Epidemie terroristiche. Allarme di Bill Gates alla Cop26

di Raffaella Vitulano

Keep calm and carry on: altro che il tradizionale stoicismo britannico nell’affrontare pandemia o altre catastrofi che ha concesso a Londra e dintorni una crescita annua al 6,5%. Gli Usa sono di tutt’altro approccio nella vita. Tre giorni fa il co-fondatore di Microsoft, il solito buontempone ottimista Bill Gates, ha avvertito che le autorità internazionali, compresa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (finanziata in massima parte dalla Bill & Melinda Gates Foundation), devono agire contro la minaccia rappresentata dal bioterrorismo e ha detto che le “manovre batteriologiche” sono il modo migliore per prevenirlo. In un’intervista a Sky News, Bill batte sempre cassa, tanto per cambiare: “Ci vorrà probabilmente circa un miliardo all’anno per una Task Force pandemica a livello di Oms, che effettui la sorveglianza e faccia effettivamente ciò che io chiamo esercitazioni di manovre batteriologiche” ha detto durante un’intervista con il presidente dello Health Select Committee, Jeremy Hunt, per ilthink tank Policy Exchange. E rieccolo alle prese con agenzie governative e militari che si esercitano in scenari di una ipotetica apocalittica pandemia. Londra fa spallucce ma Gates incalza: “Voi dite, ok, e se un bioterrorista portasse il vaiolo in 10 aeroporti? Come risponderebbe il mondo a questo?”. Il vaiolo? Eccolo splendido e positivo al mondo, Bill, apparso al vertice sul clima COP26, dove ha preso parte a una sessione sull’accele razione della tecnologia pulita e ha incontrato il Principe di Galles. Il quarto uomo più ricco del mondo ha sottolineato che per prepararsi a uno scenario apocalittico, gli Stati Uniti e il Regno Unito dovrebbero spendere “decine di miliardi” in ricerca e sviluppo. “Ci sono epidemie naturali ed epidemie bioterroristiche che potrebbero essere molto peggiori di quelle che abbiamo vissuto oggi e i progressi della scienza medica dovrebbero darci strumenti che, insomma, ci consentirebbero di fare molto meglio”, ha inoltre sottolineato Gates, aggiungendo che dovremmo avere un “nuovo modo” per produrre vaccini che possano fermare meglio la trasmissione di unvirus. “Que sto richiederebbe anche una ricerca e sviluppo globali, per rendere i vaccini economici, avere grandi fabbriche, sradicare l’in fluenza, sbarazzarsi del comune raffreddore,rendere i vaccini solo un piccolo cerotto damettere sul braccio, cose che saranno incredibilmente utili anche negli anni in cui non avremo pandemie”, ha detto Gates, senza approfondire come ciò potrebbe essere realizzato. Un’ipotesi ci viene offerta da mister Rajiv J. Shah, presidente della Fondazione Rockefeller: “Informazioni veloci e accurate sul sequenziamento genomico sono la chiave per porre fine alla pandemia di Covid-19 e alla sofferenza che ha causato. Attualmente solo 14 paesi, tutti con economie sviluppate, stanno sequenziando il cinque per cento o più dei loro casi e li condividono attraverso banche dati globali”. “Per questo motivo, la Fondazione Rockefeller sta rafforzando la capacità di sequenziamento globale per porre fine a questa pandemia il più rapidamente possibile per tutti”. Il “Genome Collection Program” potrebbe durare fino al termine dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, quando la Banca Dati Globale del Genoma dovrebbe essere completata, in cui la Fondazione Rockefeller investirà 20 milioni di dollari. Briciole rispetto alla ricchezza del patrimonio di informazioni personali e del meccanismo di controllo che la Fondazione Rockefeller avrà acquisito. Una Banca Dati Globale del Genoma, capite? Dal canto suo, il World Economic Forum (Wef) ha già progettato la prossima generazione di certificati di vaccinazione basati sul sangue. Il Dna ha un valore inestimabile. Ricordiamo la dichiarazione riportata da Washington Post del ricercatore principale di Harvard nella provincia di Anhui: ”Il Dna nel sangue della popolazione locale “era più prezioso dell’oro”. Presumibilmente, per estendere il certificato vaccinale Covid sarà chiesto un campione di sangue. Una pratica del resto già effettuata in Cina per la Sars. E a proposito di Pechino e guerre batteriologiche, nuove rivelazioni del dissidente del Partito Comunista Cinese Wei Jingsheng in esilio affermano che gli agenti cinesi avrebbero diffuso il Covid durante i giochi militari mondialiinternazionale tenutosi a Wuhan nell’ottobre2019. Una tesi davvero estrema rispetto al governo cinese, che accusa invece Washington e i militari di Fort Detrick ad aver importato nel paese, sempre durante i giochi militari, la pandemia. La gola profonda ha anche affermato di aver cercato di avvertire l’am ministrazione Trump del Covid cinque mesi prima dell’inizio della pandemia. Dopo i giochi, sostiene Wei, alcuni dei 9.000 atleti che hanno partecipato si sono ammalati di una misteriosa malattia, inclusi atleti francesi, americani e tedeschi. Perfino lo schermidore italiano Tagliariol, già oro a Pechino, che era ai Mondiali militari come aviere capo dell’Aeronautica militare distaccato nel gruppo sportivo. Esiliato negli Stati Uniti anni prima, Wei ha detto di essere stato informato di ciò che stava accadendo attraverso gli addetti ai lavori del Pcc che condividevano le loro paure sulla situazione e descrivevano l’insabbiamen to da parte del governo centrale di pratiche e rapporti nella ricerca sul gain of function da parte di ricercatori americani, che forse inavvertitamente stavano aiutando i cinesi a sviluppare l’arma biologica più potente dell’era moderna.

