I governi tutelino i cittadini con “avidità e capitalismo”

 di Raffaella Vitulano

Boris Johnson, nel celebrare i risultati vaccinali, ha celebrato ”capi talismo e avidità” a cui imputare, secondo lui, tutti i meriti del successo britannico contro la pandemia: ”Greed is good”, l’avidità è buona” se questo significa indirizzare ogni sforzo, ogni mossa e ogni mezzo al reperimento delle risorse indispensabili a salvare la propria popolazione. Abbiamo assistito all’avidi tà dei signori di Big Pharma, che riservano dosi ai migliori offerenti e tradiscono impunemente impegni contrattuali. Avidità degli stati più forti nel tentativo di avviare trattative separate con i fornitori a scapito degli altri. Avidità dei Paesi ricchi, Europa in testa, che al Wto si è macchiata dell’imper donabile crimine di votare contro la proposta dei paesi poveri di sospendere il copyright dei farmaci antivirus. E’ questa la lezione sociale del Covid- 19? L’inquietante corsa al passato dei nipotini di Reagan e Thatcher, cresciuti alla scuola dei maestri come Milton Friedman e Friedrich Hayek, fa riflettere. Però un merito Boris ce l’ha.Ha detto le cose con il loro nome. E invece discandalizzarci dovremmo piuttosto imparare aleggere bene quello che scrivono gli Avidi citatida Boris nei consessi loro dedicati, in cuicambiano la direzione della produzione e delcapitalismo come meglio gli aggrada. Ecco, abbiamo parlato dell’Avidità. Ora soffermiamoci sul Capitalismo. Gli Avidi di Davos ce lo spiegano sotto tre forme: di Stato - leggi Cina, Singapore, Vietnam, Russia - ; degli azionisti; dei portatori di interessi, specificando che quello migliore è il terzo: ”Dobbiamo eliminare la crescente disuguaglianza di reddito all’internodelle società in cui la crescita della produttività e dei salari è rallentata. In secondo luogo, dobbiamo ridurre l’effetto di smorzamento del potere di mercato monopolistico esercitato dalle grandi aziende sull’innovazione e sui guadagni di produttività. E infine, lo sfruttamento miope delle risorse naturali che stacorrodendo l’ambiente e influenzando la vita di molti in peggio deve finire”. Klaus Schwab, fondatore del Forum di Davos, spiega la differenza tra capitalismi nell’estratto dal libro Stakeholder Capitalism: A Global Economy that Works for Progress, People and Planet. A suo dire, le aziende potrebbero perseguire il benessere di tutte le persone e dell’intero pianeta, la triple bottom line (Enviroment, Social e Governance). Per Schwab, il ripensamento del sistema capitalista non è necessariamente più urgente a causa della crisi pandemica ma ”non sprechiamo questa crisi”. Sprecare una crisi? Detta così sembra che il “capitali smo migliorabile” di Schwab resti soprattutto un capitalismo manager-friendly. Edward Freeman diede la prima definizione degli stakeholder come ”soggetti senza il cui supporto l’impresa non è in grado di sopravvivere”. Il “capitalismo degli stakeholder” suona più bello del “ca pitalismo manageriale” ma è tuttavia difficile capire la differenza tra l’uno e l’altro. Ma qual è ilvalore per gli stakeholder (portatori di interessi,tra cui i sindacati stessi)? Quali sono gli stakeholder più rilevanti; quali interessi dovrebbero essere prioritari? Chi lo decide? E se gli interessi di un gruppo di stakeholder (ad esempio i fornitori) fossero effettivamente in conflitto con quelli di un altro (ad esempio, tutti coloro che abitano un dato territorio, che rischia di esaurirsi a causa dei fornitori sopramenzionati)? Perché i manager di una societàdovrebbero fare da arbitro tra interessi in condivisione ma così contrastanti? Il mondo attualmente conosce due sistemi economiciprevalenti e concorrenti: il capitalismo degli azionisti e il capitalismo di stato. Nel capitalismo degli stakeholder i governi sono invece i guardiani delle pari opportunità, un campo di gioco equo nella competizione tra tutti gli stakeholder per quanto riguarda la sostenibilità e l’inclusività del sistema. E questo spiegherebbe l’Avidi tà di un governo come quello britannico o israeliano che hanno saputo trattare sui vaccini. E poi, se il pretesto principale per il Great Reset ormai lanciato è il cambiamento climatico globale, chiunque nel mondo può essere considerato uno stakeholder nella governance di qualsiasi azienda: anche l’”equità” razziale, la promozione delle agende transgender e altre politiche varie saranno iniettate negli schemi di condivisione aziendale. Socialismo politico? Neppure il capitalismo degli stakeholder sarà però mai all’altezza di una equa distribuzione delle ricchezze. Piuttosto la aggirerà distribuendo valore in base alla pressione sociale e politica. Resta il dubbio che il capitalismo non cambierà mai, che modificherà qualcosa nei suoi meccanismi, concederà qualche “brioches pour les cochons” ma non rivoluzionerà mai il suo Dna, mirato alla distribuzione della ricchezza limitata ai propri azionisti e manager.


Governi, shareholders e stakeholders Tempi e obiettivi in tre diversi modelli 

Come sintetizzare i tipi di capitalismo? Partiamo dagli azionisti chiave. Nel capitalismo di Stato l’azionista è il governo; in quello degli shareholders sono gli azionisti delle compagnie, soprattutto multinazionali: in quello degli stakeholders sono governi e portatori di interessi. Nelle caratteristiche chiave: nel capitalismo di Stato il governo guida l’e conomia e interviene senecessario; nel capitalismo degli shareholders la responsabilità sociale del business è quella di incrementare i propri profitti; in quella degli stakeholders gli obiettivi delle società sono quelle di migliorare il benessere delle persone e del pianeta (almeno sulla carta). Implicazioni per le compagnie: nel capitalismo di Stato gli interessi delle compagnie sono sussidiari a quelli deiGoverni; in quello degli stakeholder la massimizzazione del profitto a brevetermine è l’obiettivo primario delle aziende; nel capitalismo di Stakeholder gli obiettivi di aziende e governi sono a medio-lungo periodo e si concentrano sulla creazione di nuovi valori di ambiente, sociale e amministrazione (Enviroment, Social e Governance).

Ra.Vi.

Milton Friedman e Klaus Schwab Liberismo e gruppi di pressione 

Chi sono i due ispiratori dello shareholder capitalism e dello stakeholder capitalism? Del primo è Milton Friedman, economista statunitense, esponente principale della scuola di Chicago. Fondatore del pensiero monetarista, Premio Nobel per l’economia nel 1976. Le sue teorie hanno esercitato una forte influenza sulle scelte liberiste del governo britannico di Margaret Thatcher e di quello statunitense di Ronald Reagan. Rigettò la stakeholder view e la responsabilità sociale d’impresa, sul piano economico ed etico, sostenendo che i manager sono agenti per conto terzi e dipendenti deiproprietari-azionisti, e che devono agire nell’interesse esclusivo di questi ultimi(utilizzare il denaro degli azionisti per risolvere problemi sociali, significa fare della beneficenza con i soldi degli altri). Klaus Schwab ha introdotto per la prima volta il concetto di stakeholder nel suo libro del 1971 Modern Enterprise Management in Mechanical Engineering. E’ fondatore e presidente

esecutivo del World Economic Forum, l’organizzazio ne internazionale per la cooperazione pubblico-privata, più nota per il suo incontro annuale a Davos, Svizzera.

Ra.Vi.

21.4.2021



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