazioni Obama e Trump, oggi questo ruolo chiave è ricoperto da BlackRock. BlackRock e Vanguard hanno la proprietà di circa 1.600 aziende americane. Insieme a State Street detengono circa il 90% di tutte le società S& P 500 quotate a Wall Street. Possiedono Time Warner, Comcast, Disney e News Corp, quattro delle sei società di mediache controllano oltre il 90% della stampa statunitense. Soffermiamoci su Vanguard, il maggiore azionista di BlackRock con una struttura unica nel suo genere che rende la sua proprietà più difficile da identificare: molte delle famiglie più antiche e ricche del mondo possono essere collegate ai fondi Vanguard. Le loro azioni sono di proprietà delle stesse società diinvestimento, e come altri marchi appartengono agli stessi fondi di investimento, stesse compagnie assicurative, stesse banche e, in alcuni casi, governi. Questo dà loro un monopolio impressionante, al punto tale che Bloomberg chiama Blackrock ”il quarto ramo del governo”. L’élite che possiede Vanguard non ama essere sotto i riflettori. Ma le ricerche lasciano intendere che Rothschild Investment Corp. e Edmond De Rothschild Holding sono due importanti soci. Altri sarebbero gli italiani Orsini, gli statunitensi Bush, i Reali Britannici, i Du Pont, i Morgan, i Vanderbilt e i Rockefeller. Famiglie reali e molto ricche da prima della Rivoluzione industriale. I rapporti di Oxfam e Bloomberg snocciolano numeri pesanti: l’1% del mondo, insieme, possiede più soldi dell’altro 99%. Ancora peggio, Oxfam afferma che l’82% della ricchezza nel 2017 è andato a questo 1%. E veniamo ai media. Per quanto riguarda il New York Times, a maggio 2021 BlackRock risultava il secondo azionista più grande con il 7,43% delle azioni totali, subito dopo The Vanguard Group, che detiene la quota maggiore (8,11%). Inutile sottolineare il rischio della libertà di informazione tramite il controllo di così tante testate giornalistiche.

25.6.2021

Le multinazionali non rinunciano a risarcimenti per mancati guadagni 

Governi e imprese italiani potrebbero essere chiamati a pagare i debiti da pandemia contratti col sistema finanziario internazionale e con le Big Pharma? Barbara Spinelli, figlia di Altiero, sostiene che “appellandosi a speciali corti arbitrali, le forze di mercato (grandi corporazioni, Big Pharma, fornitori di servizi idrici o elettrici, investitori stranieri) possono far causa agli Stati, quando ritengono che i propri profitti, presenti e anche futuri, siano lesi” dopo quasi mezzo secolo di neoliberismo e privatizzazioni. ”Non rinunceranno a reclamare risarcimenti per i guadagni che sono venuti meno o che verranno meno...”. Il Covid diventa così fonte di guadagno. Ed ecco che le multinazionali potrebbero chiedere la cessione di patrimoni pubblici come risoluzione di contenziosi. Per pagare i debiti da Covid, verranno introdotte sempre più leggi in materia manifatturiera e commerciale che derivino da accordi di cartello, tra poteri bancari e multinazionali con l’o biettivo di sostituire il controllo statale con agenzie sovranazionali partecipate da corporate, major, e “poteri bancari”.

Ra.Vi.

Wall Street Journal sui vaccini: “Pericolosità sottovalutata” 

Wall Street Journal sgancia la bomba sui vaccini Covid. La pericolosità di questi sieri è stata davvero sottovalutata dalla comunità scientifica internazionale? ”Un aspetto notevole della pandemia di Covid-19 - scrive - è stato quanto spesso idee scientifiche impopolari, dalla teoria della fuga del virus dal laboratorio cinese all'efficacia delle mascherine, siano state inizialmente respinte, persino ridicolizzate, solo per riemergere più tardi nel pensiero tradizionale.Ma la motivazione più comune è stata di tipo politico”. La prossima inversione di marcia del pensiero comune potrebbe essere imminente. ”Al - cuni scienziati hanno sollevato la preoccupazione che i rischi per la sicurezza dei vaccini Covid-19 siano stati sottovalutati. Ma la politica della vaccinazione di massa ha relegatole loro preoccupazioni alla periferia del pensieroscientifico. Per ora”. ”La forte clusterizzazione di alcuni eventi avversi subito dopo la vaccinazioneè preoccupante, e il silenzio intorno a questipotenziali segnali di danni riflettono la politica che circonda i vaccini Covid-19. Stigmatizzare tali preoccupazioni è un male per l’integrità scientifica e potrebbe danneggiare i pazienti”.

Ra.Vi.





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