A lanciare l’allarme su dati umani provenienti da tutto il mondo, alimentati dal crescente potere e portata dell’intelligenza artificiale, che potrebbero un giorno finire nelle mani di poche persone potenti é Yuval Noah Harari, professore di storia all'Università di Gerusalemme, che mette in guardia da un futuro distopico popolato da “umani hackerati”. Alla Cbs chiede che le nazioni inizino a cooperare per impedirlo regolando l’intelligenza artificiale e la raccolta di dati personali in tutte le nazioni: “Il mondo è sempre più diviso in sfere di raccolta dati. Durante la Guerra Fredda c’era la cortina di ferro. Ora abbiamo la cortina di silicio, il mondo è sempre più diviso tra Stati Uniti e Cina. I tuoi dati vanno in California o vanno a Shenzhen, Shanghai e Pechino?”. Lo storico sottolinea che la pandemia ha aperto le porte a una raccolta ancora più invadente dei nostri dati: “Il prossimo passo sarà la sorveglianza sotto la nostra pelle”.

Raffaella Vitulano






Noam Chomsky agli albori dell’intelligenza artificiale 

In una recente intervista , il 92enne Noam Chomsky sostiene che le persone non vaccinate vanno segregate dalla società, e il loro modo in cui reperire generi alimentari è questione che dovrebbe essere lasciata a loro. Questa “dovrebbe essere una convenzione”.

“Certo, se diventano indigenti, si dovrà prendere qualche mezzo per assicurare la loro sopravvivenza, come si fa con la gente in prigione”. Qualcuno si chiede cosa resta del suo impegno contro la guerra del Vietnam, del fervore no-global dei primi 2000 e il movimento “Occupy”. In molti sostengono che la sua sia una lunga, secolare parabola triste. È sconosciuto invece ai più il fatto che le prime ricerche linguistiche di Chomsky al Mit furono finanziate dal Pentagono in un contesto di significativo interesse e coinvolgimento militare. Chomsky ha sempre negato che ciò abbia

avuto alcun effetto sul suo attivismo. In pratica, tuttavia, Chomsky già nei primi anni Cinquanta lavorava a un programma tra la grammatica e l’informa tica che costituì un embrione degli studi sull’In telligenza Artificiale.

Ra.Vi.

Il generale Mark Milley: verso un mondo tripolare 

Dal “caos costruttivo” alla “com petizione fra potenze”: stiamo entrando in un mondo tripolare, i cui poli sono Stati Uniti, Russia e Cina, ha dichiarato il generale Mark Milley, capo dello Stato maggiore congiunto degli Usa. Un mondo che è potenzialmente strategicamente più instabile rispetto agli ultimi 40, 50, 60 o 70 anni, proprio perché più sfumate sono le linee di demarcazione nella globalizzazione economica.

La prospettiva che l’America si ergesse come unico dominus del mondo,come chiesto dai neocon, viene oggi dunque ribaltata dal Pentagono su un piano più realistico di competizione fra tre potenze, tre entità distinte che hanno propri interessi specifici in competizione tra loro.

Tutti fattori che rendono difficile marcare linee rosse e che pongono la

necessità di “maggiore comunicazione con l’esercito e il governo cinese” mentre l’amministrazione Usa ha ripreso a dialogare con Mosca. Tessitori silenziosi e non proclami, per evitare che la conflittualità deflagri.

Ra.Vi.





Commenti

Post più popolari