Intelligenza artificiale. Serve l’intervento della politica

 di Raffaella Vitulano

Alexa, play Indifferenza”: perché e questo l’atteggiamento che dalla politica viene mostrata nei confronti di una tematica ingombrante ma sottaciuta. L’intelligenza artificiale (IA) è sempre più presente nelle nostre vite. Ecco perché il Parlamento europeo ha istituito una commissione per esaminare l’impatto della tecnologia e ha richiesto per una legislazione IA antropocentrica e proiettata verso il futuro. I confini tra rischi e vantaggi, infatti, sembrano ancora troppo labili per la sicurezza, le imprese, per l’occupazione e la democrazia. Vediamo di quali rischi delle future applicazioni dell’intelligenza artificiale parla l’Europarlamento: limitazione delle libertà personali, discriminazione, manipolazione dell’opinione pubblica. L’Intelligenza Artificiale ha del resto già dimostrato tutto il suo potenziale nei più diversi ambiti della scienza e della tecnologia: dall’analisi del dati alla lotta al terrorismo, dalla ricerca medica alle missioni spaziali; big data e supercomputer promettono di rivoluzionare ulteriormente la nostra vita. La potenza dei sistemi di AI, tuttavia, se male indirizzata, potrebbe diventare molto pericolosa nella cattiva gestione di applicazioni già oggi esistenti. Parliamo ad esempio di incidenti senzaconducenti. O dell’influenza dei social media nel pilotare la coscienza politica delle persone dando maggiore risalto a certe notizie a discapito di altre. Non basta la moderna rilettura delle tre leggi della robotica di Asimov; il Grande Fratello è tra noi, non solo sugli schermi di Mediaset. Infine, i preconcetti digitali: se mal programmati questi sistemi possono diventare razzisti e misogini, perché rispecchiano le convinzioni innate di chi li ha creati. Per non parlare delle minacce alla protezione dei dati e al diritto alla vita privata. Anche la Commissione Europea ha pubblicato linee guida per la progettazione di sistemi di intelligenza artificiale affidabili, nel rispetto della centralità dell’essere umano. Un lavoro importante, approfondito e concreto, che soffre però di un male tipico della Ue: non è vincolante. L’intelligenza artificiale potrebbe significare una migliore assistenza sanitaria, automobili e altri sistemi di trasporto più sicuri e anche prodotti e servizi su misura, più economici e più resistenti in cui le aziende europee sono già in una posizione di forza come l’economia circolare, l’agricoltura, la sanità, la moda e il turismo. Bruxelles parla dell’11%-37% di aumento stimato della produttività del lavoro grazie all’IA, entro il 2035 L’intelligenza artificiale potrebbe anche minacciare la libertà di associazione e di protesta, perché potrebbe permettere dirintracciare e profilare individui legati a determinati gruppi o opinioni. L’uso dell’intelligenza artificiale potrebbe portare alla scomparsa di molti posti di lavoro. Anche se ne verranno creati altri e migliori, è cruciale che ci sia l’ade guata formazione affinché i disoccupati possano accedervi e affinché ci sia una forza lavoro qualificata a lungo termine. Il 14% dei posti di lavoro nei paesi dell’Ocse sono automatizzabili. Un altro 32% dovrebbe affrontare cambiamenti sostanziali.

Google licenzia un’altra dipendente della divisione I.A. 

Crescono ancora le tensioni fra i lavoratori di Google e i dirigenti. Di nuovo nella divisione Intelligenza Artificiale. Margaret Mitchell è stata licenziata dopo Timnit Gebru per divergenze su genere e razza. Le due colleghe avevano lavorato insieme a uno studio sui potenziali pregiudizi nel linguaggio dei sistemi di intelligenza artificiale come quello usato dal colosso big tech e la società giustifica il licenziamento proprio per sue ripetute violazioni del codice di condotta e di sicurezza, incluso il trasferimento di file e di dati privati. La spiegazione ufficiale tuttavia non placa le polemiche e riaccende l’attenzione sulla divisione dell’intelligen za artificiale di Google, da dicembre dominata da tensioni dopo il siluramento di Gebru, una delle pochissime ricercatriciafroamericane della Silicon Valley. Gebru aveva denunciato che il suo licenziamento era dovuto a una email inviata a un gruppo di colleghi in cui esprimeva la sua frustrazione sui programmi sulla diversità di Google ed evocava uno studio del 2018 sui pregiudizi razziali e di genere nei software di riconoscimento facciale.

Ra.Vi.

In arrivo il romanzo di un Nobel “Klara and the Sun” 

Incentrato sull’Intelligenza artificiale è il romanzo in uscita nel Regno Unito il 2 marzo dello scrittore britannico di origine giapponese Kazuo Ishiguro, 66 anni, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2017 . “Klara and the Sun” sarà pubblicato dall’editore Faber (in Italia è atteso da Einaudi a maggio) ed è salutato in questi giorni dalla stampa inglese come uno dei grandi eventi editoriali dell’anno. Anticipato come ovvio da una sapiente strategia di marketing, conta già recensioni su riviste specializzate. La nuova storia del Premio Nobel è raccontata dal punto di vista di Klara, un sistema di intelligenza artificiale che, dal suo luogo di osservazione, un negozio, vede i clienti e i passanti sulla strada e quindi spera di essere acquistata da un essere umano. Ma quando emerge la possibilità concreta di essere compratae portata a casa da un cliente, Klara capirà che non è il caso di investire troppo nelle promesse degli umani. Il romanzo è stato acquistato a scatola chiusa dalla casa produttrice 3000 Pictures per farne un film, come già accaduto a un altro romanzo di Ishiguro, “Quel che resta del giorno”.

Ra.Vi.


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