Dal cilindro di Davos ora spunta la pandemia dei sistemi informatici

 di Raffaella Vitulano

Se pensavate di averle sentite tutte, vi siete perduti l’ultima diavoleria del World Economic Forum di Davos, che una ne fa e cento ne pensa, pur di affermare la propria influenza (o supremazia) sui governi. Del resto, quel buontempone sorridente di Klaus Schwab, presidente del Wef, sa sempre come rassicurarci, stavolta anticipandoci lo scenario di pandemia informatica, invitando a vaccinare al più presto i nostri sistemi di Cybersecurity. La simulazione di guerra è pronta, segnatevi la data: 9 luglio. Non si può mai stare tranquilli col crucco; ok, la probabilità di attività cyber malevole è ancora più preoccupante considerando che il 53% delle aziende non ha mai sottoposto a stress test i propri sistemi, secondo un sondaggio della Cnbc, e il crimine informatico potrebbe costare al mondo $ 11,4 milioni ogni minuto nel 2021. Ma dateci un po’ di respiro, per favore. C’erano tempi in cui le attività del Forum erano quasi segrete, cosparse di mistero, e il complottismo favoleggiava su quanto accadesse in Svizzera. Ora invece il Forum sente il bisogno di informarci e di terrorizzarci in continuazione. Bisogna essere proprio ingenui a credere che sia solo un caso. E via, si parte con la nuova esercitazione. L’anno scorso, il World Economic Forum aveva già collaborato con il governo russo e le banche globali per eseguire una simulazione di attacco informatico di alto profilo che ha preso di mira l’indu stria finanziaria, un evento reale che doveva spianare la strada a un “reset” dell’eco nomia globale. La simulazione, denominata Cyber Polygon (dato il successo di pubblico il 9 luglio si replica con lo stesso titolo) potrebbe essere più di un tipico esercizio di pianificazione e presenta somiglianze con la simulazione pandemica sponsorizzata dal Wef, Evento 201, che simulò la pandemia COVID-19 che sarebbe scoppiata di lì a tre mesi.

Il World Economic Forum organizza l’evento insieme alla Sberbank russa e alla sua sussidiaria per la sicurezza informatica BI.Zone, avvertendo minacciosamente che “un singolo collegamento vulnerabile è sufficiente per abbattere l’intero sistema, proprio come l’effetto domino” nel pianeta, aggiungendo sul sito che ”un approccio sicuro allo sviluppo digitale oggi determinerà il futuro dell’umanità per i decenni a venire“. L’élite di Davos insomma procede in accelerazione sulla strada del Great Reset, del grande ripristino che comporterebbe la transizione coordinata verso una Quarta rivoluzione industriale globale economia in cui i lavoratori umani diventano sempre più irrilevanti. Sebbene pubblicizzato come una forma più “inclusiva” di capitalismo, il capitalismo degli stakeholder promosso da Klaus Schwab punta a fondare i settori pubblico e privato, creando un sistema molto più simile allo stile corporativistico che a una democrazia. Ovvio che le crisi mondiali - come quella in atto - a questo servono, come già ebbe a dire il senatore Mario Monti parlando delle crisi necessarie a far progredire la Ue. Le crisi vengono sempre in aiuto dei cambiamenti radicali, che si concretizzino in una guerra, in una piaga o in un collasso economico. Essenziale, per le élites, è che consentano un reset del sistema, per lo più accompagnato da un massiccio trasferimento di ricchezza verso l’alto. Le simulazioni che ora sono in voga aiutano a preparare il terreno. Si pensi casualmente ad Evento 201, ospitato dal World Economic Forum nell’ottobre 2019 cui ha contribuito la Fondazione Bill e Melinda Gates, che ha simulato una nuova pandemia di coronavirus che entro tre mesi si sarebbe ufficialmente diffusa in tutto il mondo. Cyber Polygon 2021 simulerà invece un attacco alla catena di approvvigionamento durante una pandemia. Nessun complotto, tutto alla luce del sole. Quando poi si verificherà il vero attacco e non una simulazione, non dite che non ve l’ave vamo scritto. Partiranno con la catena alimentare: basta carne, mangiate gli insetti e i surrogati vegetali, che fa tanto Green Economy. Poi le reti: la censura dei social media in nome della lotta alla disinformazione; governi che attuano chiusure in tutto il mondo; collasso di molte industrie; una maggiore adozione di tecnologie di sorveglianza biometrica; disoccupazione di massa. Del resto, il Council of Foreign Relations, in una sorta di sbornia bismarckiana, propone in contemporanea un Nuovo Concerto di Poteri per affrontare il ”populismo arrabbiato” e le “tentazioni illiberali, ” portate avanti naturalmente da perfidi attori, come l’”aggressiva Russia,” che osano “sfidare l’autorità dell’Occidente”. Il gentile Schwab tiene molto a rassicurarci con i suoi video che la simulazione della pandemia informatica sarà peggiore dell’attuale crisi globale. Anche perché attaccherà qualsiasi cosa collegata a Internet, tra cui dispositivi medici che mantengono in vita le persone; l’ecosistema dei dispositivi connessi che gestiscono le case intelligenti; l’ecosistema degli esseri umani connessi digitalmente; i sistemi finanziari globali; le reti energetiche; gli impianti di trattamento dell’acqua; i sistemi informatici del governo; le infrastrutture militari e di difesa e altro ancora. Sempre Klaus Schwab ammonisce: “Un solo giorno senza internet costerebbe alle nostre economie più di 50 miliardi di dollari, e questo prima di considerare i danni economici e sociali se questi dispositivi fossero collegati a servizi essenziali, come i trasporti o la sanità. Sappiamo tutti, ma prestiamo ancora insufficiente attenzione allo scenario spaventoso di un attacco informatico globale, che porterebbe un arresto completo all’ali mentazione, ai trasporti, ai servizi ospedalieri e alla nostra società nel suo insieme. Un attacco informatico con caratteristiche simili al Covid si diffonderebbe più velocemente e più lontano di qualsiasi virus biologico. Il suo tasso riproduttivo sarebbe circa 10 volte maggiore di quello che abbiamo sperimentato con il coronavirus”. Ma ne abbiamo proprio bisogno? Il Ripristino è iniziato: mai sprecare una buona crisi per un nuovo ordine sociale, la digitalizzazione totale, la ”distruzione creativa” di tutto ciò che non si conforma ai nuovi parametri. Un incubo. Peggio di un videogioco.

