La svolta sulle riaperture per attutire le tensioni sociali

 di Raffaella Vitulano

Uno studio preliminare dell’ Università di Gießen in Germania, datato 21 aprile, giunge a conclusioni nette: ”Non abbiamo trovato evidenze statistiche del fatto che i coprifuochi notturni fossero efficaci nel rallentare la diffusione della pandemia”. E non finisce qui. Qualche mese fa, il New York Times aveva interpellato una serie di esperti sull’ impatto della serrata serale. Risultato: mancano evidenze scientifiche incontrovertibili. Maria Polyakova, economista di Stanford, notava: ”Assumendo che locali notturni e simili siano già chiusi, proibire alla gente di passeggiare nel quartiere con la famiglia difficilmente ridurrà le interazioni”.

“In qualità di epidemiologi delle malattie infettive e di scienziati della salute pubblica, siamo molto preoccupati per gli effetti dannosi sulla salute fisica e mentale causati dalle politiche adottate dai governi in materia di Covid-19, e raccomandiamo un approccio che chiamiamo “Protezione Mirata”: cominciava così anche la Great Barrington Declaration, una petizione che ha contato migliaia di firme da tutto il mondo di epidemiologi di malattie infettive e scienziatidella salute pubblica che criticava i lockdowngeneralizzati chiedendo in sostanza di proteggere i più fragili lasciando vivere i più giovani normalmente per acquisire l’immu nità. Ed è questa linea quella scelta dal nostro premier. Dopo settimane di riflessioni Mario Draghi ha scelto di riaprire prima del previsto. Troppo alto il rischio di tensioni sociali, sarebbe il messaggio contenuto in una relazione inviatagli da Franco Gabrielli, al quale ricordiamo è stata affidata la delega ai servizi. Il Telegraph, dal canto suo, dà voce a Martin Kulldorff e Jay Bhattacharya, due autorevoli scienziati anche loro firmatari della Dichiarazione di GreatBarrington, autori di un articolo di denuncia della strategia del lockdown, considerata fallimentare non solo per la sua incapacità di contenere l’epidemia, ma anche per i suoi gravissimi effetti negativi su tutta la società: “L’errore centrale nel pensiero pro-lockdown è che più restrizioni portino automaticamente a meno morti. Questo ragionamento mostra un’incredibile ignoranza dell’epidemiologia di base delle malattie infettive”.

Le strategie opposte ormai si confrontano e si affrontano senza riserva alcuna. Chi non si fa mai problemi a dire la sua è il solito imprenditore Bill Gates, secondo cui il mondo potrà tornare alla completa normalità alla fine del 2022. Sebbene non sia un medico nè uno scienziato, l’abilissimo uomo d’affari impunemente definito filantropo, è tornato ossessivamente a sottolineare come la preparazione per le future pandemie è ”una priorità assoluta” e teme che tutto possa essere dimenticato come è accaduto in passato con la pandemia di Ebola. Questa volta ci si mette d’im pegno: il Covid-19 non passerà inosservato.E ci mancherebbe.Nessuno dimenticherà quelle bare accatastate in tutto il mondo. Ma lui pensa ad altro: ”Poiché sono stati persi trilioni, questa generazione se ne ricorderà”, commenta in un’intervista. La prossima sfida, per Mr. Gates, sono ”il cambiamento climatico legato al tema dellepandemie proprio a causa delle nostre frequentiinvasioni di nuovi habitat e il bioterrorismo”. E se lo dice lui c’è da preoccuparsi davvero, dato che non ne sbaglia una inseguendo, o meglioanticipando, il flusso del denaro. Il filantropo la vede lunga: uno studio di gennaio condotto daricercatori del National Bureau of Economic Research ha scoperto che la produzioneeconomica globale potrebbe subire un danno da 3 mila miliardi se i vaccini non dovessero riuscire a raggiungere i mercati emergenti abbastanza rapidamente, con economie avanzate come gli Stati Uniti che subirebbero un impatto significativo. Ma torniamo ai lockdown.

Chiudere la società non è servito a salvare le persone care più vulnerabili. La morte ha falcidiato vittime che avrebbero potuto salvarsi. Mantenendo l’ingenua convinzione che rinchiudere la società avrebbe protetto tutti, governi e scienziati hanno rifiutato le fondamentali misure di protezione mirata per gli anziani. I nostri anziani, i pilastri delle nostra storia e dei nostri affetti. Sebbene chiunque possa venire infettato, tra vecchi e giovani vi è una differenza nel rischio di morte di più di mille volte. La mancata considerazione di questo dato sul virus ha portato al più grande fiasco in materia di salute pubblica della storia. Altre conseguenze sulla salute pubblica includono mancati screening e trattamenti per il cancro e un peggioramento degli esiti delle malattie cardiovascolari. Gran parte di questo danno si svilupperà nel tempo ed è qualcosa con cui dovremo convivere - e con cui dovremo morire - per molti anni a venire.


Lockdown, risparmiati nel mondo oltre 4.500 mld. di dollari dalle famiglie 

Sarebbe dell’entità di 4.500 miliardi di dollari in risparmi extra il “tesoretto” messo da parte dalle famiglie nel mondo durante il periodo dell’emergenza, secondo le stime dell’agen zia di rating Moody’s.

Una cifra enorme, pari a oltre il 6% del Pil globale, e che, come spiega il Financial Times, potrebbe supportare una forte ripresa dei consumi, una volta che le restrizioni verranno allentate e negozi, bar e ristoranti torneranno a funzionare a pieno regime. Il lockdown,  se non ha altro, ci ha fatto risparmiare, ma sembra arrivato il momento di tornare a spendere per altro che non sia la spesa online. L’in dice Conference Board, che misura la fiducia dei consumatori a livello globale, nel primo trimestre di quest’anno ha infatti raggiunto il livello più alto dal 2005.“ La combinazione tra la liberazione di una notevole domanda repressa e la grande quantità di risparmio in eccesso porterà a un aumento della spesa per consumi nel mondo, via via che i Paesi si avvicineranno all’immunità di gregge e allenteranno le restrizioni”, ha osservato Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics.

Ra.Vi.

Scende in campo anche il Mit Maggiori rischi di contagio in casa 

Il rischio di contrarre il virus COVID- 19 quando si è al chiuso rimane più alto indipendentemente dal fatto che si mantenga una distanza di 1,8 mt o 18 mt. anche indossando una maschera: un nuovo studio del Massachusetts Institute of Technology (Mit)solleva dubbi sulla pratica di distanziamento sociale seguita in tutto il mondo. I risultati della nuova ricerca pubblicata ieri mettono in discussione le linee guida esistenti nei vari paesi. Secondo un professore del Mit, Martin Bazant, la variabile importante che il Comitato di Controllo e l’Oms hanno trascurato è la quantità di tempo trascorso in casa. “Quel lo che la nostra analisi continua a mostrare è che molti spazi che sonostati chiusi in realtà non hanno bisogno di esserlo. I nuovi risultati possonoindicare un cambiamento nella politica di chiusura e di allontanamento sociale, dato che molti governi statali in India hanno imposto la chiusura totale o parziale per frenare la diffusione del virus. Questa enfasi sul distanziamentoè stata davvero fuori luogo”.

Ra.Vi.

28.4.2021



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