23.6.2021

Il coinvolgimento della Russia per includerla nel Great Reset 

Il progetto Cyber Polygon è gestito dal World Economic Forum, ma anche da Bi.Zone, una filiale di Sberbank, il cui maggiore azionista è il governo russo. Ma cosa sta succedendo? Come mai la Russia ”nemi ca” viene inclusa come leader in un’importan te iniziativa di sicurezza informatica globale, soprattutto dopo che Mosca è stata il capro espiatorio di qualsiasi attacco informatico commesso contro qualsiasi potenza occidentale? L’offen siva russa dispiega ancora il suo fascino? La suggestione è che dopo la sfida di Washington a Pechino stia avvenendo un cambiamento geopolitico o che la narrativa degli hacker russi comunemente utilizzata dalle agenzie di intelligence negli Stati Uniti e in Europa sia principalmente per il pubblico in generale e non per le élites e i responsabili politici presenti al Cyber Polygon. Il coinvolgimento nell’e sercitazione potrebbe essere volto a facilitare un’inclusione ancora maggiore della Russia nel Grande Reset da parte dei governi allineati al Wef occidentale affinché il successo della loro agenda su scala globale sia decisamente più ampio.

Ra.Vi.

Un collasso controllato per assolvere i veri responsabili della crisi globale 

L’amministrazione Biden, tramite il suo inviato per il clima, John Kerry, ha sottolineato l’impegno degli Stati Uniti all’agenda del Grande Ripristino e alla Quarta Rivoluzione Industriale che cerca di automatizzare la maggior parte dei lavori attualmente svolti dagli esseri umani. Il coinvolgimento dei governi di Russia, Cina, Stati Uniti, Regno Unito, Israele, Canada e India, tra gli altri, a bordo di questo programma transnazionale, sarà anche emblematico di ciò che possiamo aspettarci dal Great Reset di Schwab: monopoli di entità del settore pubblico e privato fuse e mascherate dal termine “capitali smo degli stakeholder” progettato dalle grandi famiglie di capitali. C’è chi sostiene che inquesto modo l’inevita bile collasso del sistema bancario globale possaavvenire attraverso un collasso controllato. Ciò è particolarmente vero per Deutsche Bank. L’idea è sottile. Un massiccio attacco informatico, come quello simulato al Cyber Polygon, consentirebbe di incolpare gli hacker senza volto per il collasso economico, assolvendo così i veri criminali finanziari dalle loro responsabilità.

Ra.Vi.


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